Giuseppe Momigliano,
rabbino
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Al
termine del primo libro della Torà, il racconto biblico ci presenta
alcuni eventi che, da un lato, costituiscono la conclusione delle
complesse vicende che avevano segnato la famiglia di Giacobbe e che, al
tempo stesso, si possono leggere come una premessa, addirittura come
allusione alla storia del popolo d’Israele, a partire dall’esilio e
dalla successiva riduzione in schiavitù in Egitto, fino a dinamiche e
caratteristiche che più volte si sono riproposte nella storia ebraica,
fino ai nostri giorni.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Si
discute molto del contributo ebraico alla cultura europea ed
occidentale, coscienti tutti di quanti grandi intellettuali ebrei
abbiano segnato la storia di queste aree del pianeta. Fra il serio ed
il faceto, piangiamo oggi la fine della schedina del Totocalcio,
sostituita dal governo attuale con altre forme di gioco. Come ben
sappiamo la schedina che per decenni ha appassionato generazioni di
italiani era stata ideata da Massimo Della Pergola, papà di Mara e di
Sergio, che per anni ha scritto su queste stesse pagine.
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Accordo sulla manovra
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Ampio
spazio sui quotidiani di oggi all’annuncio dell’accordo raggiunto tra
governo italiano e Commissione Ue sulla legge di Bilancio. I commissari
europei esamineranno l’intesa – per il momento solo “informale”, ha
precisato il ministero dell’Economia – nella riunione di oggi a
Bruxelles e, se confermata, dovrebbe evitare la procedura di infrazione
per eccessivo debito a carico dell’Italia, paventata nelle scorse
settimane. “Nella manovra ci saranno due miliardi in più dalle
privatizzazioni. Sanzioni più pesanti per chi non paga le tasse nei
termini: triplicati gli interessi da pagare”, scrive il Corriere.
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qui roma - la cerimonia
L'Inail si inchina ad Aldo Fuà
'Memoria urgenza del presente'
“Ebreo,
dirigente dell’istituto, discriminato e dispensato dal servizio a causa
delle leggi razziali fasciste del 1938. Con la speranza e l’impegno che
mai più tanta disumanità abbia a verificarsi e mai più un uomo subisca
persecuzioni a motivo della razza, dell’ideologia e della fede”.
Parole
che sono da questa mattina sono un monito permanente, impresso su
lapide, nella scalinata di accesso alla sede dell’inail, l’Istituto
nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro di cui Aldo Fuà fu alto
dirigente e da cui fu cacciato nel momento dell’entrata in vigore dei
provvedimenti antiebraici. Una pagina nera nella storia dell’istituto,
oggi ricordata alla presenza dei discendenti di Fuà, con tanti nipoti e
pronipoti a dimostrare la vittoria della vita contro l’oscurantismo e
il razzismo. A testimoniare l’emozione dei familiari Dario Coen, uno
dei nipoti di Fuà, cui si deve questo momento di ricordo condiviso.
“Un
lungo itinerario che arriva alla conclusione. E un segno importante di
Memoria”. Così il presidente Inail Massimo De Felice nel dare inizio
alla cerimonia, cui hanno tra gli altri partecipato anche la presidente
UCEI Noemi Di Segni, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth
Dureghello, il rabbino capo rav Riccardo Di Segni. Leggi
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l'intuizione di massimo della pergola Totocalcio, un futuro a rischio
Settanta anni di storia in soffitta
“Le
baracche di legno del campo non erano riscaldate. Dormivamo in letti a
castello i cui materassi erano sacchi pieni di paglia e foglie secche.
Per coprirci avevamo una semplice coperta. Su di me che dormivo nel
letto inferiore cadeva una pioggia di polvere che mi irritava gli
occhi. I cosiddetti servizi igienici erano in un baracchino nel vicino
bosco. Uno spiazzo centrale serviva per le adunate. La doccia
settimanale, situata in un locale a due chilometri dal campo, non
bastava ad eliminare il bruciore degli occhi”.
La realtà del campo di internamento svizzero in cui riparò in fuga dai
nazifascisti è così descritta da Massimo Della Pergola nella sua ormai
introvabile autobiografia “Storia della Sisal e del suo inventore”,
pubblicata nel 1997. È la descrizione di un luogo e di un contesto
ostile, pur salvifico. Un luogo in cui è già difficile condurre una
quotidianità accettabile. Ma è proprio in questa cornice complessa che
il giornalista triestino, cacciato dalla Gazzetta dello sport nel ’38
con l’entrata in vigore delle Leggi razziste, ha un’intuizione
formidabile destinata a risollevare le sorti dello sport nostrano e a
scaldare il cuore degli appassionati: la mitica schedina, poi nota con
il nome di Totocalcio.
Una pagina di storia del pallone e della società italiana che rischia
di andare presto in soffitta. Come reso noto ieri, infatti, un
emendamento dei relatori alla manovra, non ancora votato in commissione
Bilancio al Senato, in assenza di colpi di scena archivierà
definitivamente l’invenzione di Della Pergola. Leggi
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qui firenze - la lapide Passeggiando in Via Giusti
Giorni
fa, essendo a Firenze, mi sono recata in un privato pellegrinaggio in
Via Giusti, cercando la casa dei fratelli Rosselli e dell’amata zia
Amelia, nata Pincherle, loro mamma adorata e sorella della mia bisnonna
Anna. Al numero 38 di quella via, vi è oggi una lapide, che commemora
l’impegno antifascista e il sacrificio di Carlo e Nello Rosselli,
ammazzati da sicari dei fascisti in Francia. Sotto la lapide, si apre
il portone di legno, attraverso cui entravamo col babbo per andare a
trovare la zia Amelia nel dopoguerra: quanti i ricordi! Ecco oggi la
lapide commemorativa (vedasi foto) e più su finestre illuminate di una
luce calda, da cui si intravedono pareti fitte di libri. Giunge una
macchina e davanti ai miei occhi si apre il cancello che dà sul
giardino posto sul retro della casa. Da fuori, guardo curiosa quei
luoghi, da me visti dall’interno da bambina: scorgo un giardino
all’italiana dalle siepi verdi ben curate. La casa, mi dice il
conducente straniero quando esce festoso dal cancello, è oggi la sede
di un istituto di storia dell’arte (scopro poi che si tratta del
tedesco “Kunsthistorisches Institut in Florenz”, che ha il suo ingresso
principale al numero 44, e ha incorporato il palazzo Rosselli per la
sua biblioteca). Mi allontano, immersa nei ricordi vivi di chi non c’è
più e nei miei pensieri.
Elèna Mortara Leggi
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Ticketless - Come nel Seicento
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Non
ho potuto purtroppo prendere parte, come avrei desiderato,
all’importante convegno “L’emigrazione intellettuale dall’Italia
fascista. Studenti e studiosi ebrei dell’Università di Firenze in fuga
all’estero” che si è svolto ieri a Firenze. Era mia intenzione proporre
agli studiosi un’ipotesi di ricerca su un aspetto della storiografia
sul 1938 che mi sembra poco esplorato. Provo a spiegarmi qui, ma prima
desidero scusarmi con i miei abituali lettori: questa settimana la tiro
in lungo più del solito, il tema è importante e non semplice.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Giudizio articolato
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La
recente visita di Matteo Salvini in Israele – segnata, com’è noto, da
forti dichiarazioni di amicizia e solidarietà verso lo Stato ebraico –
e le diverse reazioni dalla stessa suscitate, sollecitano diverse
considerazioni, rinviando, soprattutto, a due dati di fondo, che,
piaccia o non piaccia, paiono caratterizzare i tempi che stiamo
vivendo, e su cui già abbiamo avuto modo, di recente, di formulare
alcune riflessioni.
Il primo dato è che, per una lunga serie di ragioni, Israele piace oggi
soprattutto ai politici di destra, mentre continua, come sempre, a
essere malvisto da quelli di sinistra. Non solo: anche la stessa
maggioranza governativa israeliana sembra guardare con fiducia ad
alcuni politici della destra europea, gli stessi che una parte
dell’opinione pubblica israeliana di sinistra mostra invece di
detestare.
Francesco Lucrezi, storico
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