28 febbraio 2018 - 13 Adar 5778

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19 Dicembre 2018 - 11 Tevet 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL


alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
Al termine del primo libro della Torà, il racconto biblico ci presenta alcuni eventi che, da un lato, costituiscono la conclusione delle complesse vicende che avevano segnato la famiglia di Giacobbe e che, al tempo stesso, si possono leggere come una premessa, addirittura come allusione alla storia del popolo d’Israele, a partire dall’esilio e dalla successiva riduzione in schiavitù in Egitto, fino a dinamiche e caratteristiche che più volte si sono riproposte nella storia ebraica, fino ai nostri giorni.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Si discute molto del contributo ebraico alla cultura europea ed occidentale, coscienti tutti di quanti grandi intellettuali ebrei abbiano segnato la storia di queste aree del pianeta. Fra il serio ed il faceto, piangiamo oggi la fine della schedina del Totocalcio, sostituita dal governo attuale con altre forme di gioco. Come ben sappiamo la schedina che per decenni ha appassionato generazioni di italiani era stata ideata da Massimo Della Pergola, papà di Mara e di Sergio, che per anni ha scritto su queste stesse pagine.
 
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Accordo sulla manovra
Ampio spazio sui quotidiani di oggi all’annuncio dell’accordo raggiunto tra governo italiano e Commissione Ue sulla legge di Bilancio. I commissari europei esamineranno l’intesa – per il momento solo “informale”, ha precisato il ministero dell’Economia – nella riunione di oggi a Bruxelles e, se confermata, dovrebbe evitare la procedura di infrazione per eccessivo debito a carico dell’Italia, paventata nelle scorse settimane. “Nella manovra ci saranno due miliardi in più dalle privatizzazioni. Sanzioni più pesanti per chi non paga le tasse nei termini: triplicati gli interessi da pagare”, scrive il Corriere.
 
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  davar
qui roma - la cerimonia 
L'Inail si inchina ad Aldo Fuà

'Memoria urgenza del presente'
“Ebreo, dirigente dell’istituto, discriminato e dispensato dal servizio a causa delle leggi razziali fasciste del 1938. Con la speranza e l’impegno che mai più tanta disumanità abbia a verificarsi e mai più un uomo subisca persecuzioni a motivo della razza, dell’ideologia e della fede”.
Parole che sono da questa mattina sono un monito permanente, impresso su lapide, nella scalinata di accesso alla sede dell’inail, l’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro di cui Aldo Fuà fu alto dirigente e da cui fu cacciato nel momento dell’entrata in vigore dei provvedimenti antiebraici. Una pagina nera nella storia dell’istituto, oggi ricordata alla presenza dei discendenti di Fuà, con tanti nipoti e pronipoti a dimostrare la vittoria della vita contro l’oscurantismo e il razzismo. A testimoniare l’emozione dei familiari Dario Coen, uno dei nipoti di Fuà, cui si deve questo momento di ricordo condiviso.
“Un lungo itinerario che arriva alla conclusione. E un segno importante di Memoria”. Così il presidente Inail Massimo De Felice nel dare inizio alla cerimonia, cui hanno tra gli altri partecipato anche la presidente UCEI Noemi Di Segni, la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, il rabbino capo rav Riccardo Di Segni.
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l'ambasciatrice haley si congeda dall'onu
"Pace tra israeliani e palestinesi, niente più schemi del passato"
Un piano di pace “diverso dai precedenti”, che sfrutta le opportunità delle nuove tecnologie e riconosce che la realtà sul terreno “in Medio Oriente è cambiata fortemente”. Un piano di pace in cui ci sono elementi che piaceranno e non piaceranno a ciascuna delle due parti. Nel congedarsi dal suo ruolo di ambasciatore degli Stati Uniti all’Onu, Nikki Haley ha dato qualche informazione in più sull’atteso piano di pace preparato dall’amministrazione Trump, che dovrebbe essere reso pubblico a inizio 2019. “A differenza dei precedenti tentativi di affrontare il conflitto, questo piano non contiene poche pagine con linee guida generiche e prive di immaginazione – ha detto Haley, intervenendo al Consiglio di Sicurezza dell’Onu a New York durante la sessione dedicata al Medio Oriente – È molto più lungo. Contiene dettagli molto più ponderati. Porta nuovi elementi alla discussione, approfittando del nuovo mondo tecnologico in cui viviamo”.
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l'intuizione di massimo della pergola
Totocalcio, un futuro a rischio

Settanta anni di storia in soffitta
“Le baracche di legno del campo non erano riscaldate. Dormivamo in letti a castello i cui materassi erano sacchi pieni di paglia e foglie secche. Per coprirci avevamo una semplice coperta. Su di me che dormivo nel letto inferiore cadeva una pioggia di polvere che mi irritava gli occhi. I cosiddetti servizi igienici erano in un baracchino nel vicino bosco. Uno spiazzo centrale serviva per le adunate. La doccia settimanale, situata in un locale a due chilometri dal campo, non bastava ad eliminare il bruciore degli occhi”.
La realtà del campo di internamento svizzero in cui riparò in fuga dai nazifascisti è così descritta da Massimo Della Pergola nella sua ormai introvabile autobiografia “Storia della Sisal e del suo inventore”, pubblicata nel 1997. È la descrizione di un luogo e di un contesto ostile, pur salvifico. Un luogo in cui è già difficile condurre una quotidianità accettabile. Ma è proprio in questa cornice complessa che il giornalista triestino, cacciato dalla Gazzetta dello sport nel ’38 con l’entrata in vigore delle Leggi razziste, ha un’intuizione formidabile destinata a risollevare le sorti dello sport nostrano e a scaldare il cuore degli appassionati: la mitica schedina, poi nota con il nome di Totocalcio.
Una pagina di storia del pallone e della società italiana che rischia di andare presto in soffitta. Come reso noto ieri, infatti, un emendamento dei relatori alla manovra, non ancora votato in commissione Bilancio al Senato, in assenza di colpi di scena archivierà definitivamente l’invenzione di Della Pergola.
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qui firenze - il convegno
Il regime e gli intellettuali in fuga

Come il '38 distrusse la cultura
Relazioni di alto livello e molti spunti dal convegno “L’emigrazione intellettuale dall’Italia fascista” che si è svolto ieri a Firenze su impulso dell’Università degli studi e con il contributo della Regione Toscana e con il sostegno della Comunità ebraica fiorentina.
La seconda parte dei lavori, moderata dalla professoressa Lea Campos Boralevi dopo che i lavori della mattina erano stati condotti dal direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale, ha portato al tavolo dei relatori, tra gli altri, gli studiosi Stefano Luconi (intervenuto con una relazione su “La frattura sull’antisemitismo: la contrapposizione tra intellettuali antifascisti e lavoratori italoamericani di fronte ai provvedimenti razziali del 1938”), Patrizia Guarnieri (“Displaced scholars in cerca di libertà e lavoro in America”), Ruth Nattermann (“Realtà cambiate. Le donne Rosselli tra esilio e ritorno a Firenze”) e Edoardo Tortarolo (“Studiosi tra due mondi prima e dopo il 1945. Percorsi di vita e di studio”).
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qui firenze - la lapide
Passeggiando in Via Giusti
Giorni fa, essendo a Firenze, mi sono recata in un privato pellegrinaggio in Via Giusti, cercando la casa dei fratelli Rosselli e dell’amata zia Amelia, nata Pincherle, loro mamma adorata e sorella della mia bisnonna Anna. Al numero 38 di quella via, vi è oggi una lapide, che commemora l’impegno antifascista e il sacrificio di Carlo e Nello Rosselli, ammazzati da sicari dei fascisti in Francia. Sotto la lapide, si apre il portone di legno, attraverso cui entravamo col babbo per andare a trovare la zia Amelia nel dopoguerra: quanti i ricordi! Ecco oggi la lapide commemorativa (vedasi foto) e più su finestre illuminate di una luce calda, da cui si intravedono pareti fitte di libri. Giunge una macchina e davanti ai miei occhi si apre il cancello che dà sul giardino posto sul retro della casa. Da fuori, guardo curiosa quei luoghi, da me visti dall’interno da bambina: scorgo un giardino all’italiana dalle siepi verdi ben curate. La casa, mi dice il conducente straniero quando esce festoso dal cancello, è oggi la sede di un istituto di storia dell’arte (scopro poi che si tratta del tedesco “Kunsthistorisches Institut in Florenz”, che ha il suo ingresso principale al numero 44, e ha incorporato il palazzo Rosselli per la sua biblioteca). Mi allontano, immersa nei ricordi vivi di chi non c’è più e nei miei pensieri.


Elèna Mortara
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pilpul
Ticketless - Come nel Seicento
Non ho potuto purtroppo prendere parte, come avrei desiderato, all’importante convegno “L’emigrazione intellettuale dall’Italia fascista. Studenti e studiosi ebrei dell’Università di Firenze in fuga all’estero” che si è svolto ieri a Firenze. Era mia intenzione proporre agli studiosi un’ipotesi di ricerca su un aspetto della storiografia sul 1938 che mi sembra poco esplorato. Provo a spiegarmi qui, ma prima desidero scusarmi con i miei abituali lettori: questa settimana la tiro in lungo più del solito, il tema è importante e non semplice.

Alberto Cavaglion
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Periscopio - Giudizio articolato
La recente visita di Matteo Salvini in Israele – segnata, com’è noto, da forti dichiarazioni di amicizia e solidarietà verso lo Stato ebraico e le diverse reazioni dalla stessa suscitate, sollecitano diverse considerazioni, rinviando, soprattutto, a due dati di fondo, che, piaccia o non piaccia, paiono caratterizzare i tempi che stiamo vivendo, e su cui già abbiamo avuto modo, di recente, di formulare alcune riflessioni.
Il primo dato è che, per una lunga serie di ragioni, Israele piace oggi soprattutto ai politici di destra, mentre continua, come sempre, a essere malvisto da quelli di sinistra. Non solo: anche la stessa maggioranza governativa israeliana sembra guardare con fiducia ad alcuni politici della destra europea, gli stessi che una parte dell’opinione pubblica israeliana di sinistra mostra invece di detestare.


Francesco Lucrezi, storico
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