“Pace tra israeliani e palestinesi
abbandonate gli schemi del passato”

Un piano di pace “diverso dai precedenti”, che sfrutta le opportunità delle nuove tecnologie e riconosce che la realtà sul terreno “in Medio Oriente è cambiata fortemente”. Un piano di pace in cui ci sono elementi che piaceranno e non piaceranno a ciascuna delle due parti. Nel congedarsi dal suo ruolo di ambasciatore degli Stati Uniti all’Onu, Nikki Haley ha dato qualche informazione in più sull’atteso piano di pace preparato dall’amministrazione Trump, che dovrebbe essere reso pubblico a inizio 2019. “A differenza dei precedenti tentativi di affrontare il conflitto, questo piano non contiene poche pagine con linee guida generiche e prive di immaginazione – ha detto Haley, intervenendo al Consiglio di Sicurezza dell’Onu a New York durante la sessione dedicata al Medio Oriente – È molto più lungo. Contiene dettagli molto più ponderati. Porta nuovi elementi alla discussione, approfittando del nuovo mondo tecnologico in cui viviamo”. L’ambasciatrice non ha rivelato nessun dettaglio specifico in merito al piano – stilato da Jared Kushner, genero di Trump e suo Consigliere per il Medio Oriente – e in particolare non ha chiarito se Washington proseguirà sulla strada della Soluzione dei due Stati, come vorrebbero in Europa: dopo le dichiarazioni di Haley, gli ambasciatori di otto stati europei (tra cui l’Italia, come ex rappresentante Ue al Consiglio di Sicurezza, assieme agli attuali membri ovvero Francia, Paesi Bassi, Polonia, Svezia e Regno Unito, e ai futuri membri Belgio e Germania) hanno firmato una dichiarazione in cui ribadiscono “ancora una volta il forte e costante impegno dell’UE nei confronti dei parametri concordati a livello internazionale per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sul diritto internazionale, sulle pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite e sugli accordi precedenti”. “L’UE è veramente convinta che il raggiungimento di una soluzione a due Stati basata sui confini del 1967 con Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati, che soddisfi le esigenze di sicurezza israeliana e palestinese e le aspirazioni palestinesi a uno Stato e alla sovranità, ponga fine all’occupazione e risolva tutte le altre questioni […] sia l’unico modo possibile e realistico per porre fine al conflitto e raggiungere una pace giusta e duratura”, la dichiarazione congiunta letta da Karel van Oosterom, rappresentante permanente dell’Olanda all’Onu.

Una dichiarazione che evidentemente auspica che il piano di pace Usa, segua la linea tracciata in precedenza. Secondo Haley se le parti – e gli altri paesi – si concentreranno solo sulle parti del piano che non gli piacciono, rimarremo “nel fallimento dello status quo degli ultimi cinquant’anni, senza prospettive di cambiamento”. “Vi assicuro che c’è molto che a entrambe le parti piacerà”, ha garantito la diplomatica Usa, aggiungendo che “È tempo di affrontare una dura verità: entrambe le parti trarrebbero grandi benefici da un accordo di pace, ma i palestinesi ne trarrebbero di maggiori, mentre gli israeliani rischierebbero di più”. Per Haley, sono i palestinesi ad avere più da perdere da un mancato accordo di pace. “Nel corso della sua esistenza, e ancora oggi, Israele è circondata da minacce alla sua sicurezza. Sarebbe sciocco fare un accordo che la indebolisca. Eppure, anche di fronte a minacce costanti, Israele è diventata una delle nazioni leader nel mondo. Vuole un accordo di pace, ma non ne ha bisogno”, ha detto l’ambasciatore Usa, aggiungendo che anche i palestinesi “non hanno bisogno di accettare un accordo di pace ad ogni costo. I terroristi governano gran parte del territorio, minando la sicurezza di tutti i civili. Il popolo palestinese sta soffrendo terribilmente, mentre la sua leadership si aggrappa a richieste vecchie di cinquant’anni, che sono diventate sempre meno realistiche. Ciò che attende il popolo palestinese con un accordo di pace sono le prospettive di un massiccio miglioramento della qualità della loro vita e di un controllo di gran lunga maggiore sul loro futuro politico”. La richiesta della diplomatica è – a differenza dunque della dichiarazione degli otto rappresentati europei -quella di una rottura con il passato: “amici delle Nazioni Unite – in particolare amici arabi ed europei – giocherete un ruolo importante. Dovrete affrontare la stessa scelta. La scelta tra un futuro promettente che cancella le richieste stanche, vecchie e irrealistiche del passato, o un futuro più oscuro che si attacca alle condizioni del passato dimostratesi un fallimento”.

Daniel Reichel