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21 Dicembre 2018 - 13 Tevet 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Alberto Sermoneta, rabbino
"E Giacobbe visse diciassette anni nella terra d'Egitto..." Con questa parashà si conclude il primo libro della Torah: Bereshit. Nella parashà di va jeshev, letta alcuni sabati fa, ci viene narrata la storia e le vicende di Giuseppe, il quale a diciassette anni, a causa dell'invidia dei suoi fratelli, fu venduto in Egitto.
Proprio nel commentare quella parashà, Rashì dice che la figura di Giuseppe rispecchia quella di suo padre poiché tutto ciò che accadde a Giacobbe sarebbe accaduto a Giuseppe.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Sulla rassegna stampa di oggi appare come notiziola nascosta. Ma dovrebbe essere valorizzata. Parlo della squalifica e della multa imposta a tutta la squadra Under 15 della Juventus per aver intonato cori razzisti negli spogliatoi dopo una partita con il Napoli. Se i tribunali sportivi e non si muovessero con la stessa tempestività ovunque, di certo la lotta al razzismo sarebbe più efficace.
 
Ritiro Siria, la scelta Usa
mette in crisi gli alleati
L’annuncio del Presidente Usa Donald Trump di voler lasciare la Siria sta generando diverse difficoltà agli alleati americani nell’area mediorientale. Una scelta non concordata con il capo del Pentagono, il generale James Mattis, che per protesta si è dimesso. “Poiché lei ha il diritto di avere un Segretario alla Difesa le cui visioni siano meglio allineate con le vostre su queste e altre materie, credo che per me sia giusto lasciare l’incarico”, la lettera di dimissioni di Mattis a Trump, riportata dal Corriere. Secondo La Stampa, la mossa del presidente Usa vista dagli alleati fa crollare “l’intera linea per il Medio Oriente concordata con Washington, senza la proposta di un piano B per combattere l’Isis, contenere l’Iran, e impedire alla Russia di prendersi il Paese. Il timore ora è che Trump faccia lo stesso in Afghanistan, aprendo la porta anche alla resurrezione dei talebani e di Al Qaeda”. Tra i paesi più preoccupati, Israele che considera la presenza dell’Iran in Siria come una minaccia esistenziale. “Gli Usa rispondono che terranno a bada gli ayatollah con altri mezzi, ad esempio le sanzioni, – spiega La Stampa – ma non è facile capire come potranno spiegare allo Stato ebraico la logica del ritiro, che lascia un vuoto militare dove presumibilmente si piazzeranno Hezbollah e la Guardia rivoluzionaria”. Il Foglio definisce la scelta di Trump come un regalo all’Iran: “il ritiro americano dalla Siria è un regalo agli ayatollah che nella loro politica espansionistica ambiscono a un vassallaggio completo della terra siriana, mentre (ri)trasformano il sud del Libano in una piattaforma di lancio di missili contro Israele ed estendono la loro influenza sul governo iracheno”.

Libano, minacce dal sottosuolo. Accompagnati dai soldati dell’Unifil, diversi giornalisti internazionali hanno raccontato in questi giorni (e ripreso) i tunnel scavati da Hezbollah per infiltrarsi in territorio israeliano. “Potrebbero essere stati scavati molti anni fa. Ciò potrebbe significare che oggi sono in disuso e l’allarme sarebbe limitato, se non nullo. Ma potrebbero anche essere armi dormienti, pronte all’uso quando necessarie, gallerie d’attacco potenziali Vanno scoperte, valutate per capire se davvero attraversano la Blue Line (la linea di divisione tra i due Paesi, ndr) verso Israele e chiuse. Ci attendiamo risposte convincenti dalle autorità militari libanesi”, le dichiarazioni raccolte dal Corriere di Stefano Del Col, il generale italiano che comanda i circa 10.500 effettivi del contingente delle Nazioni Unite (Unifil) nel Libano del sud. Per Israele, i tunnel sarebbero la prova che Hezbollah starebbe preparando un’altra offensiva. “Non è però d’accordo il 62enne Hassan Dabuk, dal 2010 sindaco di Tiro e massimo rappresentante politico sciita locale”, scrive il Corriere dal suo reportage sul confine libanese: “Non vedo alcun segnale di guerra imminente. Qui siamo tutti concentrati sulla ricostruzione. Hezbollah sa bene che verrebbe messo all’indice dalla sua gente se causasse un’altra ondata di distruzioni”. Intanto Israele continua al di là del confine nella sua operazione per mettere in sicurezza l’area e distruggere i tunnel del movimento terroristico libanese (Repubblica).
 
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  davar
il vertice a beersheva 
Un Mediterraneo più unito
grazie al gas israeliano

Passo dopo passo prende corpo il progetto per la realizzazione del gasdotto East-Med. In un vertice a Beersheva il premier d'Israele Benjamin Netanyahu, il primo ministro greco Alexis Tsipras e il presidente di Cipro Nicos Anastasiades hanno infatti raggiunto un'intesa per portare il gas israeliano e cipriota in Europa. Come parte dell'intesa, i tre paesi istituiranno un segretariato permanente nella capitale cipriota Nicosia, il cui lavoro sarà quello di coordinare lo schema di cooperazione trilaterale. Netanyahu ha detto che le tre nazioni hanno riaffermato il loro impegno per il gasdotto e discusso "aspetti importanti" del progetto. Come noto, anche l'Italia è partner importante dell'intera iniziativa. Anastasiades ha ricordato che sarà decisivo il via libera della Commissione Europea per andare avanti: la realizzazione del gasdotto presenta diverse sfide tecniche, data la profondità marina a cui verrà installata l’opera (per una buona parte offshore). L’Unione Europea, proprio su questo, aveva investito 100 milioni di dollari in uno studio di fattibilità. Studio che ha accertato la difficoltà ma anche la possibilità di costruire il gasdotto. “Firmeremo ufficialmente questo accordo in pochi mesi", ha detto Netanyahu durante quello che è stato il quinto vertice annuale tra i tre paesi.
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pagine ebraiche - dossier kabbalah
La scintilla della mistica
Ci è arrivata un po' per caso, nel quadro di alcuni approfondimenti sulla storia dell'arte ebraica che - ai tempi dell'università a Gerusalemme - la portarono a contatto con suggestioni e codici nuovi. Da allora non ha potuto più allontanarsene. Per se stessa, come soddisfazione di un bisogno interiore urgente. E per il pubblico sempre più vasto di lettori che attingono dai suoi scritti per entrare in contatto con le vibrazioni dell'anima ebraica più profonda e autentica. La radice di ogni cosa. Una radice declinata molto spesso al femminile.
Da La saggezza velata a Scintille dell'anima. Da Onda sigillata a Le lettere del cielo. Yarona Pinhas, nata ad Asmara in Eritrea ma israeliana d'adozione, è tra le studiose di Kabbalah più prolifiche in circolazione. I suoi saggi, pubblicati dalla casa editrice La Giuntina, circolano prevalentemente in Italia. Il paese che l'ha accolta per diversi periodi di studio e insegnamento. Il paese che molto spesso ancora oggi la ospita per incontri, conferenze, festival.
Yarona sale sul palco e inizia a parlare, con una capacità quasi ipnotica di attirare attenzione sui sentieri che traccia nei suoi interventi. Dal Festival della Scienza di Genova a Jewish and the City a Milano: numerosi gli appuntamenti in cui è stata protagonista in quest'ultimo scorcio di 2018.
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il trapianto record di reni in israele
La catena dell'altruismo
“In Israele c'è un gruppo interconnesso di persone che, solo fino a poco tempo fa, erano completamente estranee, ma che ora sono collegate 'organicamente' dopo un'operazione senza precedenti, in cui quattro donatori hanno condiviso uno dei loro reni con quattro riceventi che ne avevano disperatamente bisogno, salvando loro la vita”. A raccontare il complicato trapianto incrociato (un record) eseguito dai medici del Beilinson Hospital di Petah Tikva il quotidiano Yedioth Ahronoth: quattro reni sono stati trapiantati simultaneamente a quattro diversi pazienti nell'arco di 48 ore. “La catena di trapianti è stata facilitata da Matnat Chaim, una no profit israeliana  che si dedica a incoraggiare volontari sani a donare reni a pazienti che necessitano di un trapianto. - racconta il quotidiano - L'organizzazione, che ad oggi ha già facilitato 626 trapianti, è stata fondata nel 2007 dal rabbino Yeshayahu Heber dopo che si era trovato lui stesso ad aver bisogno di un rene, a dover trovare un donatore e poi ad aiutare altri che si trovavano nella stessa situazione”.  La catena di donatori è iniziata grazie a Benjamin – che ha compiuto il gesto per semplice altruismo - che ha donato a un uomo di nome Lee un suo rene. Yardena, compagna di Lee, a sua volta l'ha donato a Leah, il cui figlio, Yonatan, lo ha donato a Suheib. La madre di Suheib, Maison, ha poi dato a Gil, che doveva essere la destinataria originale del rene di Benjamin. Il gesto altruistico di quest'ultimo è stato dunque fondamentale.
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pilpul
Attenti al PTOF
Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (triennale si fa per dire, dato che sono previsti aggiornamenti annuali), che ogni scuola è tenuta a compilare, è un’incombenza che turba il sonno di molti insegnanti e dirigenti scolastici. Difficile dire quanto sia effettivamente utile; personalmente non conosco nessun genitore che abbia scelto la scuola per i propri figli in base al PTOF, ma certo non conosco tutti i genitori d’Italia.
Come nasce un PTOF? Prima di tutto, il principio generale per cui il tempo che in una riunione viene dedicato a ciascun argomento è inversamente proporzionale all’importanza dell’argomento stesso si combina con un altro principio generale secondo il quale un argomento che appare importante a noi sicuramente sembrerà trascurabile a qualcun altro e viceversa. 


Anna Segre, insegnante
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Gli effetti delle nostre azioni
Nel midrash Vayiqra Rabbah è raccontato “di alcune persone che si trovano a bordo di una nave. Una di esse prese un trapano e cominciò a fare un buco sotto di sé. Gli altri passeggeri gli dissero: ‘Cosa stai facendo?’ ‘Che ve ne importa? Non sto forse facendo il buco – egli rispose – sotto il mio sedile?’ E loro: ‘Ma l’acqua entrerà e ci annegherà tutti!’” (IV, 6).
Troppo spesso dimentichiamo quanto le azioni di una singola persona attuate per i propri scopi, potrebbero finire per ricadere non solo su di noi, ma anche sul nostro vicino o sul resto dell’intera umanità.


Francesco Moises Bassano
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Gli ebrei e il mondo arabo
Sono già comparse su Moked due brevi note, entrambe di Marco Di Porto, sui recenti volumi di Georges Bensoussan Gli ebrei del mondo arabo. L’argomento proibito (20/11/2018) e di Vittorio Robiati Bendaud La stella e la mezzaluna. Breve storia degli ebrei nei domini dell’Islam (13/11/2018), e tuttavia appare opportuno tornare sui due lavori, per una riflessione che parta dalla domanda sulle ragioni della quasi contemporanea pubblicazione dei due lavori, a quasi trenta anni di distanza dalla pubblicazione in italiano dello studio di Bernard Lewis (Gli ebrei nel mondo islamico, Sansoni, Firenze, 1991; ma è da tener conto anche la stimolante “Introduzione” di Fiamma Nirenstein alla seconda edizione del 2003), e soprattutto dell’attenzione con la quale i due lavori sono stati accolti, in particolare quello dello storico francese.

Valentino Baldacci
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Per Aldo Fuà
Nel 1880 Luigi Luzzatti, ebreo, ebbe l’intuizione di istituire l’Inail. Nel 1932 Guido Zevi, ingegnere ebreo, ebbe l’incarico di ricostruire il palazzo dopo una demolizione. Nel 1938 Aldo Fuà, dirigente ebreo dell’Inail, viene cacciato dal suo posto di lavoro a seguito delle leggi razziste fasciste. Nel 2018 una targa lo ricorda. Glielo dovevo, a mio nonno. Sembra ieri, non riesco a perdonare, non riesco a dimenticare, non riesco a capire. Potrebbe succedere di nuovo?

Dario Coen
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