Jonathan Sacks, rabbino
| Siamo grandi quanto le sfide che abbiamo il coraggio di affrontare.
| |
David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Dal
peregrinare fuori dall’Egitto che si annuncia da qui a due settimane,
emergono due condizioni: si va nella terra di nessuno, perché ancora
non si è nulla; si aspira a arrivare in un luogo perché così si sa di
essere qualcuno.
In questa dimensione dove non si sa se a prevalere sia la misura del
tempo (quante generazioni si devono consumare per diventare qualcuno?)
o quella dello spazio (quante strade bisogna percorrere e quante prove
occorre passare per sapere di essere qualcuno?), alla fine la vera
dimensione con cui bisogna prendere confidenza è che nella storia “si
diventa” (ovvero: “si cambia”), solo a patto di affrontare uno scontro
(anche fisico) con una parte di sé.
Alla méta non si arriva mai tutti. Una volta conseguito il fine, il
giro riprende, e la partita di nuovo ricomincia. L’identità è sempre un
dato provvisorio.
| |
 |
Piazze antisovraniste
|
Manifestazioni
di piazza a Budapest e Belgrado contro la crescente erosione dei
diritti fondamentali. Scrive La Stampa: “Due capitali dominate da
leader populisti, secondo opposizioni e critici con aperte tendenze
autocratiche, che scendono in piazza quasi simultaneamente con
speculari massicce proteste”. Per il quotidiano torinese, parte da
queste due capitali “la sfida ai sovranisti”.
Attacco a colpi d’arma da fuoco contro un bus che transitava nei pressi
di Beit El in Cisgiordania. Quattro i colpi sparati ieri sera contro il
mezzo, con l’autista rimasto ferito dalle schegge del vetro infranto.
La compagnia israeliana Egged ha annunciato uno sciopero per la
giornata odierna, esprimendo preoccupazione per i numerosi attacchi
subiti.
Il Corriere segnala l’appuntamento con il concerto “Libero è il mio
canto. Musiche di donne deportate” in programma mercoledì 16 gennaio
all’Auditorium Parco della Musica a Roma. Grazie al lavoro di ricerca
di Francesco Lotoro, viene spiegato, “saranno eseguiti diciotto brani
creati da compositrici, spesso nati durante la prigionia, con testi fra
i più disparati”. L’iniziativa, che ha il patrocinio della Presidenza
del Consiglio dei Ministri, è promossa dall’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia, l’Università Ebraica di Gerusalemme e Rai Cultura.
| |
Leggi
|
 |
|
|
pagine ebraiche gennaio 2019 Liliana, l'archivio delle ferite
Nell’appartamento
di corso Magenta 55 la piccola Liliana si divertiva a correre con il
suo triciclo percorrendo i lunghi corridoi tra le stanze. Il padre
Alberto, subito dopo esser rimasto vedovo, aveva preso assieme ai
genitori Giuseppe e Olga i due appartamenti a poca distanza dal
Castello Sforzesco, unendoli in un’unica grande casa, di cui Liliana
era la principessa. “Ho vissuto lì da quando avevo un anno e mezzo fino
ai dodici, quando ci sfollarono. In quella casa io ero La bambina. Ero
molto vivace. Correvo con il monopattino o la biciclettina attraverso
il lungo corridoio. E ricordo che facevo molta attenzione a ciò che
stava attorno a me: ho fotografato nella mente la disposizione dei
mobili di quell’appartamento. Potrei disegnarli, anche a distanza di
così tanti anni. Non mi servono elenchi o carte”.
Quasi
ottant’anni dopo, grazie al prezioso lavoro dell’Archivio storico del
Gruppo Intesa San Paolo, elenchi e carte riguardanti i beni della
famiglia Segre sono tornati alla luce: ci sono le pratiche con i nomi
dei nonni di Liliana, Giuseppe Segre e Olga Löwy e dello zio Amedeo
Segre, vi è il decreto di confisca e il verbale di presa in consegna
dell’immobile di corso Magenta con l’elenco dettagliato delle cose al
suo interno e il loro valore. “Quando si perdono le persone, quelle che
si amano, le cose, anche le più care, passano in seconda fila. So che
ci sono i documenti che raccontano dei sequestri e che confermano la
rapina di Stato, ma non ho voluto vederli” dice oggi Segre,
accogliendoci in casa sua per un’intervista. Barbara Costa,
responsabile dell’Archivio storico del Gruppo Intesa San Paolo, assieme
all’archivista Carla Cioglia, spiega di voler restituire un volto, un
nome, una storia, alle persone che subirono i sequestri disposti dal
regime fascista dopo l’approvazione delle leggi antiebraiche del 1938.
Daniel Reichel, Pagine Ebraiche gennaio 2019 Leggi
|
israele - cinque i giovani in stato di fermo Palestinese uccisa, lo Shin Bet:
'Sospetto su studenti di Yeshiva' Alcuni
giovani arrestati negli scorsi giorni, tutti studenti di una scuola
rabbinica israeliana, sono sospettati di essere i responsabili
dell’omicidio di una donna palestinese, Aysha Ravi, uccisa lo scorso 12
ottobre dal lancio di alcune pietre mentre era in macchina insieme al
marito nei pressi della Tapuah Junction, uno degli snodi di traffico
più significativi della Cisgiordania.
Lo Shin Bet, il servizio di sicurezza, ha reso noto che tre di questi
giovani sono stati arrestati una settimana fa, mentre altri due sono
stati fermati negli ultimi giorni. E che tutti e cinque sarebbero
sospettati di essere gli artefici di altri episodi di violenza.
In una nota si riferisce che i cinque sono studenti della Pri Haaretz
Yeshiva nella località di Riheilim, non lontano da dove è avvenuto
l’agguato mortale. E si rende noto che il giorno successivo, durante lo
Shabbat, i cinque avrebbero guidato verso una destinazione comune per
incontrarsi e mettere a fondo una strategia per rispondere in modo
concertato ad eventuali interrogatori.
“Dal giorno degli arresti – si legge nella nota – lo Shin Bet ha
riscontrato un continuo e intenso sforzo da parte di alcuni di
delegittimare l’organizzazione, i suoi agenti, le sue attività. Questo
tentativo deve essere condannato e nulla deve essere fatto per
indebolire lo Shin Bet nella sua lotta al terrore, sia esso ebraico o
palestinese. Nel nome dei valori dello Stato e della sicurezza
nazionale”.
Leggi
|
dopo un nuovo attacco palestinese Israele, gli autisti in sciopero
"Nostra sicurezza minacciata"
Ventiquattro
ore di sciopero, dopo l’ennesimo attacco subito (per fortuna senza
vittime). La compagnia israeliana Egged ha scelto questa forma di
protesta per la giornata odierna, dopo che ieri sera un suo mezzo è
stato oggetto di quello che appare con ogni probabilità come un nuovo
attacco terroristico palestinese nei pressi dell’insediamento di Beit
El in Cisgiordania. Un attacco condotto con colpi d’arma da fuoco, che
hanno colpito la vetrata del bus. Il conducente del mezzo, raggiunto da
alcune schegge, è l’unico ferito. Report medici segnalano che non è in
condizioni gravi, ma le conseguenze avrebbero potuto essere assai più
sanguinose. Leggi
|
fu protagonista nella resistenza Enzo Cavaglion (1919-2019)
Eroe
della Resistenza, eroe personale di tanti ebrei perseguitati in fuga
dal nazifascismo, memoria storica e custode delle vicende plurisecolari
e appassionanti della Cuneo ebraica cui fino all’ultimo ha dedicato le
sue migliori energie. Ci lascia, a 99 anni e a pochi mesi dal suo
centesimo compleanno, il partigiano Enzo Cavaglion.
Nato a Cuneo il 21 giugno del 1919, figlio di Giuseppe ed Eva De
Benedetti, appassionato e grande conoscitore del mondo alpino, sin
dalla gioventù frequentò i circoli antifascisti e fu attivamente
impegnato nella lotta al regime fascista. Dal settembre del ’43, mentre
l’Italia si appresta a entrare nei suoi mesi più drammatici, aiuta gli
ebrei evacuati dalle loro precedenti sedi di internamento della Francia
meridionale portando aiuti materiali e favorendone la sistemazione
provvisoria. Mettendo più volte in pericolo la propria vita, fornì
rifugio, abiti e documenti falsi oltre alle informazioni più
dettagliate sui rastrellamenti nazifascisti in corso così da
scongiurarne la cattura.
Questa la motivazione che nel gennaio dello scorso ha portato
l’organizzazione ebraica B’nai Berith a conferirgli la “Jewish Rescuers
Citation”. Il riconoscimento attribuito a quei cittadini ebrei che, al
tempo delle persecuzioni, aiutarono dei correligionari braccati. Leggi
|
sorgente di vita Il segno di Amos Oz
Si
apre con un ricordo di Amos Oz, il grande scrittore israeliano
scomparso il 28 dicembre scorso a 79 anni, la puntata di Sorgente di
Vita in onda oggi.
Autore di tanti romanzi, pietre miliari della storia della letteratura
israeliana, a partire da “Una storia d’amore e di tenebra”, ispirato ai
primi anni della sua vita e di quella dello Stato di Israele, Oz è
stato scrittore prolifico, anche di narrativa per ragazzi, saggista,
commentatore politico, docente universitario. Ripercorriamo i suoi
pensieri e i suoi ricordi attraverso interviste realizzate a più
riprese, negli anni, da Sorgente di Vita. Leggi
|
Il mio mago di Oz |
La
morte di Amos Oz ha investito il nostro paese quanto Israele (forse
addirittura un po’ di più?). Sta di fatto che un piccolo diluvio di
coccodrilli, a volte dei panegirici, spesso degli encomi, hanno
comunque testimoniato dell’affetto che i nostri connazionali, quelli
che leggono (invero mai troppi), nutrono nei confronti del grande
letterato come, non di meno, della sua rilevante figura pubblica. Un
affetto ricambiato dallo scrittore che era uso da parecchio tempo
frequentare la Penisola. Riscontrato questa reciprocità di amorevoli
sensi (sia detto senza alcuna irriverenza), forse varrebbe la pena
mettere a fuoco la figura del biografato, senza la pretesa di dire
parole definitive ma cercando di rimanere con i piedi per terra. Poiché
ad Oz di certo la “terra”, a partire da quella d’Israele, gli è sempre
piaciuta. Così come, nell’officina della sua scrittura, realisticamente
immaginifica, ha sempre cercato di restituirci la vivida complessità
del suo Paese. In Italia, d’altro canto, se sei riconosciuto come
israeliano, non puoi che essere da subito giudicato peccatore oppure
santo. Vie di mezzo non ce ne sono.
Claudio Vercelli
Leggi
|
|
Immagini - La Razzia
|
La Razzia. Roma, 16 Ottobre 1943.
Il film documentario rievoca la tragica giornata di settantacinque anni
fa in cui gli ebrei di Roma vennero rastrellati e deportati nei campi
di sterminio
Ruggero Gabbai
Leggi
|
|
|