Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       26 Agosto 2019 - 25 Av 5779
IN MEDIO ORIENTE LA TENSIONE RESTA MOLTO ALTA 

Da Gaza all'Iran, Israele pronto a intervenire

“Per quanto siamo resilienti e apparentemente abituati, il pensiero di un missile che cade tra la folla ci ha mostrato ancora una volta la nostra triste realtà”. È il racconto alla radio dell’esercito israeliano di Dvir Sassi, diciannovenne di Sderot, tra i quattromila che la scorsa notte avevano deciso di passare la serata a un festival musicale all’aperto. Un momento di festa e normalità per chiudere l’estate brutalmente interrotto dai missili sparati dai terroristi palestinesi di Gaza. Il sistema Iron Dome ha intercettato due dei tre razzi sparati (il terzo è caduto in una zona disabitata vicino al confine con la Striscia) ma per le quattromila persone presenti al festival sono stati minuti di paura. “Sembrava un film dell’orrore. Abbiamo sentito madri che urlavano non trovando i loro figli” ha raccontato all’emittente Kan Daniel Greenberg, anche lei di Sderot. “Questo film dell’orrore è la nostra vita qui da 20 anni a questa parte” ha proseguito Greenberg, sottolineando d’altra parte la capacità degli organizzatori e delle autorità locali di gestire una situazione difficile come quella di un festival interrotto da razzi.
 
LA SERIE A E I PROBLEMI IRRISOLTI

Calcio e razzismo, nuovi segnali d'allarme

Nuova stagione, vecchi problemi irrisolti.
La Serie A che ha preso il via questo fine settimana, la più ricca di stelle degli ultimi anni, ripresenta infatti un tema antico, avvilente e molto spesso eluso da chi avrebbe non solo la facoltà, ma anche il dovere di intervenire.
I cori razzisti contro Napoli e i tifosi del Napoli, cantati da una parte significativa della curva della Fiorentina, hanno macchiato quello che, sugli spalti e in campo, è stato per lunghi minuti uno spot di assoluta bellezza calcistica. L’esordio show del nuovo patron Rocco Commisso salutato dall’ovazione dei trentamila del Franchi, una partita meravigliosa che ha tenuto col fiato sospeso gli spettatori dal primo pallone calciato dal centravanti viola Vlahovic all’indirizzo dei suoi compagni di squadra al triplice fischio finale.
“Non voglio pensare al rischio di nuovi cori di discriminazione: ma spero che la situazione in Italia sia migliorata rispetto agli anni passati” si augurava, appena pochi giorni fa, Mario Balotelli. Il centravanti azzurro, tornato nella sua Brescia in cerca di riscatto, è stato per anni il simbolo di questa deriva mai realmente arginata. Lui, come i vari Koulibaly, Muntari e Zoro, vittima tra le più ambite del disprezzo e dell’ignoranza di singoli individui e gruppi organizzati che, diversamente da quanto alcuni sostengono, non sono così irrilevanti da un punto di vista numerico. Una piaga che, sia che si inneggi al Vesuvio affinché “lavi col fuoco” una città, o che si proferiscano “buu” nei confronti di giocatori di colore, o ancora che si espongano simboli neonazisti e neofascisti in curva, appare urgente debellare.
LA SCUOLA AGRARIA DI MONZA RENDE OMAGGIO ALLA GRANDE EDUCATRICE  

"Aurelia Josz, un simbolo di emancipazione"

Sotto la pettinatura austera, aveva uno sguardo che esprimeva passione e determinazione. Sono queste le qualità che in effetti hanno caratterizzato la storia di Aurelia Josz, che è stata fondatrice a Milano della prima scuola femminile di agricoltura, un’idea del tutto pionieristica nel lontano 1902. Oggi esiste ancora, ed è diventata la Scuola Agraria del Parco di Monza, ma oltre che per la nascita di un’istituzione di riferimento su scala nazionale, Aurelia è stata una figura determinante sia nel campo dell’educazione femminile, sia in quello della didattica e della pedagogia. Una storia che in questi mesi torna ad essere ricordata e valorizzata, attraverso varie iniziative che hanno vista attiva la Comunità ebraica milanese. 
 



Rassegna stampa

La minaccia iraniana
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Le responsabilità dei repubblichini 
Il Presidente della Repubblica Mattarella e il Presidente della Repubblica Federale Tedesca Frank-Walter Steinmeier hanno commemorato insieme a Fivizzano il 75° anniversario dell’eccidio di Vinca, dove tra il 24 e il 27 agosto 1944 nazisti e fascisti massacrarono 174 civili. Meno noto dell’eccidio di Marzabotto e di quello di Sant’Anna di Stazzema, l’eccidio di Vinca fu compiuto dalle SS del maggiore Reder, affiancate dai militi repubblichini della brigata nera “Mai morti”. Una strage, insomma, come molte altre, compiuta congiuntamente da SS e militi di Salò. Sarebbe bene che in questo revival di nostalgie fasciste ci si ricordasse del fatto che i militi di Salò, oltre a dare attivamente la caccia agli ebrei, parteciparono spesso agli eccidi dei civili compiuti dai nazisti.

Anna Foa
Oltremare - Concerto a Sderot
L’estate sta finendo, ma il terrorismo non se ne va, e non se ne è mai andato anche se sui gornali occidentali quello che scrivo qui sotto difficilmente verrà raccontato: la salute fisica e mentale dei 20 mila abitanti di una cittadina del sud di Israele non fa granché notizia. Resta il fatto che ieri sera Hamas (o qualcun altro a Gaza, poco importa chi a questo punto) si è messo a sparare missili mirando consapevolmente contro migliaia di persone sedute in pace ad un concerto di fine estate a Sderot, in una zona di Israele mai contesa dal 1948, gettando nel panico famiglie con bambini e anziani.
Daniela Fubini
Una diversa Arabia Saudita
Siamo abituati a pensare all’Arabia Saudita come a un Paese arretrato, con un regime dispotico che opprime le donne, elimina gli oppositori, governa con la Sharia.
Ma c’è anche un’Arabia Saudita diversa, di cui raramente si parla.
Cominciò nel 2005 il Re Abdullah, lanciando un ambizioso programma di Economic Cities per attrarre investitori stranieri. Pensate come hubs di tecnologie all’avanguardia, dovrebbero ospitare entro il 2020 quattro milioni e mezzo di abitanti e creare più di un milione di posti di lavoro, diversificando l’economia basata sul petrolio e rendendo l’Arabia Saudita un Paese attraente per gli investitori stranieri e per i turisti. Ma soprattutto formando una borghesia saudita internazionale, colta e libera dal pesante controllo dell’autorità religiosa
Viviana Kasam
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