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LA GIORNATA PROMOSSA DALL'UCEI

Rosh Chodesh nel segno della condivisione

La giornata di Rosh Chodesh, Capo Mese, come occasione di vita ebraica condivisa tra tutte le Comunità in Italia, grandi e piccole, attraverso l’apertura delle sinagoghe per la preghiera, la lettura della Torà e, nel caso di Rosh Chodesh Elul, che dà inizio all’ultimo mese nel calendario ebraico e ha quindi un ulteriore significato, il suono dello Shofar. Un impegno che l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane intende riproporre per la celebrazione imminente, dopo il successo riscontrato in passato con una iniziativa analoga. 

Secondo la tradizione riportata dai Maestri, proprio nel giorno di Rosh Chodesh Elul, Mosè, chiamato dal Signore, salì nuovamente sul Monte Sinai, vi si trattenne in preghiera per quaranta giorni per conseguire il perdono per Israele, ne discese quindi con le seconde Tavole del Patto, in sostituzione di quelle da lui infrante alla vista dell’idolatria del vitello d’oro. Il giorno in cui Mosè tornò con le seconde Tavole del Patto era il dieci del mese di Tishrì, corrispondente al giorno di Kippur. Per questo i Maestri sottolineano la particolare prerogativa di questi quaranta giorni, dal primo di Elul fino a Yom Kippur, nel predisporci al perdono da parte del Signore e nel favorire quel percorso complesso e impegnativo di profondo rinnovamento personale e di riavvicinamento a D.O che viene chiamato Teshuvà.
Il midrash riporta anche che la salita di Mosè sul monte Sinai all’inizio del mese di Elul fu accompagnata dal suono dello shofar nell’accampamento d’Israele, come a sollecitare il popolo a non attendere passivamente l’esito della missione di Mosè, facendosi invece partecipe, con la preghiera e il pentimento, di quell’impegno ad abbandonare le colpe trascorse senza il quale non poteva giungere il perdono divino.

Rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova e assessore al Culto UCEI

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COSA DICONO GLI ULTIMI SONDAGGI 

Israele verso le elezioni, con il rischio di un nuovo stallo

Mentre in Italia un accordo di governo tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle appare la via d'uscita più probabile alla crisi, in Israele le elezioni sono ormai imminenti. 
A tre settimane dal voto il grande interrogativo aperto gravita attorno a chi riuscirà veramente a rompere gli equilibri e formare una coalizione di governo. Il rischio verosimile è che dalle urne, il 17 settembre, non esca nessun vincitore come è accaduto ad aprile: gli ultimi sondaggi danno infatti i due principali contendenti, il Likud del Premier Benjamin Netanyahu e Kachol Lavan del generale Benny Gantz in sostanziale equilibrio. 32 seggi il primo, 31 il secondo, e risulta difficile capire quali alleanze potrebbero portare uno dei due a formare la maggioranza.
La Lista unita, composta dai quattro partiti a maggioranza araba, mantiene la sua posizione di terza forza alla Knesset – nei sondaggi dell’emittente Kan – con 11 seggi. Dietro: Yamina, un’ampia unione di destra guidata dall’ex ministro della giustizia Ayelet Shaked (10 seggi) – e Yisrael Beitenu di Avigdor Lieberman (9). A pari merito i due partiti haredi Yahadut HaTorah e Shas con 7 seggi ciascuno. Sette anche il numero di seggi dell’unione tra i laburisti e la piattaforma Gesher: un passo avanti rispetto alle proiezioni precedenti e qualcosa in più rispetto ai disastrosi sondaggi di alcuni mesi fa che davano lo storico partito della sinistra israeliana addirittura con un piede fuori dalla Knesset. Rimanendo a sinistra, l’Unione Democratica, guidata da Nitzan Horowitz di Meretz, l’ex laburista Stav Shaffir e l’ex primo ministro Ehud Barak, ha perso lo slancio iniziale e si attesta attorno ai 6 seggi. Il partito kahanista Otzma Yehudit così come Zehut sono dati sotto la soglia elettorale del 3,25%, un danno per il Premier Netanyahu che ha lavorato in questi per unire la destra, anche quella più oltranzista. 

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IL PROGETTO SUI MEDIA ITALIANI E STRANIERI

"Adotta un libro", attenzione internazionale 

Alcuni furono sequestrati alla comunità ebraica dai nazisti e recuperati fortunosamente a Francoforte nel dopoguerra. Altri furono salvati dall’alluvione di Firenze del 1966. Sono molteplici e affascinanti le storie dei circa 8000 volumi conservati al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che rappresentano un patrimonio per l’ebraismo italiano e per l’intera cultura nazionale. Un patrimonio che chiede oggi di essere salvato a causa dei danni provocati dal tempo. Per questo l’UCEI ha recentemente lanciato la campagna di crowdfunding “Adotta un libro” (per partecipare, clicca qui): con una raccolta fondi online ciascuno avrà la possibilità di dare il proprio contributo per la salvaguardia di questa preziosa collezione libraria. Una iniziativa che ha raccolto l’attenzione dei media italiani e internazionali: presentata dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni sul popolare programma culturale di Radio 3 Fahrenheit, la campagna è stata rilanciata in inglese, tra gli altri, dal Jerusalem Post e dall’agenzia di stampa ebraica americana Jta.

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I FUNERALI DELLA RICERCATRICE E VICEPRESIDENTE ANED ROMA 

Grazia Di Veroli (1961-2019) 
L'ultimo saluto al Portico d'Ottavia

"Voce preziosa della Comunità ebraica romana, una vita interamente dedicata alla Memoria e alla didattica della Shoah". Anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ha voluto unirsi al cordoglio di quanti piangono in queste ore Grazia Di Veroli, la studiosa e ricercatrice, da due anni vicepresidente dell'Aned Roma, scomparsa nelle scorse ore. 
Nel giorno dei funerali, svoltisi al cimitero di Prima Porta, un ultimo commosso saluto ha avuto luogo questa mattina al Portico d'Ottavia, con il feretro che è transitato davanti alla sinagoga e ha poi preso la strada del luogo di sepoltura. In testa al corteo, accanto ai vertici della Comunità e a tanti amici, anche la sindaca Virginia Raggi. 
Pubblichiamo una testimonianza di David Meghnagi, suo professore al Master Internazionale di II livello in didattica della Shoah dell'Università Roma Tre. 


Grazia Di Veroli ha conseguito il diploma di specializzazione al Master internazionale di II livello in didattica della Shoah di Roma Tre. Ha fatto parte del primo gruppo di iscritti, composto in larga parte da persone che avevano alle spalle un curriculum denso sull’argomento. Ricordo che fra i primi iscritti c’erano persone che avevano già pubblicato libri e articoli scientifici. Un gruppo unico, composto in larga parte da specialisti, che venivano da ogni parte d’Italia a Roma il venerdì per trattenersi sino a domenica pomeriggio. 

David Meghnagi,
d
irettore del Master internazionale di II livello in didattica della Shoah - Roma Tre

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IL REGIME INTENSIFICA LA REPRESSIONE

"Solidarietà ai cristiani perseguitati in Eritrea"

Ancora persecuzioni in atto contro i cittadini cristiani in Eritrea. Diverse decine le strutture assistenziali, le scuole e gli ospedali, realizzati e gestiti da cattolici, requisiti negli ultimi mesi da un governo che non tollera che attività sociali, educative e sanitarie vengano svolte dai sacerdoti cattolici, privando così gran parte della popolazione rurale di servizi essenziali.
Effetti drammatici di un regime tra i più spietati al mondo e che ha destabilizzato un principio di convivenza a lungo vigente tra le diverse comunità religiose presenti in un Paese che, in passato, ha mostrato il suo volto accogliente anche nei confronti di nuclei ebraici che, all’inizio della colonizzazione italiana, costretti a sfuggire ai pogrom in corso ad Aden, furono accolti benevolmente e amichevolmente. Un rapporto rafforzatosi nel tempo anche con l’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane, mediato dalla comunità ebraica asmarina che, oggi quasi del tutto estinta, aveva l’Unione come referente istituzionale.
Ma la convivenza oggi non è più possibile, segnalano con allarme i rappresentanti dei cattolici eritrei fuggiti dal Paese. Come don Mussie Zerai, loro punto di riferimento per l’Europa, che su questo tema ha voluto confrontarsi in queste ore con la presidente UCEI Noemi Di Segni.

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Rassegna stampa

Verso il Conte bis
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Ticketless – Poltrone&sofà, tra politica e storia
Ci si consola scherzandoci su. Come fare altrimenti, di fronte alla catastrofe politica di queste ore? Su Huffingtonpost, Lucia Annunziata ha pubblicato una memorabile cronaca della discussione sorta in Senato a margine delle “comunicazioni” del Premier Conte (“La rivoluzione finisce al mercato del pesce”). Un capolavoro di scrittura umoristica. Fra le osservazioni che mettono a nudo la pochezza dei nostri politici è l’eco delle campagne pubblicitarie che si ritrova nelle loro parole. A Di Maio che chiede il taglio dei parlamentari come un bambino capriccioso chiede un cornetto, risponde Salvini con quel suo ormai esagitato riferimento all’attaccamento alle poltrone, che sembra fare concorrenza allo spot pubblicitario di “poltrone&sofà”.
 
Alberto Cavaglion
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Il silenzio su Hamas 
Meno male che c’è Daniela Fubini, meno male che c’è Pagine Ebraiche. Così siamo almeno informati del gravissimo episodio di due giorni fa, dove da Gaza sono partiti missili in direzione Sderot (e fin qui nulla di nuovo), che sarebbero caduti sulla testa di persone che assistevano ad un concerto di fine estate (e qui qualcosa di nuovo c’è). Sulla stampa italiana la notizia non ha nemmeno avuto il minimo spazio sindacale. Ora, io non so se Hamas, o chi per essa, conti sull’Iron Dome per sventare questi attacchi omicidi e quindi li intenda sempre alla stregua di una minaccia utile ad alimentare la propria propaganda criminale a Gaza, ma è chiaro che siamo di fronte ad un’escalation di gravità inaudita. Pure in guerra ci sono dei limiti e qui sono stati abbondantemente superati. Solo il sangue freddo della popolazione e dei governi israeliani consente che non scoppi un vero e proprio conflitto, letale per chi vive nella Striscia.
Davide Assael
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Periscopio - L'ebraismo e il rispetto degli animali
In un articolo molto interessante, intitolato “I nuovi convertiti ai fornelli di Dio”, apparso nell’inserto culturale de “la Repubblica” dello scorso 17 agosto, Marino Niola affronta il fenomeno della grande crescita, anche al di fuori delle comunità di ebrei e musulmani, di pietanze certificate, dalle autorità religiose delle due confessioni, quali consone ai rispettivi criteri di purità alimentare – per alcuni aspetti, com’è noto, comuni -, così da poter essere giudicate, rispettivamente, “kasher” e “halal”, e quindi commestibili da parte dei fedeli osservanti.
Tale incremento, osserva Niola, riguarda soprattutto la “kasherùt” ebraica, la cui diffusione avrebbe conosciuto, negli ultimi tempi, una curva impressionante. 
Francesco Lucrezi
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Saul, che suonava le percussioni con i cucchiai
La scomparsa dal 1933 al 1953 di generazioni di compositori, direttori d’orchestra, solisti e virtuosi, jazzisti e uomini di spettacolo è un evento talmente epocale da non consentirci di stralciare tale fenomenologia musicale dal contesto storico e geopolitico nel quale esso è maturato; nazionalsocialismo e stalinismo hanno strappato alla posterità una intelligentsia artistico–musicale difficile da specificare e quantificare, l’unica soluzione possibile è il graduale accesso alla loro produzione musicale, l’esecuzione e pubblicazione e delle loro opere con adeguato corredo scientifico e musicologico, lo studio e insegnamento della letteratura musicale concentrazionaria.
Francesco Lotoro
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