

Rassegna stampa
Il giorno di Rousseau
L’ultimo ostacolo per la nascita del Conte Bis. È il giorno di Rousseau, con gli iscritti alla piattaforma privata gestita dal Movimento Cinque Stelle che devono dire sì o no all’alleanza di governo con il Partito Democratico. L’annuncio dato ieri da Luigi Di Maio, secondo il quale non esisterebbe più un “problema vicepremier”, ha messo intanto in discesa la strada per l’accordo. “Non era scontato. Per tutto il giorno, e per quelli a ritroso, Di Maio ha provato a resistere. Asserragliato nella sua ridotta governista – scrive Repubblica – ha tentato in ogni modo di far saltare l’accordo, a dispetto dei santi e di Beppe Grillo”.
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INFORMAZIONE - INTERNATIONAL EDITION
Una Giornata a porte aperte

Un palcoscenico per la cultura ebraica in Europa. Da vent’anni la Giornata della cultura ebraica si celebra in centinaia di località in tutto il continente (34 i paesi partecipanti nel 2019), come si racconta in un articolo ripreso dalla rubrica Italics nell’ultima uscita di Pagine Ebraiche International Edition. I sogni sono il tema di quest’anno. Mentre nella maggior parte delle nazioni gli eventi hanno avuto luogo domenica 1 settembre, in Italia la manifestazione si terrà il 15 settembre; Parma la città capofila.
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Il voto e i manipolatori

La realtà non è mai monotona, è per questo è sempre interessante, mai noiosa. La realtà, per questo, ti mette sempre di fronte a interrogativi, che spesso sono dubbi.
Se, ad esempio, ogni tot anni si vota per contarsi politicamente, e da quel conteggio, a quella precisa data, ne esce un certo rapporto proporzionale fra i partiti, sul quale rapporto, qualsiasi esso sia, si dovranno formare il governo o i governi durante quella legislatura parlamentare, legittimata esattamente da quel voto, è poi ugualmente legittimo, all’interno di quella legislatura, chiedere che ci si riconti per verificare che nel frattempo, in un giorno qualsiasi, il rapporto proporzionale fra i partiti non sia cambiato? E ogni quanto tempo si potrà chiedere che ci si riconti? E quante volte in una legislatura?
Dario Calimani, Università di Venezia
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La quadratura del cerchio
 Alcuni lavori sui giuristi ebrei che abbiamo avuto occasione di sfogliare, e sui quali sarà doveroso ritornare, per la parte che menziona i loro travagliati rapporti con l’ebraismo (segnatamente dopo la legge Falco), riporterebbero alla ribalta l’argomento concordatario.
Sennonché, pur non essendo noi in debito di rivoluzionari vari, non pare che il citato argomento sia mai presente nei loro pensieri.
Costoro sono invariabilmente dei contestatori, quale che sia l’oggetto, temi religiosi compresi, forse incuranti dei segni dei tempi. Ne consegue che il tema concordatario non assurge nemmeno alla dignità del convitato di pietra, perché manca addirittura di una qualsivoglia prospettiva futura.
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Differenze, principi, identità

Il valore delle differenze, delle specificità è come noto sottolineato dall’ebraismo, che attraverso i suoi molteplici indirizzi particolari ha modo di salvaguardare e di coltivare, tramandandola attraverso le generazioni, la propria identità e i propri principi fondamentali. Le particolarità variegate sono tanto centrali nel nostro mondo, che anche all’interno dell’universo ebraico si sono sviluppati usi locali differenti – tutti variamente conformi alla unitaria halakhà, naturalmente – capaci di imporsi e di acquisire, come minhaghim, una loro centrale dignità nella tradizione ebraica. Attraverso la differenziazione, dunque, l’ebraismo ha imparato la consapevolezza di sé, la continuità, la capacità di porsi di fronte all’altro.
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