Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui        3 Settembre 2019 - 3 Elul 5779
DROR EYDAR VERSO L'INCARICO  

Israele, l'ambasciatore designato a Roma
Consegnate le credenziali alla Farnesina

Dror Eydar, ambasciatore designato di Israele, si è insediato in queste ore a Roma.
Il nuovo rappresentante dello Stato ebraico in Italia, che ha 52 anni e dal 2007 è editorialista del quotidiano Israel Hayom, ha presentato la copia delle credenziali all’ambasciatore Inigo Lambertini, capo del cerimoniale diplomatico della Repubblica presso il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Un atto che è propedeutico alla cerimonia ufficiale che si svolgerà prossimamente al Quirinale, dove a ricevere le credenziali dalle mani di Eydar sarà il Presidente Sergio Mattarella.
Eydar è stato nominato dal Premier israeliano Benjamin Netanyahu esattamente un anno fa. “Come ricercatore di storia e letteratura – commentò allora la notizia – il privilegio di rappresentare lo Stato di Israele a Roma, con tutto il bagaglio diplomatico, nazionale e religioso che lega i due popoli e risale a migliaia di anni fa, assume un significato speciale. Come ho fatto come giornalista e in altre posizioni, cercherò di dedicare tutte le mie energie e conoscenze per rappresentare Israele fedelmente e con coraggio”. Nella sua prima giornata romana Eydar si è recato in visita nell’area del Colosseo, sostando anche davanti all’Arco di Tito. “Da Gerusalemme siamo andati a Roma e da Roma siamo tornati a casa a Sion per creare un paese indipendente” il commento dell’ambasciatore designato, che arriva in Italia a pochi giorni dalla conclusione del mandato del suo predecessore Ofer Sachs.
VERSO LA GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA 

Verdi, gli ebrei e quel coro universale

Dalla Liguria all’Emilia-Romagna. Da “Storytelling. Le storie siamo noi”, il tema di un’edizione segnata dalla volontà di ripartenza di Genova dopo la tragedia del Ponte Morandi, a “I sogni, una scala verso il cielo”, l’argomento che è il filo conduttore della prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica in programma domenica 15 settembre. Parma, cui è dedicato uno speciale dossier sul numero di agosto di Pagine Ebraiche, di cui vi proponiamo un testo, la città capofila per l'Italia.
Ottantotto le località complessivamente coinvolte nel nostro Paese.
 

Va, pensiero, sull’ali dorate… Così inizia uno dei cori più celebri al mondo, conosciuto e cantato anche da chi non si interessa all’opera lirica. Più volte proposto (senza successo) quale inno nazionale in sostituzione di quello di Mameli, resta vivo nel patrimonio musicale degli italiani per il legame affettivo e il valore simbolico, ma quanto lo si conosca davvero nessun lo sa. In effetti quando nel 2011, per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, all’Opera di Roma Riccardo Muti invitò il pubblico a cantare Va, pensiero, successe esattamente che “gran parte del pubblico cantò la prima quartina, bofonchiò qualche parola della seconda, esplose sulla «patria perduta» e si spense su quanto seguiva”, come avrebbe poi riferito Alessandro Beltrami su Avvenire.
Va, pensiero è contenuto nel terzo atto dell’opera Nabucco di Giuseppe Verdi, rappresentata per la prima volta il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano e considerata il primo vero trionfo del compositore, un trionfo che gli permetterà di introdursi nei salotti dell’aristocrazia milanese e di allacciare rapporti con esponenti dell’ambiente politico e culturale.

Maria Teresa Milano, Pagine Ebraiche



Rassegna stampa

Il giorno di Rousseau
L’ultimo ostacolo per la nascita del Conte Bis. È il giorno di Rousseau, con gli iscritti alla piattaforma privata gestita dal Movimento Cinque Stelle che devono dire sì o no all’alleanza di governo con il Partito Democratico. L’annuncio dato ieri da Luigi Di Maio, secondo il quale non esisterebbe più un “problema vicepremier”, ha messo intanto in discesa la strada per l’accordo. “Non era scontato. Per tutto il giorno, e per quelli a ritroso, Di Maio ha provato a resistere. Asserragliato nella sua ridotta governista – scrive Repubblica – ha tentato in ogni modo di far saltare l’accordo, a dispetto dei santi e di Beppe Grillo”. 
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INFORMAZIONE - INTERNATIONAL EDITION  

Una Giornata a porte aperte

Un palcoscenico per la cultura ebraica in Europa. Da vent’anni la Giornata della cultura ebraica si celebra in centinaia di località in tutto il continente (34 i paesi partecipanti nel 2019), come si racconta in un articolo ripreso dalla rubrica Italics nell’ultima uscita di Pagine Ebraiche International Edition. I sogni sono il tema di quest’anno. Mentre nella maggior parte delle nazioni gli eventi hanno avuto luogo domenica 1 settembre, in Italia la manifestazione si terrà il 15 settembre; Parma la città capofila.
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Il voto e i manipolatori
La realtà non è mai monotona, è per questo è sempre interessante, mai noiosa. La realtà, per questo, ti mette sempre di fronte a interrogativi, che spesso sono dubbi.
Se, ad esempio, ogni tot anni si vota per contarsi politicamente, e da quel conteggio, a quella precisa data, ne esce un certo rapporto proporzionale fra i partiti, sul quale rapporto, qualsiasi esso sia, si dovranno formare il governo o i governi durante quella legislatura parlamentare, legittimata esattamente da quel voto, è poi ugualmente legittimo, all’interno di quella legislatura, chiedere che ci si riconti per verificare che nel frattempo, in un giorno qualsiasi, il rapporto proporzionale fra i partiti non sia cambiato? E ogni quanto tempo si potrà chiedere che ci si riconti? E quante volte in una legislatura?
Dario Calimani, Università di Venezia
La quadratura del cerchio
Alcuni lavori sui giuristi ebrei che abbiamo avuto occasione di sfogliare, e sui quali sarà doveroso ritornare, per la parte che menziona i loro travagliati rapporti con l’ebraismo (segnatamente dopo la legge Falco), riporterebbero alla ribalta l’argomento concordatario.
Sennonché, pur non essendo noi in debito di rivoluzionari vari, non pare che il citato argomento sia mai presente nei loro pensieri.
Costoro sono invariabilmente dei contestatori, quale che sia l’oggetto, temi religiosi compresi, forse incuranti dei segni dei tempi. Ne consegue che il tema concordatario non assurge nemmeno alla dignità del convitato di pietra, perché manca addirittura di una qualsivoglia prospettiva futura.
Emanuele Calò
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Differenze, principi, identità
Il valore delle differenze, delle specificità è come noto sottolineato dall’ebraismo, che attraverso i suoi molteplici indirizzi particolari ha modo di salvaguardare e di coltivare, tramandandola attraverso le generazioni, la propria identità e i propri principi fondamentali. Le particolarità variegate sono tanto centrali nel nostro mondo, che anche all’interno dell’universo ebraico si sono sviluppati usi locali differenti – tutti variamente conformi alla unitaria halakhà, naturalmente – capaci di imporsi e di acquisire, come minhaghim, una loro centrale dignità nella tradizione ebraica. Attraverso la differenziazione, dunque, l’ebraismo ha imparato la consapevolezza di sé, la continuità, la capacità di porsi di fronte all’altro.
David Sorani
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