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PAGINE EBRAICHE - NOVEMBRE 2019

L’esempio di Liliana e l’odio da sradicare

“Liliana Segre, presidio di civiltà”. Rende omaggio alla Testimone della Shoah e al suo inesauribile impegno a difesa dei valori fondamentali la prima pagina del numero di novembre del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche in distribuzione. Un impegno che sta lasciando il segno ed è oggi minacciato da estremismi purtroppo tornati in auge, che hanno reso necessaria nelle scorse ore l’assegnazione di una scorta per tutelarne l’incolumità fisica. Un provvedimento dovuto ma che fa vergogna, anche per le sue implicazioni simboliche, a tutto un Paese. La Testimone è però più forte di tutti gli odiatori e anche degli indifferenti che in Senato si sono astenuti alla mozione da lei proposta per l’istituzione di una commissione che contrasti con questi e altri fenomeni. Una posizione rilevatrice, si legge su Pagine Ebraiche, “di un degrado e di un imbarbarimento che ormai ha contaminato in modo corrosivo anche le istituzioni e i palazzi del potere”.
Lotta all’odio, in ogni sua forma ed espressione, che caratterizza anche il dossier del mese. Tema dell’approfondimento è infatti la violenza razzista negli stadi, racchiusa nell’immagine simbolo di Mario Balotelli che scaglia il pallone verso la curva dell’Hellas Verona da cui provenivano in quel momento orrendi insulti e ululati. Nel dossier si fotografia la situazione e si offre uno sguardo ai problemi aperti, ma anche alle possibilità di intervento. Anche e soprattutto sul piano culturale.
Tra i temi toccati nella parte alta del giornale il protocollo d’intesa tra Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara e Parco archeologico del Colosseo recentemente siglato a Roma. Una prestigiosa collaborazione che prende il via, mentre il ministro Dario Franceschini annuncia che presto saranno resi disponibili i 25 milioni di euro mancanti per il completamento del museo.
“Scopro Tintoretto grazie a un gatto”. Da Parigi a Venezia, fra il Talmud e i coriandoli, l’intellettuale e rabbino francese Marc-Alain Ouaknin racconta nell’intervista i suoi percorsi. L’ultimo lavoro di questo brillante pensatore si intitola La Genèse de la Genèse, una nuova traduzione dei primi undici capitoli di Bereshit pubblicata da Diane de Selliers.
Nelle pagine di Eretz una fotografia dello stallo politico in Israele, con conseguenze non indifferenti per tutta la società. Mentre in Francia, come si racconta in Orizzonti, dopo quattro anni di lavoro è stato inaugurato, alla presenza del presidente Emmanuel Macron, il Centro europeo per l’ebraismo. Protagonista della pagina del ritratto è una coppia, Serge e Beate Klarsfeld, i celebri cacciatori di nazisti intervenuti alcuni giorni fa a Roma. “I nemici di oggi – il loro messaggio – sono i populisti”.
Diversi gli spunti anche dalle pagine culturali, dove spicca tra gli altri il progetto “Living Under Water” esportato da Beit Venezia a Gerusalemme. I grandi insegnamenti della Tradizione ebraica per la tutela del creato in mostra in un’occasione speciale. 

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QUI ROMA -  IL CONVEGNO DI CONFINDUSTRIA

“Sfide ed etica delle imprese,
le religioni possono dare molto”

Da dove viene l’assetto sociale che consente di fare impresa? Le idee e i valori che le imprese difendono sono vecchi o nuovi? A ricollegare la modernità alle sue radici religiose e morali due conversazioni tra imprenditori, studiosi e rappresentanti religiosi organizzate ieri a Roma nella sede di Confindustria. L’occasione, è stato sottolineato, “per porsi qualche domanda sui fondamenti del senso del lavoro e dell’agire professionale” anche alla luce del plurimillenario messaggio biblico. Stimolanti gli spunti offerti dal convegno, cui ha tra gli altri partecipato il rabbino Benedetto Carucci Viterbi e che si è aperto con un intervento di monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
“La religione – ha sottolineato nel suo saluto Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria – è un luogo dove intuizioni profonde sui valori, la società, la trasmissione della cultura si proiettano nel lungo periodo, ben oltre la vita di una singola generazione o di un modello economico o politico. Per questa sua visione di lungo periodo e per la sua relazione con le corde più profonde dell’animo umano essa preserva valori potenti, svolge un ruolo di coesione sociale e di indirizzo dello sviluppo della cultura”. Ma proprio questo ruolo fecondo, ha aggiunto Boccia, “favorisce anche una funzione di controllo sociale, dove l’uso dei valori religiosi diventa un potente strumento politico”. Stortura che spesso ha provocato danni ma che si è oggi in gran parte risolta, ha osservato il numero uno di Confindustria, grazie a una maggiore separazione tra Stato e organizzazioni religiose, accanto allo sviluppo di un pensiero scientifico e filosofico più autonomo dalla religione stessa. “È grazie a questo processo – la sua osservazione – che le religioni possono oggi recuperare un più forte ruolo morale, occupando meno il campo della politica”.
Tra le anime del convegno Guido Ottolenghi, presidente del Gruppo Tecnico Logistica Trasporti ed Economia del Mare di Confindustria, che ha anche introdotto e moderato il panel intitolato “Inganno o serietà: il giardino dell’Eden e la formazione della classe dirigente”. Un approfondimento che è partito dall’invito alla rilettura della storia di Adamo ed Eva come “racconto del confine tra un mondo senza pensieri, senza necessità di decisioni, in cui prevale la fisicità, e un mondo in cui intelligenza, riflessione e morale sono necessari per sopravvivere alle difficoltà”. In pochi versi, il suo pensiero, “la Bibbia ci ricorda che la società umana si regge sull’ingegno e sulle regole, e che per far sì che a comandare sia chi ha maggior merito intellettuale e morale ci si deve vestire, si deve in qualche modo coprire la fisicità”. Finché essa prevale, ha poi affermato, “si scelgono le persone più prestanti, ma non necessariamente quelle più adatte a comandare”.

LO SPECIALE SU RAITRE IN ONDA LA SERA DEL 9 NOVEMBRE

Berlino e i trenta anni senza Muro,
sul piccolo schermo la libertà ritrovata

Con una legge approvata nel 2005, il governo italiano ha scelto di fare della ricorrenza della caduta del Muro di Berlino il “giorno della libertà”. Un appuntamento che in questo 2019, a 30 anni esatti dagli storici fatti evocati, sarà ricordato nel corso di una trasmissione che andrà in onda su Raitre in seconda serata il 9 novembre. Il titolo dello speciale, che ha la regia di Luca Verdone ed è condotto da Paola Severini Melograni, è per l’appunto “Il giorno della libertà”. Ad intervenire sono Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera; Carlo Verdelli, direttore di Repubblica; Marco Tarquinio, direttore di Avvenire; il regista Pupi Avati; i giovani giornalisti di Radioimmaginaria; lo scrittore albanese Besnik Mustafaj e la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.

QUI ROMA - IL CONVEGNO AL CENTRO BIBLIOGRAFICO UCEI 

I matematici e le Leggi del 1938
“Mantenere la Memoria è essenziale”

I matematici e le persecuzioni razziali antiebraiche. Stimolanti, su questo argomento, le molte riflessioni proposte in occasione di un convegno che si è svolto nella sede del Centro Bibliografico UCEI a cura della Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche Mathesis. Apertosi con i saluti di Gisele Levy, che ha fatto gli onori di casa, il convegno è stato inaugurato con una riflessione di Atalia Del Bene, docente di Matematica e Fisica al liceo classico Pansini di Napoli, che si è detta fermamente convinta dell’importanza di incontri come questo anche alla luce dei recenti attacchi subiti dalla senatrice a vita Liliana Segre. “Mantenere e conservare la memoria storica – ha affermato – è essenziale”.

IL CORTOMETRAGGIO 

Israel Levy a Cinecittà, una storia di speranza

Dal 1943 al 1950 gli Studi di Cinecittà si sono trasformati da luogo di produzione cinematografica a campo profughi diventando la sola casa possibile per migliaia tra sfollati romani, figli di coloni italiani in Libia, esuli giuliano-dalmati, sopravvissuti alla Shoah. È proprio da due giovani ebrei incontratisi alla fine della guerra che prende il via la vicenda di Israel Levy, uno dei tanti bambini nati dai profughi vissuti nel Teatro 5.
Ripercorrendo la sua storia e quella dei suoi genitori, il corto “Israel che visse a Cinecittà”, proiettato oggi in Sala Fellini e prodotto da Istituto Luce Cinecittà e Fondazione Museo della Shoah di Roma, racconta come gli studios abbiano rappresentato per molti la possibilità di tornare a vivere davvero.
Un grande messaggio di speranza su cui si sono soffermati, presentando il corto, il presidente dell’Istituto Luce Cinecittà Roberto Cicutto e il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia.

IL TEMA DELLE CELEBRAZIONI DEL 6 MARZO 

L'esempio dei Giusti nel segno dell'ambiente

Dall'attivista curda Hevrin Khalaf, simbolo della lotta per i diritti delle donne uccisa in Siria nell'ottobre scorso, a Piero Martinetti, unico filosofo tra i professori universitari a rifiutare di prestare il giuramento al Regime fascista nel 1931. Sono due delle sei figure che il prossimo 6 marzo saranno onorate al Giardino dei Giusti del Monte Stella di Milano durante le celebrazioni della Giornata dei Giusti dell’umanità. Un appuntamento che, annunciano dall'associazione Gariwo, sarà dedicato in questa edizione al tema dell'ambiente: “La responsabilità globale. La sfida dei Giusti per salvare il pianeta e l’Umanità”, il titolo dell'iniziativa. 

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LA MARCIA SILENZIOSA PER LA MEMORIA 

6 novembre ’43, Firenze ricorda

Dal 2013 la Comunità di Sant’Egidio ricorda la deportazione degli ebrei di Firenze, avviata il 6 novembre del 1943, con un pellegrinaggio della Memoria nelle strade del centro storico che termina alla sinagoga di via Farini. Ieri sera, in questa nuova edizione, i partecipanti sono stati accolti dal rabbino capo Gadi Piperno e dal presidente della Comunità ebraica David Liscia. 

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Rassegna stampa

Liliana Segre, disposta la scorta
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Setirot – L’abisso a pochi passi
Checché ne pensi qualcuno, raramente Setirot si occupa di politica in senso stretto e/o “partitico” (sfido chi dissentisse a portare prove con testi e date). Ma dopo il fiume di parole (?) seguite alla proposta – approvata a maggioranza – di una commissione su razzismo, antisemitismo eccetera firmata da Liliana Segre non mi riesce davvero di tacere. Intanto mi domando come si sia ridotta una parte della società ebraica italiana – sempre più arduo definirci comunità dopo gli scambi sui social di questi giorni.
Stefano Jesurum
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Tempo, messianismo, modernità
Scrive Sergio Quinzio in un libro piccolo e meraviglioso pubblicato quasi trent’anni fa da Adelphi, Radici ebraiche del moderno, a proposito di tempo, messianismo e modernità:
“Il mondo moderno si rivela come la secolarizzazione del messianismo ebraico, nel senso di un messianismo teso alla visibile e tangibile redenzione della condizione dell’uomo […] Mentre il tempo liturgico, che celebrava l’opus Dei nei monasteri medievali, era ancora il pagano tempo ciclico, il tempo in cui noi viviamo è il tempo lineare e storico della rivelazione biblica. È con il mondo moderno, e per il lento penetrare e affermarsi di categorie bibliche, che l’orizzonte si capovolge e, da statico e metafisico che era, diventa dinamico e storico”.
Giorgio Berruto
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Machshevet Israel - Chi ha “fondato” il giudaismo  
In un ciclo di conferenze sui “Fondatori di religioni”, a Modena, mi si chiede di parlare di Mosè, Moshe rabbenu. Facile dire che il giudaismo non è (solo) una religione e che Mosè non intendeva fondare nessuna religione nel senso che in Occidente si dà a questa parola. Ha invece dotato il suo popolo di una legge di giustizia e di misericordia, e soprattutto istituito un culto divino diverso da quello che aveva conosciuto in Egitto. 
Massimo Giuliani, Università di Trento
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Yamim Noraim in Israele  
Mercoledì, piove, sono a Pistoia. Metà settimana lavata via dall’acqua torrenziale, ma senza nessuna sorella sposa da visitare. E non so so parlar “di giorni felici, di libertà, d’amor proprio, d’amore”.
Mi fa invece compagnia un bambino infastidito che provo a far ballare sulle note di עונות (Onot, stagioni) di Aviv Geffen. Ricomparsa da chissà dove, nella compilation registrata da un amico canadese di ulpan tanti anni fa, in cui diverse sono le canzoni di artisti come Geffen (nipote di Moshe Dayan ma vicino ai refusnik), impegnati nel processo di pace e per i diritti LGBTQ. 
Sara Valentina Di Palma
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Storie della Firenze ebraica
La conoscenza dei luoghi dove gli ebrei si sono insediati nel corso dei secoli è essenziale per comprendere la storia ebraica e i rapporti con la popolazione cristiana e con le stesse autorità politiche. Per quanto riguarda la Toscana un lavoro pionieristico è stato svolto da Dora Liscia, sia con ricerche specialistiche, in particolare per quanto riguarda il patrimonio storico-artistico, che sul piano, importantissimo, della divulgazione, in particolare con il suo Toscana. Itinerari ebraici, Marsilio, Venezia, 1995.
Valentino Baldacci
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Una proposta concreta
Nella speranza di fornire un utile contributo al dibattito apertosi, anche in seguito alla recente proposta di modifiche migliorative al testo della mozione approvata in Senato il 30 ottobre scorso, con prima firmataria la Senatrice a vita Liliana Segre, che ha istituito una “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”, vorrei lanciare una proposta semplice e concreta.
Enrico Molinaro
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