Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       4 Marzo 2020 - 8 Adar 5780
DA KACHOL LAVAN ALLA LISTA ARABA, UNA LEGGE PER FERMARE IL LEADER DEL LIKUD

Israele, opposizione in blocco contro Netanyahu

Ancora una volta le elezioni israeliana si sono trasformate in un referendum su Benjamin Netanyahu. Diversi media, tra cui la radio dell'esercito Galei Zahal, parla apertamente di blocco di destra guidato da Netanyahu e blocco anti-Bibi (il soprannome di Netanyahu). E la contesa nel dibattito pubblico verte proprio su questa divisione. I risultati definitivi non sono ancora arrivati ma siamo agli sgoccioli. Il 99% delle schede è stata scrutinata e i risultati al momento dicono: Likud 36 seggi, Kachol Lavan (guidata da Benny Gantz) 33, Lista Unita (la compagine araba) 15, Shas 9, Lieberman 7, Campo democratico-Gesher-Meretz 7, Yahadut HaTorah 7, Yamina 6. Significa che il blocco di destra (Likud, Shas, Yahadut HaTorah, Yamina) è a 58 seggi, il blocco definito di sinistra a 55 (Kachol Lavan, Campo democratico-ecc e Lista Unita). Se consideriamo, come stanno facendo alcuni giornalisti, il blocco anti-Bibi nel suo complesso, allora si sale a 62 seggi perché bisogna contare anche Lieberman e i suoi sette seggi. Quest'ultimo blocco è l'unico ad avere la maggioranza ma in realtà non ha possibilità di governare per diversi motivi. Lieberman, considerato un falco, ha più volte dichiarato che non si sederà mai con la Lista araba. Quest'ultima ha al suo interno almeno quattro elementi di Balad – il più controverso dei partiti che formano la Lista Unita - che contestano l'ex Capo di Stato Maggiore Gantz e che non sono pronti a sostenere Kachol Lavan.
Se quindi Netanyahu al momento non ha i numeri per governare – nonostante la vittoria personale in queste elezioni per il successo del suo Likud –, i suoi avversari sono nella stessa situazione. Con un ma: i 62 potrebbero mettersi d’accordo e far approvare una legge che impedisca proprio a Netanyahu di diventare Primo ministro in quanto sotto processo per corruzione e frode (il processo inizierà il 17 marzo). Anzi, Kachol Lavan ha confermato in queste ore di stare lavorando proprio in questa direzione.

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ULPAN ITALIA - IL PROGETTO SOTTO L'EGIDA UCEI CON 150 PARTECIPANTI

"Ebraico online, studenti da tutto il paese.  
Piace perché divertente"

Sei diversi livelli di apprendimento, per un totale di 150 iscritti. Un numero in costante crescita. Come la soddisfazione dei partecipanti.
È l’Ulpan Online, il corso di lingua ebraica curato dalla professoressa Luisa Basevi sotto l’egida dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
“Geograficamente – sottolinea Basevi – copriamo davvero tutta l’Italia, da Aosta fino alla Sicilia. Un progetto nato un po’ come una scommessa tre anni fa e che è oggi, per un numero sempre più significativo di persone, una certezza”.
Ulpan è il primo corso che, nel nostro Paese, permette di imparare la lingua secondo i criteri dell’Università ebraica di Gerusalemme. Un rapporto stretto coltivato in questi mesi anche attraverso un riuscito seminario, svoltosi a Roma tra fine novembre e inizio dicembre con la partecipazione del professor Fabio Redak. Virtualità quindi, sfruttata al massimo attraverso lezioni in diretta e differita. Ma anche momenti di incontro che si cerca di organizzare regolarmente. Come la scorsa estate, a Monaciano, dove si è tenuto un Ulpan Toscana. “Gran parte dei partecipanti erano già iscritti. Tutti quelli che non lo erano, una volta preso contatto con la nostra realtà, hanno provveduto in tal senso. Trovo – riflette Basevi – che questo sia un fatto significativo”.

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LA RELAZIONE DEI SERVIZI SEGRETI 

"Parole d’odio, serve vigilanza stretta"

In aumento significativo la minaccia neonazista e neofascista in Italia. A fotografare questo fenomeno è la “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza” presentata nelle scorse ore dall’intelligence. Come spiegato al premier Conte dal direttore generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza Gennaro Vecchione, “le maggiori compagini, cronicamente attraversate da dissidi interni ed impegnate in processi di riorganizzazione, hanno proseguito nell’opera di accreditamento e inserimento nel tessuto sociale, con iniziative propagandistiche e mobilitative”. E questo in particolare “nelle periferie urbane, volte a coinvolgere i contesti giovanili e le fasce popolari più svantaggiate, cavalcando tensioni e problematiche socio-economiche, legate all’emergenza abitativa e occupazionale, alla questione migratoria e alla sicurezza”. 

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QUI ROMA - LA TAVOLA ROTONDA

“Donne ebree, un ruolo da protagoniste”

“Donne costruttrici di Fratellanza umana”. Organizzato dall’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche in collaborazione con il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, un incontro su questo tema, svoltosi a Roma, ha visto la partecipazione della Consigliera UCEI Sabrina Coen. Un intervento, il suo, caratterizzato da molti riferimenti agli insegnamenti della Tradizione ebraica. E con un esplicito richiamo a tenere aperti i canali del dialogo e della reciproca comprensione in un’epoca, ha sottolineato, “sulla quale si stanno addensando le nubi oscure dell’intolleranza e dell’odio”.

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PURIM 5780 

Una Meghillà per i tempi nostri

Per iniziativa congiunta della casa editrice Giuntina e dello Steinsaltz Center, tutte le Comunità ebraiche italiane hanno ricevuto o riceveranno nelle prossime ore un’edizione speciale della Meghillat Ester, il libro di Ester che si legge in occasione dell’ormai imminente festa di Purim. A pubblicarla la stessa casa editrice ebraico-fiorentina.Un’iniziativa possibile grazie anche al contributo personale di rav Adin Steinsaltz, autore della monumentale traduzione del Talmud, che firma un commento introduttivo all’opera. Pagine rivolte a grandi e piccini, per avvicinare ai temi complessi di cui Purim è rappresentazione e testimonianza. Un lavoro che, spiega rav Steinsaltz, “non aspira ad essere rivoluzionario o innovativo”. Ma che piuttosto “si prefigge di presentare quello che potremmo chiamare un ‘commento trasparente’, le cui spiegazioni dovrebbero quasi non essere notate, ma dare ai lettori e alle lettrici la sensazione che tra loro e il testo non vi sono barriere”. Lo scopo è infatti quello di “far parlare la Bibbia stessa, far profetizzare i profeti e ai sapienti far impartire la propria saggezza”.

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Rassegna stampa

Coronavirus, nuove misure
contro l’emergenza

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Ticketless – Nessuno tocchi Montale 
L’on. Bersani è uno dei più acuti commentatori che possa capitare di ascoltare in questi tempi, sebbene il suo stile spesso sia oggetto di caricatura. In una celebre bustina di Minerva, Umberto Eco parlava di «bersanemi» per definire l’originalità delle sue metafore: pettinare la bambola, smacchiare il giaguaro, tagliar via i bordi ai toast, cambiare gli infissi al Colosseo, rimettere il dentifricio nel tubetto. Da qualche mese un dotto ritornello di Bersani non mi diverte per niente, mi infastidisce.
Alberto Cavaglion
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Pregiudizio alimentare
L’emergenza coronavirus sta portando alla luce nuove frontiere del pregiudizio, che poi tanto nuove non sono. L’ultima è il pregiudizio alimentare. Gli attori in gioco sono i soliti che abbiamo visto agire in questi ultimi anni. Ricostruiamo la strategia. Prima fase: dare in pasto all’opinione pubblica un’immagine stereotipata, scabrosa, che si impressioni nella mente come una vecchia foto sulla pellicola.
Davide Assael
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Periscopio - Il cuore d’oro di Eumèo
Se non fosse una vicenda molto seria e triste, ci sarebbe da ironizzare sul fatto che molti italiani, in questi giorni, vengono respinti da numerosi Paesi stranieri, in quanto considerati pericolosi untori, e, quando si trovano già all'estero, sono cacciati, a volte in malo modo, da ristoranti, Musei e luoghi pubblici. Anche se non mangiamo topi vivi, non tutti ci amano, evidentemente. Non, comunque, di un amore così forte da mettere minimamente a repentaglio la propria salute e sicurezza. 
Francesco Lucrezi
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Viaggio americano
L’ultimo viaggio da me intrapreso negli Stati Uniti alla ricerca di musiche scritte nei Lager e Gulag ha permesso di portare a Barletta uno strumento musicale di enorme valore storico; il violino di Auschwitz appartenuto al violinista polacco Jon Stanislaw Hillebrand.
Jon Hillebrand fu deportato appena 17enne ad Auschwitz I Stammlager; gli fu permesso di portarsi il violino che nel Lager rivestì di stoffa ricavata dagli indumenti indossati dai deportati.
Francesco Lotoro
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