Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui                1 Ottobre 2020 - 13 Tishri 5781
IL DOSSIER DI PAGINE EBRAICHE DI OTTOBRE

Gli Usa, il voto e i valori da tutelare

Che America sarà dopo il voto di novembre? E che America sarà senza Ruth Bader Ginsburg alla Corte Suprema? Cosa resterà del suo impegno, delle sue appassionate battaglie per i diritti e le libertà di tutti?
Domande che si intrecciano in queste ultime settimane di campagna elettorale. Joe Biden appare il favorito per la vittoria, almeno così dicono i sondaggi. Guai però a sottovalutare Donald Trump e le sue capacità di rimonta già rivelatesi nel clamoroso exploit di quattro anni fa. Una competizione che, anche stavolta, si riverbererà ben oltre i confini nazionali.
Si vota a Washington, Detroit, New Orleans. Ma, come sempre accade quando la più antica democrazia al mondo va alle urne per designare chi la guiderà e rappresenterà, gli effetti saranno globali.
Nel dossier “Gli Usa verso le elezioni” su Pagine Ebraiche di ottobre in distribuzione abbiamo cercato di cogliere alcuni segnali e alcune tendenze su quel che sta accadendo. Anche guardando all’interno del mondo ebraico e focalizzandoci su alcuni temi caldi che animano il confronto a molti livelli: dal Medio Oriente in trasformazione anche per effetto delle scelte operate dalla Casa Bianca alle istanze per uguaglianza, giustizia e rispetto innescate, in molte piazze, dall’uccisione di George Floyd.
Al centro anche il tema delle minoranze e il loro contributo al bene comune incarnato, come poche altre figure, da Bader Ginsburg. Il solenne omaggio tributatole, fino all’ultimo saluto al Campidoglio, rappresenta qualcosa di unico nella storia del Paese. 
Valori, sogni e speranze che sono il patrimonio comune di molte generazioni e che il nuovo presidente, chiunque verrà designato, sarà chiamato a non tradire. Serve, come ci ricorda il filosofo Michael Walzer in una intervista, una nuova stagione di rispetto e tutela del pluralismo. Un campo in cui l’ebraismo sembra avere molto da dire e dare. Sottolinea infatti Walzer, rivolgendosi ad entrambi gli schieramenti: “La cultura della denuncia, del ripudio, dell’ostracismo mi preoccupano. Una persona fa un errore e subito tutti gli vanno contro in modo brutale. Credo che il principio ebraico per cui ‘Le une e le altre sono parole del Dio vivente’ sia l’alternativa. Penso che i nostri rabbini siano stati tra i primi a riconoscere che sì le decisioni halakhiche (secondo la Legge ebraica) devono essere registrate ma con esse anche la posizione della minoranza”. 

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IL NUOVO NUMERO DI DAFDAF

Dieci anni insieme e al servizio dei giovani lettori

“L’arte cura quando ci permette di dominare le nostre ossessioni”. Così scrive Luisa Valenti presentando l’artista cui ha dedicato la copertina del numero 118 di DafDaf, attualmente in distribuzione.
Non un concetto facile, ma il giornale ebraico dei bambini ha abituato oramai da anni i suoi giovani lettori a confrontarsi con idee non scontate, che impongono a volte un approfondimento, o la rilettura insieme a un adulto. Così è stato per alcune pagine dedicate alla Memoria, o più recentemente alla pandemia, e per l’approfondimento sul senso dei legami e dell’interdipendenza tra le persone, che ha raccontato l’avventura artistica di Marina Abramovich. Una sfida, un invito a tornare a “leggere insieme per leggere a fondo”. Idea in cui la redazione di DafDaf crede convintamente.
Di Yayoi Kusama, continua Luisa, “si racconta che abbia scelto di vivere nell’ospedale in cui fu curata durante una lunga depressione per poter creare con tranquillità”. Molta della sua arte deriva dalle allucinazioni che ha sempre avuto, fin da piccola, che ha reso perfino fiabesche e giocose.
Il numero del “CompleANNO”, che come oramai tradizione cade a cavallo fra Rosh haShanah, il capodanno ebraico, e il compleanno del giornale, si apre con la testata di Paolo Bacilieri che sventola un gioioso numero dieci, e si chiude con gli auguri della presidente UCEI, Noemi Di Segni che, augurando “Yom huledet sameach!” – buon compleanno – ha ricordato come il 10 sia un numero simbolico e significativo – dalle dita delle mani ai dieci comandamenti.
Gli uccelli che popolano i cieli di Israele sono protagonisti di un libro di Noa Katz, una giovane illustratrice che girando in bicicletta per il suo paese, con il naso all’insù, si è chiesta: “Chissà cosa pensano loro guardando noi e cosa si dicono, cosa vorrà dire quel cra cra dei corvi o il canto musicale degli usignoli”. Così ha iniziato a disegnarli, e a dar loro un nome e una storia, ha cercato di renderli più fedeli possibili alla realtà ma allo stesso tempo ha dato loro dei caratteri molto umani, con problemi molto umani. E ne è nato un fumetto.
Chissà se avranno lo stesso successo di Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe, nota semplicemente come Pippi Calzelunghe. Entrata nelle vite di milioni di giovani e giovanissimi esattamente 75 anni fa, con le sue inconfondibili trecce rosse e il viso lentigginoso, la ragazzina svedese ideata da Astrid Lindgren, con le straordinarie avventure di cui è protagonista, ha saputo far sognare più di una generazione. E DafDaf non poteva non dedicarle qualche pagina, ricordando anche il numero 63, dove oltre a Pippi si parlava di altre ragazzine terribili, a partire da Lotta Combinaguai, nata anche lei dalla fantasia di Astrid Lindgren.
Ma è il momento di ricordare anche un altro grandissimo autore per ragazzi: sono passati infatti cento anni dalla nascita di Gianni Rodari, che da decenni ispira i suoi giovani lettori, ma anche i genitori, gli insegnanti e gli educatori. Numerose iniziative gli sono state dedicate già negli scorsi mesi, e in particolare un sito, nato grazie a Edizioni EL, Einaudi ragazzi e Emme Edizioni, che raccoglie informazioni, storie, libri, propone giochi e appuntamenti, e contiene anche una “rodaripedia”. Arrivarci è facile, il link è www.100giannirodari.com. Non perdetelo.

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LA SCELTA DETTATA DAI CONTRASTI CON IL GOVERNO 

Israele, il commissario anti-Covid verso le dimissioni

Malumori e scontri interni tra le autorità che hanno in carico la gestione della pandemia non semplificano il percorso di Israele per uscire dall’emergenza sanitaria. Mentre i dati dei positivi, nonostante il secondo lockdown, continuano ad essere alti (9mila nelle ultime 24 ore), si parla di un possibile addio da parte del Commissario per il coronavirus, Ronni Gamzu (nell’immagine a sinistra, con il ministro della Sanità Edelstein, a destra). Secondo i media locali infatti l’esperto, direttore dell’Ospedale Hichilov di Tel Aviv, avrebbe deciso di lasciare a fine mese il suo incarico in aperto contrasto con alcuni membri del governo, tra cui il Premier Benjamin Netanyahu. In particolare Gamzu in privato avrebbe criticato la decisione dell’esecutivo di imporre un secondo blocco totale al paese, esprimendo contrarietà per la mossa e sostenendo che l’inasprimento delle restrizioni fosse dettato da motivi politici.

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L'INIZIATIVA SOCIAL 

Europa ebraica, una finestra sull'UCEI

“Sapevate che lo European Jewish Congress collabora attivamente con le 41 Comunità nazionali che ne fanno parte? Oggi incontriamo la comunità ebraica italiana. UCEI ne è l’organo rappresentativo”.
È con questo testo che inizia la presentazione dell’Italia ebraica sul profilo instagram @eurojewcong.
Sette immagini, per presentare informazioni di base: dal ruolo dell’UCEI alla presenza sul territorio. E qualche curiosità. In una compare la Mole Antonelliana, inizialmente costruita per diventare la sinagoga della Comunità di Torino dopo l’acquisizione dei diritti civili nel 1848 grazie all’editto di Carlo Alberto, mentre per la “personalità ebraica” la scelta è caduta su Amedeo Modigliani, nel centenario della morte. E con l’hashtag #EJCommunities, sempre su Instagram, è possibile andare alla scoperta delle altre realtà affiliate allo European Jewish Congress, dalla Lettonia a Gibilterra, dal Belgio all’Ungheria.

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LA NOTA DELLA COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA 

"Sostegno Municipio a Bds inaccettabile e pericoloso"

Il Bds, il movimento di boicottaggio di Israele, tra gli enti coinvolti in un’iniziativa che ha ottenuto il patrocinio del secondo Municipio di Roma Capitale. A denunciarlo la Comunità ebraica cittadina, in una nota in cui si definisce questo appoggio inaccettabile e pericoloso.
“Il movimento di boicottaggio – si legge – nega allo Stato ebraico il diritto ad esistere ed è legato ai movimenti terroristici di Hamas e Al Fatah. Così come dichiarato nella definizione di antisemitismo dell’Ihra, adottata dal nostro governo su input di tutti i partiti politici e come stabilito dai parlamenti di Francia e Austria questo movimento è antisemita”.

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SEGNALIBRO 

La rosa dell'Egeo e l'incanto spezzato dalla Shoah

Siamo negli anni trenta del Novecento e Solly è un ragazzo sensibile e intelligente che fa parte della piccola comunità sefardita di Rodi, dove gli ebrei in fuga dalla Spagna avevano trovato riparo alla fine del XV secolo. La sua vita scorre lieta, intrecciandosi con i destini di altri personaggi che popolano i tortuosi vicoli della juderia, il quartiere ebraico di Rodi città. Un piccolo mondo, antico e vitale, un mondo in cui le vessazioni imposte dal fascismo sono stemperate dalla gioia degli affetti e delle tradizioni.
Le fosche nubi di violenza che agitano l’Europa stanno però per travolgere anche la “rosa dell’Egeo”. È la storia al centro di Una voce sottile, romanzo storico da oggi in libreria con Giuntina, in cui Marco Di Porto, partendo dalla storia di suo nonno Salomone Galante, ricostruisce la vita di una comunità ebraica ai margini del Mediterraneo nei feroci anni del nazifascismo. 

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Setirot - Assenze e silenzio 
Un Kippùr anomalo, solitario e per questo, forse, ancor più del solito in comunione con la keillàh, con i familiari, con gli amici. Probabilmente, per chi ha fede, ancor più in vicinanza con Dio, e sennò con noi stessi. Kippùr di assenza e di silenzio. Speriamo sia l’ultimo. Tuttavia conserviamone caro il ricordo, perché assenza e silenzio sono – credo – l’essenza estrema dell’esistenza.
Stefano Jesurum
Letture facoltative - Il Qohelet di Ceronetti
Un accanito corpo a corpo durato decenni, dagli anni cinquanta del Novecento fino al 2001. Si possono riassumere così i molti tentativi di traduzione di Qohélet tentate da Guido Ceronetti, di cui Adelphi ha pubblicato negli anni le versioni bibliche. Di Qohélet, testo strano sulla precarietà della vita e dei beni umani, è tradizione dare lettura in molte sinagoghe nei giorni di Sukkot, la festa delle capanne che ricorda l’esistenza precaria (nel deserto, nei deserti) ma anche “tempo della nostra gioia”.
Giorgio Berruto
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Atlante del mondo che cambia
Ogni anno Maurizio Molinari pubblica un volume di analisi politica, centrato spesso sulle vicende internazionali. Anche quest’anno non è mancato all’appuntamento (Atlante del mondo che cambia, Rizzoli, Milano, 2020) producendo un testo con un contenuto e soprattutto con un metodo profondamente innovativi.
Valentino Baldacci
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Machshevet Israel - Nachmanide e le aggadot
Moshe ben Nachman, il Ramban (1194-1270), forse il maggior pensatore ebreo del XIII secolo, è spesso ricordato come un mistico anti-razionalista, fine teologo e difensore della tradizione rabbinica nel solco di Yehuda HaLevi; viene soprattutto citato come il coraggioso apologeta della fede ebraica nella ‘disputa di Barcellona’ del 1263 “a seguito della quale – scrive rav Giuseppe Laras nella sua Storia del pensiero ebraico – decise di accelerare il proprio proposito di trasferirsi in [terra di] Israele”.
Massimo Giuliani
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Spuntino - Capanne in libertà
Nella Torà non c’è evidenza che l’attraversamento del deserto avvenne risiedendo in “sukkot” (capanne). Piuttosto in molti passaggi si parla dell’uso di “ohalim” (tende). Sukkot è il nome della prima località raggiunta — partendo da Ra’mses — dal popolo di Israele uscito dall’Egitto (Es. 12:38). Perché questa tappa è così importante da meritare di essere celebrata con una delle tre ricorrenze centrali del lunario ebraico, com’è scritto “in capanne risiederete per sette giorni” (Lev. 23:42)? 
Raphael Barki
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