Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     18 Novembre 2020 - 2 Kislev 5781
RIVLIN E NETANYAHU A COLLOQUIO CON IL PRESIDENTE ELETTO DEGLI STATI UNITI

“Con Biden, amicizia di lunga data.
Rafforzerà il legame Usa-Israele”

“Ho parlato con il Presidente eletto Joe Biden e mi sono congratulato con lui. Ho detto al Presidente che, in quanto amico di lunga data dello Stato di Israele, sa che la nostra amicizia si basa su valori che vanno al di là delle parti politiche. Non abbiamo dubbi sul fatto che sotto la sua guida gli Stati Uniti si impegneranno per la nostra sicurezza e il nostro successo”. In attesa che l’attuale Presidente Usa Donald Trump riconosca al suo successore la vittoria, a parlare con il Presidente eletto Joe Biden – e riconoscerne il ruolo – sono stati nelle scorse ore sia il Presidente d’Israele Reuven Rivlin sia il Primo ministro Benjamin Netanyahu. Rivlin ha sottolineato il sostegno espresso da Biden nel corso del tempo allo Stato ebraico e pubblicato una foto che lo ritrae al fianco del futuro inquilino della Casa Bianca. Niente fotografie per Netanyahu, ma il suo ufficio, in una nota, ha definito il suo colloquio con Biden come “una conversazione calorosa”, in cui il Presidente eletto ha confermato “il suo impegno profondo nei confronti di Israele e della sua sicurezza”. Netanyahu ha sottolineato che “il legame speciale con gli Usa è una componente fondamentale per la sicurezza di Israele e la sua politica”. I due hanno poi “stabilito che si incontreranno presto e hanno convenuto che è necessario rafforzare la forte alleanza tra i due Paesi”.
Principale tema di confronto sarà certamente l’Iran: l’attuale amministrazione Usa vuole implementare le sanzioni contro il regime degli Ayatollah, isolarlo il più possibile e rendere più difficile per Biden ogni futuro dialogo con Teheran sul nucleare. Un percorso di nuovi paletti che ha il sostegno d’Israele, tornata nelle scorse ore a colpire l’Iran in Siria. Lo ha confermato lo stesso esercito israeliano, la cui aviazione ha colpito obiettivi militari legati all’Iran vicino a Damasco e lungo il confine del Golan. Una risposta al tentativo iraniano di minacciare la sicurezza dei soldati israeliani, predisponendo lungo il confine mine antiuomo pronte a esplodere. Hidai Zilberman, portavoce dell’esercito, ha spiegato che a posizionare le mine sono stati i siriani, ma su direttiva della Forza Quds, forza speciale del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica. Da qui la rappresaglia israeliana, che, nelle parole di Zilberan, porta con sé un doppio messaggio: agli iraniani che “non permetteremo affatto all’Iran di trincerarsi” (in Siria) e “in particolare non vicino al confine” con Israele; ai siriani, che saranno ritenuti responsabili di ogni minaccia portata dall’Iran attraverso il loro paese. Un tema caldo, ormai da anni al primo posto nell’agenda della sicurezza israeliana e di cui discuteranno nelle prossime ore i vertici di Gerusalemme con il Segretario di Stato Usa Mike Pompeo.  

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IL NUOVO NUMERO DI DAFDAF

Dal Metro di Sara ai 100 anni di Rodari,
nuove e vecchie storie a cui legarsi

“L’arte ci prende per mano”, aveva scritto Maria Lai su una lavagna nel piazzale della scuola primaria di Ulassai, il suo paese. E così ha fatto anche questo mese Luisa Valenti, nota ai lettori di DafDaf anche come SCC, la “Strega Comanda Color”. Nella sua rubrica, intitolata semplicemente Arte, ci racconta un personaggio molto particolare, cui ha dedicato anche la copertina del numero 119 del giornale ebraico dei bambini, attualmente in distribuzione. Racconta: “Ho partecipato a una 'residenza d’artista' in collaborazione con la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia a Ulassai, a La Casa delle Inquietudini. È un edificio con una storia di abbandono e rinascita che si trova nel comune di Ulassai, appunto, dove Maria era nata. Sui suoi muri Maria dipinse dei mostri-draghi tutt’altro che minacciosi, in dialogo col paesaggio”, e, ricorda Luisa, “nel paese, costruito su una roccia estremamente friabile, che si sfoglia come un album argenteo, le frane sono all’ordine del giorno, ma gli interventi di Maria Lai, sparsi ovunque, emanano giocosa serenità e titanica leggerezza”.
Il nuovo numero di DafDaf non si apre però con la storia di Maria Lai, bensì con una bellissima notizia che riguarda Sara, l’autrice della rubrica Filò, che si chiama Sara Gomel, ed è una persona molto speciale, a cui DafDaf deve davvero tantissimo. È una gioia enorme, per noi, annunciare che il suo primo libro per bambini, che si intitola Un metro, è arrivato in libreria, pubblicato nientepopodimeno che da una casa editrice - anch’essa molto amica di DafDaf - che ha un nome buffo. Si chiama orecchio acerbo, per via di una filastrocca di Gianni Rodari - di cui per l’appunto si festeggiano quest’anno i cento anni dalla nascita, come oramai i lettori di DD sanno benissimo - che si intitola "Un signore maturo con un orecchio acerbo".
Il suo libro è illustrato da Chiara Ficarelli e, come dicevamo, si intitola Un metro. Racconta una storia molto attuale: alla tivù hanno annunciato che le persone dovranno tenersi lontane le une dalle altre. “Ma non a un braccio o a un passo, che non sono mai precisi e mai gli stessi, ma proprio esattamente a un metro”.

Ada Treves  

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KZ LAGER, IL NUOVO LIBRO DI DAVIDE ROMANIN JACUR

Memoria, come scelta e dovere

“Mi sono sempre chiesta come sia potuto accadere una tragedia come la distruzione programmata di milioni di esseri umani senza che la maggior parte delle persone intervenisse in loro aiuto. Perché? Non potrò mai comprenderlo. Solo una cosa lascia senza parole: l’indifferenza è il peggior nemico degli uomini”.
È una delle tante testimonianze che Davide Romanin Jacur, a lungo presidente della Comunità ebraica di Padova e attuale assessore al Bilancio UCEI, ha scelto di accludere nel suo nuovo libro KZ Lager (ed. Ronzani). A scriverla uno dei moltissimi giovani che ha accompagnato in oltre 50 anni Viaggi della Memoria nei luoghi dell’orrore. Esperienza di cui racconta in questo volume, ricco di immagini, dati, riflessioni e arricchito da un testo della scrittrice di origine armena Antonia Arslan.
Un libro “necessario e completo”, scrive nell’introduzione. Concetto ribadito nel corso della prima presentazione dell’opera, avvenuta nelle scorse ore nell’ambito di un incontro online promosso dall’amministrazione comunale di Padova. Ad intervenire tra gli altri anche lo storico e direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera, che ha lodato la chiarezza di Kz Lager. Uno strumento “utile per le scuole”, che ha il pregio di una facile consultazione e porta a riflettere su una vasta gamma di argomenti. Merito anche della “schiettezza” dell’autore, che non si sottrae mai a un confronto su temi anche assai spinosi.
Al libro è dedicato un ampio approfondimento sul numero di Pagine Ebraiche di novembre in distribuzione.
Clicca qui per sfogliarlo.

(Nell’immagine Davide Romanin Jacur assieme ad alcuni giovani partecipanti a un Viaggio della Memoria) 

L'INIZIATIVA ONLINE ORGANIZZATA PER IL 19 NOVEMBRE

Aldo Zargani, il ricordo a un mese dalla scomparsa

A un mese dalla scomparsa, opere e percorso di vita di Aldo Zargani saranno al centro di uno speciale evento in memoria. All'intellettuale e scrittore torinese, per molti anni collaboratore anche di questa redazione, sarà infatti dedicato un limmud con molti interventi. La serata in suo ricordo, trasmessa in diretta anche sul canale Facebook UCEI, è in programma domani a partire dalle 20.30. Moderati da Laura Quercioli Mincer, interverranno il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni; Marco Belpoliti, Università di Bergamo; Alberto Cavaglion, Università di Firenze; Mirna Cicioni, Università di Monash (Australia); Luigi Grazioli, caporedattore di Doppiozero; rav Gianfranco Di Segni, direttore de La Rassegna Mensile di Israel. Seguiranno brevi interventi e testimonianze. L'intero evento sarà poi fruibile sulla piattaforma Vimeo UCEI, nello showcase dedicato agli speciali. 

QUI TORINO - LA PRESENTAZIONE DI "MY JEWISH ITALY"

L'Italia ebraica, come scoprirla attraverso la rete

Su iniziativa dell’Associazione Culturale Anavim di Torino, sarà presentata questa sera la piattaforma - App e sito - “My Jewish Italy” su quanto di ebraico c’è in Italia (clicca qui per ulteriori informazioni). Musei, sinagoghe, cimiteri, quartieri, memoriali. Luoghi che segnano gli oltre duemila anni di presenza ebraica in Italia. A presentare "My Jewish Italy", progetto promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane con la collaborazione della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia, l'assessore UCEI Jacqueline Fellus assieme a Gabriele Di Segni, Baruch Lampronti, Marco Salvadori. 

Ticketless - Edera e violette
Il gesto di protesta di Lisa e Anita, le due ragazzine della Scuola media Italo Calvino di via Sant’Ottavio a Torino, merita un commento. Mai nome di scuola è stato così appropriato! Il voler manifestare il proprio disappunto per la decisione di chiudere la scuola sarebbe piaciuto a Calvino. Mascherina sul volto, dal marciapiede di fronte all’ingresso della scuola, seguono la lezione con il tablet. 
Hanno la grazia di Viola, la ragazzina di cui si innamora Cosimo nel ‘Barone rampante’. La prof (o il prof) al caldo, loro con il giaccone al freddo, ferme nel loro serio proposito. Questo gesto di protesta va moltiplicandosi in altre scuole del paese e adesso le cronache mi dicono che accorrono anche (finalmente!) professori e professoresse.  
Alberto Cavaglion
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Censura 
Il 5 novembre scorso è avvenuto un fatto inedito nella storia della comunicazione e del giornalismo USA: i principali network televisivi (Abc, Cbs, Nbc) hanno interrotto la diretta del discorso in cui il Presidente Trump denunciava brogli ed elezione falsate. Altri (CNN e Fox) hanno, invece, accompagnato il discorso con la scritta in sovrimpressione "Senza prove". A questi si aggiunge la rimozione di molti post di Trump da parte di Twitter, la piattaforma attraverso cui ha costruito gran parte del consenso elettorale degli ultimi anni. Alcuni giornalisti (vedi Federico Rampini su Repubblica) hanno parlato di censura, rafforzandosi nella convinzione, del resto anche vera, che Trump ha contro tutto l’establishment informativo legato al vecchio potere politico. 
 
Davide Assael
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Periscopio - Irresponsabilità presidenziale
Vedere la prima potenza del mondo, che tiene nel cassetto migliaia di ogive atomiche pronte per l’uso, ridotta al livello dell’ultima delle repubbliche delle banane, con due Presidenti che rivendicano entrambi il potere, è una cosa francamente sconcertante, che non può non suscitare la più profonda preoccupazione per il futuro. 
Con uno scarto di circa quattro milioni di voti, tutti i capi di stato e di governo del mondo che hanno fatto le congratulazioni al vincitore delle elezioni, quasi tutti i leader del Partito repubblicano che hanno riconosciuto il chiaro esito della competizione elettorale, gran parte dell’agguerritissimo team di avvocati trumpiani che ha gettato la spugna, il Presidente uscente continua disperatamente a resistere, a dire che non ci sta, che è tutta una truffa. 
Francesco Lucrezi
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Mozart a Theresienstadt
Nell’indimenticabile allestimento dell’opera Der Kaiser von Atlantis di Viktor Ullmann prodotto nel 2010 a Barletta e diretto da Paolo Candido (unico allestimento basato sugli originali e addenda autografi dell’opera scritta ma mai allestita a Theresienstadt), nel momento in cui la Morte arriva al cospetto dell’imperatore Overall nell’ultima scena, più di uno spettatore mi confessò a fine spettacolo di aver provato un effetto allucinatorio di vita sospesa; personalmente, provai la medesima sensazione quando Guglielmo da Baskerville e Adso da Melk entrarono nella stanza segreta della biblioteca durante la lettura giovanile de Il Nome della Rosa di Umberto Eco. 
Francesco Lotoro
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Un secolo di Eva Fischer
Nasceva cento anni or sono, il 19 novembre 1920, la pittrice Eva Fischer, scomparsa a Roma nel luglio 2015. Ha sempre e solo fatto l’artista, ha conosciuto i grandi dell’epoca, ha vissuto ed è sopravvissuta grazie ai suoi colori.
La sua vita ha avuto tonalità chiare e scure, basti ricordare quando dopo la deportazione del padre per mano nazista è dovuta fuggire da Belgrado, per scegliere di consegnarsi sulle sponde adriatiche agli “italiani brava gente”, come lei ha sempre sostenuto; poi ha ottenuto il permesso di lasciare il campo di raccolta dell’Isola di Curzola per recarsi a Bologna, dove ha vissuto sotto falso nome e collaborato con i partigiani.
Alan David Baumann
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