Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    18 Gennaio 2021 - 5 Shevat 5781
SAMI MODIANO RACCONTA LE SUE EMOZIONI A PAGINE EBRAICHE

Il Testimone e il vaccino:
“Non perdiamo la speranza”

“Nella mia vita ho vissuto molte esperienze drammatiche. Un’infanzia spezzata a otto anni dalle leggi razziste. L’espulsione da scuola, la guerra, la deportazione. L’orrore di Auschwitz-Birkenau. Il Covid mi mancava. Un’esperienza straziante, con tante persone che purtroppo muoiono da sole. Senza conforto, senza accompagnamento. Pian piano però ne usciremo. Grazie anche al prezioso e infaticabile impegno dei medici e degli operatori sanitari. Oggi mi hanno fatto sentire come a casa. La loro gentilezza, il loro affetto, mi hanno colpito”.
Sami Modiano, 90 anni, uno degli ultimi Testimoni della Shoah ancora in vita, ha vissuto una mattina faticosa e al tempo stesso emozionante. Lo raggiungiamo telefonicamente al suo ritorno a casa, poche ore dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino anti-Covid all’Università Campus Bio-Medico di Roma. Al suo fianco l’inseparabile moglie Selma, pure lei vaccinatasi stamane.
“È un periodo non semplice, di grande sofferenza per l’intera umanità. La contabilità dei morti mi fa soffrire. Ma non dobbiamo perdere la speranza. Se prenderemo tutte le precauzioni le cose prima o poi andranno per il meglio”, dice Modiano a Pagine Ebraiche.
Le emozioni vissute oggi le porterà a lungo con sé: “Siamo stati ricevuti con grande cortesia e affetto. È stato un momento molto bello. E la cosa più significativa è che quest’accoglienza è stata riservata a tutti, non solo a noi. Le sensazioni sono quindi molto positive. Per battere il virus ci vorrà del tempo. Ma con questo spirito ce la faremo”.
Ad accompagnare il Testimone della Shoah c’erano tra gli altri il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello.
 

(Foto di Stefania Casellato – Regione Lazio)

LA RACCOLTA ORGANIZZATA PER I SENZATETTO 

Al Memoriale della Shoah di Milano,
una giornata di solidarietà

La zona rossa non ha fermato i milanesi che, autocertificazione alla mano, hanno scelto di inaugurare le nuove chiusure con un gesto di solidarietà concreto. A centinaia, distanziati e seguendo tutti i protocolli, hanno partecipato alla raccolta di cibo e indumenti organizzata per i senzatetto della città, davanti al Memoriale della Shoah. Un afflusso enorme che dalle 10 alle 18 non si è mai interrotto. Per venti volte i volontari hanno stipato il furgone di scatoloni con alimenti, abiti, prodotti per l’igiene, da portare via e poi distribuire. “È stata una risposta straordinaria da parte di tutti, che è andata ben oltre le nostre aspettative”, racconta con soddisfazione a Pagine Ebraiche il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani. Proprio la Comunità, assieme a Casa Comune, City Angels, Fondazione Progetto Arca, Mai Solo è stata tra i promotori della raccolta. “C’è stata una grande sinergia nell’organizzazione. Noi abbiamo coinvolto anche i giovani del Bene Akiva e dell’Hashomer Hatzair, così come il Volontariato Sharon Biazzi. Tutti hanno risposto presente, e hanno dato il loro contributo. – sottolinea Hasbani – E il nostro grazie va a chi ha accolto il nostro appello ed è venuto al Memoriale della Shoah”.
Tra i presenti, la senatrice a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre. “Questo è un luogo a cui io appartengo. – ha spiegato Segre, in riferimento al Memoriale – Non è che appartiene a me: io appartengo a questo luogo, dove si è vissuto il contrario della solidarietà, dell’amicizia, del voler bene a qualcuno, a chi ha bisogno, chiunque esso sia. Qui è andato in scena il teatro del contrario, quindi c’è una ragione per essere qui in questo modo”. La presenza di Segre ha avuto un grande valore simbolico, sottolinea Daniele Nahum, coordinatore di ‘Casa Comune’ e tra gli organizzatori dell’iniziativa. “La città ha risposto in maniera importantissima, non ci aspettavamo questi numeri. È stato un grande momento di solidarietà, in un luogo simbolo della città e con una grande collaborazione tra tutti le realtà coinvolte. La Comunità ebraica e i movimenti giovanili, presenti dall’inizio fino a chiusura, hanno dimostrato quanto siano parte attiva nel tessuto di Milano”.

IL DOSSIER "ITINERARI" SU PAGINE EBRAICHE DI GENNAIO

Ascarelli, l’uomo che regalò il calcio a Napoli

Nel dossier “Itinerari” su Pagine Ebraiche di gennaio abbiamo scelto di proporvi sei percorsi di consapevolezza in altrettanti grandi centri, sulle tracce di personaggi che hanno ancora molto da raccontarci. Un viaggio nei luoghi e tra ideali e valori che non hanno perso d’attualità. Come quelli testimoniati da Giorgio Ascarelli, tra i grandi napoletani del Novecento.

Fondatore della società di calcio del Napoli, Giorgio Ascarelli fu anche un grande filantropo e mecenate. Molte delle più significative iniziative in campo sociale, a cavallo tra Anni Dieci e Venti del secolo scorso, portano la sua firma. Un contributo di recente riscoperta. Nico Pirozzi ne è uno dei massimi conoscitori su piazza. Il promotore di quella che considera anzitutto una battaglia di civiltà: far cambiare la denominazione del piazzale dello stadio partenopeo, oggi dedicato al fascista e repubblichino Vincenzo Tecchio, facendo sì che nella toponomastica cittadina subentri al suo posto proprio il nome di Ascarelli.
Imprenditore nel tessile, proprietario di una delle più grandi aziende italiane nel suo settore, Ascarelli istituì il Napoli calcio nel primo giorno di agosto del 1926. “Pur grati a coloro che sono stati la nostra matrice – così solennizzò quella circostanza – l’importanza del momento e la maggiore dignità cui il nostro sodalizio è chiamato mi suggeriscono un nome nuovo, nuovo e antico come la terra che ci tiene, un nome che racchiude in sé tutto il cuore della città alla quale siamo riconoscenti per averci dato natali, lavoro e ricchezza. Io propongo che l’Internaples da oggi in poi, e per sempre, si chiami Associazione Calcio Napoli”.  

Lia e il confronto da aprire 
Leggo l’ultimo libro di Lia Levi, Ognuno accanto alla sua notte (E/O), tutto d’un fiato. Sono tre lunghi racconti, il terzo in particolare mi ha molto colpita. Forse perché le vicende di quei giorni a Roma tra l’occupazione e il 16 ottobre mi hanno, come storica, sempre intrigata. Un conflitto tra padre e figlio, il padre consigliere della Comunità che segue le sue direttive volte a tranquillizzare gli ebrei, ma anche i fascisti e i nazisti, a non “offenderli”, come avrebbe detto il presidente Foà in un memoriale del dopoguerra (ma questa è storia), il figlio desideroso di combattere, di salvare più persone possibili. Lui non crede ai nazisti, ma nemmeno si nasconde da solo. Vuole cercare di convincere più gente possibile a salvarsi. Finirà male il 16 ottobre 1943. Per tutti, anche per il figlio.
Anna Foa
Oltremare - La panchina
L'iniziativa individuale ai tempi del corona, nel moshav dove vivo, o almeno a distanza di camminata sportiva da quest'ultimo, ha preso di recente la forma di una panchina. Va detto per correttezza che come in tutta Israele, anche qui nel nostro microcosmo, a spanne da aprile 2020 fervono lavori di manutenzione, costruzioni di nuove case, perfino la costruzione di un nuovo fiammante campo da calcio con tanto di illuminazione per partite notturne, che già ha il nomignolo di "il nostro Teddy" (riferimento allo stadio di Gerusalemme dedicato a Teddy Kolek, storico sindaco della città, molto amato e ora per sempre presente nella toponomastica cittadina).
Daniela Fubini
Controvento - Morricone e le note di Memoria
Avrà luogo a Milano, nella storica sala Verdi del Conservatorio, il concerto istituzionale per il Giorno della Memoria 2021.
Un concerto che, causa Covid, nasce quest’anno come spettacolo televisivo grazie alla collaborazione con Rai Cultura. “Note per la Shoah. Le musiche di Ennio Morricone” andrà in onda su Rai 5 il 27 gennaio alle 20.45, nell’ambito del programma “Visioni” di Alessandra Greca, dopo essere stato registrato a porte chiuse il 23 gennaio. 
Viviana Kasam
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