Sami Modiano si è vaccinato:
“Non perdiamo la speranza”
“Nella mia vita ho vissuto molte esperienze drammatiche. Un’infanzia spezzata a otto anni dalle leggi razziste. L’espulsione da scuola, la guerra, la deportazione. L’orrore di Auschwitz-Birkenau. Il Covid mi mancava. Un’esperienza straziante, con tante persone che purtroppo muoiono da sole. Senza conforto, senza accompagnamento. Pian piano però ne usciremo. Grazie anche al prezioso e infaticabile impegno dei medici e degli operatori sanitari. Oggi mi hanno fatto sentire come a casa. La loro gentilezza, il loro affetto, mi hanno colpito”.
Sami Modiano, 90 anni, uno degli ultimi Testimoni della Shoah ancora in vita, ha vissuto una mattina faticosa e al tempo stesso emozionante. Lo raggiungiamo telefonicamente al suo ritorno a casa, poche ore dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino anti-Covid all’Università Campus Bio-Medico di Roma. Al suo fianco l’inseparabile moglie Selma, pure lei vaccinatasi stamane.
“È un periodo non semplice, di grande sofferenza per l’intera umanità. La contabilità dei morti mi fa soffrire. Ma non dobbiamo perdere la speranza. Se prenderemo tutte le precauzioni le cose prima o poi andranno per il meglio”, dice Modiano a Pagine Ebraiche.
Le emozioni vissute le porterà a lungo con sé: “Siamo stati ricevuti con grande cortesia e affetto. È stato un momento molto bello. E la cosa più significativa è che quest’accoglienza è stata riservata a tutti, non solo a noi. Le sensazioni sono quindi molto positive. Per battere il virus ci vorrà del tempo. Ma con questo spirito ce la faremo”.
Ad accompagnare il Testimone della Shoah c’erano tra gli altri il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello.
Adam Smulevich
(Foto di Stefania Casellato – Regione Lazio)
(18 gennaio 2021)