IL CONFRONTO TRA I DUE LEADER SU VARI TEMI
Biden e la telefonata a Netanyahu:
"Rafforzeremo alleanza tra Usa e Israele"
Mentre Gerusalemme cominciava a coprirsi di neve, il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ricevuto la prima e tanto attesa telefonata del Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. A quasi un mese dal suo insediamento ufficiale, Biden ha infatti contattato in serata Netanyahu, rompendo un silenzio su cui circolavano diverse speculazioni. Secondo alcuni analisti il presidente Usa ha volutamente rimandato la sua prima conversazione con Netanyahu. In questa interpretazione, i 27 giorni di attesa rappresenterebbero infatti un implicito messaggio al leader israeliano: il Premier non potrà più contare su un rapporto così diretto e immediato con la Casa Bianca. Almeno non come accadeva con l’amministrazione Trump. Quest’ultimo, come aveva fatto all’epoca anche Obama, aveva chiamato Netanyahu pochi giorni dopo l’insediamento. Altri analisti hanno semplicemente evidenziato come il ritardo sia dovuto alla situazione globale diversa.
Con Biden in queste prime settimane concentrato soprattutto su pandemia e crisi finanziaria. In ogni caso, ora che è arrivata la telefonata che ha rotto il ghiaccio, le congetture lasciano spazio alle parole dei due leader. “La conversazione è stata molto amichevole e calorosa ed è durata circa un’ora. – ha fatto sapere l’ufficio di Netanyahu – I due leader hanno evidenziato il legame personale e di lunga data che c’è tra loro e hanno detto che lavoreranno insieme per rafforzare ulteriormente la forte alleanza tra Israele e gli Stati Uniti”.
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IL PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO CONFERITO ALLO SCIENZIATO USA
Il Dan David Prize a Fauci: "Ha difeso la scienza"
Dan David era un filantropo dalla proverbiale riservatezza ma anche dalla straordinaria capacità di incidere.
Nato a Bucarest nel 1929, scomparso a Londra nel 2011, era legatissimo all’Italia, e in particolare a Roma, dove ha vissuto per vari anni. Porta il suo nome uno dei premi più ambiti d’Israele, il Dan David Prize, da sempre attento a valorizzare il contributo delle personalità che più hanno inciso e continuano a incidere in ambito tecnologico, sanitario, sociale. Alla platea di illustri premiati si aggiunge in queste ore anche lo scienziato Usa Anthony Fauci, capo del Comitato ufficiale contro il Covid durante il precedente mandato e ora capo consigliere per la Sanità del neo presidente Biden. Si legge nella motivazione: “Quando la pandemia si è manifestata ha sfruttato le sue considerevoli capacità di comunicazione per rivolgersi in modo corretto a chi era travolto da paura e ansia, lavorando incessantemente per informare le persone negli Stati Uniti e altrove sulle misure di salute pubblica essenziali per contenere la diffusione virus”. Tra le ragioni che hanno spinto la giuria ad assegnargli il riconoscimento anche “il coraggio di dire la verità al potere”.
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PAGINE DI LETTERATURA
Il naso di Cyrano e la lettera di Levi
"Aveste avuto, altronde, l'ingegno così fino / da potermi al cospetto dell'inclita brigata / servirmi tutti i punti di questa cicalata, / non ne avreste nemmeno la metà proferito / del quarto d'una sillaba, ché, come avete udito, / ho vena da servirmeli senz'alcuna riserva, / ma non permetto affatto che un altro me li serva". Così si conclude il famoso monologo sul naso del Cyrano di Edmond Rostand, interpretato in Italia da Gigi Proietti. A questo celebre testo il critico letterario Alberto Cavaglion dedica l'ultima puntata di "Pagine di letteratura", tracciando un collegamento tra il monologo e la cultura ebraica. E in particolare, con una lettera firmata da Primo Levi.
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SEGNALIBRO
Piero Terracina, Memoria e dignità
“Possono succedere cose tremende, non perdere mai la dignità”.
Questo gli aveva chiesto il padre dopo l'arresto. E questo Piero Terracina ha fatto nella terribile esperienza di Auschwitz-Birkenau, dove fu deportato adolescente, ma anche nella vita “dopo” il lager. Una vita sempre a testa alta.
A ripercorrerne la vicenda è un libro rivolto agli adulti ma adatto anche a quei ragazzi cui Terracina ha consacrato, con immenso coraggio e passione civile, una parte significativa della sua esistenza: Senza perdere la dignità, scritto per Viella dalla storica Elisa Guida.
Docente di Storia contemporanea presso l’Università degli studi della Tuscia, socia fondatrice dell’associazione Arte in Memoria che da tempo promuove la posa delle pietre d’inciampo a Roma, con la stessa casa editrice aveva pubblicato nel 2017 un altro libro importante, già affrontato in queste pagine: La strada di casa. Il ritorno in Italia dei sopravvissuti alla Shoah. Quest’ultimo saggio, spiega l’autrice, onora una promessa fatta a Piero alcuni anni fa e portata avanti anche dopo la scomparsa.
“La figura di Piero - spiega l'autrice - meritava uno studio specifico e attento. La sua è infatti una storia ‘normale’, che non ha per protagonista né un eroe né un intellettuale. Una storia suo modo assai rappresentativa della Shoah nel nostro paese. Preziosa anche per ricostruire un pezzo meno conosciuto dell’ebraismo romano. Quello non di ‘piazza’, quello della piccola borghesia”.
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Setirot - Servadio
I Levi, i Foà, Ancona, Torino, la musica, Puccini, Toscanini. Due guerre. E il fascismo, l’antifascismo, le Brigate Garibaldi, la discriminazione, le fughe, il peregrinare, la paura, la delazione, la deportazione, gli incontri fortunati, i giusti, la morte, la vendetta. Anche l’amore. Poca passione – in quel lungo scorcio di ‘900 c’era ben poco spazio per la passione dei cuori e dei corpi. Un ebraismo variegato, mille tonalità di osservanza e di fede. Un’unica radicatissima identità.
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Georges Simenon è conosciuto in Italia soprattutto per i gialli che hanno per protagonista il commissario Maigret; si è poi diffusa, per merito dell’editore Adelphi, la conoscenza dei suoi romanzi noir, che hanno permesso di comprendere pienamente il valore della sua scrittura. Non era invece conosciuto come giornalista, come autore di quei réportages di viaggi che hanno costituito un genere giornalistico-letterario in gran voga tra ‘800 e ‘900 e che è praticamente scomparso con l’avvento della televisione.
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L’Eterno incarica Mosè di parlare con i figli di Israele affinchè “prendano per Me un’offerta,” letteralmente: “ve-yikchù Lì terumà” (Es. 25:2). Rashì commenta che “Lì” (= per Me) va interpretato come “LiShmì” (= in Mio nome). In che senso? Secondo Rabbì Chayim Vittàl il nome di D-o va tenuto a mente ogni volta che si fa un’offerta. Questo può essere fatto attraverso un esercizio mnemonico collegato alle quattro lettere del tetragramma.
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Machshevet Israel - Halakhà e messianismo
Aver sottovalutato l’intrinseco valore messianico dell’halakhà è uno degli errori o almeno una delle false prospettive della modernità ebraica. Non è una mia opinione; è la tesi dell’ultimo grande rappresentante della simbiosi ebraico-tedesca, Steven Shmuel Schwarzschild (Francoforte 1924- St Louis 1989). Scappato da ragazzo con la famiglia dalla Germania negli States, dopo aver conseguito il titolo rabbinico presso i Reform, ha scelto la via dell’accademia dando forma e voce a un razionalismo etico “dalle fonti classiche del giudaismo” (leggi: Maimonide, mediato da Hermann Cohen).
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L'arte che unisce (anche a distanza)
La pandemia ci ha travolto con danni e solitudine ma ha anche scatenato una serie di dinamiche che hanno portato alla luce capacità individuali, risorse ed energie inesauribili. Siamo stati costretti a reinventarci, riscrivere il nostro ordine del giorno, imparare a comunicare e a dialogare con estro e metodi alternativi.
Angelica Edna Calo Livne
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