Segnalibro – Piero,
Memoria e dignità
“Possono succedere cose tremende, non perdere mai la dignità”.
Questo gli aveva chiesto il padre dopo l’arresto. E questo Piero Terracina ha fatto nella terribile esperienza di Auschwitz-Birkenau, dove fu deportato adolescente, ma anche nella vita “dopo” il lager. Una vita sempre a testa alta.
A ripercorrerne la vicenda è un libro rivolto agli adulti ma adatto anche a quei ragazzi cui Terracina ha consacrato, con immenso coraggio e passione civile, una parte significativa della sua esistenza: Senza perdere la dignità, scritto per Viella dalla storica Elisa Guida.
Docente di Storia contemporanea presso l’Università degli studi della Tuscia, socia fondatrice dell’associazione Arte in Memoria che da tempo promuove la posa delle pietre d’inciampo a Roma, con la stessa casa editrice aveva pubblicato nel 2017 un altro libro importante, già affrontato in queste pagine: La strada di casa. Il ritorno in Italia dei sopravvissuti alla Shoah.
“La figura di Piero – spiega l’autrice – meritava uno studio specifico e attento. La sua è infatti una storia ‘normale’, che non ha per protagonista né un eroe né un intellettuale. Una storia suo modo assai rappresentativa della Shoah nel nostro paese. Preziosa anche per ricostruire un pezzo meno conosciuto dell’ebraismo romano. Quello non di ‘piazza’, quello della piccola borghesia”.
Scampato alla razzia del 16 ottobre 1943, Piero ha vissuto nascosto fino alla sera del 7 aprile 1944, quando insieme ai genitori, ai due fratelli, alla sorella, a uno zio e al nonno è stato arrestato e rinchiuso a Regina Coeli. Unico sopravvissuto della sua famiglia dall’inferno di Auschwitz, ha cercato di ricostruire la sua “seconda vita” basandosi sul lavoro e sugli affetti rimasti. Per decenni non ha raccontato nulla di quanto vissuto. Col tempo ha però trovato nella parola la ragione della sopravvivenza ed è diventato, come spiega Guida, “uno dei più impegnati Testimoni italiani”.
L’autrice ricorda Piero come “un vero e proprio gigante della democrazia”. Un compito esercitato “nei viaggi, nei discorsi, nei toni, con la sua indignazione: Piero era un uomo che si indignava profondamente per ogni ingiustizia e ignoranza di cui era testimone”.
Il libro, che ha la prefazione di Bruno Maida ed è impreziosito da un ritratto dell’artista Georges De Canino, è dedicato alla ricercatrice romana Grazia Di Veroli (1961-2019), per anni accanto a Terracina in molteplici iniziative nelle scuole di tutto il Paese.
as
(18 febbraio 2021)