Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     23 Aprile 2021 - 11 Iyar 5781
IL FIGLIO DI MIREILLE KNOLL A PAGINE EBRAICHE  

"Il caso di Sarah Halimi ce l'ha dimostrato,
la Francia sta perdendo la sua anima"

Sfuggita in gioventù al rastrellamento del Vel d’Hiv, Mireille Knoll fu massacrata, nel marzo del 2018, dai suoi vicini di casa islamici. Accoltellata varie volte e poi bruciata viva: aveva 85 anni. Il processo contro i suoi assassini è in corso. Nessun processo inchioderà alle proprie responsabilità un altro brutale omicida: l’assassino di Sarah Halimi, anche lui musulmano. Anche lui spinto dall'antisemitismo. La Corte di Cassazione francese, come raccontato più volte su questi notiziari, ha scelto di non procedere perché lo stordimento procurato dal consumo di droga l’avrebbe reso “temporaneamente pazzo”. E quindi non punibile per le ripetute percosse, per averla scaraventata fuori dalla finestra del suo appartamento. 
Daniel Knoll, il figlio di Mireille, non si dà pace. “È successo qualcosa di orribile. Uno scandalo”, dice a Pagine Ebraiche.
“Dobbiamo contestare questa follia senza tregua. Per questo sarò a Parigi, domenica pomeriggio, alla grande manifestazione che si svolgerà in piazza del Trocadero. Sarò al fianco di William Attal, il fratello di Sarah. Ammiro la determinazione di questa famiglia, il modo in cui sta portando avanti la sua battaglia. È possibile che anche io parli, che dica la mia”. 

Per Knoll la sentenza è un trionfo dell’ipocrisia: “Si riconosce che c’è stato un movente antisemita. Ma si arriva ad affermare che chi ha compiuto questo orribile delitto è un ‘pazzo’. Ma un pazzo non pronuncia slogan antisemiti mentre uccide la sua vittima. Nessuno ha mai controllato il suo telefono, e neanche il suo profilo Facebook. Si è perso del tutto l’aspetto umano della questione: una povera donna martirizzata. Sembra – afferma sconsolato – di vivere su un altro pianeta”. 
Due temi inquietanti, tra i molti che sono emersi: “Un diffuso ‘Laissez aller’: ormai si può fare di tutto, davvero di tutto, con la garanzia dell’impunità. E poi l’indifferenza, un’indifferenza che si tocca con mano ogni giorno di più. È sconvolgente”. Qualcuno, per fortuna, ne è immune: “Esistono parti sane della politica e del mondo intellettuale che stanno facendo sentire la loro voce. E poi leader religiosi che saranno con noi in piazza a protestare: rappresentanti cristiani, ma anche musulmani. Segnali importanti, perché la lotta non può essere dei soli ebrei”.

Knoll non è però ottimista: "Il silenzio è purtroppo prevalente. I francesi che reagiscono sono pochi. Non sono sorpreso. Già nel 2012, quando dei bambini furono uccisi nell'attentato alla scuola ebraica di Tolosa, la mobilitazione risultò insignificante. Ripeto: dei bambini, dei bambini massacrati. È come se il Paese avesse smarrito la sua anima. E questo fa paura".
Daniel spera di poter presto inaugurare la strada che a Parigi, su iniziativa dell’amministrazione comunale, farà memoria del nome della madre. “Siamo un po’ in ritardo per via del Covid, ma presto si farà. L’obiettivo, in ogni caso, è di andare ancora più lontano. Di ottenere ad esempio che in tutta la Francia ci sia una giornata dedicata a Mireille Knoll. Per ricordare quanto è avvenuto e per far sì che non succeda mai più. La gente, purtroppo, dimentica in fretta”. 
Pensando alla madre, Daniel si commuove: “A noi figli ha trasmesso l’amore per la vita, per l’impegno responsabile e per il prossimo. La sua passione erano i viaggi, le piaceva andare in giro per il mondo. Appena possibile, tornerò a farlo anche io”. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(Nell’immagine in basso Mireille Knoll con il figlio Daniel e la nipote Jessica)

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LA MOBILITAZIONE IN VISTA DELL'APPUNTAMENTO DI DOMENICA 

"È tempo di verità, è tempo di giustizia"

Domenica 25 aprile, piazza del Trocadero. La Francia che non si arrende al verdetto della Cassazione si è data appuntamento in questo simbolico luogo. 
Si annuncia, nel rispetto delle regole anti-Covid, un evento molto partecipato. 
“Tutte le parole di solidarietà e tutte le iniziative pubbliche sono un conforto. Ci danno forza per andare avanti” ha detto ieri a Pagine Ebraiche Yonathan Halimi, il figlio di Sarah. 
“La decisione presa negli scorsi giorni è irresponsabile, incomprensibile e incoerente. Ci tocca nel profondo. Restare in silenzio – le sue parole – non è possibile”. Da Israele, dove vive da vari anni, un appello al suo Paese d'origine a "prendere coscienza del problema e agire”. 
In piazza, come annunciato proprio su questo notiziario, ci sarà anche Marek Halter. “Su certi temi – ha affermato il noto intellettuale – non ci possono essere ambiguità. La gran parte dei cittadini islamici è ben felice di vivere e progredire accettando le leggi dello Stato. Ne sono testimone io stesso e continuerò a fare di tutto, a battermi per difendere la prospettiva di una società multiculturale dove ogni ‘differenza’ abbia piena voce e dignità. Al contrario, con gli estremisti, serve la massima fermezza". Ma senza un sistema giudiziario all'altezza, la sua riflessione, "andremo poco lontano”. 
Tra gli altri il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia ha parlato di “indignazione profonda”. E ha rivolto un appello a tutti i cittadini francesi affinché, con le vie concesse dal diritto, e nel rispetto delle leggi della Repubblica, si intervenga per ripulirsi "di questo atto disonorevole che mette in pericolo tutti”. Una riforma del sistema giudiziario invocata da molti in queste ore.
Numerose città francesi e nel mondo si uniranno a Parigi con proprie iniziative per chiedere "verità" e "giustizia". Anche a Roma, su impulso della Comunità ebraica locale, si terrà un sit-in di protesta in prossimità dell'ambasciata francese. L'evento avrà inizio alle 15.

SORGENTE DI VITA  

Il coraggio di Elena

In occasione della Festa della Liberazione, la puntata di Sorgente di Vita, in onda su Raidue domenica 25 aprile, si apre con un servizio su Elena Di Porto, popolana ribelle e antifascista.
Nata nel 1912 in una famiglia umilissima in via Portico d’Ottavia a Roma, nel periodo più buio per gli ebrei romani Elena si comportò da vera e propria eroina, contrastando a viso aperto le squadracce fasciste e in seguito i nazisti.

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Noi e loro, le forme dell'odio
“Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato”. Così scriveva Catullo nel carme 85. Milena Santerini riesuma incidentalmente questi antichi versi per avviare una riflessione sulle forme dell’odio che inquinano la nostra esistenza. Nel suo nuovo, interessante volume intitolato La mente ostile. Forme dell’odio contemporaneo (Raffaello Cortina Editore, Milano 2021) ci accompagna attraverso un percorso affascinante e lontano da ogni retorica, proponendo un approccio multidisciplinare fondato su solide basi scientifiche.
 
Gadi Luzzatto Voghera
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Il corso della nostra vita
"‘Aqavià figlio di Mahalalel affermava: rifletti su tre cose e non commetterai alcuna colpa. Sappi da dove sei venuto. Quale è la tua destinazione. Davanti a chi dovrai rendere conto e ragione. Da dove sei venuto? Da una goccia putrida Quale è la tua destinazione? Un luogo di polvere e putredine. Davanti a chi dovrai render conto e ragione? Davanti al Supremo Re dei Re, il Santo Benedetto Egli sia. (Avòt, 3;1)”. Ognuno di noi dovrebbe avere ben impresso nella mente, per tutta la sua vita, questo fondamentale insegnamento.
Rav Alberto Sermoneta
Accuse, difese, maldicenza
Non intendo occuparmi del caso specifico, di cui so poco o nulla, e di cui comunque si possono occupare legittimamente solo i giudici. Ma che otto giorni di ritardo siano troppi per denunciare una violenza sessuale è una cosa che davvero non si può sentire; è molto inquietante che sia stata detta da un personaggio politico di rilievo – anche se è noto che alcuni genitori quando si tratta di difendere i propri figli sragionano (noi insegnanti ne sappiamo qualcosa) – ed è ancora più inquietante che in alcuni casi questa assurdità sia stata riferita dai media senza alcuna forma di presa di distanza.
Anna Segre
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L'Algeria e il nazismo
“Disegnato a carboncino o con il gesso, il suo emblema, quella croce dai rami spezzati in modo strano che sembrava una ruota, ricopriva i muri della città. C’erano croci gigantesche dipinte con il catrame accanto alla scritta ‘Viva Hitler!’. Ci si ritrovava ovunque naso a naso con quel sigillo e con quelle scritte. L’uomo che portava il nome di Hitler era talmente forte che nessuno avrebbe osato misurarsi con lui. E partiva alla conquista del mondo. E ne sarebbe stato il re. E quell’uomo così potente era amico dei musulmani(...)". 
Francesco Moises Bassano
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