LA KNESSET HA VOTATO PER L'ESECUTIVO 

Il governo Bennett-Lapid verso la fiducia,
un nuovo corso per Israele

Dopo due anni e mezzo di crisi politica e quattro elezioni della Knesset, un nuovo governo sta giurando in queste ore in Israele. Per la prima volta in 12 anni, Netanyahu, leader del Likud, non ne sarà il capo. A guidare il paese invece, in rotazione, saranno Naftali Bennett e Yair Lapid, sostenuti da una coalizione di otto partiti. Dalla destra di Yamina e Nuova Speranza passando per la sinistra laburista e del Meretz, fino al partito arabo Ra'am, tutti i 61 parlamentari dell'intesa sono chiamati a votare la fiducia al “governo del cambiamento”. Con la conferma, il nuovo Primo ministro Naftali Bennett, ex uomo dell'high tech e rappresentante della destra nazional-religiosa (Yamina) guiderà il paese per i primi due anni, poi sarà il turno di Lapid, che nel mentre sarà ministro degli Esteri. 
Sarà lui a sostituire in via Balfour, sede a Gerusalemme del Primo ministro, l'uomo che per anni ha ammirato: Benjamin Netanyahu. Al leader del Likud e alla sua consorte Sara, come preannunciato, Bennett ha espresso la propria gratitudine nel discorso prima del voto di fiducia. “Entrambi avete sacrificato molto per lo Stato di Israele”, le parole di Bennett, interrotto a ripetizione dal leader del partito di estrema destra Sionismo Religioso Bezalel Smotrich, poi allontanato dalla Knesset. Ma anche dai parlamentari del Likud e dai partiti religiosi. Interruzioni continue che il presidente del parlamento Yariv Levin ha cercato di placare. “Ci sono momenti nella storia ebraica in cui il disaccordo va fuori controllo e ci mette in pericolo”, ha detto nel suo discorso Bennett, parlando anche del presente. “Stiamo affrontando una sfida interna, la spaccatura che sta lacerando il nostro popolo, che possiamo vedere qui proprio ora. Questa spaccatura... ci ha portato in un vortice di odio e faide interne”, ha proseguito, parlando della nuova intesa come di un importante compromesso. Un compromesso diretto a portare a diverse riforme che il suo governo, ha sostenuto Bennett, ha intenzione di attuare su questioni legali, sociali e religiose. “Il ministro delle finanze Lieberman guiderà un programma per ridurre il numero di disoccupati causati dalla pandemia”, una delle promesse. Tra queste, alcune molto diverse fra loro: dalla rottura del monopolio della casherut in Israele, alla creazione di una nuova università in Galilea fino alla costituzione di una commissione d'inchiesta sull'incidente a Meron. Il leder di Yamina si è poi rivolto direttamente alla realtà araba. “Apriremo un nuovo capitolo nelle relazioni con i cittadini arabi”, ha dichiarato, attribuendo a Netanyahu il merito di aver “aperto la strada” alla cooperazione con Mansour Abbas e il suo partito radicale islamico Ra'am. Il riferimento è al tentativo iniziale di Netanyahu di accordarsi proprio con Abbas per sostenere un suo eventuale governo. Sostegno che alla fine Ra'am ha deciso di dare al duo Bennett-Lapid. 
In ambito di politica estera, Bennett è intervenuto contro un accordo sul nucleare iraniano, al centro di una nuova trattativa tra l'amministrazione Biden e Teheran. “Riprendere un accordo nucleare con l'Iran è un errore che legittimerà uno dei regimi più violenti del mondo”, le parole del nuovo Premier. “Israele non permetterà all'Iran di ottenere armi nucleari. Israele non è parte dell'accordo e manterrà piena libertà di azione”, ha avvertito. D'altro lato Bennett ha ringraziato il presidente americano Biden per essere stato al fianco di Israele durante le ultime violenze a Gaza. “Spero che il cessate il fuoco nel sud continui, ma se Hamas sceglierà di nuovo la via della violenza contro gli israeliani, si scontrerà con un muro d'acciaio”, ha aggiunto.

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LE CANDIDATURE POTRANNO ESSERE INVIATE ENTRO IL 9 LUGLIO

Un nuovo preside per la Scuola ebraica di Milano,
il bando pubblicato dalla Comunità

Dopo il complicato periodo della pandemia, la Scuola ebraica di Milano guarda con fiducia al futuro. E lo fa anche attraverso la ricerca di un nuovo preside: è stato infatti deliberato dal Consiglio della Comunità ebraica il bando per un nuovo dirigente scolastico. Le candidature devono essere inviate entro e non oltre il 9 luglio 2021 all’indirizzo mail miriam.levi@com-ebraicamilano.it. “Siamo molto soddisfatti della delibera del bando, tenuto in sospeso a causa del covid. Speriamo di trovare tra i candidati il preside che possa guidare il futuro di questa scuola. Importante sarà sia il lavoro sulla didattica, ma allo stesso tempo quello identitario”, evidenzia l'assessore alla Scuola della Comunità Timna Colombo. Come si sottolinea nel bando (clicca qui), infatti, la Scuola ebraica “intende formare cittadini consapevoli della propria identità ebraica e del proprio ruolo civile con una preparazione di alto livello nel rispetto dei programmi ministeriali. La scuola intende trasmettere la memoria della storia, i valori della tradizione, della religione ebraica e fornire agli studenti una chiara coscienza della loro identità. L’istituzione opera in costante sinergia con il Rabbino Capo di Milano e le materie ebraiche sono parte integrante del curriculum scolastico accrescendo la qualità dell’offerta formativa e culturale”.

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PAGINE EBRAICHE - GIUGNO 2021

In cerca di una casherut alternativa

Per decenni il popolare Café Kadosh, oramai un’istituzione a Gerusalemme, ha fatto affidamento sulla certificazione casher del rabbinato centrale d’Israele. I suoi titolari, i coniugi Itzik e Keren Kadosh, avevano avuto alcuni scontri con i controllori inviati dal rabbinato centrale, ma non si erano mai spinti fino a una rottura definitiva. I loro prodotti, a base di latte, sono realizzati secondo le regole alimentari ebraiche (quindi viene rispettato il divieto di mischiare carne e latte), e per l’esercizio commerciale è importante avere il timbro del Gran rabbinato che certifichi che tutto sia in regola, con controlli minuziosi sui prodotti e sulla cucina. È importante a maggior ragione perché questi timbri sono gestiti in una condizione di monopolio: sulle certificazioni casher (che in ebraico significa adatto) il Gran Rabbinato è l’istituzione competente e ha l’ultima parola in materia. Il problema è quando questa ultima parola viene percepita dagli esercenti come un abuso. Come nel caso dei coniugi Kadosh. “La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata quando un ispettore (del Gran rabbinato) è entrato e ha urlato contro i nostri dipendenti perché sui nostri dolci non era stato applicato un adesivo che indicava il fatto che sono prodotti caseari. Ma il nostro certificato è caseario, tutti i nostri prodotti sono caseari. – la contestazione della coppia diventato praticamente un caso nazionale – Noi non accetteremo mai di attaccare adesivi con colla tossica sul nostro cibo”.

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LA FESTA PER L'ANNIVERSARIO 

“Opera del Tempio Ebraico di Firenze,
25 anni di sfide e grandi traguardi”

Esattamente 25 anni fa, il 13 giugno del 1996, nasceva per iniziativa di Enzo Tayar l’Opera del tempio ebraico di Firenze.
Un quarto di secolo d’impegno su vari fronti: la sinagoga fiorentina, interamente restaurata nelle sue componenti esterne (dalla cupola alle facciate, dai tetti all’illuminazione) e con in corso i restauri delle decorazioni interne delle volte e delle pareti. Ma anche una parte significativa del resto del patrimonio cultuale e culturale dell’ebraismo toscano: dal restauro del cimitero monumentale di viale Ariosto, sempre a Firenze, a quello delle stanze della sinagoga di Siena, per arrivare al recupero dell’antico cimitero di Monte San Savino. E molto altro ancora.
Quest’oggi, nel giardino della sinagoga fiorentina, l’occasione per festeggiare questi anni di intenso lavoro. Tre schermi con la rotazione di 700 immagini. Un bilancio sul tratto di strada percorso. Ma anche l’occasione per mettere a fuoco nuovi obiettivi, enunciati nel suo intervento dal presidente dell’Opera del Tempio, l’architetto Renzo Funaro, che è anche vicepresidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia. Tra questi il recupero del salone intercluso tra le due cupole del Tempio: uno spazio ampio, che si vorrebbe dedicare alla memoria dei deportati in campo di sterminio. “Il Tempio fu minato dai tedeschi. Ma la Germania, dal dopoguerra in poi, non ha fatto niente per sostenerne il recupero. Se da Berlino arrivasse un aiuto sarebbe un fatto importante, anche dal punto di vista simbolico. Ci stiamo attivando in questo senso”, spiega Funaro.

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Cambiare idea
Con Années de guerre, ora edito in nuova versione dalle edizioni Autrement, emergono i racconti entusiasti di Stalin scritti da Vasilij Grossman negli anni di guerra.
È sempre pericoloso costruirsi degli eroi di carta. In ogni caso non sposto Vita e destino dal ripiano della libreria ad altezza occhio.
Gli affascinati del pensiero coerente e fedele a se stesso se si sentono traditi da Vasilij Grossman possono consolarsi con Bagatelle per un massacro di Louis-Ferdinand Céline. Uno che, come i suoi lettori entusiasti, non ha mai cambiato idea.
                                                                          David Bidussa
Corretti e correttori
La divisione in tifoserie, spesso assordate dallo stesso rumore che vanno facendo da sole, non aiuta mai a comprendere il disegno degli eventi e l’intelligenza dei fatti. Ovvero, non permette di capire cosa stia per davvero succedendo. Già diverse volte si è parlato su queste pagine, direttamente o indirettamente, di pensieri, affermazioni, condotte, atteggiamenti riconducibili al cosiddetto «politicamente corretto» e alla «cancel culture». 
                                                                          Claudio Vercelli
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