Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    20 Ottobre 2021 - 14 Cheshvan 5782

INUTILI GLI APPELLI E LE MOBILITAZIONI 

La Francia perde il Mahzor Luzzatto,
all'asta tra le polemiche

Non sono bastati gli appelli pubblici alle istituzioni pubbliche di Francia. Alla fine il prezioso Mahzor Luzzatto, raccolta medievale di preghiere ebraiche per Rosh HaShanah e Kippur, è stato venduto ad un privato in un’asta pubblica gestita da Sotheby a New York. La cifra a cui è stato battuto ha superato ogni previsione: 8,3 milioni di dollari. Una somma che ora andrà a risollevare le finanze della Alliance Israélite Universelle (AIU). È stata la storica organizzazione ebraica francese infatti a mettere in vendita il Mahzor Luzzatto, così chiamato perché appartenuto all’illustre ebraista italiano Samuel David Luzzatto (1800-1865). “Comprendo l’emozione di vedere questo prezioso bene andare oltreoceano, ma come leader dell’Alliance Israélite Universelle avevamo il dovere e la responsabilità di garantire l’equilibrio finanziario dell’istituzione” aveva affermato al giornale ebraico france Actualité Juive il vicepresidente dell’Alliance Roger Cukierman. Non avendo trovato sponde nel pubblico, rilevava Cukierman, si era deciso di affidarsi a Sotheby. Una scelta che ha generato però polemiche e una mobilitazione in rete per fermare la vendita all’asta. In particolare una petizione online, firmata da volti noti del mondo culturale francese, chiedeva di adottare "tutte le soluzioni possibili per classificare il Mahzor come ‘opera di grande interesse patrimoniale" per la Francia. Una procedura che avrebbe permesso agli eventuali finanziatori di donare l’opera allo Stato francese e beneficiare in cambio di detrazioni fiscali fino al 90%.
“Sebbene l’AIU non sia soggetta alla regola dell’inalienabilità che tutela le collezioni pubbliche francesi – si leggeva nella petizione pubblicata su Le Monde – come non commuoversi davanti a un’istituzione così prestigiosa, dedita alla conoscenza sin dalla sua creazione nel 1860, con una rete di scuole che hanno promosso la lingua francese e i valori della Repubblica in tutto il mondo mediterraneo, che abbandona il suo patrimonio più prezioso?”. E ancora: “Come non stupirsi che la Francia, che ospita la più grande popolazione ebraica d’Europa e la terza più grande del mondo, faccia uscire dal suo territorio un patrimonio così emblematico, acquisito molto presto dalla biblioteca AIU, la cui collezione è stata appena recuperata dopo la sua spoliazione da parte dei nazisti?”.

L'INTERVENTO UCEI DOPO L'ENNESIMO SQUALLIDO EPISODIO

"Via fascisti e odiatori dal mondo del calcio"

“Immediata sospensione dal servizio”, oltre a una eventuale “risoluzione dei contratti in essere”.
Sono i provvedimenti annunciati dalla società calcistica Lazio contro il proprio falconiere.
In un video diventato virale l’uomo, con l’aquila Olimpia emblema del club al braccio, si produce in alcune azioni di inequivocabile simpatia e nostalgia del fascismo rivolte ai sostenitori della squadra capitolina.
Si tratta della prima risposta alla presa di posizione della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che in una nota subito ripresa dai principali mezzi d’informazione ha evidenziato: “Davanti all’ostentazione di gesti e simbologie che rievocano ideali fascisti non possono esserci ambiguità e tentennamenti”. Il caso specifico, come tanti altri in passato, non lascia spazio a dubbi.
“Si intervenga, da parte della società e dalla Federazione, con la massima urgenza ed efficacia. Via i fascisti e gli odiatori dal mondo del calcio”, la ferma richiesta dei vertici dell’Unione. Un’azione da compiere con la massima celerità anche perché, si ricorda, l’odio da curva dal campo “si propaga in ogni piazza”.
Celerità e piena consapevolezza del problema. Quella che sembra mancare alla Lazio nel momento in cui, nella nota diffusa stamane, si parla di mancato rispetto del “codice etico in vigore” da parte di uno dei suoi “fornitori”. Come se la questione non la riguardasse e investisse direttamente.
A prescindere dall’esito della giustizia sportiva, annuncia la Presidente Di Segni, l’UCEI si riserva comunque la possibilità di intraprendere un’azione legale. Contestualmente è rinnovato l’appello al legislatore affinché sia rivisto il reato di apologia al fascismo, presente a livello di norma ma nella realtà dei fatti sempre meno applicato.

L'INIZIATIVA AI LINCEI CON IL PATROCINIO DELL'UNIONE

"Società, economia, istituzioni:
donne sempre più protagoniste"

"La speranza è che iniziative come quella odierna fungano da stimolo per riflettere sulla necessità di attivare uno scambio consapevole, promuovendo il dialogo anche tra posizioni diverse, sui grandi temi che concorrono a rafforzare il pieno contributo delle donne alla vita sociale, economica e istituzionale”.
È l’auspicio del Capo dello Stato Sergio Mattarella, così intervenuto in un messaggio di cui è stata data lettura durante i ‘Dialoghi a Spoleto’.
La manifestazione ideata e curata dalla giornalista Paola Severini Melograni, il cui appuntamento principale è in svolgimento a Roma nella sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei, ha come filo conduttore una riflessione approfondita su “Donne, teologia e spiritualità”.
Argomento oggetto anche di un panel specifico che ha visto tra gli altri l’intervento della professoressa Irene Kajon docente di Antropologia Filosofica all’Università La Sapienza e di Pensiero e Religione ebraici presso la Pontificia Università Lateranense.
L’iniziativa si è aperta con il benvenuto di Roberto Antonelli, il presidente della prestigiosa Accademia. A portare i saluti dell’UCEI, che ha patrocinato l’evento, la coordinatrice di progetti culturali e formativi Raffaella Di Castro. Un’occasione per parlare anche dei risultati e delle prospettive di Not in My Name, il progetto interreligioso di contrasto alla violenza sulle donne coordinato dall’Unione e che ha visto il coinvolgimento di studenti di varie scuole italiane.

Ticketless - Tre piani, due storie, una riflessione
Israele visto dall’Italia, l’Italia vista da Israele. Un capitolo di storia della cultura che mi interessa da anni. Mi era capitato di occuparmene, e di scriverne qui, in occasione dell’uscita del volume di Mario Toscano (L’Italia racconta Israele, Viella, 2018). In questi ultimi mesi la intricata storia s’è arricchita di due capitoli che mi hanno costretto a riflettere.
Del primo, il caso-Eitan, mi manca il coraggio di parlare, tanto mi rattrista la vicenda di questo bambino e del penoso caso giudiziario che lo vede a sua insaputa coinvolto. Una vicenda che purtroppo smaschera antichi e irrisolti problemi nel rapporto non solo fra Italia e Israele, ma anche fra Israele e diaspora. Mi appassiona di più il secondo caso-studio: la trasposizione cinematografica operata da Nanni Moretti sul romanzo Tre piani (Neri Pozza) di Eshkol Nevo. Dopo mesi e mesi di lontananza sono ritornato al cinema per vedere se e come la tranquilla palazzina di Tel Aviv potesse essere trasferita nei quartieri romani cari a un regista che seguo dagli esordi – non fosse altro che per la contiguità anagrafica. Devo confessare che la delusione è stata grande.
Alberto Cavaglion
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Da Roma a Torino, note ritrovate
A partire da giugno 1940 lo Stalag IIB Hammerstein (oggi Czarne, Polonia) ospitò prigionieri di guerra polacchi, belgi, francesi, serbi, statunitensi, Internati Militari Italiani e sovietici; questi ultimi erano alloggiati presso il Lager-Ost, il binario della ferrovia li separava dalla restante area del sito.
Francesco Lotoro
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