La Francia perde il Mahzor Luzzatto, venduto all’asta tra le polemiche
Non sono bastati gli appelli alle istituzioni pubbliche di Francia. Alla fine il prezioso Mahzor Luzzatto, raccolta medievale di preghiere ebraiche per Rosh HaShanah e Kippur, è stato venduto ad un privato in un’asta pubblica gestita da Sotheby a New York. La cifra a cui è stato battuto ha superato ogni previsione: 8,3 milioni di dollari. Una somma che ora andrà a risollevare le finanze della Alliance Israélite Universelle (AIU). È stata la storica organizzazione ebraica francese infatti a mettere in vendita il Mahzor Luzzatto, così chiamato perché appartenuto all’illustre ebraista italiano Samuel David Luzzatto (1800-1865). “Comprendo l’emozione di vedere questo prezioso bene andare oltreoceano, ma come leader dell’Alliance Israélite Universelle avevamo il dovere e la responsabilità di garantire l’equilibrio finanziario dell’istituzione”, aveva affermato al giornale ebraico francese Actualité Juive il vicepresidente dell’Alliance Roger Cukierman. Non avendo trovato sponde nel pubblico, rilevava Cukierman, si era deciso di affidarsi a Sotheby. Una scelta che ha generato però polemiche e una mobilitazione in rete per fermare la vendita all’asta. In particolare una petizione online, firmata da volti noti del mondo culturale francese, chiedeva di adottare “tutte le soluzioni possibili per classificare il Mahzor come ‘opera di grande interesse patrimoniale’” per la Francia. Una procedura che avrebbe permesso agli eventuali finanziatori di donare l’opera allo Stato francese e beneficiare in cambio di detrazioni fiscali fino al 90%.
“Sebbene l’AIU non sia soggetta alla regola dell’inalienabilità che tutela le collezioni pubbliche francesi, – si leggeva nella petizione pubblicata su Le Monde – come non commuoversi davanti a un’istituzione così prestigiosa, dedita alla conoscenza sin dalla sua creazione nel 1860, con una rete di scuole che hanno promosso la lingua francese e i valori della Repubblica in tutto il mondo mediterraneo, che abbandona il suo patrimonio più prezioso?”. E ancora, “Come non stupirsi che la Francia, che ospita la più grande popolazione ebraica d’Europa e la terza più grande del mondo, faccia uscire dal suo territorio un patrimonio così emblematico, acquisito molto presto dalla biblioteca AIU, la cui collezione è stata appena recuperata dopo la sua spoliazione da parte dei nazisti?”. Il Mahzor Luzzatto fa parte da 150 anni del patrimonio dell’Alliance, che può vantare una biblioteca con oltre 25mila tra manoscritti, volumi stampati, fotografie e altri documenti. L’organizzazione francese aveva infatti acquistato il prezioso manoscritto nel 1870, pochi anni dopo la scomparsa a Padova di Samuel David Luzzatto, anche noto come Shadal. L’opera è firmata da un sofer di nome Abraham ed è stata realizzata attorno al 1270-1300 nel sud della Germania. “Le centinaia di pagine di questo capolavoro, con le loro delicate illustrazioni di animali ed esseri fantastici, architettura gotica, shofar e scialli di preghiera, raccontano la storia della comunità ashkenazita alla fine del XIII secolo. Ancora di più, si tratta di un tesoro universale che, in ogni sua stazione di passaggio, ha accumulato toccanti segni d’uso che sono ancora in evidenza”, la descrizione del critico d’arte israeliano Sefy Hendler, che su Haaretz aveva definito il volume come “La Gioconda ebraica”, perfetta e senza prezzo. E allo stesso tempo aveva esortato lo Stato di Israele a comprarlo per la collezione della Biblioteca Nazionale. Non è accaduto anche perché, ha spiegato a Israel Hayom un portavoce della Biblioteca, si trattava di un’operazione economicamente complessa.
Anche l’appello in Francia non ha avuto seguito. “Il ministero della cultura (francese) ha respinto la richiesta di classificare il Mahzor come patrimonio nazionale. – scrive la storica Noëmie Duhaut dell’Istituto di Storia Europea Leibniz – Su quali basi? Lo stato ha già due manoscritti di natura e valore simili. Quindi non investirà un solo euro in più in questo tipo di lavoro”. A Le Monde Isabelle Le Masne de Chermont, direttrice del dipartimento manoscritti della Bibliothèque nationale de France, ha raccontato di aver analizzato il manoscritto per quattro ore, concludendo si trattasse di un’opera magnifica, “ma non classificabile come tesoro nazionale”. Questo perché, l’analisi della direttrice, l’opera è incompleta e non ha origine in Francia. “Molti capolavori nelle collezioni nazionali non sono francesi”, la replica di Claire Decomps, curatrice capo del Museo di Arte e Storia Ebraica. “Anche se scritto in Germania, il manoscritto fu usato dagli ebrei espulsi dalla Francia nel 1306”. E quindi con la Francia ha un legame secolare.
Ora però il paese se ne è privato e il Mahzor Luzzatto, secondo quanto scrivono i media, è passato in mano a un privato americano al momento anonimo.
dr