Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui   2 Novembre 2021 - 27 Cheshvan 5782
LA RIFLESSIONE DI RAV SOMEKH SULL'EBRAISMO ITALIANO

Il messianesimo, Isacco Artom e la crisi delle comunità

“Disse il Santo Benedetto: In questo mondo, per la cattiva inclinazione, le Mie creature si sono divise e frazionate in settanta lingue, ma nel Mondo a Venire tutte si uniranno per invocare il Mio Nome e per servirmi, come è detto: ‘Perché allora darò in cambio ai popoli un linguaggio puro, affinché tutti possano invocare il Nome di H. e servirLo con unanime consenso’” (Tzefanyah 3,9; Midrash Tanchumà, P. Noach, 19). È questa una delle numerose fonti che ci dipingono l’epoca messianica, un’età che sarà segnata dalla pace durevole, dalla felicità e dalla gioia universali. La domanda che questi testi suscitano è: quale sarà il ruolo del popolo ebraico una volta che avrà in un certo senso esaurito la propria missione millenaria? Ci sarà ancora posto per esso? Esisteranno ancora la Torah e le Mitzwot?
Maimonide conclude il suo Mishneh Torah riprendendo quanto già afferma Shemuel nel Talmud: “Non si pensi che ai tempi del Mashiach muti alcunché di come va il mondo… I Maestri hanno affermato che l’unica differenza fra il mondo attuale e l’età messianica consisterà solo nella soppressione dell’asservimento di Israel ai regni (stranieri: shi’bbud malkhuyyot)” (Hil. Melakhim 12, 1-2). Insomma, l’oppressione che infligge a Israel un mondo ostile finirà ed egli sarà restaurato nella posizione eminente assegnatagli dal buon D.: ben altro che annullamento!
In un altro passo Maimonide, parlando dell’età messianica, aggiunge che “i cinque libri della Torah e le Halakhot della Torah Orale non si annulleranno mai” (Hil. Meghillah, 2,18) a differenza dei testi profetici, in polemica con il cristianesimo che riserva proprio a questi ultimi la preminenza e la sopravvivenza. L’invocazione unanime del Nome Divino di cui parla il Profeta Tzefanyah si realizzerà dunque nel fatto che tutte le nazioni accetteranno la nostra Torah senza omissioni. Del resto, immaginare che un sistema di pensiero possa predicare la propria dissoluzione, sia pure al servizio dell’ideale più nobile come la pacificazione universale, sarebbe un’assurdità logica, prima ancora che teologica. È stolto pensare che l’ebraismo lavori per autodistruggersi. Il messianismo non ci priverà della nostra identità. Israele e la Sua Torah rimarranno nella loro integrità.
Ma a metà Ottocento c’era chi contestava apertamente questo assunto. “Il talmudismo fu per lui una fase necessaria bensì, ma passeggera del giudaismo. Questa forma deve essere abbandonata ora che le leggi non fanno distinzione fra ebreo e cattolico e protestante. Egli non sogna un Messia che richiami i raminghi alla Palestina; all’opposto la rovina della nazionalità (ebraica) è per lui la più alta prova della missione cosmopolita dei figli d’Israele”. Queste parole uscirono dalla penna di Isacco Artom, il grande statista astigiano (fu segretario di Cavour oltre che ambasciatore dei Savoia in varie capitali europee) i cui scritti sono ora oggetto di un accurato studio condotto da Liana Elda Funaro e pubblicato questa estate fra i “Quaderni dell’Archivio Ebraico Terracini” di Torino (“La Scuola del Silenzio: per un profilo di Isacco Artom”, Belforte, Livorno, 2021) con prefazione di Alberto Cavaglion, grazie a una benemerita iniziativa della famiglia Luzzati-Bassani originaria di Asti.
Nello scritto citato, riportato a p. 88 del volume, Artom riferisce l’insegnamento di Ludwig Philippson, un rabbino riformato tedesco del suo tempo la cui opera era stata introdotta in Italia dal Rabb. Lelio Della Torre ed ebbe una certa notorietà nel nostro paese per oltre un secolo. “Lo svolgimento dell’idea religiosa nel giudaismo, nel cristianesimo e nell’islamismo” di Philippson (Lipsia, 1847) vide infatti la luce in versione italiana a cura della Rassegna Mensile d’Israel nel 1957 in una “Collana di opere ebraiche e sionistiche” (sic!) con la prefazione nientemeno che di Dante Lattes!
Non mi resta a questo punto che ringraziare quanti sono stati coinvolti nella recentissima impresa editoriale. Il merito principale della ricerca sul carteggio di Artom consiste, dal mio punto di vista, nel mettere finalmente in luce un importante retroterra ideologico dell’ebraismo italiano contemporaneo. Dal libro della Funaro emerge che lo statista piemontese godette di carisma anche fra i suoi correligionari. Richiamandosi a Philippson, Artom auspicava e pronosticava per il popolo ebraico un avvenire in cui esso si sarebbe interamente spogliato di ogni nazionalismo e pedantismo religioso, per ritornare a un vago mosaismo che lo avrebbe distinto dal resto della società solo per la mancata accettazione dei dogmi cristiani.
Il declino apparentemente irreversibile delle nostre Comunità è oggi sotto gli occhi di tutti: una “dissoluzione finale”! Per molte di esse la parola futuro è un taboo. La percentuale di matrimoni misti fra gli ebrei italiani è talmente elevata da non poter essere giustificata solo con la trascuratezza e il disinteresse dei più verso ogni vissuto ebraico. Talvolta si ha la sensazione di qualcosa di voluto, di trovarci di fronte al frutto di un programma deliberato. Mi sono sempre domandato a quali fonti potesse ispirarsi. Ora le ho trovate.
C’è un solo punto degli scritti di Artom sul quale mi sento coinvolto. Quando l’illustre correligionario piemontese taccia l’ebraismo rabbinico di immobilismo. Siamo davvero sicuri che chi ha la responsabilità di mantenere accesa la fiammella della nostra tradizione sia sempre al riparo da un’accusa del genere? Mi auguro che il XXI secolo, segnato dalla riscoperta dell’identità, imprima anche al nostro piccolo mondo i segnali di una svolta: “tutti i popoli della terra vedranno che hai il Nome Divino impresso su di te e ti rispetteranno” (Devarim 28,10).

Rav Alberto Moshe Somekh

Leggi

LA COORDINATRICE CONTRO L'ANTISEMITISMO E L'INIZIATIVA AL MEMORIALE DI MILANO

“Le democrazie si fondano sulla Memoria,
difenderla è compito di tutti”

Presentarsi davanti al Memoriale della Shoah di Milano per dare un segnale chiaro contro chi, come il mondo no vax e no green pass, strumentalizza senza vergogna la Shoah. È un gesto semplice, ma concreto quello che chiedono Memoriale, Comunità ebraica milanese e Comunità di Sant'Egidio: la più larga partecipazione possibile al presidio che hanno organizzato congiuntamente per questa sera (ore 18.00) in piazza Edmondo Safra.
“Ci troveremo davanti al Memoriale di Milano perché è un luogo simbolo della Shoah: da lì partirono i treni per Auschwitz”, sottolinea a Pagine Ebraiche la coordinatrice nazionale contro l'antisemitismo Milena Santerini. “Ci troveremo per esprimere insieme che la Memoria è viva, che è fondamentale per la nostra società e per questo non permetteremo che venga strumentalizzata, distorta, sminuita. 'Mai più Auschwitz' è un elemento fondativo della nostra democrazia, della nostra Europa”, spiega Santerini. Per questo, prosegue, è responsabilità di tutti respingere i paragoni impossibili tra persecuzione ebraica e green pass. “Non possiamo permettere a questa minoranza, in cerca di visibilità, di abusare della storia. A muoverli è un insieme di cose. Da un lato un vittimismo colpevole. Si presentano come vittime delle decisioni dello Stato. Un paradosso, considerando i provvedimenti che contestano sono stati decisi proprio dallo Stato per proteggerli. Non c'è ovviamente nessun fine persecutorio ed è quindi palese l'impossibilità di fare paragoni con il periodo delle leggi razziste o con i lager”. Dall'altro, aggiunge la coordinatrice contro l'antisemitismo, c'è un problema ideologico. “Non è solo ignoranza o presunta amnesia, dietro a chi vuole sminuire la portata della Shoah c'è anche un'ideologia e dobbiamo farci i conti e combatterla”. È quindi importante essere presenti al Memoriale e dire “a chi usa le stelle gialle, le casacche a righe e i simboli di Auschwitz che offendono le vittime, i sopravvissuti così come tutti noi”.

Leggi

IL PREMIER ISRAELIANO È IN SCOZIA, IL LEADER PALESTINESE IN MISSIONE IN ITALIA

Bennett a confronto con i grandi della Terra,
mentre Abbas cerca attenzione a Roma

Mentre la leadership israeliana, con il Primo ministro Naftali Bennett in testa, è impegnata a Glasgow per parlare di clima e futuro del pianeta, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas cerca di guadagnare attenzione a Roma. In queste ore infatti Abbas è arrivato nella capitale italiana. E qui incontrerà il Capo di Stato Sergio Mattarella, il Presidente del Consiglio Mario Draghi, per poi fare visita in Vaticano a papa Bergoglio. Una missione di quattro giorni che trova, almeno per ora, poca attenzione sui media italiani e israeliani. L'obiettivo della visita, stando alle dichiarazioni della diplomazia di Ramallah, è quella di puntare il dito contro Israele. Il presidente palestinese vuole parlare alla controparte italiana delle “violazioni israeliane condotte nei Territori palestinesi, in particolare a Gerusalemme”. Difficile pensare che la solita retorica di Abbas, leader ultraottantenne da tempo declino, avrà un effetto concreto. Difficile anche alla luce di un Bennett che in Scozia è impegnato non solo a discutere di clima, ma anche a portare avanti le istanze d'Israele. E viene ritratto mentre conversa con tutti i grandi della Terra, dal Presidente Usa Joe Biden alla cancelliera tedesca Angela Merkel, dal Premier inglese Boris Johnson al presidente francese Emmanuel Macron.

Leggi

LO STOP DEL MINISTERO DELL'INTERNO FRANCESE AI TIFOSI LAZIALI 

Nuova figuraccia per il calcio italiano
“Per la Lazio un problema di fascismo”

Tutto fuorché un fulmine a ciel sereno la decisione del ministero dell’Interno francese di vietare ai tifosi della Lazio la prossima trasferta di Europa League a Marsiglia a causa del “comportamento violento” di una parte degli ultrà oltre che per “la ripetuta interpretazione di canti fascisti e la realizzazione di saluti nazisti”. Una pessima fama che ha portato all’adozione di questa misura straordinaria, duramente contestata dalla società capitolina che in una comunicazione di poco successiva sostiene di aver “sempre combattuto con azioni concrete i comportamenti violenti ed ogni tipo di discriminazione, dentro e fuori gli stadi” e di aver posto in essere “iniziative tese a promuovere i principi valoriali dello sport e il superamento di tutti gli steccati di carattere sociale, culturale, economico, etnico e religioso”. Nella nota la Lazio parla di “espressioni di qualunquismo che dovrebbero indignare tutti gli italiani”.
Anche stavolta, come ormai consuetudine a Formello, nessuna autocritica. Nessuno scatto di consapevolezza su un problema che sarebbe fuorviante delimitare alla sola curva laziale ma che in certi ambienti del tifo sembra aver raggiunto livelli davvero allarmanti. Spesso insufficienti le azioni della dirigenza a contrasto. Come nel caso, il più recente, della sospensione dal servizio del suo falconiere simpatizzante del fascismo.
“Sospendere non è una risposta adeguata ai fatti, di quel contratto andava fatta carta straccia” accusa Triantafillos Loukarelis, il direttore dell’Unar, in una intervista su Pagine Ebraiche di novembre in distribuzione incentrata sulla necessità di un cambio di passo. “Il rischio altrimenti è di mandare messaggi ambigui. E di ambiguità – incalza – qui ne abbiamo molta: le simpatie politiche del falconiere non saranno certo emerse nel momento in cui il video è diventato virale. Troppo facile e scontato condannare quando si apre un caso mediatico”.

Leggi

L'INQUIETANTE INIZIATIVA A MILANO OGGETTO DI UN'AUDIZIONE ALLA CAMERA

Film antisemita nelle edicole,
il caso arriva in Parlamento

La distribuzione nelle edicole del film antisemita Suss l’ebreo, un grande classico della propaganda nazista rispolverato da una società specializzata nel recupero di vecchie pellicole, sarà oggetto di una interrogazione parlamentare. Ad annunciarlo il deputato dem Emanuele Fiano.
“Come se niente fosse in edicola a Milano si può comprare Suss l’ebreo, la più importante opera di cinematografia nazista antisemita. Senza un’introduzione, senza una spiegazione, senza una storicizzazione. Così come se niente fosse. Come se – il suo commento – i nazisti fossero ancora tra noi e vendessero liberamente i loro prodotti”. Fiano ha anche annunciato l’intenzione di depositare una denuncia alla procura “per i reati descritti dalla Legge Mancino”.

Leggi

L'INIZIATIVA DELL'EDITORE ALL AROUND

Roma, coltivare la Memoria in periferia

Un’incursione inedita nelle sue modalità: il passato che va a graffiare il presente non in spazi di racconto abituali come una scuola o una sala conferenze ma nell’attesa di fare acquisti, consultare una lista e riempire un carrello. “Stimoli forti di consapevolezza, per riflettere su quello che è stato attraverso una comparazione tra vissuti quotidiani assai diversi. Non quello che normalmente ci si aspetterebbe in un supermercato” dice l’artista Vittorio Pavoncello, curatore per l’editore All Around di una collana dedicata alla Memoria.
“Memoria violenta”, una raccolta di interventi incentrati sui vent’anni che dall’omicidio Matteotti arrivano al 16 ottobre 1943, è il primo tassello di un percorso che sta riscuotendo interesse e riscontri significativi. Nel quadro della valorizzazione di questa raccolta di scritti, presentata di recente anche presso la Fondazione per il giornalismo Paolo Murialdi, vari punti vendita del gruppo Coop della Capitale hanno scelto di dar voce alle riflessioni che vi sono proposte nelle loro aree di massimo passaggio. Uno scenario insolito, ma rivelatosi efficace per la partecipazione che ha suscitato. In evidenza (con letture degli attori Stefano Flamia e Stefano Messina) il diario inedito dell’ebreo romano Franco Pacifico Di Segni, che giovanissimo trascorse mesi in clandestinità sui tetti di piazza Farnese.

Leggi

Il fascismo sdoganato
Il Corriere della Sera del primo novembre aveva come articolo di fondo “La paura dell’eterno fascismo” di Ernesto Galli della Loggia, un magnum di champagne per Meloni e Salvini dopo un mese di cocenti delusioni.
Negli anni ho imparato che esiste più la casualità, che la programmazione, ma se l’articolo fosse stato nelle pagine culturali non avrebbe avuto lo stesso peso, e se a fianco avesse avuto un parere diverso, come Le Monde ha insegnato alla stampa mondiale, sarebbe stato più accettabile.
Vittorio Ravà
Leggi
Le false cose buone del fascismo
A Ernesto Galli Della Loggia, secondo il quale dire che il fascismo abbia "fatto anche cose buone" sarebbe una lapalissiana verità, si possono consigliare le pagine attente e rigorose di Francesco Filippi, Mussolini ha fatto anche cose buone. A Della Loggia, e anche a qualche mio amico benevolmente 'comprensivo' nei riguardi del fascismo, vien fatto di chiedere quale sia il metro di giudizio con cui si debba valutare il contributo del fascismo alla storia. Da un lato le strade e i ponti, le bonifiche (un falso), le pensioni (un falso), il boom economico (un falso), la valorizzazione del ruolo della donna (un falso), la giustizia (lasciamo perdere!) e, dall'altro lato, lo scontro politico elevato a crimine, la discriminazione e le leggi razziali/razziste, la guerra a fianco di Hitler, un mezzo milione di morti, di cui (ininfluente, lo capiamo bene!) settemilacinquecento ebrei strappati alle loro case perché tutti - bambini compresi - banchieri, complottisti, usurai e sfruttatori del popolo.
Dario Calimani
Leggi
Diritti comparati
Il disegno di legge Zan, recante misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità, è venuto meno per un voto procedurale, ed è un peccato, soprattutto perché sono davvero tanti (non certo io) a considerare che quel testo fosse privo di alternative. Per gli ebrei quella proposta legislativa è essenziale, perché si inserisce anche sulle norme emanate anche (se non soprattutto), a loro difesa, con esiti però non esaltanti.
Emanuele Calò
Shoah e politically correct
Southlake, Texas. Alla Carroll Independent High School, durante una riunione di insegnanti dedicata alle biblioteche e all’uso dei libri in classe, la direttrice esecutiva per il curriculum e l’istruzione presso il locale distretto scolastico Gina Peddy ha affermato che, per rispettare il provvedimento di legge 3979 recentemente approvato dallo Stato del Texas e teso a garantire agli studenti una molteplicità di prospettive, sarebbe opportuno che i testi sull’Olocausto presenti in classe fossero controbilanciati da pubblicazioni che sostengono posizioni opposte.
David Sorani
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
Twitter
Facebook
Website