LA POSIZIONE DEL CONSIGLIO CENTRALE DEGLI EBREI IN GERMANIA
“In caso di epidemia, vaccinarsi è un obbligo”

“Il Consiglio Centrale degli ebrei in Germania sostiene la vaccinazione obbligatoria universale per frenare la pandemia di Covid-19. L'ebraismo considera le conquiste mediche come lo sviluppo di un vaccino contro il Covid-19 come un atto che migliora il mondo. Pertanto, le vaccinazioni si affermano come misure preventive. In caso di epidemie, la vaccinazione è obbligatoria. La base di questo è il comandamento biblico di proteggere la vita e di evitare il danno fisico”. Una presa di posizione netta quella dell'organo che rappresenta l'ebraismo tedesco in merito al dibattito in corso in Germania sull'introduzione dell'obbligo vaccinale nel paese. Un obbligo, secondo i media locali, che il partito socialdemocratico del cancelliere Olaf Scholz (nell'immagine con il presidente del Consiglio Centrale degli ebrei in Germania Josef Schuster) vorrebbe far approvare in parlamento entro marzo. Un provvedimento su cui l'opposizione è pronta a discutere, dimostrando una certa apertura. Ad eccezione dell'estrema destra dell'AfD, contraria anche agli ultimi obblighi introdotti in Germania simili al green pass italiano.
In questo quadro di confronto, il mondo ebraico ha voluto far sentire la propria voce, prendendo ufficialmente e pubblicamente posizione a favore dell'obbligo vaccinale. Ma chiedendo allo stesso tempo alle autorità di pensare a come intervenire contro eventuali scontri sociali dovuti al radicalizzarsi del movimento no vax.
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PAGINE EBRAICHE GENNAIO 2022 - IL DOSSIER
Antisemitismo, un poliedro di significati

Docenti universitari, filosofi, giornalisti, politici, psicoanalisti e altre categorie professionali. Sono ventidue gli intervistati che hanno preso parte all’ultima indagine dell’Osservatorio Antisemitismo del Cdec, presentata sul numero di Pagine Ebraiche attualmente in distribuzione. Attraverso le loro risposte, l'indagine, curata dalla sociologa Betti Guetta, analizza il fenomeno antisemita nella sua complessità e nelle diverse modalità in cui viene percepito. Temi che, assieme al problema della distorsione della Shoah, saranno al centro del seminario organizzato domani (ore 14.00-16.30 - clicca qui per seguirlo online) dall'Osservatorio Mediavox sull’odio online dell’Università Cattolica in collaborazione con il Cdec e per conto dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar). A intervenire, la coordinatrice nazionale contro l'antisemitismo Milena Santerini, Stefano Pasta di Mediavox; per il Cdec, assieme a Betti Guetta, Stefano Gatti e Murilo Henrique Cambruzzi. A chiudere l'incontro, il dialogo tra il Consigliere UCEI Saul Meghnagi e i docenti Enzo Campelli e Federico Faloppa.
Di seguito le risposte legate alla domanda su cosa sia l'antisemitismo secondo gli intervistati dell'indagine dell’Osservatorio Antisemitismo del Cdec.
Le risposte degli intervistati, spiega Guetta, riflettono punti di vista diversi legati al loro background, alla posizione ideologico-culturale (o politica), al grado di competenza sull’argomento. Alcuni sottolineano infatti “la molteplicità dei fattori all’origine dell’antisemitismo, altri ragionano su dimensioni specifiche, qualcuno ne fa una lettura più psicologica, antropologica, altri una lettura storica o socioeconomica”. Alcuni ancora “ne fanno un discorso di motivazione e responsabilità collettiva di un paese, ossia di discorso pubblico, altri ne sottolineano le motivazioni individuali, private”. Qualcuno infine “descrive la sua idea di antisemitismo, qualcuno proietta i suoi pregiudizi”. L’antisemitismo viene rappresentato come: ideologia; visione del mondo; forma di pregiudizio; espressione di antipatia e invidia verso gli ebrei; avversione/ostilità verso Israele. Ma è frequente, prosegue Guetta, “che le risposte riassumano più aspetti insieme, ossia che l’avversione verso Israele sia preceduta da pregiudizi antiebraici oppure che una certa visione del mondo sia collegata a una ideologia antidemocratica e così via”. Per tutti l’antisemitismo, per la sua vitalità e trasversalità spazio-temporale, è un problema complesso, ambiguo e mutevole ma costante.
“L’antisemitismo è una precisa Weltanschauung, una visione del mondo al cui centro c’è il fantasma dell’ebreo, l’ebreo cospiratore, l’ebreo portatore del male. Tutta una serie di cose che nascono sullo sfondo dell’antigiudaismo, che è una delle componenti essenziali e fondamentali del pensiero occidentale, anche illuminista, anche razionalista e via discendendo”. “L’antisemitismo è una ideologia che ha molto a che fare con lo Stato di Israele, l’odio su Israele si trasferisce poi sugli ebrei; permane anche un vecchio antisemitismo, ormai in via di superamento e che oggi è presente per la crisi economica, che riporta a galla l’idea del complotto attribuito a famiglie ebraiche”.
“È antisraelismo, è una situazione in cui Israele è percepito e raccontato e descritto allo stesso modo del fantasma dell’ebreo. [...] ci sono forme di antisemitismo nelle comunità islamiche, soprattutto tra loro. E questo è un altro discorso ancora. Dove il conflitto tra Israele e i palestinesi si è tramutato, un po’ o molto, in un conflitto religioso, o viene percepito come tale. Questo è un grosso problema”.
“Penso che oggi l’antisemitismo come manifestazione di odio nei confronti degli ebrei sia il risultato del combinarsi di diversi fattori. Alcuni risalgono a pregiudizi e paure radicate nel passato, altri invece hanno una fonte più recente, legata ai conflitti tra Israele e i paesi arabi e la condizione in cui si trovano i palestinesi”.
Per molti intervistati l’antisemitismo è un fenomeno antico, eterogeneo, persistente aldilà del tempo e dei luoghi ed è una manifestazione che si esprime in forme diverse. L’antisemitismo può essere visto come la discrepanza tra ebrei reali e il loro immaginario antisemita, che attribuisce agli ebrei caratteristiche e obiettivi presunti. Caratteristica importante dell’antisemitismo è la sua dimensione emozionale e contraddittoria. Secondo gli intervistati oggi contribuiscono all’antisemitismo “la crisi economica, l’incertezza, la fragilità dei sistemi di rappresentanza, la globalizzazione come minaccia identitaria”. Tuttavia i fattori più saldi, spiega Guetta, sono “la permanenza di pregiudizi e stereotipi storicamente radicati nella società; la diffidenza nei confronti della diversità, dell’Altro; il diffuso pensiero complottista; il perenne conflitto arabo-israeliano; la permanenza di pregiudizi e stereotipi storicamente radicati nella società”. Secondo alcuni intervistati sia il cristianesimo che l’islam hanno incorporato il pregiudizio antisemita nelle loro memorie culturali e religiose e sono stati importanti nella disseminazione dell’antisemitismo nel mondo. Per l’impatto che l’antisemitismo ha avuto sull’eredità culturale e religiosa questo sentimento permane in forme diverse e luoghi diversi del mondo, anche dove non ci sono ebrei.
(Le immagini che accompagnano il Dossier Antisemitismo di Pagine Ebraiche sono tratte dal catalogo della mostra “Saul Steinberg Milano New York” curata da Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari e realizzata insieme alla casa editrice Electa)
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LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GIORGIO SACERDOTI
Ebrei italiani, il prisma del diritto
per raccontare una storia in divenire

La condizione degli ebrei in Italia nel dipanarsi della Storia, la complessa evoluzione dei rapporti con la Chiesa, la stagione delle Intese e i loro frutti. Ma anche contrasto a razzismo e antisemitismo, difesa dei diritti delle minoranze, lotta al terrorismo e Israele. È un ampio spettro di argomenti quello che Giorgio Sacerdoti affronta in Diritto ed ebraismo. Italia, Europa. Israele, volume di recente pubblicazione con l’editore Il Mulino che condensa 60 anni di appassionato impegno da parte dell’autore, che oltre ad essere il presidente della Fondazione CDEC è a capo dell’Associazione Italiana Giuristi e Avvocati Ebrei (AGE) ed è professore emerito dell’Università Bocconi dove ha insegnato Diritto internazionale ed europeo. Situazioni non solo studiate approfonditamente ma vissute da protagonista in innumerevoli circostanze. Alcune delle quali rievocate nell’ambito di una presentazione organizzata da UCEI, CDEC, Pitigliani e AGE.
Un libro che è anche una conferma, ha osservato il presidente del Pitigliani Bruno Sed dando avvio alla serata, rispetto alla poliedricità di una figura “che possiede intimamente la materia giuridica, muovendosi a proprio agio in tutti i settori del diritto, da quello internazionale e di famiglia, passando per quello ecclesiastico e costituzionale”. Significativo questo testo lo è anche per la sua capacità di far emergere “quell’unicum che è l’ebraismo italiano, visto che a definirlo per paradosso è il diritto nazionale”, l’osservazione della presidente UCEI Noemi Di Segni. Quale futuro per le Intese, cosa c’è oltre, si è poi chiesta andando al cuore di uno degli argomenti sui quali massima è la competenza di Sacerdoti. “Credo – il suo pensiero – che sia il momento di dibattere, di mettere i temi sul tavolo”.
Merito dell’autore – ha spiegato il moderatore dell’incontro, il Consigliere UCEI Davide Jona Falco – “è stato quello di aver riorganizzato testi elaborati nell’arco di una sessantina di anni, rendendo l’insieme di facile lettura”. Una lettura che è anche un viaggio che ci permette di ripercorrere, attraverso il prisma del diritto, “la storia dell’ebraismo italiano”. A parlarne insieme a Sacerdoti anche il rav Riccardo Di Segni, il rabbino capo di Roma che firma una delle due prefazioni. E Francesco Margiotta Broglio, professore di relazioni tra Stato e Chiesa presso l’Università di Firenze e già presidente della Commissione del governo per le Intese.
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IL CASO A ROMA
"Svastica, simbolo che oltraggia l'Italia"
Hanno fatto il giro del mondo le vergognose immagino del funerale a Roma in cui il feretro di una simpatizzante di Forza Nuova è stato avvolto in una bandiera nazista con estremisti di destra a fianco a fare il saluto romano. L'episodio, avvenuto nel quartiere Prati fuori dalla chiesa di Santa Lucia, è stato condannato immediatamente dal mondo ebraico. La Presidenza dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane che ha definito l'accaduto “un'offesa all'Italia tutta e all'Europa” e anche il governo israeliano in queste ore ha fatto sentire la sua voce. “Ogni persona, per quanto la riguarda, dovrebbe essere scioccata da un'immagine del genere. L'Italia, democrazia repubblicana, deve riconoscere il passato, correggere il presente e sradicare ogni traccia di tali eventi”, le parole del ministro della Diaspora Nachman Shai, in relazione all'immagine del funerale. La Digos sta indagando per rintracciare gli organizzatori dell’iniziativa a margine della cerimonia funebre e anche chi materialmente ha portato ed esposto il vessillo del Terzo Reich.
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Ticketless - Reciprocità
 A due passi da Palazzo Campana, a tre da piazza CLN, il movimento No Green Pass sabato scorso a Torino ha dato vita a un sedicente e grottesco Comitato di Liberazione Nazionale. “Rifondiamo il CLN”, tuonavano dal palco. Ci risiamo. Di nuovo giocano al 1943 per illudersi di dare un senso al nostro tempo. Guerrieri, giocano a fare la guerra. Prima, la stella gialla, adesso il CLN di Franco Antonicelli. È la capitolazione della storia all’isteria. Nelle mie fantasie notturne di insonne i muri ascoltano, le lapidi parlano a chi ha orecchie per sentire e occhi per vedere. Le celle ricavate nei sotterranei del palazzo Campana videro qui rinchiusi antifascisti e partigiani arrestati dalle Brigate Nere: i prigionieri hanno lasciato sulle pareti scritte e graffiti, che i ciellenisti di oggi ignorano, così come ignorano che la adiacente piazza CLN si chiama così perché lì c’era il cupo Albergo Nazionale sede di altre torture.
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Periscopio - Giuda letterario
 Avendo detto, nelle scorse puntate - a proposito della figura di Giuda nella Commedia, e del problema se il nome Giudecca (la zona più profonda dell’Inferno) debba essere fatto derivare solo da quello dell’apostolo traditore, o non anche, più in generale, dall’insieme del popolo giudaico -, che il significato del personaggio, nella visione dantesca, deve essere analizzato su tre livelli distinti: teologico, storico e artistico.
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Giochi di prestigio
 Il cantante ebreo ceco Karel Berman interruppe bruscamente i suoi studi presso il Conservatorio di Praga a causa dell’occupazione tedesca; trasferito nel gennaio 1943 nel Campo di lavori forzati di Linden/Lipa presso Německý-Brod (oggi Havlíčkův Brod, Repubblica Ceca), scrisse la piccola cantata Broučci per soprano e pianoforte sul celebre testo di Jan Karafiát (l’opera è autografata V Lípě 14.II.1943 K. Bermann), nel marzo 1943 fu trasferito a Theresienstadt.
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