Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     20 Maggio 2022 - 19 Iyar 5782
PAGINE EBRAICHE AL SALONE DI TORINO

"Editoria, la sfida è conquistare nuovi lettori"

L'auspicio è di superare i risultati degli anni precedenti e continuare a costruire, attraverso Torino, un percorso positivo per il futuro dell'industria editoriale. Il primo giorno del Salone del Libro ha dato i primi segnali significativi in tal senso: gli ingressi hanno superato quelli delle passate edizioni per quanto riguarda l'inaugurazione. E gli editori sperano che nei prossimi giorni il pubblico continui ad aumentare e così le vendite. In generale, a fare un quadro proprio al Salone di questi primi mesi del 2022 è stata l’associazione editori (Aie), nel corso del convegno “Il mercato del libro nei primi quattro mesi del 2022. Nuovi generi e formati, la rivoluzione dei canali e social network: dove va l’editori”. “Abbiamo superato bene gli anni della pandemia – ha spiegato il presidente di Aie Ricardo Franco Levi – ma adesso dobbiamo affrontare un contesto economico caratterizzato dall’aumento dei prezzi della carta, inflazione, caduta dell’indice di fiducia dei consumatori. Sul lungo periodo, la sfida è conquistare nuovi lettori giovani che vanno raggiunti attraverso i canali di comunicazione da loro più utilizzati e con un’offerta editoriale e culturale in cui possano sempre più riconoscersi”.
A sottolineare come la lettura e i libri abbiano recuperato terreno e attenzione negli ultimi anni, anche lo storico e critico letterario Alberto Cavaglion. “Nella sventura il lockdown ha dato una scossa e possiamo dire che c'è stato un significativo ritorno al libro. Non lo dico io, ma editori e librai. Del resto – spiega a Pagine Ebraiche – accade spesso così, dalle traversie più complicate nascono le opportunità. E così il periodo difficile della pandemia ha almeno portato a leggere di più.
Cosa sarà, come si svilupperà e quanto durerà tutto questo non posso saperlo. Ma è un dato da tenere presente per il futuro”. Tra i relatori, insieme a Piero Bianucci, Pietro Calissano, Piera Levi Montalcini e Marco Piccolino domenica dell'appuntamento dedicato al volume Rita Levi-Montalcini e il suo maestro - ovvero Giuseppe Levi -, Cavaglion si appresta a vedere pubblicato il suo ultimo lavoro: La misura dell’inatteso. Ebraismo e cultura italiana (1815-1988), edito da Viella e in libreria dal 26 maggio. Un volume in cui si affronta il “rapporto mutevole fra ebrei e cultura italiana in un arco cronologico inconsueto: dalla Restaurazione al cinquantenario delle leggi razziali, quando si chiude una stagione e se ne apre un’altra, quella dell’uso pubblico della storia nella quale siamo tuttora immersi”. Del ruolo ebraico nella costruzione dell'Italia, sottolinea Cavaglion, si sa ancora troppo poco nel nostro paese. Troppa poca consapevolezza, “che non aiuta a capire cosa è arrivato dopo: le leggi razziali e la persecuzione”. In generale poi, anche guardando alle confusioni del presente, Cavaglion evidenzia la necessità di dare maggiore attenzione al lavoro dietro ai saggi storici. “Metterei i libri di storia al centro, quelli che si basano su serie ricerche, su un attento recupero delle fonti, su un lavoro accurato e non precipitoso, condotto fuori dal peso dei condizionamenti esterni”.
Leggere dunque per capire il passato, ma anche per incontrare mondi e personaggi lontani, come sottolineava in apertura il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. E tra questi mondi da scoprire c'è certamente lo scrittore Chaim Grade e la letteratura yiddish, protagonisti domenica con l'incontro dedicato a La moglie del rabbino e Fedeltà e tradimento, tradotto per Giuntina da Anna Linda Callow. Con lei, a conversare del ruolo di Grade, l'editore Shulim Vogelmann.
Sempre domenica il grande pubblico del Salone potrà ascoltare alcune voci da Israele, pur molto diverse tra loro. Una è quella dello scrittore Eshkol Nevo, molto amato in Italia, che presenta il suo Le vie dell’Eden (Neri Pozza). Pagine in cui tre storie diverse finiscono per intrecciarsi in un romanzo che si inoltra nel cuore delle relazioni umane. Di relazioni umane, però vere quanto dolorose, parla il libro di Galia Oz, Qualcosa camuffato da amore, edito da Sonda. Autrice per bambini tradotta in diversi paesi, Oz in queste pagine scrive una lunga testimonianza sugli abusi subiti dal padre, il celebre scrittore Amos Oz. Lo sguardo è rivolto a sé, ma anche alle dinamiche che si innescano all'interno delle famiglie in cui ci sono episodi simili. L'autrice lo presenterà nell'ambito di Salone Off (Biblioteca Natalia Ginzburg) con Maria Isabella Ferrio, Carola Messina e Sarah Kaminski, che ha tradotto il libro insieme a Maria Teresa Milano.

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SEGNALIBRO - PAGINE EBRAICHE DI MAGGIO 

L’odio dopo la pandemia

L’uomo è steso a terra, scomposto come una bambola di pezza, mentre il fuoco ruggisce oltre la vetrina nella bottega portandosi via pagine di vecchi libri e foto color seppia. Il nuovo libro di Tullio Avoledo, Come navi nella notte, s’inoltra fin dalle prime righe nel letale intreccio fra passato e futuro che contrassegna questo thriller intricato, avvincente e ricco di colpi di scena. Il protagonista è Marco Ferrari, un ex poliziotto che per aver creduto nella giustizia ha dovuto lasciare l’Italia e si è trasferito in Germania, dove vive nel quartiere hippy di Friburgo e scrive gialli di successo ambientati a Venezia. A riportarlo indietro, è la casa del mare in cui ha trascorso le estati dell’infanzia che deve mettere in vendita. Da Friburgo a Sabbie Dorate, una località immaginaria del Friuli che ricorda molto da vicino Lignano, il viaggio dell’uomo a bordo di una Tesla che sembra “una stramaledetta capsula spaziale” si snoda nella realtà distopica della post-pandemia – la Situazione, come la definisce Avoledo.
L’Italia raccontata dallo scrittore friulano, già autore di L’elenco telefonico di Atlantide e Nero come la notte, è cupa, brutale e la penetrazione – ormai non più solo economica – della Cina presenta i tratti dell’assoggettamento. L’autostrada è vuota e silenziosa perché i camion sono stati sostituiti da treni che sfrecciano superveloci lungo la pianura, i sistemi di pagamento sono sempre più sofisticati, i controlli stringenti e gli speculatori onnipresenti. E’ un mondo di sapore orwelliano, “anche se – scrive Avoledo – Orwell non se lo fila più nessuno”.

Daniela Gross, Pagine Ebraiche Maggio 2022

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LA SCOMPARSA DELLA CELEBRE VOCE RADIOFONICA D'ISRAELE

Yitzhak Noy (1942-2022)

Nel 1966 Yitzhak Noy era entrato a far parte della radio israeliana. Conduttore di programmi per bambini e poi su temi scientifici e sociali, la sua era realmente diventata una delle voci d'Israele (Kol Israel, voce d'Israele era l'emittente per cui ha lavorato oltre mezzo secolo). A generazioni intere ha spiegato e raccontato la storia e gli avvenimenti d'Israele e non solo. Aveva aiutato i suoi ascoltatori a comprendere le tante notizie che arrivavano dal mondo. Il cancro l'aveva costretto a 80 anni a lasciare la sua amata postazione davanti al microfono. E ora l'intero paese gli dice addio. “La morte di Yitzhak Noy è un dolore. Era un talentuoso e prolifico giornalista radiofonico e scrittore. - il ricordo del Presidente d'Israele Yitzhak Herzog - Io e molti della mia generazione siamo cresciuti grazie alle sue trasmissioni. Il suo amore per la radio ci ha colpito. Per decenni abbiamo avuto il privilegio di conoscere il suo mondo ricco e la sua vasta conoscenza in moltissimi campi. La sua voce radiofonica profonda sarà ricordata nei nostri cuori”.

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SORGENTE DI VITA 

Dall'Ucraina a Israele, una nuova casa
 

Si apre con un servizio sull’immigrazione degli ebrei ucraini in Israele la puntata di Sorgente di Vita in onda su Rai Due domenica 22 maggio.
Dall’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina, lo Stato di Israele ha aperto le porte a migliaia di cittadini ucraini di fede ebraica. Sono tante le storie che si incrociano e sovrappongono: giovani e meno giovani cercano accoglienza in Israele, che garantisce loro, grazie alla “legge del ritorno”, la possibilità di ottenere la cittadinanza. Tra questi nuovi immigrati, non pochi sopravvissuti alla Shoah, la cui vita è stata nuovamente messa in pericolo dalla guerra. Gli sforzi dello Stato ebraico per assorbire questa ondata immigratoria, le prospettive e i sentimenti di chi arriva, dopo aver lasciato tutto, per iniziare una nuova vita.

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Basta Asperger
Durante una recente riunione sulla didattica della Shoah un’amica studiosa mi ha fatto notare la svolta ormai in uso in ambito internazionale a proposito del Disordine dello spettro autistico (ASD) che in genere viene veicolato ancora in Italia con il nome – comunemente utilizzato anche nel mondo della comunicazione – di sindrome di Asperger. Il fatto è che lo scienziato a cui viene fatta risalire la scoperta di quel disturbo in campo pediatrico è Hans Asperger, un medico viennese considerato assai brillante che fece una lunga carriera, onorato dai colleghi e dall’intera società.
Gadi Luzzatto Voghera
L’ebraismo e il rispetto per il pianeta
“Al settimo anno sarà sabato dei sabati per il Signore, il tuo campo non seminerai e la tua vigna non poterai” (Vaiqrà 25;4)
Questo è il comandamento che sancisce tutte le regole dell’anno sabatico, in cui per un anno, dopo sei di lavoro, la terra dovrà riposare. Ogni prodotto degli alberi e dei campi non potrà essere mangiato, ma dovrà essere lasciato in pasto agli animali.
Rav Alberto Sermoneta
La scuola cattiva maestra
Alleniamo gli allievi a scrivere a mano cose che nella vita reale scriveranno sempre al computer, tablet, telefono, ecc.: forse è giusto che non perdano una capacità che oggi in certe situazioni è ancora utile.
Alleniamo gli allievi a fare traduzioni brutte e fedeli che nessuno potrebbe mai pensare di pubblicare: forse è necessario perché possano dimostrare di conoscere le regole grammaticali.
Anna Segre
Unione europea
Noi ci definiamo come gente di confine. Come tali, noi non possiamo che vedere un’unica soluzione per il futuro. E questa è la soluzione: rendere questi confini sempre più permeabili, come dire, sempre più inesistenti. Noi rispettiamo gli stati nei quali abitiamo, nei quali risediamo, però d’altro canto vorremmo che questi stati facessero parte tutti di una famiglia europea nella quale è facile comunicare, è facile viaggiare, è facile commerciare e scambiarsi le idee e confrontare le culture”. Chi parla è Claudio Radin, un italo-istriano che non ha mai lasciato la natia Pola, intervistato all’interno del libro “Istria dei Miracoli” del giornalista Stefano Tomassini.
 
Francesco Moises Bassano
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