Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui    9 Settembre 2022 - 13 Elul 5782
LA PREGHIERA DEL RABBINO CAPO, IL CORDOGLIO DI TANTI CITTADINI

"La regina e gli ebrei, un rapporto speciale"

I 70 anni di regno di Elisabetta passeranno alla storia. Un lungo periodo caratterizzato dall’espressione dei “valori più nobili della società britannica” anche a detta degli ebrei inglesi, che stanno partecipando al dolore di tutta una nazione. Rav Ephraim Mirvis, il rabbino capo d’Inghilterra e del Commonwealth, ha composto e diffuso una preghiera. “In un’epoca di profonda trasformazione – vi si legge – ha testimoniato ordine e giustizia; nei momenti di tensione, ha offerto la sua generosità di spirito”. Rav Mirvis la celebra anche in qualità di garante del pluralismo religioso, oltre che della libertà e dell’unità nella sua accezione più ampia. “Ogni settimana – le sue parole – nelle sinagoghe del Paese abbiamo pregato per la sua salute, il suo benessere e la sua saggezza: non ci ha mai deluso. Ricordo con vivo apprezzamento il caloroso rapporto che aveva con la comunità ebraica e il suo impegno per le relazioni interreligiose e la preservazione della Memoria. In un’occasione mostrò a me e a mia moglie oggetti di interesse e valore ebraico custoditi nella sua collezione privata al Castello di Windsor. Tra cui un rotolo della Torah salvato dalla Cecoslovacchia durante la Shoah”. Secondo rav Mirvis “il suo affetto per il popolo ebraico era profondo e il suo rispetto per i nostri valori palpabile”. L’auspicio quindi è che “la sua memoria e la sua eredità possano essere una benedizione eterna”.
Il Jewish Chronicle, il principale organo di informazione dell’ebraismo inglese, sta ospitando varie testimonianze su Elisabetta e gli ebrei. “Era, naturalmente, il capo della Chiesa d’Inghilterra: una devota cristiana. Eppure, nella vita della regina, c’era così tanto che risuonava in sintonia con gli ebrei britannici”, si legge in uno dei tanti interventi pubblicati sul sito web. “Come molte matriarche ebree – si evidenzia infatti – combinava la vita familiare con il servizio pubblico ed è rimasta leale e amorevole nonostante tante prove terribili. Come molte famiglie ebraiche, i reali sono ora riuniti sulla scia di una morte, contemplando un periodo rituale di lutto in cui potranno (si spera) sanare vecchie ferite”. Tra tanti c’è anche chi scrive: “Ci siamo permessi di immaginare che sarebbe andata avanti per sempre. Per molti di noi questo sembra un lutto personale. Qualcosa di inestimabile valore ci è stato strappato e ci sentiamo devastati”.
Speciale è stato il rapporto con rav Jonathan Sacks, il predecessore del rav Mirvis, da lei proclamato baronetto e lord. Riecheggiano, in queste ore, i suoi pensieri. “Non sempre – sosteneva il rav, scomparso nel 2020 – apprezziamo a sufficienza il ruolo della regina in uno dei cambiamenti più significativi degli ultimi 60 anni: la trasformazione della Gran Bretagna in una società multietnica e multireligiosa. Nessuno ha lasciato il segno più della famiglia reale, e tutto inizia con la regina stessa”. Già nel 1952, nel primo anno del suo regno, era infatti patrona del Consiglio dei cristiani e degli ebrei: una organizzazione fondata dall’arcivescovo di Canterbury William Temple e dal rabbino capo Joseph Hertz “in una delle notti più buie della storia dieci anni prima”. Per rav Sacks “in Inghilterra, in maniera quasi unica, la Chiesa si è schierata al fianco della comunità ebraica nella sua lotta contro l’antisemitismo: il riconoscimento reale dell’importanza di questo sforzo ha conferito all’impegno interreligioso una centralità e un prestigio che altrimenti non avrebbe avuto”.
La sua scomparsa è stata pianta anche in Israele (Paese che non ha mai visitato, a differenza del marito Filippo). “Durante il suo lungo e memorabile regno, il mondo è cambiato radicalmente, mentre la regina è rimasta un simbolo di leadership stabile e responsabile e un faro di moralità, umanità e patriottismo”, il cordoglio del Presidente Herzog. “Nella sua vita e nel servizio reso al suo popolo, la regina incarnava uno spirito di integrità, dovere e antica tradizione”.

(Nell’immagine: la regina riceve in dono una Chanukkiah dal rav Jonathan Sacks)

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GIORNATA DELLA CULTURA EBRAICA - IL PROGRAMMA DI FERRARA

"Senza rinnovamento non si sopravvive"

Ferrara è quest’anno città capofila della Giornata Europea della Cultura Ebraica, la manifestazione, giunta alla ventitreesima edizione, che domenica 18 settembre aprirà le porte di sinagoghe, musei e altri luoghi ebraici, e alla quale aderiscono quest’anno in Italia centodue località, da nord a sud alle isole. Gli eventi, organizzati dalla Comunità ebraica di Ferrara con il supporto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e ai quali partecipa anche il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, inizieranno sabato sera 17 settembre nelle strade dell’ex ghetto e continueranno per tutta la giornata di domenica. 
Il calendario delle iniziative è stato presentato stamattina presso la Comunità ebraica dal presidente Fortunato Arbib, dal rabbino capo rav Luciano Caro e dall’assessore alla cultura del Comune Marco Gulinelli. Il programma si aprirà alle 20 di sabato 17 con la Havdalà (la cerimonia delle benedizioni che si recitano alla fine dello Shabbat, il Sabato ebraico) a cura di rav Caro, nell’area esterna la Comunità ebraica (via Mazzini 95), dove il presidente Arbib presenterà la Giornata e introdurrà il programma. Sempre in via Mazzini seguirà uno spettacolo di “danza itinerante” per le strade del ghetto, del gruppo Musijam, e subito dopo un’alternanza di esibizioni musicali di musica kletzmer e melodie sefardite.

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LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO

Il Talmud in Corte costituzionale:
"Un pilastro della nostra società"

“Le corti costituzionali sono le corti dei diritti. Siamo quindi nel posto giusto per presentare un’opera discriminata per secoli”. È il benvenuto di Giuliano Amato, il presidente della Corte, al Talmud. Da ieri i primi volumi stampati nell’ambito del progetto di traduzione in italiano hanno trovato accoglienza nella biblioteca. Una circostanza celebrata con un pomeriggio di approfondimento per parlare del progetto in corso come di uno “strumento di inclusione interculturale” al servizio della collettività. In questo senso, ricorda Amato, il Talmud è un riferimento “civile, morale e giuridico”. Introdotto e moderato dalla docente di diritto costituzionale comparato Benedetta Barbisan, l’incontro si è aperto con alcune riflessioni del presidente del comitato d’onore Gianni Letta. Nel suo intervento Letta ha definito il Talmud uno degli atti costitutivi “della cultura italiana ed europea”. La sua traduzione rappresenta pertanto un atto necessario “che va a colmare una grave lacuna”. 

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SORGENTE DI VITA

Il '38 e la scuola restituita

La puntata di Sorgente di Vita in onda domenica 11 settembre su Rai Tre si apre con un servizio sugli ex alunni ebrei, cacciati dalle scuole nel ‘38 e ai quali oggi la scuola è stata “restituita” a Rondine, la cittadella della pace vicino ad Arezzo. Lo scorso 5 settembre (anniversario della promulgazione, il 5 settembre 1938, delle leggi che sancivano l’espulsione degli ebrei dalle scuole di ogni ordine e grado), otto ex alunni ebrei hanno iniziato simbolicamente l’anno scolastico insieme agli studenti di Rondine, la comunità fondata e presieduta da Franco Vaccari, dove si intraprendono percorsi di studi sui temi dell’accoglienza, della pace e contro ogni forma di razzismo e discriminazione.

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Aspetti del rinnovamento
In occasione della Giornata europea della cultura ebraica, dedicata quest’anno al tema del rinnovamento, sono comparse dichiarazioni che ripropongono una richiesta di attenzione a non confondere il concetto di rinnovamento con quello di riforma. Si tratta di un tema ricorrente, che identifica nell’affacciarsi anche in Italia di gruppi di ebrei che si definiscono come riformati un pericolo, una minaccia per le comunità ebraiche in Italia, le quali per motivi statutari e tradizionali si riconoscono nell’ambito dell’ortodossia. 
Gadi Luzzatto Voghera
Parità di genere
La notizia della scomparsa della regina Elisabetta è di quelle che non lasciano indifferenti; sarà perché per me, come per chiunque abbia meno di settant’anni, c’era sempre stata; sarà perché la monarchia inglese ha un indubbio fascino alimentato da un millennio di letteratura e da un numero incalcolabile di libri, film, canzoni, drammi, opere, leggende, quadri, foto, documentari e molto altro; sarà perché avevo preso gusto a fare il tifo perché la durata del suo regno superasse quella di altri sovrani della storia decisamente meno simpatici di lei. 
 
Anna Segre
I rom e la destra sovranista
Riprendendo con il proprio smartphone una donna Rom, un esponente di un determinato partito ha “consigliato” che se non vogliamo vedere più Rom in giro il 25 settembre sarà necessario appunto votare il suo partito. Dopo poco il “video appello” è stato cancellato e definito dall’autore una “bischerata”, la solita boutade – da destra a sinistra sembra il tic di questa campagna elettorale: si afferma qualcosa in un video o con un post e poi si rimangia il tutto.
 
Francesco Moises Bassano
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