GLI INCONTRI CON GLI ALLEATI E LE DIVERGENZE SULLE PRIORITÀ
Netanyahu progetta il governo
Dopo la vittoria delle elezioni israeliane, la priorità di Benjamin Netanyahu è formare il prima possibile un nuovo governo. Per farlo, secondo quanto sostengono i quotidiani locali, il leader del Likud avrebbe proposto agli alleati della maggioranza di concentrarsi sulla costruzione dell’esecutivo e solo dopo pensare a firmare dettagliati accordi di coalizione. Un’idea che però sembra trovare diverse resistenze sia all’interno del Sionismo religioso sia tra i due partiti haredi Shas e Yahadut HaTorah. L’emittente pubblica Kan, ad esempio, riporta che Bezalel Smotrich, leader del Sionismo religioso, si sarebbe opposto a un accordo di massima incentrato sulla spartizione dei portafogli ministeriali e vorrebbe invece chiudere un’intesa di coalizione ampia prima di accettare di entrare nel governo. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Yahadut HaTorah. Secondo quanto scrive Yedioth Ahronoth infatti, la leadership del partito haredi vuole in particolare un impegno scritto da parte del Likud su di un punto delicato: l’approvazione nel corso di questa legislatura di una norma che consenta alla Knesset di superare eventuali bocciature delle sue leggi da parte della Corte Suprema. Senza, Yahadut HaTorah minaccia di non sostenere il blocco guidato da Netanyahu.
"Lotta al cambiamento climatico,
Israele sarà protagonista"
Israele non solo punta alle emissioni zero entro il 2050, ma vuole diventare un punto di riferimento a livello regionale per quanto riguarda la lotta ai cambiamenti climatici. A dichiararlo da Sharm El Sheikh, dove è in corso la conferenza delle Nazioni Unite sul clima COP27, il Presidente israeliano Isaac Herzog. “Israele è pronto a guidare lo sforzo verso la resilienza climatica regionale. - ha affermato Herzog, intervenendo dalla località egiziana - Intendo guidare lo sviluppo di quello che definisco un Medio Oriente rinnovabile, un ecosistema regionale di pace sostenibile”. Un impegno in prima persona per dare voce alle conoscenze israeliane che toccano diversi ambiti. “In una regione che sta subendo un'accelerazione della desertificazione, Israele ha la capacità e il know-how per rispondere alle gravi carenze idriche e per offrire soluzioni all'insicurezza alimentare. Siamo desiderosi di condividere tutte le nostre competenze e i nostri strumenti pratici. Questo è il volto di un Medio Oriente rinnovabile”, le parole di Herzog, che a Sharm El Sheikh ha incontrato per la prima volta la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni. Intanto, a margine del COP27, Gerusalemme ha già portato a casa un risultato: la firma di un memorandum d'intesa con Giordania ed Emirati Arabi Uniti (nell'immagine) per dare seguito all'accordo siglato tra le parti nel 2021 in cui Amman si impegnava a fornire energia solare agli israeliani e gli israeliani a convogliare acqua desalinizzata verso il Regno Hashemita.
RAV SERMONETA E L'INCONTRO IN COMUNE CON IL SINDACO BRUGNARO
Venezia, il nuovo rabbino e il benvenuto della città
A due giorni dal solenne insediamento nella sinagoga spagnola di Venezia il nuovo rabbino capo rav Alberto Sermoneta è stato oggi accolto dal sindaco Luigi Brugnaro, che nel corso di un incontro svoltosi in un clima di grande amicizia e cordialità gli ha espresso il benvenuto, l’affetto e l’incoraggiamento di tutta la città.
Una prima occasione di conoscenza reciproca che segue le tante attestazioni di stima, anche istituzionali, che hanno caratterizzato l’inizio di questa nuova sfida dopo 25 anni di servizio come rabbino capo a Bologna.
A rappresentare la vicinanza dello Stato agli ebrei veneziani, alla dirigenza comunitaria e al loro rabbino capo era stato in particolare il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che per la sua prima uscita pubblica aveva scelto proprio la cerimonia in sinagoga. Numerose al suo fianco le autorità civili, militari e religiose.
Nei minuti precedenti, accompagnato dal presidente della Comunità ebraica Dario Calimani e dal rav Sermoneta stesso, il ministro aveva anche sostato davanti alla targa commemorativa posta in Campo del Ghetto in ricordo degli ebrei veneziani deportati dal nazifascismo.
(Nelle immagini: il rav Alberto Sermoneta con il sindaco Luigi Brugnaro; nella foto di Sebastiano Casellati il giorno dell’insediamento insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al prefetto Vittorio Zappalorto, al presidente della Comunità ebraica Dario Calimani e al vicepresidente Paolo Navarro Dina).
La pubertà e l’adolescenza – dopo la scuola dell’obbligo – si caratterizzano per la delicata ricerca di un’autonomia di idee, di modi di essere, di obiettivi da raggiungere, negli studi superiori, nel lavoro, nella vita. La dimensione personale, nella costruzione della propria identità, si fonde con la dimensione collettiva di altri giovani con cui ci si confronta e con i quali si condividono scelte di azione, di iniziativa, di valori di riferimento. Il processo che accompagna tale fase di trasformazione ed evoluzione dell’individuo lo pongono maggiormente al di fuori di quelli della famiglia, in parte da chi è più vicino, per conoscere, interpretare, capire, fare delle scelte.
È questo il momento, delicatissimo, in cui, con lo sviluppo delle capacità del pensiero astratto, ci si interroga sul senso di sé, della vita e delle sue ragioni, del contesto nel quale ci si trova e dove, forse, si costruirà la propria esistenza futura.
Solidarietà ed egualitarismo sociale sono due pilastri nell’azione dell’Hashomer Hatzair. Fondato nel 1913, uno dei movimenti giovanili ebraici più vitali sta entrando nel pieno dei festeggiamenti per i 110 anni dalla sua istituzione: un appuntamento al centro di molte iniziative anche in Diaspora, anche nell’Italia ebraica. Tra cui un open day che ha richiamato a Roma oltre un centinaio di persone tra attuali e vecchi affiliati. L’attività, apertasi con la condivisione di alcuni documenti e immagini d’archivio, si è incentrata su una delle figure più importanti a calcare la scena politica d’Israele: l’ex premier Itzhar Rabin, di cui cadeva negli scorsi giorni il 27esimo anniversario dall’assassinio da parte di un estremista di destra.
Un confronto sul tema della fragilità umana ha dato il via a un ciclo di sei incontri promossi da Comunità ebraica e Vicariato di Roma con l’obiettivo di meglio “comprendere il tempo alla luce della Bibbia ebraica”. Ad intervenire, nelle sale del Pitigliani, il rabbino capo della città rav Riccardo Di Segni e il vescovo Ambrogio Spreafico (già presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso). In apertura di serata un saluto della presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. “C’è grande apprezzamento. È da questi momenti che parte un percorso educativo e formativo che può vedere una sinergia in un processo di crescita comune”, le sue parole di benvenuto.
Per Gianfranco Irico, presidente dell’Anpi trinese, non è stata certo la prima volta di fronte al pubblico che affolla gli eventi culturali della Comunità ebraica di Casale Monferrato. Pezzo dopo pezzo sta ricostruendo, e presentando, tutte le vicende dell’ebraismo trinese. Sono le storie di un numero di persone piccolo di numero, ma in un contesto significativo, come lo è stata anche la città vercellese per questo angolo del Piemonte. Ogni anno racconta una vita e questa volta è quella di Adriano Muggia, raccolta nel suo ultime volume: My Father was as Jew (mio padre era ebreo).
LA NOMINA DURANTE IL CONGRESSO NAZIONALE DELL'ANED
Associazione Ex Deportati,
Venegoni confermato presidente
Ancora un mandato alla guida dell’Aned, l’Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti, per il presidente uscente Dario Venegoni. È l’indicazione giunta dal 18esimo Congresso nazionale svoltosi a Rimini negli scorsi giorni. Molti i messaggi di sostegno all’iniziativa, che ha chiamato a raccolta ex deportati, ma anche seconda e terza generazione della Memoria. “Fare memoria – le parole del Presidente Mattarella, lette in apertura d’evento – non significa soltanto ricordare e onorare, doverosamente, il sacrificio di milioni di persone innocenti, vittime di una violenza fanatica, spietata e disumana. Testimoniare e tramandare la memoria di quei fatti storici vuol dire anche contribuire a creare una cultura della pace, della tolleranza, del rispetto, della comune appartenenza al genere umano”.