società
L’estrema destra e il paragone col fascismo

Una questione controversa affiora con intensità intermittente nel
dibattito politico di questi mesi, di fronte al crescente consenso che
idee, movimenti e partiti della destra non liberale vanno incontrando
sullo scenario internazionale. Come va concettualizzata, definita e
trattata quella sindrome fatta - in proporzioni variabili - di pratiche
di violenza e di odio razziale, di demonizzazione della diversità
(culturale, religiosa, sessuale…) e negazione dei diritti, di
sovranismo e antisemitismo, di anti-intellettualismo e disprezzo
dell’interlocutore come strumento di lotta politica, di intolleranza e
suprematismo, che va tristemente riscuotendo tanta fortuna? È fascismo?
Qual è, in particolare, il significato da attribuire a questa nozione,
e dunque quale l’applicabilità di essa al momento presente? Si tratta
di tutt’altro che una questione banalmente terminologica - e quindi di
semplice scelta fra designazioni diverse – ma di un problema che
investe piuttosto, direttamente, il piano dell’analisi politica e la
prospettazione del futuro, soprattutto in un paese in cui partiti e
formazioni politiche di massa richiamantesi al passato fascista hanno
goduto fino a non molti anni fa di un seguito consistente.
Enzo Campelli, sociologo
Pagine Ebraiche, marzo 2019
Leggi
tutto
|
|
MACHSHEVET
ISRAEL
L’autonomia della ragione
Come
pensare l’uomo si chiedeva, riprendendo alcuni momenti della conferenza
di Davos, Massimo Giuliani. In riferimento a tale interrogativo, e al
di là del dibattito specifico avvenuto a Davos, può essere utile porre
attenzione ad alcune concezioni del diritto (come realtà normativa) e
del dovere. Cassirer individuava nel recupero del giusnaturalismo di
matrice razionalistica “un argine etico-politico nei confronti del
dilagante irrazionalismo” – siamo nei primi anni ’30 in Germania.
Irrazionalismo alimentato tanto “da una strumentale interpretazione di
Nietzsche” quanto “dal nichilismo e dell’antiumanesimo dell’ontologia
esistenziale” di Heidegger. Così Angelo Bolaffi introduce il testo di
Cassirer In difesa del diritto naturale, nel numero 2 di MicroMega del
2001 (di cui devo la segnalazione a Paolo Di Lucia, mio docente a
Milano). Che cosa scorge Cassirer nell’istanza del giusnaturalismo tale
da pensare che questa dottrina costituisca parte della risposta – al di
là degli elementi più strettamente politici – a un’impostazione
filosofica quale quella di Heidegger? Cifra del giusnaturalismo,
sostiene Cassirer, è l’autonomia della ragione, tanto che fa sua
l’analogia, di antica data, tra diritto e matematica. Analogia da
intendersi in modo metaforico: “quando il diritto naturale parla di
matematica usa tale termine nel senso della pars pro toto, volendo con
esso indicare il complesso dell’attività della ragione”.
Cosimo Nicolini Coen
Leggi
tutto
|
|
società
Quell'odio antisemita
che ritorna
L’antisemitismo
è tornato a farsi sentire forte, in Italia come nel resto del mondo la
sua voce si è alzata distintamente in questi ultimi mesi. Gli insulti
via web alla senatrice Segre non sono che l'ultimo di una serie di
episodi che dalla Francia all'Argentina, dall'Austria all'Ungheria
mostrano il volto dell'odio antisemita. Come un fiume carsico che
continua il suo flusso emergendo a tratti, così oggi il pregiudizio
contro il diverso, l'ebreo, è stato sdoganato, è tornato libero di
farsi sentire, sul web, nelle istituzioni, nei salotti, negli stadi,
sui muri delle città (come è avvenuto a Milano ma non solo), e nei
discorsi di tutti i giorni. «E più difficile disintegrare un
pregiudizio che un atomo», scriveva Albert Einstein, costretto
all'esilio dalle leggi razziali e denigrato da altri due premi Nobel,
Philipp von Lenard e Johannes Stark, per i suoi lavori scientifici di
cosiddetta «fisica ebraica». Il pregiudizio antiebraico è duro a morire
e resta, ancor oggi, ben radicato, a tutti i livelli, non conosce
barriere sociali o discriminanti culturali. Traspare nella parola
sfuggita di bocca, nella battuta acida, nella barzelletta razzista.
L'oscuro potere della lobby ebraica viene sempre evocato attorno al
successo di un ebreo, più o meno sottovoce, retropensiero nelle frasi
ammiccanti profferite in un discorso. II complotto
pluto-giudaico-massonico, insomma, è ancora qui molto più forte di solo
qualche anno fa.
Sergio Harari, Corriere della Sera,
11 marzo 2019
Leggi
tutto
|
spettacoli
Odissea degli smarriti
della St. Louis
Erano
937. Avvistarono l'isola il 13 maggio. Avevano pagato somme cospicue,
per poter salire sulla St. Louis e quello era il loro viaggio della
speranza. Ma non li fecero sbarcare, né a Cuba, né negli USA e nemmeno
in Canada, e dopo frenetiche quanto vane trattative, la nave non ebbe
altra scelta che fare ritorno in Europa, dove ulteriori, complicate
negoziazioni portarono alla suddivisione dei passeggeri tra Regno
Unito, Olanda, Belgio e Francia. Un esito solo apparentemente felice,
perché i passeggeri partiti dal porto di Amburgo e bloccati davanti
all'Avana erano nella quasi totalità ebrei che avevano tentato la fuga
dal Terzo Reich. Era il 1939. Poco dopo, l'Europa entrava in guerra e
presto tre di quei Paesi sarebbero stati occupati dai nazisti. Quelle
settimane attraverso l'oceano erano state un sogno diventato incubo.
Una vicenda paradigmatica dell'Olocausto e non solo, riprodotta com'è,
ancora e ancora anche ai nostri giorni, con altri protagonisti, su
altri mari. Analogie fra ieri e oggi che hanno indotto Daniel Kehlmann,
autore austro-tedesco da milioni di copie, ad adattare per le scene Il
viaggio dei dannati di Gordon Thomas e Max Morgan-Witts, un libro che
assieme all'omonimo film con attori stellari tematizzò negli anni ‘70
l'odissea della St. Louis. L'incarico per riscrivere quel dramma
sospeso fra passato e presente è venuto dal Theater in der Josefstadt
di Vienna, che per la stagione 2018-2019 voleva un fulcro sulle
migrazioni, e dove assieme ad altre proposte, la nuova opera è in
cartellone sino a fine stagione col titolo Il Viaggio degli smarriti.
Flavia Foradini, Il Sole 24 Ore Domenica,
10 marzo 2019
Leggi
tutto
|
|
|
 |
|
Pagine
Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva sono pubblicazioni
edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono
rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI -
Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo
aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione
informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale
di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero
218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di
Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.
|