La marcia per gli ostaggi
I discorsi di Netanyahu e di Herzog
Si è conclusa sabato davanti alla residenza del premier israeliano Benjamin Netanyahu la marcia di decine di migliaia di israeliani a favore dei 239 ostaggi nelle mani dei terroristi di Hamas dallo scorso ottobre. La marcia per tenere alta l’attenzione sui civili rapiti era partita quattro giorni prima da Tel Aviv. In un discorso pronunciato sabato sera, Netanyahu ha spiegato che Israele non ha intenzione di consegnare Gaza all’Autorità palestinese una volta finita la guerra. Un messaggio, secondo il Jerusalem Post, rivolto tanto alla nazione quanto all’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden “L’Autorità palestinese nella sua forma attuale non è in grado di assumersi la responsabilità di Gaza”, ha affermato Netanyahu, ripreso dal Jerusalem Post. “Dopo aver combattuto e fatto tutto questo, come potremmo consegnarlo a loro?”.
Domenica è stato il turno del presidente d’Israele, Isaac Herzog: “”Sorelle e fratelli – ha affermato in un discorso alla nazione e agli ebrei della diaspora – fuori dalla mia finestra qui a Gerusalemme, vedo un Israele che sta prosperando nonostante tutto. Mentre parlo, i nostri figli e figlie in uniforme sono in prima linea a combattere per proteggerci. Israeliani di ogni provenienza si stanno aiutando l’uno con l’altro in modo straordinario. Le comunità ebraiche di tutto il mondo si stanno mobilitando con un’energia senza precedenti. Ricevo offerte di sostegno e solidarietà da ogni angolo del mondo”
Domenica è anche stata una nuova giornata di scontri a Gaza, in Cisgiordania e sul confine con il Libano. Le forze armate israeliane (Idf) hanno reso noto che altri tre militari sono caduti nella Striscia, portando a 64 il numero dei militari uccisi dall’inizio delle operazioni di terra a Gaza.
Nel massacro compiuto da Hamas lo scorso 7 ottobre sono rimasti uccisi otto ciclisti e altri sono stati feriti, alcuni in modo grave. Uno di loro, il 15enne Itai Cohen, ha perso l’occhio destro, ma non la voglia di tornare sui pedali. L’ha dimostrato al velodromo di Tel Aviv, inforcando di nuovo la bicicletta nel corso di un evento organizzato dalla federazione ciclistica israeliana e dalla squadra professionistica Israel Premier Tech.
“Sei dialoghi, sei città, sei dossier”. È lo slogan dell’appuntamento – il quinto della serie – che porterà il 20 novembre a Milano, al Memoriale della Shoah, il progetto “Articolo 3. Diversi tra eguali. 75 anni di Costituzione 1948 – 2023”, promosso fra gli altri dall’’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Di grande attualità l’argomento che affronteranno lunedì l’avvocato Giorgio Sacerdoti e Diletta Tega, docente dell’università di Bologna, in un dialogo moderato da Ferruccio De Bortoli.
Il 20 novembre a Milano (alle 18.30 Carter & Benson) e il 21 novembre a Torino (alle ore 18 presso il Centro studi San Carlo), Elnet presenta “La stella e lo scettro”, un volume dello studioso franco-israeliano Emmanuel Navon dal sottotitolo che si spiega da sé: “Storia della politica estera di Israele". Elnet è una ong apartitica, con sedi in Francia, Germania, Regno Unito, Belgio (Ue e Nato), Polonia, USA e Israele, che fornisce piattaforme per i politici europei e israeliani permettendo di acquisire una visione più approfondita dei vantaggi reciproci. Elnet promuove anche un confronto sulle sfide geopolitiche, la miglior comprensione delle minacce alla sicurezza e la conoscenza delle possibili soluzioni ai bisogni europei. Il ceo di Elnet Italia è Roberta Anati.