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18 novembre 2013 - 15 Kislev 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Adolfo
Locci,
rabbino capo
di Padova
Nel momento dell’incontro con Esaù, Giacobbe insiste affinché la sua offerta di riconciliazione sia accettata dal fratello.
Nonostante affermi di avere molto e di non volere nulla dal fratello, Esaù accetta l'offerta quando Giacobbe dice che questa rappresenta la “benedizione” che gli aveva carpito e che lui aveva “tutto”.
C’è grande differenza tra chi scopre di avere già tutto ed è disposto a restituire ciò che si presume non appartenergli, da chi dice di avere molto e accetta quello che non avrebbe conquistato con merito.
 
Anna
Foa,
storica
Mi imbatto solo adesso in un piccolo  libro, Un anno a Treblinka di Yankel-Yakov Wiernik, pubblicato  in italiano solo quest'anno a cura di Livio Crescenzi e Silvia Zamagni per Mattioli 1885, ma uscito già nel 1944 clandestinamente in Polonia e poi nel 1945 in inglese negli Stati Uniti. In Italia non era mai stato tradotto prima d'ora. Wiernik era un falegname ebreo deportato nel 1942 dal ghetto di Varsavia e sopravvissuto a Treblinka, grazie alla sua abilità professionale, fino alla rivolta del campo del 2 agosto 1943, di cui fu uno degli organizzatori e in cui riuscì a fuggire. A Varsavia, dove tornò sotto un nome "ariano", entrò in contatto col Bund e fu sollecitato a scrivere questa memoria. Negli anni Cinquanta si trasferì in Israele. Fu fra i testimoni del processo Eichmann, e la sua deposizione è pubblicata in appendice a questa edizione italiana. E' un testo straordinario, atroce ed asciutto, un testo che ci aiuta ad illuminare un episodio altrettanto straordinario e assai poco conosciuto dai lettori comuni, quello della rivolta nel campo di sterminio di Treblinka. Ed è un testo, dal momento che si tratta di una testimonianza diretta, su cui si accaniscono i siti negazionisti per poter continuare a negare l'esistenza delle camere a gas.
 
MILANO – Appuntamento al Memoriale della Shoah in Piazza Edmond J. Safra 1/già Via Ferrante Aporti 3 per l’ultimo incontro del ciclo “1943-2013. A settanta anni dalla deportazione degli ebrei da Milano e dall’Italia”. Roberto Jarach (Fondazione Memoriale della Shoah di Milano) presenta la storica Jadwiga Pinderska-Lech (Museo Statale di Auschwitz), che interverrà su “Il campo di Auschwitz con particolare riguardo ai deportati dall’Italia”. L’iniziativa è organizzata dalla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano e il CDEC – Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – in collaborazione con il Consolato Generale di Polonia.

VENEZIA – Il Sefer Torah più antico del mondo. A raccontare la sua preziosa scoperta questo pomeriggio al Museo Ebraico di Venezia, Mauro Perani, docente di ebraico presso l’Università di Bologna nonché presidente dell'Associazione italiana per lo studio del giudaismo (AISG). Nell'aula didattica di calle del forno, alle 17.30, Perani discuterà con il pubblico sull'importanza del ritrovamento del più antico Sefer Torah completo in nostro possesso, copiato nella seconda metà del XII secolo.
 
"Paragone di Berlusconi su ebrei sotto Hitler offende Italia e Memoria"
"L’Italia repubblicana è un paese democratico. La Germania nazista era una spietata dittatura governata da criminali che teorizzavano e commettevano i più gravi delitti contro l’umanità. Contro gli ebrei i nazisti si accanirono con spietata crudeltà tanto che, alla fine di quel tragico periodo, gli ebrei dovettero contare oltre sei milioni di morti”.
Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nel commentare l’anticipazione del libro “Sale, zucchero e caffè” in cui Silvio Berlusconi, rispondendo a Bruno Vespa, racconta che i suoi figli dicono di sentirsi “come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler”.
 
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Voci a confronto
Dalla seconda edizione di “Sale, zucchero e caffè”, l’ultimo libro di Bruno Vespa in cui paragonava la condizione dei suoi figli a quella degli ebrei sotto Hitler, scomparirà la frase incriminata. È la promessa formulata dall’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici nel corso di un incontro, che l’ufficio stampa della Comunità ha presentato come casuale, tra i tavoli di un noto ristorante kosher del Portico d’Ottavia. “L’ex premier ha concordato con la proposta di Pacifici. I due si sono quindi salutati e hanno proseguito la serata ognuno con i propri ospiti”, si legge nella nota. Sul Corriere della sera si ricorda come, a seguito di quel raffronto impossibile, si erano levate critiche dal mondo politico e dalla comunità ebraica italiana. “Un paragone “non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa” aveva prontamente condannato il presidente UCEI Renzo Gattegna. Intervistato dalla Stampa, Pacifici si lascia andare a qualche valutazione sull’incontro. “Era appena terminato Shabbat e non sapevo nulla del malore che aveva avuto, ma mi ha colpito per il suo viso molto pallido, stanco e provato, non lo avevo mai visto così affaticato nei colloqui che abbiamo avuto in passato. Gli ho detto – spiega Pacifici – che non era quella l’occasione per chiarirsi, che non funziona così. Lui mi ha riferito un dialogo con un parlamentare israeliano sulla differenza tra gli ebrei pessimisti che si salvarono dalla Shoah emigrando e quelli ottimisti che rimasero in patria malgrado le persecuzioni e finirono nei lager. Io ho ribadito che il contesto era del tutto diverso e che il paragone restava del tutto fuori luogo”. Nessuno mette in dubbio l’amicizia di Berlusconi con Israele e il popolo ebraico, afferma ancora il presidente degli ebrei romani. A chiudere la vicenda, conclude, “sarà un incontro al quale parteciperanno i vertici dell’Unione delle Comunità Ebraiche”. Commenti a caldo anche a Repubblica. “Alcuni bambini volevano salutarlo, ma il locale era pieno. Cortesemente – spiega Pacifici – si è alzato per raggiungerli. Quando ha detto che voleva raccontare una barzelletta, gli ho detto scherzando: qui sugli ebrei ironizziamo solo noi”. “I capolavori sono miei, li rivoglio”. Così Cornelius Gurlitt, l’uomo a casa del quale è stato trovato il ‘tesoro di Hitler’, in un’intervista rilasciata a Der Spiegel ripresa da molti giornali italiani e internazionali. La conversazione, avvenuta a bordo di un treno, si intitola “Intervista con un fantasma” (New York Times). Politiche internazionali sul Medio Oriente e sull’Iran al crocevia. Al centro dell’agenda il programma di rafforzamento nucleare di Teheran. In visita in Israele, il presidente francese Hollande promette: “Mai l’atomica all’Iran” (La Stampa). Israele e Arabia Saudita avrebbero intanto rafforzato la collaborazione in vista di un attacco. A ricostruire questo scenario, sempre sulla Stampa, è Maurizio Molinari. Sul Giornale, nella sua rubrica Fuoco & Fiamma, Fiamma Nirenstein si sofferma su un fuorionda che fa emergere, una nuova volta, una certa ostilità preconcetta verso Israele.
 
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci
Il dossier raccolto dalla redazione circa il denso dibattito a proposito dei provvedimenti antinegazionismo che vede protagonisti storici, intellettuali e giuristi.
 
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  davar
memoria
Firenze si inchina a Gino Bartali
A una settimana dalla solenne cerimonia organizzata nel 70esimo anniversario della deportazione di ebrei dalla Toscana la sinagoga di Firenze torna a riempirsi di gente, emozioni, testimonianze. Oggi si racconta un'altra storia, di genere diametralmente opposto: la storia di Gino Bartali il Giusto, che lo Yad Vashem celebra con il tributo più significativo per il suo impegno come staffetta clandestina e protettori di ebrei durante il nazifascismo. (Nell'immagine l'ambasciatore d'Israele a Roma Naor Gilon consegna l'attestato dello Yad Vashem ai tre figli di Gino Bartali – Andrea, Luigi e Biancamaria).
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MELAMED
Innovazione e educazione ebraica
protagoniste ad Arachim

Molto apprezzato l'intervento con cui rav Roberto Della Rocca, direttore del Dipartimento educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha contribuito, ieri a Madrid, ai lavori del sesto seminario europeo sull'educazione ebraica, Arachim. Tre giorni di studio, di confronto e di discussione che stanno coinvolgendo direttori di scuole, corsi di studi e fondazioni che promuovono l’educazione ebraica in tutta Europa. Organizzato da ECJC e JDC, ha per tema quest'anno “Guidare l’innovazione o inseguire il cambiamento? L’educazione ebraica di oggi e di domani”
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qui milano
Cdec, Memoriale, e città
Storia di una sinergia vincente

Termina oggi alle 18 il ciclo di incontri “1943-2013. A settanta anni dalla deportazione degli ebrei da Milano e dall’Italia” organizzato dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea e dalla Fondazione Memoriale della Shoah proprio nelle strutture sorte presso il Binario 21 nei sotterranei della Stazione centrale di Milano in Piazza Edmond J. Safra 1. L’iniziativa, che si avvale anche della collaborazione del Consolato generale di Polonia del capoluogo lombardo, ha offerto nelle scorse settimane l’intervento di alcuni tra i più importanti storici della Shoah in Italia, il direttore del Cdec Michele Sarfatti, Liliana Picciotto, autrice de “Il libro della Memoria” e consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il direttore della Fondazione Museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti. A concludere oggi, nell’Auditorium Joseph e Jeanne Nissim, sarà un’ospite d’eccezione, Jadwiga Pinderska-Lech, storica del Museo statale di Auschwitz.
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ucei e cdec
Strumenti contro l'antisemitismo
“Fornire periodicamente informazioni, notizie e documentazione sui principali temi dell'antisemitismo contemporaneo”. Con questo obiettivo prende il via l'iniziativa che coinvolge la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano e l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Un servizio informativo a cadenza periodica curato dall’Osservatorio antisemitismo del CDEC, diretto da Betti Guetta con la collaborazione di Stefano Gatti. Attraverso la newsletter, di cui è uscito il primo numero, i lettori potranno consultare “testi di leggi di contrasto elaborati e approvati da vari paesi, studi sulla situazione dell'antisemitismo nei paesi europei e extraeuropei, risultati di sondaggi di opinione e indagini demoscopiche”.
Nel primo notiziario, la nuova indagine della European Union Agency for Fundamental Rights (FRA) dedicata alle esperienze di discriminazione e di reati generati dall’odio
subiti dagli ebrei di Stati membri dell’Unione europea. Attraverso un questionario on-line su base volontaria, 5847 ebrei autocertificati di otto paesi europei hanno risposto a delle domande legate alla percezione dell'antisemitismo. “L’indagine – scrive Betti Guetta, sociologa e responsabile dell'Osservatorio antisemitismo CDEC, nell'approfondimento del notiziario - rivela un diffuso timore nei confronti dell’antisemitismo via Internet, la preoccupazione per la negazione e la banalizzazione della Shoah e per i reati generali dall’odio”. “Le vittime – afferma Guetta facendo riferimento ai dati della ricerca - spesso non denunciano i reati di antisemitismo. Gli ebrei dell’Unione europea sono oggetto di pregiudizi diffusi, in alcuni paesi subiscono episodi di discriminazione, molestie e persino atti di violenza fisica”.

sorgente di vita
Provvedimenti antinegazionismo prosegue il dibattito
Ancora oggi c’è chi continua a negare l’esistenza delle camere a gas e della Shoah: sono i negazionisti, veri e propri manipolatori della storia. Le loro pericolose teorie vengono diffuse soprattutto sul web e sono spesso fonte di istigazione per atti di violenza nei confronti delle comunità ebraiche e non solo. In attesa di discussione al Senato c’è una proposta di legge che ha scatenato un acceso dibattito: il giurista Giorgio Sacerdoti, la filosofa Donatella Di Cesare e lo storico Marcello Flores ne parlano a Sorgente di vita nella puntata di questa sera, lunedì 18 novembre. .
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pilpul
 Oltremare - La bolla
Basta avere occasione di uscire da Tel Aviv per pochi giorni, per rendersi conto di quanto siamo autoreferenziali noi della "grande città". Che poi, meno di mezzo milione di abitanti in tutto, come "grande" siamo scarsini in paragone a qualunque altra capitale economica del mondo. Tutto è relativo, in un paese di 8 milioni di abitanti. E Tel Aviv più prima che poi dovrà smetterla di darsi le arie di centro di tutto, in Israele: oramai buona parte della costa fino a Herzlyia e Ra'anana è un pullulare di industria, high-tech e quartieri di uffici e di abitazioni nuovi di zecca o in costruzione.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Tea for two - Il grande sonno
Qualche sorso di tea addietro, magnificavo di Neuland, il coraggioso libro di Eshkol Nevo. Coraggioso perché lungo, complesso e con un fantastico pizzico di presunzione. La verità è che ero arrivata solo a metà del volume, piuttosto grassoccio, e credevo ingenuamente che l’altra metà sarebbe volata in un attimo. Nel frattempo ho preso la mia valigia di cartone e mi sono trasferita.

Rachel Silvera, studentessa/stagista
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