Speciale Gece 2016

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12 settmebre 2016 - 9 Elul 5776
headermoked è il portale dell'ebraismo italiano

sul sito www.giornatadellacultura.it tutte le informazioni

I programmi della Giornata, come orientarsi

img headerLa Giornata Europea della Cultura Ebraica è alle porte: domenica 18 settembre l’Italia si animerà di iniziative in ben settantaquattro località, a partire da Milano, città capofila dell’iniziativa. Centinaia di eventi, tra visite guidate a sinagoghe, musei e quartieri ebraici, spettacoli, mostre, concerti, degustazioni kasher e altri appuntamenti culturali.
L’evento, giunto alla diciassettesima edizione, è coordinato e promosso nel nostro Paese dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, parte di un network internazionale al quale aderiscono quest’anno trentacinque Paesi europei.
Quattordici le regioni coinvolte, con eventi organizzati non solo dalle ventuno Comunità ebraiche italiane, ma da tante località dove, pur non esistendo più una realtà ebraica strutturata, ci sono delle importanti testimonianze archeologiche, monumentali, artistiche o anche semplicemente storico-culturali di un passato ebraico.
Si va dal sito archeologico alla Sinagoga ormai non più utilizzata per il culto, ma curata dalla pro-loco come parte del patrimonio storico del Paese; dall’evento letterario organizzato da associazioni di cultura ebraica, alle visite guidate per le strade di ex quartieri ebraici, le antiche “giudecche” di cui è piena l’Italia. E poi ancora visite ai musei ebraici, proiezioni di
film, spettacoli teatrali, concerti, mostre d’arte e tanto, tanto altro: un programma che prevede centinaia di iniziative, con un tema comune, “Lingue e dialetti ebraici”, a unire idealmente tutti gli appuntamenti.
l pubblico potrà orientarsi agilmente tra i tanti appuntamenti cliccando sul sito www.giornatadellacultura.it, dove, oltre al programma generale, è allestita un’Area stampa, pensata apposta per i giornalisti, che possono consultare i comunicati, scaricare foto e testi, contattare l’ufficio stampa nazionale per approfondire.
Oltre ai focus sulla città capofila e al programma completo, il sito propone interventi e approfondimenti sulla cultura ebraica, la possibilità di scaricare la grafica, e tanto altro ancora.
Come ha scritto la Presidente dell’Unione della Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, “in un periodo storico estremamente complesso e difficile quale è quello che stiamo vivendo, è importante continuare a proporre iniziative positive, che stimolino la costruzione di legami e ponti all’interno di una società inclusiva e attenta ai diritti di tutti”.
Appuntamento dunque al 18 settembre, per una giornata all’insegna della conoscenza, dello svago, della convivialità, dell’incontro e del costruttivo confronto nella diversità.
Per sapere dove, come e quando, basta un clic.

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il potere della parola per il rabbino capo di milano alfonso arbib

"Ricordiamoci: siamo ciò che comunichiamo"

img headerIl potere della parola nella tradizione ebraica è considerato fondamentale per comunicare, per costruire rapporti umani, per comprendere ma anche pericoloso. La parola può infatti essere distruttiva, può manipolare la realtà, può addirittura uccidere, ci dice un passo del Talmud. Per questo dobbiamo fare attenzione”. A sottolinearlo a Pagine Ebraiche, rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano, il cui intervento il 18 settembre apre la Giornata della Cultura ebraica dedicata alla Lingua e i linguaggi. A Milano, città capofila, il tema è stato declinato in una variante diversa, incentrandosi sul potere della parola e su questo riflette, parlando con Italia Ebraica, il rav Arbib. “Quando facciamo riferimento alla parola – continua il rav – parliamo di un elemento tanto chiave nella nostra identità che ad esempio nella traduzione in aramaico del passaggio di Bereshit in cui D-o crea l’uomo (nefesh chajà, spirito vivente), Onkelos (considerato l’autore del famoso e omonimo Targum Onkelos) lo riporta come ‘ruach memallelà’, essere parlante. La parola quindi è l’essenza stessa del uomo e per questo è pericoloso usarla in modo sbagliato, quanto nobile usarla nel modo corretto”.

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il lavoro dell'Associazione Europea per il Patrimonio Ebraico

Con l'Aepj, insieme per raccontare l'Ebraismo

img headerFar conoscere il ricchissimo patrimonio culturale, le bellezze artistiche e i mondi ebraici nei loro aspetti peculiari. Questo lo scopo e la missione della AEPJ, l’Associazione Europea per il Patrimonio Ebraico; una sigla dietro alla quale un piccolo gruppo di volontari e di professionali lavora e spende le proprie energie per un fine comune: valorizzare i tesori materiali e spirituali ebraici nelle sue molteplici e variegate forme, per diffondere e approfondire la cultura ebraica in Europa.
All’interno della AEPJ operano il B’nai B’rith Europe, la Red de Juderias de España – Caminos de Sefarad la Rede de Judiarias de Portugal – Rotas de Sefarad, e Journées Européennes de la Culture et du Patrimoine Juifs – France (JECPJFrance). Tutte queste istituzioni hanno loro rappresentanti nel Consiglio dell’associazione, del quale fa parte dal 2013 anche l’ Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La segreteria dell’associazione si trova in Spagna, a Gerona ed il sito è visitabile all’indirizzo web www.jewisheritage.org
Il Consiglio si riunisce regolarmente e l’ultima riunione si è tenuta proprio in Italia, in marzo, nella splendida cornice della laguna veneziana.
La Aepj, nata 17 anni fa proprio in occasione della prima edizione della Giornata della cultura, continua ad operare e a svolgere il ruolo di “organizzazione ombrello” per la Giornata in Europa. E’ infatti attraverso la Aepj che si stabiliscono le linee guida e i denominatori comuni: il tema dell’anno, le date in cui si svolgeranno le manifestazioni, il logo legato al tema da adottare e così via.

Sira Fatucci

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l'iniziativa del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea

Nel Bel Paese, parlando in giudeo-italiano

img headerLa Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) da oltre sessant’anni si impegna a raccogliere materiale d’archivio, fonti librarie, memorie, immagini e testimonianze per preservare nel tempo e raccontare le vicende storiche dell’ebraismo italiano. La sua funzione di conservazione e divulgazione di questo consistente patrimonio culturale è riconosciuta ed apprezzata a livello nazionale e internazionale, ed è parte integrante del lavoro culturale svolto dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI).
In occasione della XVII edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica (18 Settembre 2016) dedicata a Lingue e dialetti ebraici che vede Milano come Comunità ebraica capofila per il 2016, la Fondazione CDEC e la sua Biblioteca hanno deciso di dare il loro contributo di conoscenza proponendo una piccola guida ragionata on-line alla scoperta del patrimonio dialettale ebraico italiano. Sul sito web della Fondazione
www.cdec.it vengono offerti al pubblico alcuni ricercati esempi di testi letterari e documenti di varia natura relativi al tema delle parlate giudeo-italiane in età moderna e contemporanea. Si tratta di un soggetto fondamentale, che racconta una storia di integrazione culturale e di scambio reciproco fra i membri di una minoranza come quella ebraica (a sua volta fortemente articolata al suo interno) e una maggioranza non ebraica non omogenea e caratterizzata sul piano linguistico da forti differenziazioni regionali.

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a firenze sarà il linguista pennacchietti a spiegarne le origini

L'invenzione di una lingua etica: l’esperanto

img headerTra i protagonisti del programma fiorentino della Giornata Europea della Cultura ebraica, Fabrizio Angelo Pennacchietti, professore emerito dell’Università di Torino, che interverrà per raccontare l’affascinante storia dell’esperanto e il suo legame con la cultura ebraica.

Professore, quale è la sua formazione e da dove deriva il suo interesse per l’esperanto?
Ho studiato linguistica a Torino con Benvenuto Aronne Terracini e a Roma filologia semitica con Sabatino Moscati, con cui mi sono laureato nel 1963. Mi sono occupato prevalentemente di linguistica comparata della lingue semitiche, di epigrafia e solo molto marginalmente di ebraistica. Come linguista mi hanno incantato l’ineguagliabile struttura e le potenzialità espressive della lingua proposta da Zamenhof.

Chi era Zamenhof?
Ludwik Lejzer Zamenhof (Bialistok 1859 – Varsavia 1917), figlio di Mordka (“Marko”) Fajvelovič Zamenof e di Liba Šolemovna Sofer, ebrei lituani, si definì sempre “ebreo russo”. Nacque a Białistok, una delle città più industriali dell’impero russo, che aveva un’altissima percentuale di popolazione ebraica, e dove erano forti erano le tensioni tra le varie etnie: ebrei, polacchi, russi, lituani, tedeschi e tatari. Quand’era quattordicenne la sua famiglia di trasferì a Varsavia. Dal 1879 al 1881 studiò medicina a Mosca.

Cosa è esattamente l’esperanto?
L’Esperanto è un caso unico di lingua pianificata di larga diffusione (è inserita su Google e su Wikipedia), non etnica ma semmai “etica”, adottata come seconda lingua per libera elezione e non trasmessa “geneticamente”, nel senso “di padre in figlio”, di generazione in generazione. Nasce da un progetto di lingua ausiliare lanciato a Varsavia nel 1887, ma elaborato nel corso di 15 anni, dal 1872 al 1887, attraverso varie fasi di sviluppo, da una sola persona: Zamenhof. Il suo creatore rinunciò da subito a ogni diritto di proprietà intellettuale, morale e materiale riguardo alla sua creatura, ma nel 1905, in occasione del Primo Congresso Universale di Esperanto a Boulogne-sur-Mer, ottenne che il cosiddetto Fondamento della lingua (una prefazione, una grammatica, una collezione di esercizi e un vocabolario) fosse dichiarato immutabile: una sorta di “costituzione” che ne ha garantito un equilibrato sviluppo durante 129 anni.

Marco Di Porto

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il programma del piemonte

Ebraismo en piemuntèis

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Sono sedici le località del Piemonte che partecipano alla Giornata: Acqui Terme, Alessandria, Asti, Biella, Carmagnola, Casale Monferrato, Cherasco, Chieri, Cuneo, Ivrea, Moncalvo, Mondì, Saluzzo, Trino Vercellese e Vercelli.  Nel capoluogo, Torino, come sempre saranno tante le iniziative proposte, per scoprire una delle Comunità ebraiche italiane più vitali e la sua storia di grande fascino e cultura.
La manifestazione si aprirà alle ore 10.00, presso la Comunità (Piazzetta Primo Levi, 12), con i saluti del presidente Dario Disegni. Seguirà l’incontro “Che lingue parla l’ebraismo?”, con interventi del rabbino capo Ariel Di Porto e di Franco Segre.
Dalle 11.00, presentazione della mostra “Humor dal ghetto: ironia, doppio senso e metafora nelle parlate giudaico-italiane”.
A Casale Monferrato sarà visitabile la splendida Sinagoga e i Musei dei Lumi e degli Argenti (Vicolo Olper, 44), dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Alle 16.30, in Sinagoga, per la rassegna musicale Suono e segno, “Il violino di Auschwitz”, la storia del violino raccontata da Carlo Alberto Carutti, con musiche della tradizione ebraica eseguite dal Maestro Massimo Marin.
Visite guidate a Biella, nella Sinagoga del Piazzo (vicolo del Bellone, 3), dalle 10.00 alle 13.00.
Iniziative in programma anche a Vercelli, alla Sinagoga di via Foa 56/58 e nelle strade dell’ex ghetto. Alle 16.30, in Sinagoga, incontro dal titolo “A bliss yiddish - un po’ di Yiddish”, conversazione con Pia Settimi.
 
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il programma da trieste a udine

Scatti dalla Diaspora

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In Friuli Venezia Giulia si terranno iniziative a Trieste, Gorizia e Udine.
Fitto programma, come sempre, a Trieste, dove i siti ebraici saranno aperti al pubblico e visitabili: nella Sinagoga (Via San Francesco, 19) si svolgeranno visite guidate dalle 10.00 alle 13.00, mentre al Museo “Carlo e Vera Wagner” (Via del Monte, 5) si potrà accedere dalle 14.00 alle 16.00.
Sarà inoltre visitabile l’antico cimitero (Via della Pace, 4), dalle 10.00 alle 11.30.
Nello spazio conferenze del Museo, avrà luogo alle 16.00 una tavola rotonda su “Lingue e dialetti ebraici” con Valentina Cantori, Rav Ariel Haddad, Daniela Leoni e Ana Cecilia Prenz.
Infine, nel nuovo spazio espositivo al secondo piano, alle 18.30 sarà inaugurata la mostra fotografica “Diaspora” di Frédéric Brenner (nell'immagine, un suo scatto), fotografo francese che ha documentato la vita nelle comunità ebraiche in Europa e nel mondo.
Per maggiori informazioni sul programma al tel. 040 371466, email. museumcarloeverawagner@triestebraica.it.
A Gorizia le iniziative avranno luogo nella Sinagoga e nel Museo ebraico “Gerusalemme sull’Isonzo”, che presenta la storia dell’ebraismo a Gorizia attraverso i secoli, con una sezione dedicata al filosofo Carlo Michelstaedter. Sinagoga e Museo si trovano in Via Ascoli, 19, e saranno aperti dalle 10.00 alle 19.00.
Alle 10.30, al Museo, si inaugurerà la mostra “Safoth Yehudyoth”; seguirà, alle 11.30, il laboratorio linguistico per bambini “Alephbet”.


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il programma in calabria

Il dialetto dei marrani

In Calabria sono previsti eventi in sei località, dal 18 al 21 settembre a Santa Maria del Cedro, Zambrone, Reggio Calabria, Cosenza, Bova Marina e Crotone.
Un programma ampio, realizzato con la supervisione della Comunità Ebraica di Napoli, che prevede molte iniziative culturali tra mostre, concerti e approfondimenti sulle lingue ebraiche come lo Yiddish, il Judeo-Espanol e il dialetto calabrese, utilizzato dagli ebrei marrani dopo l’editto di espulsione nel ‘500.
Si parte domenica 18 settembre a Santa Maria del Cedro (CS), alle ore 10.00, presso l’ex Carcere dell’Impresa, sede dell’Accademia internazionale e del Museo del Cedro, con l’apertura della mostra itinerante, e che sarà replicata in ogni località calabrese, sulla simbologia della scrittura ebraica, ed esecuzione di canti dialettali dell’Esodo.

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lo spettacolo a roma

Ce veniti a’ recita?

La Giornata Europea della Cultura ebraica a Roma chiuderà con “Ce veniti a’ recita?”, spettacolo in giudaico-romanesco portato in scena dai due storici gruppi teatrali in dialetto, la compagnia “Quasi stabile” di Alberto Pavoncello e “Quelli dei giudaico-romanesco”, il cui portavoce è Raffaele “Lello” Pace. Uno spettacolo realizzato in collaborazione con l’Adei-Wizo, al quale parteciperà come “presentatore” Daniele Volterra, e che si terrà alle 20.30 del 18 settembre al Palazzo della Cultura, in via del Portico d’Ottavia.
Abbiamo posto ad Alberto e Lello alcune domande, una “intervista doppia” a due appassionati di teatro che, pur con storie e in tempi diversi, si dedicano a portare avanti la tradizione (e la trasmissione) di un linguaggio molto peculiare e, tutt’oggi, ancora molto usato tra gli ebrei romani.



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