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17 marzo 2017 - 19 Adar 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Si impara da chiunque. Sempre. Anche dagli ebrei appena liberati dalla schiavitù, che hanno appena assistito alla rivelazione sul Sinai e che presi dal panico per il ritardo di Moshe costruiscono il vitello d'oro. Si impara da loro e dal loro impegno nell’investire energie e materia, oro e monili vari, per provare, seppur sbagliando, ad uscire dal panico creando una alternativa (Esodo 32,1-4).
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore CDEC
Nella newsletter ANPInews n.238 (14-21 marzo 2017) la presidenza della gloriosa associazione dei partigiani italiani tenta di fare chiarezza sulla vicenda della (mancata) proiezione del film “Israele, il cancro” organizzata dall’ANPI di Biella. L’intento è di certo propositivo, ma per lo meno su un tema di cui ci occupiamo per motivi professionali – l’antisemitismo – i conti non tornano proprio, sia sul piano teorico, sia politico. La tesi già molte volte sentita per cui criticare le azioni del governo israeliano non costituisce di per sé un atto di antisemitismo è naturalmente ovvia e condivisibile, ma utilizzarla in questo contesto denuncia una forte ambiguità che non può passare sotto silenzio, e dispiace che la presidenza di un’associazione con cui l’ebraismo italiano ha una tradizione di collaborazione pluridecennale nella condivisione dei valori dell’antifascismo e della difesa dei fondamenti della democrazia non si renda conto della strumentalità dell’argomento.
 
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Il consigliere di Le Pen
ombre nere sul partito
Un’inchiesta congiunta di Mediapart, Marianne e la trasmissione Envoyé Special della tv pubblica France 2 hanno prodotto un libro e un documentario che contraddicono anni di narrativa del Front National di Marine Le Pen sul nuovo partito normalizzato, che si vuole lontano dall’estrema destra e dal negazionismo caro al padre Jean-Marie. “Se usiamo il termine di neo-nazista a proposito di Frédéric Chatillon, ci sbagliamo solo quanto a ‘neo’”, affermava l’ex militante del Gud (Groupe Unione Défense, formazione di estrema destra francese legata agli ambienti del Front National) Denis Le Moal, in una deposizione rilasciata alla polizia nel 2014 a proposito del suo ex capo Chatillon, oggi responsabile della comunicazione di Marine Le Pen e, spiega il Corriere della Sera, considerato il suo più potente e ascoltato consigliere. Un altro ex componente del Gud, parlando a volto coperto alla televisione francese, ha riferito delle riunioni a cui partecipava anche Chatillon. “Più il gruppo è ristretto più ci si lascia andare a saluti nazisti, alle svastiche. Hitler veniva chiamato Ton-ton, zio, e a Chatillon mancavano solo i baffetti”. II testimone continua: “II negazionismo è onnipresente. Ridevano di Auschwitz, dicevano che c’era un campo di calcio e la piscina per gli ebrei, con il tono ‘non ne abbiamo ammazzati abbastanza’”. Il Corriere spiega poi che secondo Aymeric Chauprade, ex braccio destro di Marine Le Pen per la politica internazionale, filo-israeliano uscito dal Front National nel 2015 proprio in polemica con Chatillon e il suo gruppo, sono questi ultimi in realtà ad ad avere in mano la struttura del partito.

Francia, l’attacco del maniaco delle armi che voleva un’altra Columbine. Sono sette i ragazzi rimasti feriti nella sparatoria avvenuta in un liceo di Grasse, in Provenza: tre in modo non grave da proiettili di piombo e altri quattro alunni nella calca. A sparare, Kilian Barbey, diciassettenne che frequentava il penultimo anno del liceo, senza problemi particolari segnalati, e che non era noto alle autorità. Le autorità hanno escluso il movente terroristico. Il ragazzo era entrato nella scuola armato di un fucile a pompa, due pistole e due granate ma non è ancora chiaro se tutto l’arsenale fosse davvero operativo. È stato il preside a fermarlo quando l’ha visto puntare l’arma verso i ragazzi. Hervé Pizzinat, definito “eroe” dalla ministra dell’Istruzione, si è gettato contro il giovane per tentare di neutralizzarlo. Nonostante fosse colpito al braccio sinistro, il direttore dell’istituto ha continuato a parlare a Kilian tentando di convincerlo a deporre le armi. Il ragazzo si è finalmente fatto arrestare dalla polizia senza opporre resistenza (Repubblica).

Associazione biblisti italiani, le parole del presidente. Dopo le polemiche e le proteste del mondo ebraico per un titolo offensivo come “Israele, popolo di un Dio geloso. Coerenze e ambiguità di una religione elitaria” che era stato scelto per una delle sessioni del convegno dell’Associazione biblica italiana in programma a Venezia il prossimo settembre, il presidente dell’Abi Luca Mazzinghi spiega la sua versione riguardo alla questione.
 
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  davar
#ROMA60 - VIA ALLE CELEBRAZIONI
“Europa, la nostra casa comune”
L’integrazione europea rappresenta tuttora il progetto politico più avanzato e sofisticato dal secondo dopoguerra ad oggi. Un progetto ispirato dagli ideali del Manifesto di Ventotene, elaborato nel 1941 mentre la guerra era in corso, e dalla lungimiranza dei Padri fondatori. Un progetto che ha garantito non soltanto la pace ma ha posto anche le condizioni per promuovere lo sviluppo economico dei nostri Paesi”.
La presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini apre con un fermo richiamo ai valori dell’unità europea la prima giornata ufficiale di celebrazioni del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma. Tra Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama, un’intensa giornata che vede protagonisti diversi capi di Stato e importanti nomi della politica italiana e internazionale. Insieme, per affermare la centralità di un progetto e di una sfida comune.
“Si sta creando – ha sottolineato Boldrini – una vera e propria letteratura antieuropeista alimentata da forze populiste e xenofobe che hanno come obiettivo quello di minare il progetto europeo. In alcuni dei nostri Paesi, in vista di prossime scadenze elettorali, viene esplicitamente evocata – per guadagnare consensi – la prospettiva di una fuoriuscita dall’euro o addirittura dall’Unione europea. Lo dico con chiarezza: queste posizioni non sono lungimiranti perché alimentano la disaffezione dei cittadini nei confronti dell’Europa senza prospettare soluzioni alternative realmente praticabili. Spetta a chi come noi riveste cariche istituzionali testimoniare concretamente il valore dell’integrazione europea”.
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intercettato un missile partito da damasco
Israele-Siria, tensione al nord
La Siria non ha abbattuto nessun nostro aereo, hanno fatto sapere le autorità dell'esercito israeliano, respingendo la notizia fatta circolare dai media del regime di Assad. Israele ha però confermato, cosa rara, di aver colpito nella notte con raid aerei diverse postazioni militari siriane. L'attacco è stato portato prima dell'alba nei pressi di Palmira e, secondo Yedioth Ahronoth, bersaglio del raid erano dei depositi di armi di Hezbollah, il gruppo terroristico che combatte al fianco di Assad: l'arsenale probabilmente, scrive il quotidiano israeliano, conteneva missili Scud D, che hanno una gittata di 700 chilometri. Per la prima volta invece Damasco ha risposto al raid israeliano, annunciando di aver colpito uno dei caccia israeliani. “Ribadiamo che, in nessun momento la sicurezza dei civili o dei caccia israeliani è stata compromessa", ha fatto però sapere il portavoce di Tsahal, Peter Lerner. L'esercito israeliano ha poi riferito di diversi missili anti-aereo siriani – partiti quando i caccia israeliani erano già tornati alla base - uno dei quali è stato intercettato da sistema israeliano di difesa. Secondo la stampa, il missile è stato intercettato (nell'immagine) grazie al sistema antimissile Arrow, "Freccia", entrato in azione per la prima volta. Una fonte militare giordano ha detto che schegge del missile intercettato sono cadute all'interno dei suoi confini
Tutta la vicenda è stata definita dai media israeliani come il più grave incidente bellico tra Damasco e Gerusalemme dall'inizio della guerra siriana (2011).


qui milano - il festival cervello&cinema
Perché ci piacciono i film,
la parola agli scienziati

Nata seguendo l'esempio dell'Università Ebraica di Gerusalemme, arriva anche in Italia la rassegna  che unisce la passione per il cinema e la scienza: si tratta della prima edizione del Festival “Cervello&Cinema” (27 marzo – 2 aprile, Cinema Spazio Oberdan a Milano). Protagonisti dell'evento, sia le pellicole sia diversi neuroscienziati e psicanalisti che risponderanno a domande su come ad esempio le prime influenzino il nostro cervello, o sul perché i film ci piacciono e ci coinvolgono. L’evento segue la tradizione divulgativa dei BrainForum di BrainCircleItalia, ed è organizzato insieme a Ospedale San Raffaele, Fondazione Cineteca Italiana e all'Università Ebraica di Gerusalemme. “Il Festival - spiega la presidente di BrainCircleItalia e organizzatrice dei BrainForum,Viviana Kasam,  che ha curato la realizzazione del Festival assieme al professor Giancarlo Comi, direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale - nasce con l’obiettivo di avvicinare un pubblico di non addetti ai lavori, e di giovani, alla ricerca scientifica, uscendo dai luoghi delegati (aule universitarie, centri di ricerca, sale conferenze) e affrontando temi di grande attualità e interesse con un linguaggio accattivante e con l’ausilio di film selezionati per la loro qualità artistica, accoppiando il rigore scientifico a una divulgazione curiosa, insolita e divertente”.
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QUI ROMA - L'EVENTO DEL KKL
“Israele, porta verso il futuro”
Ricerca, innovazione, nuove tecnologie. Mondi in cui Israele rappresenta sempre più un’eccellenza, un imprescindibile punto di riferimento per gli investitori. Su tutti vale l’esempio del recentissimo matrimonio tra Intel e Mobileye che molto ha fatto parlare negli scorsi giorni la stampa italiana e internazionale.
Un bilancio su quanto è stato fatto e raggiunto finora. Uno sguardo agli obiettivi del futuro più o meno ravvicinato, con un’attenzione speciale alle sinergie tra Gerusalemme e Roma (quelle in corso e quelle potenziali). Questo il tema dell’incontro “Tecnologia israeliana: una porta per il futuro” organizzato dal Keren Kayemeth LeIsrael all’Hotel Quirinale.
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pilpul
Paganesimo e laicità
Per l’ennesima volta, mentre interrogo sulla Commedia mi rendo conto che gli allievi colgono molto più facilmente le citazioni da testi greci e latini, anche poco noti, di quelle bibliche. Del resto quasi tutte le edizioni scolastiche vanno nella stessa direzione, tralasciando spesso riferimenti evidenti al Vecchio e al Nuovo Testamento. Dico scherzando (ma forse non troppo) che al liceo classico domina ancora il paganesimo. Un’allieva mi risponde che probabilmente si tralasciano volutamente temi religiosi per evitare polemiche come quelle continuamente sollevate (dice lei) su crocifissi o presepi in classe. Le rispondo che dal mio punto di vista non è affatto la stessa cosa perché in un caso si tratta di contestualizzare e comprendere adeguatamente i testi letterari perché possano essere patrimonio di tutti, nell’altro caso si impone forzatamente un’identità collettiva allo scopo di far sentire qualcuno fuori posto; anzi, il fatto che si lotti per imporre presepi e crocifissi nelle stesse classi in cui si tralasciano allegramente riferimenti obbligati a temi religiosi mi porta a dubitare della buona fede di chi conduce queste battaglie.

Anna Segre, insegnante
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Svegliare i leoni
Un medico investe con la propria jeep un migrante eritreo ed invece di soccorerlo fugge, da quel momento la sua vita cambierà completamente. In poche parole è la sinopsi di Svegliare i leoni (Giuntina, 2017), l’ultimo romanzo della scrittrice e psicologa israeliana Ayelet Gundar-Goshen. Un’opera con i tratti del thriller psicologico, che attraverso l’indagine interiore del protagonista porta il lettore a fare i conti con i propri codici etici e morali, ma anche a ripensare la gestione dei propri rapporti umani. Poco cambia che il tutto si svolga a Beer Sheva, in un Israele a tratti periferica, un paese che fa soprattutto da sfondo ma che è ben identificabile nei suoi contrasti e nelle sue sfumatur.

Francesco Moises Bassano
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Irua
Irua è l'”evento” giovanile che si svolgerà dal 30 marzo al 2 aprile in Toscana creato dai giovani per i giovani per confrontarsi, stare insieme e discutere del prossimo futuro. Giovani di gruppi, formazione, comunità ed estrazione diversa. Per quanto sembri ovvio e naturale come tutte le cose giuste, si tratta di un evento che nel suo nascere è già un evento. 

Ilana Bahbout
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