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 10 maggio 2018 -  25 Iyar 5778
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società

Pericolo radicalismi, le religioni a confronto 

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Esiste una sottile ma importante differenza di significato fra il termine «radicalità» e quelli più usati di «radicalismo» o «radicalizzazione ». Fra questi ultimi, il primo fa pensare all’interpretazione estrema di una consapevole ideologia politica, ed il secondo ad un processo, a un movimento di trasformazione verso l’acquisizione di tali posizioni estreme. In termini sociologici «radicalità» indica invece uno stato più magmatico e più carico di emotività: un insieme di atteggiamenti o di azioni che rimarcano una volontà e un sentimento di rottura rispetto al sistema politico, sociale e culturale, e più in generale rispetto alle norme e ai valori vigenti in una società. n questi termini, per lo meno, il termine «radicalità» è utilizzato in una ricerca recentissima, apparsa nelle librerie francesi nei primi giorni di aprile: La tentation radicale. Enquête auprès des lycéens (a cura di Olivier Galland e Anne Muxel). Si tratta di una indagine che fa parte di più ampio progetto di studi promosso dal CNRS (il CNR francese) a seguito degli attentati del 2015. L’attenzione dei ricercatori è rivolta a molteplici forme di radicalità: religiosa, politica, sociale come pure a quella legata alle diverse forme di interazione quotidiana.

Enzo Campelli, Pagine Ebraiche, maggio 2018 

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MACHSHEVET ISRAEL

Azioni e conseguenze

img header«Chi versa il sangue dell'uomo, avrà il proprio sangue versato dall'uomo», predice e – soprattutto –prescrive il Signore rivolgendosi a Noah in Genesi 9-6. Saremmo così di fronte a una ricorrenza del principio del contrappasso ossia, da dizionario, di “corrispondenza della pena alla colpa, consistente nell’infliggere all’offensore la stessa lesione da lui provocata all’offeso, e più comunemente detta pena o legge del taglione”. Ora, sappiamo che nella normativa ebraica il principio dell’ “ayn tahat ayn”, occhio per occhio, è declinato in termini di proporzione pecuniaria – salvo che in caso di morte. Ma, limitando l’attenzione al versetto di Genesi citato, a quale tipo di regola e di relativa azione siamo, con questo passaggio, rimandati? Si tratta di recepire una prassi in uso presso i privati – che saranno quindi legittimati, nel loro agire, dalla norma – oppure di istituire una nuova regola di condotta? E, in quest’ultimo caso, si tratterebbe di una regola di condotta che si attaglia direttamente ai privati, oppure di una regola di condotta che ha luogo in un ambito sociale distinto? Naturalmente tali livelli, sul piano storico e antropologico, non sono in antitesi, come ha mostrato p. e. Stefano Levi Della Torre (Feltrinelli 2003/4) sottolineando come “agli albori dei sistemi giuridici, la vendetta è già inscritta in un canone riconosciuto dalla comunità, ma il diritto-dovere di esecuzione è ancora affidato alla parte dell’offeso”. Onkelos traduce e spiega il passaggio di Bereshit asserendo che l’individuazione di chi ha versato il sangue dell’uomo avverrà attraverso testimoni e così la sua, del reo, condanna avverrà in accordo a quanto dicono dei giudici in una sentenza.

Cosimo Nicolini Coen

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società  

Il razzismo e la lezione
di Giambattista Vico

Cari ragazzi e ragazze della Nuova Europa, ci sono molti modi per impegnarsi, efficacemente, nella materia, enorme e delicata, della discriminazione, ed io non cerco scorciatoie. Per dirla con parole antiche (Giambattista Vico) i rischi di una deriva autoritaria sono sempre dietro l'angolo. Lui, l'autore dei corsi e ricorsi storici, aveva visto lungo. Arrivo subito al punto consegnando a voi, che siete su un'isola, un "messaggio in bottiglia": il mio primo atto parlamentare. Intendo infatti depositare nei prossimi giorni un disegno di legge che istituirà una Commissione parlamentare d'indirizzo e controllo sui fenomeni dell'intolleranza, razzismo, e istigazione all'odio sociale. Si tratta di raccogliere un invito del Consiglio d'Europa a tutti i paesi membri, ed il nostro Paese sarebbe il primo a produrre soluzioni e azioni efficaci per contrastare il cosiddetto hate speech.


Liliana Segre, La Repubblica, 5 maggio 2018

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orizzonti 

La rivincita di Netanyahu
   

Sono passati soltanto due mesi da quando la stampa internazionale si interrogava sulla tenuta di Benjamin Netanyahu. Il premier israeliano è stato ascoltato dalla polizia su diversi casi di presunta corruzione, e per giorni si è parlato di testimoni che avrebbero potuto affossare la sua lunga carriera. All'indomani dell'annuncio di Donald Trump sull'uscita degli Stati Uniti dall'accordo sul nucleare iraniano, il quotidiano «Washington Post» parla di «momento Netanyahu», ribaltando la posizione del primo ministro. Il presidente americano in un unico discorso martedì ha realizzato quello che da anni predica Bibi Netanyahu: la fine dell'intesa internazionale sul programma atomico iraniano, il ritorno delle sanzioni americane contro Teheran. E fra pochi giorni, il 14 maggio, gli Stati Uniti sposteranno ufficialmente la loro ambasciata a Gerusalemme, in un'altra spinta al potere del primo ministro.

Rolla Scolari, La Stampa, 10 maggio 2018


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shir shishi - una poesia per erev shabbat

Gelsomino in via Ibn Gabirol

img headerDi recente Igal Schwartz, critico letterario, editor e noto studioso di letteratura israeliana, ha firmato tre articoli sul giornale Ha'aretz in cui descrive le variazioni poetiche dell'artista multidisciplinare e poeta di origine iracheno, Ronny Someck.
Ronny, di cui ho già scritto in altre occasioni, non è un sabre, non è un sefardita emarginato e non è uno snob di Tel Aviv. È piuttosto una sorta di poeta della gente, abile nel guardare il mondo e cogliere in liriche caleidoscopiche i racconti di Israele, con ritmi a volte rock e a volte melodici e intimi. Qualche giorno fa, seduta in un ristorantino in via Ibn Gabirol a Tel Aviv mi è tornata in mente questa lirica.
 
GELSOMINO. LIRICA SU CARTA VETRATA

Fairuz solleva le labbra                                                                                                             
al cielo    
perché piovano gelsomini
su chi una volta si incontrò,
ignaro di essere nell’amore.                               
La ascolto nella Fiat di Muhammad
in pieno giorno nel bel mezzo di via Ibn Gabirol.  
Una libanese canta nell’automobile italiana
di un poeta arabo di Baq’ah al Garbya’a
in una via dedicata
a un filosofo ebreo vissuto in Spagna.
E il gelsomino?
Se cadrà dai cieli della fine dei tempi
per un attimo
sarà
il verde
del semaforo
al prossimo incrocio.
      
(Il bambino balbuziente”, Mesogea 2008)

Sarah Kaminski, Università di Torino 

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