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 29 maggio 2018 -  15 Sivan 5778
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PROTAGONISTI

“Nella vita scegliete buoni Maestri”

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img headerGioele Dix / QUANDO TUTTO QUESTO SARÀ FINITO / Mondadori

È un giorno qualunque a Mondovì, un giovedì di sole e di montagne ancora innevate. Quando arrivo i negozi sono in chiusura e i dehor dei locali in centro sono già animati dalle voci e dai calici di vino. Stasera al teatro Baretti, appena dietro la casa di Marco Levi, simbolo della storia ebraica monregalese, va in scena Vorrei essere figlio di un uomo felice, di e con Gioele Dix. Ho appuntamento con lui per un’intervista, poco prima dello spettacolo, nella calma del teatro ancora vuoto. Gioele Dix scende dal palco, mi stringe la mano e mi chiede sorridendo: “Allora, mi dica, di cosa si occupa lei?”. E di fronte all’antitesi del divo, che invece di rovesciare fiumi di parole su di sé, crea una relazione squisitamente umana, rispondo in modo un po’ frammentario, quasi non mi ricordassi manco bene io di cosa mi occupo. E di nuovo, lui sorride. Ho la sensazione che potremmo chiacchierare a lungo, ma il tempo è poco e così vado dritta al punto, facendo la classica domanda da un milione di dollari.

Maria Teresa Milano, Pagine Ebraiche, maggio 2018 

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NARRATIVA ISRAELIANA

1948, la bocca di Himmo, il senso dell’esistenza

img headerYoram Kaniuk / HIMMO RE DI GERUSALEMME / Giuntina

Nella Gerusalemme del 1948, mentre infuria la battaglia tra il neonato Stato d’Israele e la coalizione araba, nella quiete di un monastero adibito a ospedale i soldati feriti affrontano il proprio destino, a volte con sarcasmo altre con sconforto. Tra loro c’è Himmo, così bello da essere chiamato “re di Gerusalemme”. Del suo magnifico corpo è rimasta intatta solo la bocca, una bocca sensuale, carnosa, perfetta. Basterà per far innamorare Hamotal, giovane infermiera appena entrata in servizio.
Sono queste le premesse struggenti del romanzo di Yoram Kaniuk “Himmo re di Gerusalemme”, pubblicato da Giuntina nella traduzione di Elena Loewenthal, uscito originariamente in Israele nel 1968.
Himmo implora di essere ucciso e nessuno comprende come possa essere ancora in vita nonostante le ferite mortali. Solo Hamotal continua a curarlo; gli si dedicherà totalmente, ma la dedizione e il sentimento che prova per il giovane soldato le consentiranno di accettare l’unico desiderio di Himmo? Tra le parole di scherno degli altri soldati, quelle indifferenti dei medici e quelle consolatorie di Clara, ultima suora rimasta nel monastero, Hamotal cerca la soluzione a quel dramma affrontando una crisi interiore che tocca le radici del mistero dell’esistenza.

mdp 

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narrativa

Tutti noi con Abramo  

jUDAICa

L'Isacco enciclopedico  

Carlo Sgorlon / RACCONTI DELLA TERRA DI CANAAN / Mondadori

Due storie, diceva Borges, sono sta te e saranno sempre raccontate: quella di un uomo innalzato e inchiodato ad una croce e quella di un uomo che dopo dieci annidi guerra e la distruzione di una città ne passa tanti in mare, affrontando prodigi, mostri, tempeste ed incanti per tornare a casa. Ce ne sono anche altre, che rinascono sempre, a porre ogni volta in modo nuovo, e denso di sempre nuovi significati, le domande essenziali della vita. Un sapiente che promette l'anima al diavolo se questi gli farà vivere l'attimo supremo della felicita e della conoscenza; un seduttore mai appagato e spietato che cerca l'infinito nell'amore e nel sesso; una peccatrice redenta da Dio in persona per aver molto amato e tante altre. Una delle più grandi di queste storie piene di significato è la storia biblica del sacrificio di Isacco, terribile partita a tre fra Dio, Abramo cui Dio ordina di salire sul monte e di sacrificare il figlio Isacco, e quest'ultimo.

Claudio Magris,
Corriere della Sera,
27 maggio 2018


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Mauro Perani (a cura di) / NUOVI STUDI SU ISACCO LAMPRONTI / Giuntina

C’erano una volta le enciclopedie. Non quelle on-line, che sembrano ancora vive e vegete, almeno a giudicare dalla regina incontrastata del mondo digitale, l'amata-odiata Wikipedia. Parliamo delle enciclopedie di carta, legate in pelle vera o in simil-plastica, a seconda del censo e delle ambizioni di chi le esponeva nella libreria di casa. Finite in cantina, al macero, o in un triste angolo del salotto buono, ammesso che di tale locale resti oggi ancora qualcosa. Dieci volumi, venti, o addirittura trenta? Le vecchie rassegne enciclopediche facevano a gara nell'occupare spazio, nel tentativo di far valere i propri diritti sull'intero scibile. Di tutte le enciclopedie che conosco, la più disperatamente e meravigliosamente immensa è quella scritta da una sola persona, in quarant'anni della propria vita. Rigorosamente a mano, e quasi tutta di proprio pugno.


Giulio Busi,
Il Sole 24 Ore Domenica, 27 maggio 2018


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