CULTURA
Emma Dessau, una vita incisa nell’arte
Gabriella Steindler Moscati / LA MIA VITA INCISA NELL'ARTE / Mimesis
Aprire le pagine di un libro è un atto di sfida che può farci sentire
alle soglie di qualcosa di ignoto, attraente seppur effimero, oppure
come esperti scavatori della realtà pronti a cogliere riferimenti,
sollecitazioni, complicità sottese, ovvietà. Si osserva con attenzione
la copertina per ricordarci di capire quali siano i segni, i colori, la
parola che ci attraggono: poi uno sguardo al retro, o al risguardo di
copertina se vogliamo qualche notizia in più prima di decidere se valga
il tempo di impilare quel libro insieme ad altri accanto al nostro
tavolo, esporne la copertina allo sguardo curioso altrui o aspettare
una migliore ispirazione. Oggi un nome, un titolo, possono attrarti ma
anche immediatamente dirottarti alla ricerca digitata sullo schermo di
un telefono, per capire (non sapendo indirizzare a sufficienza neanche
più i nostri istinti) se quella parola, quel nome, quell'immagine,
possano rimandare ad altro che "rinforzi" l'impulso leggero appena
provato. Leggere è una vacanza faticosa, come tutte quelle che poi non
si dimenticano più, oppure non è che l'avventura di un week-end, un
"one-nightstand", un giallo di non più di cento pagine, piccolo, blu.
Di Emma Dessau Goitein, percorrendo il web, si trovano tante
frammentarie notizie, immagini di quadri, ex-libris, brevi recensioni.
Le notizie più spesso ripetute riguardano il fatto che Emma provenisse
da un nucleo ebraico di stretta osservanza religiosa, il papà rabbino,
un nonno apprezzato commentatore della Torah (Kesef nivhar). Queste
notizie, come ami agganciati all'abito di Emma, non possono dirci
nulla, in realtà, di chi fosse. Benché consci delle tante diverse
declinazioni che ognuno potrebbe voler dare della propria maniera di
essere, o sentirsi, ebreo, manchiamo ancora di una sinottica precisa di
riferimento che ci sia di guida e conforto nello stabilire con
sicurezza come altri abbiano vissuto la propria esistenza, aderendo
perfettamente a un'immagine edificante, ma non nota veramente al
lettore.
Marisa Patulli Trythall, storica
Pagine Ebraiche, agosto 2018
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