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27 ottobre 2013 /23 Cheshwan 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
E meno male che Vattimo è teorico del pensiero debole, tollerante e pluralista: non voglio immaginare quali posizioni esprimerebbe se il suo fosse un pensiero forte. Di debole, in effetti, qualcosa c'è: ciò che dice.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
La discussione sulla bontà o meno di una legge contro il negazionismo mi pare testimoni di un malessere profondo che non si risolve scegliendo uno dei due campi (personalmente non sono a favore di una legge in tal senso, ma questo è un dato di nessuna importanza). Altre mi sembrano le considerazioni che ciascuno di noi dovrebbe fare. Una mi pare questa.
I nati del 1994 (quelli che hanno fatto la maturità nel luglio di quest’anno) sono i primi ad aver vissuto tutta la propria carriera scolastica con un calendario segnato dal "Giorno della Memoria". Dunque si è chiuso un ciclo. Prima di discutere se sia opportuna o meno una legge sul negazionismo mi piacerebbe che ci prendessimo sul serio e ci chiedessimo: I risultati sono quelli attesi? I percorsi didattici e formativi che abbiamo battuto in questi tredici anni funzionano? Sono adatti e consoni ai nativi digitali? Altrimenti: come si ripensano? Come si organizza un “viaggio della memoria” per la generazione “3.0”? Il pacchetto di parole, di concetti, di immagini che abbiamo utilizzato in questi tredici anni funziona ancora? Il kit didattico è ancora valido? Abbiamo bisogno delle stesse competenze? Oppure: questi tredici anni sono stati un esercizio inutile, uno spreco di tempo, una parentesi che forse si può anche chiudere in silenzio?
 
16 ottobre - Gattegna: "Lotta senza tregua contro ogni razzismo"

“Oggi non siamo qui solo per ricordare il passato. Siamo qui per proseguire la lotta contro ogni forma di razzismo e di discriminazione, per difendere le conquiste di libertà e di uguaglianza che dal 1948, con la promulgazione della Costituzione repubblicana, hanno portato l'Italia ad essere un Paese all'avanguardia nel rispetto dei diritti fondamentali di tutti i cittadini” ha dichiarato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, in occasione della cerimonia per la commemorazione del settantesimo anniversario del 16 ottobre 1943.
 
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Voci a confronto
“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha più volte ribadito che la Memoria si tutela al meglio, ma soprattutto si difende nel modo migliore privilegiando le armi della cultura e dell’istruzione, impegni perenni e prioritari che nessuno potrà mai porre in secondo piano anche perché le leggi stesse devono sempre trovare una solida base nella coscienza collettiva”. Lo scrive in un editoriale che appare oggi sul quotidiano La Stampa il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. “È un impegno che deve coinvolgere tutti i cittadini – prosegue il presidente UCEI – perché si tratta di difendere un patrimonio che appartiene non solo agli ebrei, ma all’intera società”.
“Lo spettacolo a cui abbiamo assistito, nelle scorse settimane, mi è sembrato una specie di ‘West Side Story’, un derby fra le due principali squadre politiche della capitale”. Così Sergio Romano, nella sua rubrica quotidiana sul Corriere della sera, relativamente alla scomparsa del criminale nazista Erich Priebke e a tutto quello che ne è seguito. “Nei suoi ultimi anni – osserva Romano – Erich Priebke deve avere assistito a questo spettacolo con un certo compiacimento. L’estradizione dall’Argentina aveva fatto di lui un pubblico criminale di guerra, ma gli aveva procurato il culto di un piccolo popolo di tifosi che lo avevano scelto come ‘führer’ delle loro anacronistiche battaglie”.
Sulla Stampa Alain Elkann intervista Teofilo III, primate della Chiesa ortodossa di Gerusalemme.
Tra i temi affrontati, inevitabilmente, il conflitto israelo-palestinese e la sfida del processo di pace.
“La cosa fondamentale – dice il primate – è che si deve amare anche il proprio nemico. Come si può amare Dio, che è invisibile, e non amare il prossimo che si ha di fronte?”.
Continuano le vessazioni nei confronti di alcune comunità cristiane nel mondo. In Iran sei persone (quattro uomini, una donna e un ragazzo 17enne) sono state condannate dalla Corte di Appello di Shiraz, nel sud del paese, confermando la pena – che complessivamente sfiora i 20 anni – inflitta in primo grado. Tra le accuse quella di proselitismo e di propaganda contro il regime. La notizia è riportata da Avvenire.
 
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Provvedimenti antinegazionisti
Un coro a molte voci
Un’ampia convergenza che consenta lo svolgimento di un confronto meditato e sereno e l’approvazione di norme utili ad allineare l'Italia alla consolidata giurisprudenza europea e internazionale contro il negazionismo, “così da contrastare con efficacia i nuovi istigatori dell’odio”. Questo l'auspicio espresso dal presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nelle ore in cui la Commissione Giustizia del Senato rimandava al dibattito parlamentare la discussione di un progetto di legge di attuazione della Decisione Quadro Europea 2008/913/GAI, che obbliga gli Stati membri a combattere e a sanzionare penalmente certe forme ed espressioni di razzismo e xenofobia.
Il tema torna ora ad essere al centro di un denso dibattito che vede protagonisti storici, intellettuali e giuristi. 
 
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  davar
appello
Tutta la società civile a raccolta per difendere la Memoria

“L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha più volte ribadito che la Memoria si tutela al meglio, ma soprattutto si difende nel modo migliore privilegiando le armi della cultura e dell'istruzione, impegni perenni e prioritari che nessuno potrà mai porre in secondo piano anche perché le leggi stesse devono sempre trovare una solida base nella coscienza collettiva”. Lo scrive il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in un editoriale che appare oggi sul quotidiano La Stampa.
Gattegna annuncia l'intenzione di coinvolgere le strutture dell'UCEI “nel rivolgere un pressante appello e invitare a un confronto e a una collaborazione diverse categorie che in un modo o nell'altro si trovano in prima linea nella diffusione di cultura e di informazione nella nostra società”. Educatori, docenti, intellettuali, giornalisti. Ma anche coloro, come i bibliotecari e gli addetti alla vendita di libri e di giornali, “che a contatto con la popolazione svolgono attività di diffusione e che inconsapevolmente si trovano spesso a essere strumento di chi pubblica appelli all'odio e all'ignoranza”.
L'intervento del presidente UCEI arriva a seguito delle informazioni diffuse il giorno precedente che lasciavano intendere il ritiro del disegno di legge sul negazionismo e la sua trasformazione in aggravante di reati già esistenti.
l'editoriale del presidente ucei 
"La cultura e l'istruzione

antidoto ai veleni dell'odio"

Si fa più intenso ed entra nel vivo, come è bene che sia, il dibattito su quali siano gli strumenti più efficaci e compatibili con un sistema libero e democratico come il nostro, per combattere il razzismo, il negazionismo, la discriminazione e le azioni di propaganda di chi si richiama alle ideologie dell'odio e del genocidio.
Ne discutono gli storici e i giuristi italiani, ne discute il mondo politico, ne discute il Parlamento, chiamato ad adeguare il nostro sistema legislativo alle direttive europee che hanno trovato applicazione già in altri stati.
Gli ebrei italiani devono vedere con favore ogni contributo di pensiero proveniente da studiosi di valore e devono respingere con decisione le tesi e le azioni di chi vorrebbe approfittare del dibattito per banalizzare e svalutare la Memoria.
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha più volte ribadito che la Memoria si tutela al meglio, ma soprattutto si difende nel modo migliore privilegiando le armi della cultura e dell'istruzione, impegni perenni e prioritari che nessuno potrà mai porre in secondo piano anche perché le leggi stesse devono sempre trovare una solida base nella coscienza collettiva.
E' un impegno che deve coinvolgere tutti i cittadini, perché si tratta di difendere un patrimonio che appartiene non solo agli ebrei, ma all'intera società.
Per questo intendo coinvolgere le strutture dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel rivolgere un pressante appello e invitare a un confronto e a una collaborazione diverse categorie che in un modo o nell'altro si trovano in prima linea nella diffusione di cultura e di informazione nella nostra società. Certo gli educatori e i docenti italiani, certo gli intellettuali, certo i giornalisti. Ma anche coloro, come i bibliotecari e gli addetti alla vendita di libri e di giornali, che a contatto con la popolazione svolgono attività di diffusione e che inconsapevolmente si trovano spesso a essere strumento di chi pubblica appelli all'odio e all'ignoranza. Sono sicuro di trovare comprensione nelle loro associazioni di categoria, fra i loro amministratori, fra chi porta la responsabilità di piccole e grandi aziende che diffondono cultura e informazione.
Ogni cittadino che ha cara la libertà e la dignità della società in cui vive deve fare la propria parte. Deve domandarsi che cosa vogliono davvero i negazionisti. Come possono realisticamente sperare di offuscare le coscienze della gente, di mistificare la storia fino al punto di insinuare dubbi su realtà storiche inconfutabili. Certo la loro attività potrebbe anche apparire un vano e oscuro esercizio di follia, ma sbaglierebbe chi pensasse che nel loro mondo si muovano soltanto menti esaltate, dedite a spandere i loro deliri. Operano in mezzo a loro anche individui bene accorti, che sperano di ridurre l'ebraismo a una realtà perennemente sulla difensiva, un mondo disperatamente impegnato solo sul passato, mentre al contrario il nostro impegno è, e deve essere, vivere la vita, e nella vita i valori ebraici, essere padroni del nostro tempo e delle nostre energie, non lasciarci condizionare l'agenda da chi ha la vocazione a seminare odio.
Questo è forse il bene più importante da difendere contro chi vorrebbe offendere la Memoria. Perché la Memoria, nella dimensione ebraica, è da sempre la sorgente della vita.


Renzo Gattegna,
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

informazione
Cade il reato di negazionismo "Prevale la libertà di opinione"


Il quotidiano La Stampa di ieri, sabato 26 ottobre, pubblica il seguente articolo che riproduciamo con la medesima titolazione:

Il reato di negazionismo è morto, ma al suo posto ci sarà l'aggravante di negazionismo. Dopo il bizantino tira-e-molla della settimana scorsa, nell'aula del Senato è iniziato il dibattito sul ddl che istituisce un nuovo reato. Paradossalmente, però, il dibattito, pur animato dalle migliori intenzioni, e accelerato dai fatti che sono seguiti alla morte del nazista non pentito Erich Priebke, è stato preceduto da un fuoco di sbarramento da parte degli storici italiani. La Sissco, Società italiana per lo studio della storia contemporanea, ovvero la crema degli storici, ha predisposto un appello accorato: «Nutriamo forti perplessità verso iniziative legislative che, nell'intento di contrastare tali fenomeni, finiscano per limitare la libertà di opinione, senza la quale tra l'altro sono impossibili ricerca scientifica o dibattito storiografico. I "reati", finché si tratta di opinioni, non sono infatti tali». All'appello si sono già associati due storici prestati alla politica, quali Miguel Gotor e Andrea Romano. Dice Gotor, Pd: «Non voterò mai a favore di una legge del genere. Da storico, sono contrarissimo. Da politico, penso che sia un clamoroso errore regalare una larga platea a queste persone». Gli fa eco Romano, Scelta civica: «Io farò le barricate. Sono uno studioso dell'Urss; per noi è pane quotidiano il dibattito se il lager nazista sia confrontabile o meno con il gulag sovietico, per me è inammissibile che tutto ciò possa finire sotto il vaglio di un giudice penale. Pur nutrendo il massimo disprezzo possibile per chi difende teorie negazioniste, lasciamo libero il dibattito». Ed è quanto sostiene anche la Sissco, attraverso il suo presidente Agostino Giovagnoli: «Sulla definizione di genocidio e su quali siano stati i genocidi nella storia, tranne qualche caso, non vi è accordo tra storici o tra giuristi. Ancor meno c'è accordo su quali vadano considerati i crimini di guerra e contro l'umanità. Spetterebbe al giudice pronunciarsi su una materia squisitamente storica». Tesi che hanno fatto breccia in Parlamento. Il vecchio ddl va considerato defunto. Il nuovo reato sarà subordinato a un «dolo specifico»; cioè non sarà sufficiente esprimere un'opinione, pur aberrante, per finire sotto processo. La relatrice Rosaria Capacchione, Pd, ha spiegato al Senato: è in arrivo un emendamento «interamente sostitutivo dell'unico articolo di cui è costituito il ddl e ciò per l'esigenza di meglio inserire nel tessuto del codice penale questa rilevante novità, guardando comunque alla salvaguardia della libertà di ricerca storica». In pratica, se terrà l'accordo di maggioranza raggiunto nei giorni scorsi, il negazionismo non sarà un reato autonomo, bensì una sottospecie della «istigazione a delinquere» in forma di comma all'articolo 414 del codice penale. E sarà anche un'aggravante che determinerà «l'aumento della pena della metà per chi compie istigazione o apologia dei crimini di genocidio o contro l'umanità».


Francesco Grignetti (La Stampa, 26 ottobre 2013)

DOSSIER
Lotta al negazionismo

Un dibattito a molte voci
MEMORIA
Giovanna Massariello 1947-2013
 
Nota per i suoi studi sulle vittime italiane del sistema concentrazionario nazista, tra le quali c'era anche sua madre Maria Arata, deportata politica sopravvissuta al lager di Ravensbrueck, è scomparsa a Milano all'età di 66 anni la linguista e storica Giovanna Massariello. Professore ordinario di Linguistica generale all'Università di Verona, la studiosa era vicepresidente della Fondazione Memoria della Deportazione. La redazione la vuole ricordare con le parole che rivolse a nome dell'Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti alla conferenza del Binario 21 Milano.
Che il suo ricordo sia di benedizione.
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qui parigi
Appello per la libertà religiosa

Una pagina sul più autorevole quotidiano francese – Le Monde – per protestare contro l’intervento del Consiglio d’Europa in merito alla circoncisione, definita in una recente risoluzione “una chiara violazione dei diritti umani dei bambini”.
Non à la remise en cause de la circoncision: questo il titolo dello spazio acquistato dal Congresso ebraico mondiale, dal Congresso ebraico europeo e dal Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia.
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PUGLIA EBRAICA
Copertino, sinagoga riscoperta
Una scoperta straordinaria, l'ultimo lascito dello studioso di ebraismo meridionale Cesare Colafemmina: la sinagoga e l'antica giudecca di Copertino, comune del Salento dove visse e prosperò un piccolo nucleo ebraico, torna d'attualità grazie a una tre giorni di appuntamenti. Questa sera alle 19, nella Chiesa delle Clarisse, la presentazione del volume “Copertino. Storia e cultura” curato da Maria Greco. Domani, dalle 9.30 alle 12, la prima di due giornate a tema con l'intervento della storica e ricercatrice Maria Pia Scaltrito di cui ospitiamo oggi una densa riflessione.
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qui milano
I ricordi di Avigdor
Sono trascorsi esattamente quarant’anni dalla guerra del Kippur, da quell’attacco improvviso che colse di sorpresa Israele durante la celebrazione del giorno più sacro. Una ricorrenza che a Milano è stata celebrata in modo speciale, alla presenza di Avigdor Kahalani, all’epoca ventinovenne tenente colonnello, che fu poi anche parlamentare per il partito laburista dal 1992 al 1996 e ministro della Sicurezza nell’amministrazione guidata da Benjamin Netanyahu dal 1996 al 1999. A introdurlo, la giornalista ed ex parlamentare Fiamma Nirenstein.
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qui roma
9 ottobre 1982, la ferita aperta

Continua a suscitare interesse il libro "Attentato alla sinagoga. Roma, 9 ottobre 1982" (ed Viella) che gli storici Arturo Marzano e Guri Schwarz hanno voluto dedicare ai rapporti tra ebrei italiani, sistema d'informazione e classe politica prima e dopo il terribile agguato mortale al Tempio Maggiore di Roma in cui perse la vita Stefano Gaj Tachè.
Al tavolo dei relatori di Montecitorio, oltre a Marzano, gli storici Anna Foa e Miguel Gotor e il giornalista Pierluigi Battista.
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pilpul
Norma e negazione
Dunque, molto rumore per nulla? La vicenda dell’introduzione nel nostro ordinamento giuridico di una “legge per punire il negazionismo”, espressione in sé peraltro molto generica, dopo un fuoco di fiamma registrato nei giorni trascorsi sembra avere conosciuto, passata la piccola tempesta mediatica da poco vissuta, una piegatura all’ingiù.

Claudio Vercelli
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Nugae - In their shoes
Molto più carino dell'espressione italiana “nei suoi panni”, il modo di dire corrispondente nell'inglese ha dato il titolo a un film per donne depresse con Cameron Diaz, In her shoes, ma anche alla campagna promossa durante il mese di ottobre dalla Warner Music Australia, In their shoes, il cui ricavato sarà devoluto alla ricerca sul cancro al seno, in occasione del Cancer Awarness Month. 

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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