Adolfo
Locci,
rabbino capo
di Padova
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Nel momento dell’incontro con Esaù, Giacobbe
insiste affinché la sua offerta di riconciliazione sia accettata dal
fratello.
Nonostante affermi di avere molto e di non volere nulla dal fratello,
Esaù accetta l'offerta quando Giacobbe dice che questa rappresenta la
“benedizione” che gli aveva carpito e che lui aveva “tutto”.
C’è grande differenza tra chi scopre di avere già tutto ed è disposto a
restituire ciò che si presume non appartenergli, da chi dice di avere
molto e accetta quello che non avrebbe conquistato con merito.
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Anna
Foa,
storica
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Mi imbatto solo adesso in un piccolo
libro, Un anno a Treblinka di Yankel-Yakov Wiernik, pubblicato in
italiano solo quest'anno a cura di Livio Crescenzi e Silvia Zamagni per
Mattioli 1885, ma uscito già nel 1944 clandestinamente in Polonia e poi
nel 1945 in inglese negli Stati Uniti. In Italia non era mai stato
tradotto prima d'ora. Wiernik era un falegname ebreo deportato nel 1942
dal ghetto di Varsavia e sopravvissuto a Treblinka, grazie alla sua
abilità professionale, fino alla rivolta del campo del 2 agosto 1943,
di cui fu uno degli organizzatori e in cui riuscì a fuggire. A
Varsavia, dove tornò sotto un nome "ariano", entrò in contatto col Bund
e fu sollecitato a scrivere questa memoria. Negli anni Cinquanta si
trasferì in Israele. Fu fra i testimoni del processo Eichmann, e la sua
deposizione è pubblicata in appendice a questa edizione italiana. E' un
testo straordinario, atroce ed asciutto, un testo che ci aiuta ad
illuminare un episodio altrettanto straordinario e assai poco
conosciuto dai lettori comuni, quello della rivolta nel campo di
sterminio di Treblinka. Ed è un testo, dal momento che si tratta di una
testimonianza diretta, su cui si accaniscono i siti negazionisti per
poter continuare a negare l'esistenza delle camere a gas.
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MILANO – Appuntamento al Memoriale della
Shoah in Piazza Edmond J. Safra 1/già Via Ferrante Aporti 3 per
l’ultimo incontro del ciclo “1943-2013. A settanta anni dalla
deportazione degli ebrei da Milano e dall’Italia”. Roberto Jarach
(Fondazione Memoriale della Shoah di Milano) presenta la storica
Jadwiga Pinderska-Lech (Museo Statale di Auschwitz), che interverrà su
“Il campo di Auschwitz con particolare riguardo ai deportati
dall’Italia”. L’iniziativa è organizzata dalla Fondazione Memoriale
della Shoah di Milano e il CDEC – Fondazione Centro di Documentazione
Ebraica Contemporanea – in collaborazione con il Consolato Generale di
Polonia.
VENEZIA – Il Sefer Torah più antico del mondo. A raccontare la sua
preziosa scoperta questo pomeriggio al Museo Ebraico di Venezia, Mauro
Perani, docente di ebraico presso l’Università di Bologna nonché
presidente dell'Associazione italiana per lo studio del giudaismo
(AISG). Nell'aula didattica di calle del forno, alle 17.30, Perani
discuterà con il pubblico sull'importanza del ritrovamento del più
antico Sefer Torah completo in nostro possesso, copiato nella seconda
metà del XII secolo.
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"Paragone di Berlusconi su ebrei sotto
Hitler offende Italia e Memoria"
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"L’Italia repubblicana è un paese
democratico. La Germania nazista era una spietata dittatura governata
da criminali che teorizzavano e commettevano i più gravi delitti contro
l’umanità. Contro gli ebrei i nazisti si accanirono con spietata
crudeltà tanto che, alla fine di quel tragico periodo, gli ebrei
dovettero contare oltre sei milioni di morti”.
Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna nel commentare l’anticipazione del libro “Sale, zucchero e
caffè” in cui Silvio Berlusconi, rispondendo a Bruno Vespa, racconta
che i suoi figli dicono di sentirsi “come dovevano sentirsi le famiglie
ebree in Germania durante il regime di Hitler”.
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Voci a confronto
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Dalla seconda edizione di “Sale, zucchero e
caffè”, l’ultimo libro di Bruno Vespa in cui paragonava la condizione
dei suoi figli a quella degli ebrei sotto Hitler, scomparirà la frase
incriminata. È la promessa formulata dall’ex presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi al presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo
Pacifici nel corso di un incontro, che l’ufficio stampa della Comunità
ha presentato come casuale, tra i tavoli di un noto ristorante kosher
del Portico d’Ottavia. “L’ex premier ha concordato con la proposta di
Pacifici. I due si sono quindi salutati e hanno proseguito la serata
ognuno con i propri ospiti”, si legge nella nota. Sul Corriere della
sera si ricorda come, a seguito di quel raffronto impossibile, si erano
levate critiche dal mondo politico e dalla comunità ebraica italiana.
“Un paragone “non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche
offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo
atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa” aveva prontamente
condannato il presidente UCEI Renzo Gattegna. Intervistato dalla
Stampa, Pacifici si lascia andare a qualche valutazione sull’incontro.
“Era appena terminato Shabbat e non sapevo nulla del malore che aveva
avuto, ma mi ha colpito per il suo viso molto pallido, stanco e
provato, non lo avevo mai visto così affaticato nei colloqui che
abbiamo avuto in passato. Gli ho detto – spiega Pacifici – che non era
quella l’occasione per chiarirsi, che non funziona così. Lui mi ha
riferito un dialogo con un parlamentare israeliano sulla differenza tra
gli ebrei pessimisti che si salvarono dalla Shoah emigrando e quelli
ottimisti che rimasero in patria malgrado le persecuzioni e finirono
nei lager. Io ho ribadito che il contesto era del tutto diverso e che
il paragone restava del tutto fuori luogo”. Nessuno mette in dubbio
l’amicizia di Berlusconi con Israele e il popolo ebraico, afferma
ancora il presidente degli ebrei romani. A chiudere la vicenda,
conclude, “sarà un incontro al quale parteciperanno i vertici
dell’Unione delle Comunità Ebraiche”. Commenti a caldo anche a
Repubblica. “Alcuni bambini volevano salutarlo, ma il locale era pieno.
Cortesemente – spiega Pacifici – si è alzato per raggiungerli. Quando
ha detto che voleva raccontare una barzelletta, gli ho detto
scherzando: qui sugli ebrei ironizziamo solo noi”. “I capolavori sono
miei, li rivoglio”. Così Cornelius Gurlitt, l’uomo a casa del quale è
stato trovato il ‘tesoro di Hitler’, in un’intervista rilasciata a Der
Spiegel ripresa da molti giornali italiani e internazionali. La
conversazione, avvenuta a bordo di un treno, si intitola “Intervista
con un fantasma” (New York Times). Politiche internazionali sul Medio
Oriente e sull’Iran al crocevia. Al centro dell’agenda il programma di
rafforzamento nucleare di Teheran. In visita in Israele, il presidente
francese Hollande promette: “Mai l’atomica all’Iran” (La Stampa).
Israele e Arabia Saudita avrebbero intanto rafforzato la collaborazione
in vista di un attacco. A ricostruire questo scenario, sempre sulla
Stampa, è Maurizio Molinari. Sul Giornale, nella sua rubrica Fuoco
& Fiamma, Fiamma Nirenstein si sofferma su un fuorionda che fa
emergere, una nuova volta, una certa ostilità preconcetta verso
Israele.
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci |
Il dossier raccolto dalla redazione circa il
denso dibattito a proposito dei provvedimenti antinegazionismo che vede
protagonisti storici, intellettuali e giuristi.
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qui
milano
Cdec,
Memoriale, e città
Storia di una sinergia vincente
Termina
oggi alle 18 il ciclo di incontri “1943-2013. A settanta anni dalla
deportazione degli ebrei da Milano e dall’Italia” organizzato dalla
Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea e dalla
Fondazione Memoriale della Shoah proprio nelle strutture sorte presso
il Binario 21 nei sotterranei della Stazione centrale di Milano in
Piazza Edmond J. Safra 1. L’iniziativa, che si avvale anche della
collaborazione del Consolato generale di Polonia del capoluogo
lombardo, ha offerto nelle scorse settimane l’intervento di alcuni tra
i più importanti storici della Shoah in Italia, il direttore del Cdec
Michele Sarfatti, Liliana Picciotto, autrice de “Il libro della
Memoria” e consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il
direttore della Fondazione Museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti.
A concludere oggi, nell’Auditorium Joseph e Jeanne Nissim, sarà
un’ospite d’eccezione, Jadwiga Pinderska-Lech, storica del Museo
statale di Auschwitz.
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ucei
e cdec
Strumenti
contro l'antisemitismo
“Fornire
periodicamente informazioni, notizie e documentazione sui principali
temi dell'antisemitismo contemporaneo”. Con questo obiettivo prende il
via l'iniziativa che coinvolge la Fondazione Centro di Documentazione
Ebraica Contemporanea di Milano e l'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane. Un servizio informativo a cadenza periodica curato
dall’Osservatorio antisemitismo del CDEC, diretto da Betti Guetta con
la collaborazione di Stefano Gatti. Attraverso la newsletter, di cui è
uscito il primo numero, i lettori potranno consultare “testi di leggi
di contrasto elaborati e approvati da vari paesi, studi sulla
situazione dell'antisemitismo nei paesi europei e extraeuropei,
risultati di sondaggi di opinione e indagini demoscopiche”.
Nel primo notiziario, la nuova indagine della European Union Agency for
Fundamental Rights (FRA) dedicata alle esperienze di discriminazione e
di reati generati dall’odio
subiti dagli ebrei di Stati membri dell’Unione europea. Attraverso un
questionario on-line su base volontaria, 5847 ebrei autocertificati di
otto paesi europei hanno risposto a delle domande legate alla
percezione dell'antisemitismo. “L’indagine – scrive Betti Guetta,
sociologa e responsabile dell'Osservatorio antisemitismo CDEC,
nell'approfondimento del notiziario - rivela un diffuso timore nei
confronti dell’antisemitismo via Internet, la preoccupazione per la
negazione e la banalizzazione della Shoah e per i reati generali
dall’odio”. “Le vittime – afferma Guetta facendo riferimento ai dati
della ricerca - spesso non denunciano i reati di antisemitismo. Gli
ebrei dell’Unione europea sono oggetto di pregiudizi diffusi, in alcuni
paesi subiscono episodi di discriminazione, molestie e persino atti di
violenza fisica”.
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Oltremare
- La bolla |
Basta
avere occasione di uscire da Tel Aviv per pochi giorni, per rendersi
conto di quanto siamo autoreferenziali noi della "grande città". Che
poi, meno di mezzo milione di abitanti in tutto, come "grande" siamo
scarsini in paragone a qualunque altra capitale economica del mondo.
Tutto è relativo, in un paese di 8 milioni di abitanti. E Tel Aviv più
prima che poi dovrà smetterla di darsi le arie di centro di tutto, in
Israele: oramai buona parte della costa fino a Herzlyia e Ra'anana è un
pullulare di industria, high-tech e quartieri di uffici e di abitazioni
nuovi di zecca o in costruzione.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Tea
for two - Il grande sonno |
Qualche
sorso di tea addietro, magnificavo di Neuland, il coraggioso libro di
Eshkol Nevo. Coraggioso perché lungo, complesso e con un fantastico
pizzico di presunzione. La verità è che ero arrivata solo a metà del
volume, piuttosto grassoccio, e credevo ingenuamente che l’altra metà
sarebbe volata in un attimo. Nel frattempo ho preso la mia valigia di
cartone e mi sono trasferita.
Rachel Silvera, studentessa/stagista
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