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10 febbraio 2014 - 10 Adar I  5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Paolo Sciunnach,
insegnante
Ha senso in generale parlare di "filosofia ebraica"? Il termine “filosofia ebraica” non è universalmente accettato nel mondo ebraico ortodosso e si preferisce usare il termine di “pensiero ebraico”. I due termini non sono sinonimi e ne considereremo qui le differenti implicazioni. È un argomento che richiede un'attenta analisi, ed un'accurata definizione e spiegazione dei termini.
 
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Anna
Foa,
storica
Di Siria si parla poco sui nostri media, mentre continua il massacro di civili, mentre tanti bambini muoiono ogni giorno. Intanto, il rappresentante all'ONU della Russia di Putin si oppone ad una risoluzione umanitaria per fornire cibo e medicine ai civili. È troppo presto, dice. Credo che questa presa di posizione, che può sfociare in un veto della Russia alla risoluzione umanitaria, debba essere denunciata con molta forza. Oltre alla repressione degli omosessuali, ci sono anche queste "cose": le uccisioni di oppositori, di giornalisti, il sostegno dato ai massacratori come Assad, la mancanza di libertà civili.
 
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MILANO – Al Teatro Franco Parenti appuntamento alle 20.30 con la presentazione de “La valigia quasi vuota”, l’ultimo libro di Haim Baharier. A intervenire anche la direttrice del Teatro Andrée Ruth Shammah e l’attore Filippo Timi.
 
Un ciclo di incontri
sull'etica medica
Un ciclo di incontri sull’etica medica patrocinato dal Dipartimento Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei locali del Tempio dei Giovani sull’Isola Tiberina con cadenza settimanale. Appuntamento ogni lunedì alle 20. Tra i rabbinim coinvolti Roberto Colombo, Roberto Della Rocca, Riccardo Di Segni, Cesare Efrati, Gianfranco Di Segni, Benedetto Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto Piperno.
 
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Il razzismo e i boicottaggi
Come riporta Il Messaggero, nonostante la denuncia per istigazione all’odio razziale Ernesto Moroni non si è dato per vinto. Dopo aver inviato delle teste di maiale alla Sinagoga di Roma e all’ambasciata israeliana subito prima del Giorno della Memoria ora rilancia sul web i suoi proclami attraverso il sito della sua formazione. Si tratta di una sigla neofascista presente sul web da tempo, il cui blog è stato sottoposto in queste ore da Moroni a un restyling non solo grafico: torna ora il tema della lobby ebraica, rilanciato anche sulla pagine di Facebook collegata all’associazione, insieme a immagini offensive di Anna Frank, a fotografie del Duce e della Repubblica sociale italiana.
Dopo i problemi avuti in Olanda e in Norvegia dove il movimento di boicottaggio a Israele noto come BDS ha recentemente ottenuto alcuni clamorosi successi, ora le preoccupazioni raggiungono Roma. Come racconta il Corriere della Sera i manager della Mekorot, la principale azienda idrica israeliana, sono molto preoccupati che cooperazione e investimenti derivanti dall’accordo con la romana Acea possano essere danneggiati dalle azioni dei grillini. L’accordo prevede uno “scambio di esperienze e competenze del trattamento delle acque reflue” e nella ricerca di soluzioni innovative per la distribuzione dell’acqua potabile ma il Movimento 5 Stelle prima in consiglio a Roma e poi a gennaio direttamente alla Camera hanno attaccato il memorandum firmato a dicembre scorso da Enrico Letta e Benjamin Netanyahu.
Da Israele Maurizio Molinari, su la Stampa, racconta la storia di Anat Kamm, la soldatessa condannata per la divulgazione di documenti segreti dell’esercito, processata e incarcerata nel 2011. La sua pena è stata ridotta a 26 mesi e la Kamm appena uscita dal carcere ha scelto le pagine di Yedioth Aharonot per sottolineare che “in carcere nessuno mi ha accusato di tradimento”, e si paragona a Edward Snowden con però il rimpianto di “non essere riuscita a cambiare il mondo”.
 
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  davar
qui roma - comunita' valdese in festa
“A unirci un destino simile”
Cento anni di vita per il Tempio Valdese di Roma. Un anniversario celebrato con l'inaugurazione di una mostra e con l'avvio di un calendario di iniziative che ricorderanno il secolo trascorso dall'inaugurazione del luogo di culto (il cui progetto prese avvio nel segno del pluralismo sotto il sindaco ebreo Ernesto Nathan) fino ai giorni nostri. Momento di raccordo delle celebrazioni una cerimonia svoltasi alla presenza del sindaco di Roma Ignazio Marino, dei vertici nazionali e locali della Tavola Valdese (a partire dal moderatore Eugenio Bernardini), di numerosi rappresentanti diplomatici e dai leader di altre realtà culturali e religiose. Ospite dell'evento anche il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna.
“Per lungo tempo – spiega il presidente UCEI – ebrei e valdesi hanno avuto destini simili. Le prime liberalizzazioni ottenute con lo Statuto Albertino, la parità dei diritti conquistata dopo una secolare negazione, la firma delle Intese che regolano i rapporti delle due comunità con lo Stato. Gli ebrei italiani partecipano a queste giornate di festa con la consapevolezza del solido legame di amicizia e collaborazione che ci lega”.

israele - lo stato della nazione
Fare il punto? È un obbligo
Sono passati pochi giorni da quando il presidente Barack Obama ha rivolto agli Stati Uniti il suo sesto “State of the Union”, il discorso che rappresenta uno dei momenti di vertice del rapporto fra il Commander in Chief e il suo paese. E mentre il primo ministro israeliano si prepara a incontrare Obama a Washington la prima settimana di marzo, nello Stato ebraico qualcuno lancia l’idea di introdurre qualcosa di simile. I parlamentari Hilik Bar (Labor) e Orly Levy-Abekasis (Likud-Beytenu) hanno infatti presentato una proposta di legge per adottare anche in Israele l’obbligo di fare annualmente il punto sullo “State of the Nation”, allo scopo di “rafforzare il cruciale rapporto con l’opinione pubblica”.
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le proteste di piazza a kiev
Nuova Ucraina, nuova Europa
“Cristiani, ebrei, musulmani uniti e in lotta per la libertà. Questa è la vostra piazza della Bastiglia, questa è la piazza in cui nascerà la nuova Ucraina”. Lo ha affermato il filosofo e giornalista francese Bernard-Henry Levy intervenendo nella piazza Maidan di Kiev davanti a migliaia di manifestanti ritrovatisi nella capitale d'Ucraina per protestare contro il governo Yanukovych. Lungamente applaudito, l'intervento dell'intellettuale transalpino è stato caratterizzato dal richiamo alla coesione e ai valori fondanti l'unità europea. Parole che hanno colpito l'opinione pubblica ucraina alimentando la speranza, in chi si oppone a Yanukovych, che il movimento possa diradare l'ombra di alcune inquietanti infiltrazioni da parte dell'estrema destra e prendere forza come gruppo di contestazione pacifica che rispetti la dignità e l'identità di ogni singolo manifestante.
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pilpul
 Oltremare - Ivn Gviròl
Quando si va a vivere in una nuova città, ancor più in un nuovo paese, una delle cose quotidiane che cambiano intorno a noi sono i nomi delle strade e dei quartieri. In Italia, le vie del centro sono intitolate agli eroi del Risorgimento, ai caduti della patria e a date – a volte del tutto decontestualizzate, come Corso XXII Marzo, mai saputo intitolato a cosa; oppure a santi, martiri e papi. Forse a Roma più papi e a Torino più Risorgimento, ma son questioni di campanilismo. Comunque, la storia d’Italia almeno dall’Impero Romano in qua è di una certa utilità per mettere una faccia o almeno fulgide gesta ai nomi messi agli angoli delle strade.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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In cornice - Bauhaus
Un lievissimo ricordo di Bauhaus, un lontano profumo di Gerusalemme, tanta fretta. Questa è la ricetta per la costruzione dei quartieri-bene in Israele. Non si vedono semplici parallelepipedi di cemento piatti, perché architetti/costruttori definiscono un qualche modulo (terrazza, rampa scala, colonnato, vetrate, etc.) che inseriscono e tolgono in base a una qualche legge. Si nota un qualche movimento, un qualche ritmo negli edifici. Questo è il tocco di Bauhaus.

Daniele Liberanome, critico d'arte
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Tea for two - Identità
Avanza a tutta birra, spandendo per le borghesissime strade di Roma coattissima musica israeliana. Questo succede quando si entra in macchina di mio padre.
Perché in questo modo combattiamo il Tel Aviv horror vacui, inanelliamo una serie di stereotipi culturali (bamba nei titoli di testa), crediamo di appartenere ad altro. Così, in equilibrio tra Flaminio e Dizengoff, intessiamo la nostra identità. Ed è proprio questo che mi fa impazzire dell'ebraismo: l'essere un mosaico su due zampe
.

Rachel Silvera, studentessa
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Anita B.
La comunità italiana di Gerusalemme ha assistito alla proiezione del film “Anita B”. Si tratta di una produzione della Rai che è stata presentata con la presenza in  sala del regista. Il film racconta la storia di una adolescente, scampata ad Auschwitz, sopravvissuta da sola mentre la famiglia è scomparsa nel campo di sterminio. È accolta dai cugini che vivono nella vicina Cecoslovacchia, ma non ha potuto ottenere ancora una carta d'identità. Senza i preziosi documenti la ragazza è obbligata a convivere coi parenti, che la sfruttano come balia asciutta di un simpatico bambino.

Sergio Minerbi, diplomatico
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