Elia Richetti,
rabbino
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Le
regole di purità e impurità rituale sono legate a manifestazioni
fisiche che possono colpire uomini, oggetti, cose o abiti. Come si
vede, il concetto di purità ed impurità è connesso a tutto l’ambiente
che circonda l’uomo, ed è pertanto relativamente all’uomo che dobbiamo
cercare di inquadrare tali manifestazioni.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Sono
ritornati i Farisei, in grande stile. Ipocriti, corrotti, impiccioni,
devianti. Soprattutto, ebrei. Pensavamo di essercene liberati
nell'ormai lontano 20° secolo, o quanto meno di aver smontato una volta
per tutte il mito e soprattutto chiarito il malinteso a proposito di
questi particolari esponenti del collettivo ebraico, delle loro
posizioni ideali, del loro ruolo nello sviluppo dell'esegesi biblica,
del loro rapporto complesso, analitico e mediato con il testo
consacrato.
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Un ciclo di incontri sull'etica medica
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Un
ciclo di incontri sull’etica medica patrocinato dal Dipartimento
Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei locali del Tempio dei Giovani
sull’Isola Tiberina con cadenza settimanale. Appuntamento ogni lunedì
alle 20. Tra i rabbinim coinvolti Roberto Colombo, Roberto Della Rocca,
Riccardo Di Segni, Cesare Efrati, Gianfranco Di Segni, Benedetto
Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto
Piperno.
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Negoziati appesi a un filo
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L’accusa
è di terrorismo per i 24 secessionisti veneti arrestati nelle scorse
ore nel Nord Italia. Secondo i pm i secessionisti avrebbero perseguito
la saldatura di più movimenti separatisti per portare l’attacco
all’unità dello Stato o comunque a rendere più difficile la sua
reazione contro la proclamata indipendenza del lombardo-veneto. Per
raggiungere l’obiettivo e procurarsi le armi leggere avrebbero inoltre
intessuto “una serie di rapporti con la criminalità albanese”. Tra gli
arrestati uno dei leader veneti del Movimento dei Forconi, Lucio
Chiavegato (Mara Radella sul Corriere della Sera). “Terrorista è Bin
Laden, minga mi”, prova a difendersi Giancarlo Orini, 74 anni, ritenuto
il fondatore del movimento indipendentista Alleanza. “II nostro piano –
sostiene in un’intervista alla Stampa – era quello di dare un segnale.
Fare un’azione eclatante. Niente altro. Un’azione eclatante nella
speranza che il popolo insorgesse, per liberarsi da questo regime. Non
eravamo in grado di fare nulla di più, siamo quattro gatti…”
“Pronti a seguire Marine Le Pen”, dice Giorgia Meloni in un’intervista
a Libero. La leader e cofondatrice di Fratelli d’Italia dice di
condividere in particolare “la valutazione sui contorni dell’Ue e il
fatto che la crisi economica sia colpa della disastrosa gestione
dell’euro e della giacobina politica di austerità”. Interessante
inoltre, nel programma del leader dell’estrema destra francese, sarebbe
“il ragionamento sul bipolarismo, che non è tanto tra destra e sinistra
quanto tra sovranità dei popoli e interessi della grande finanza”. Su
questo punto l’idea è quella di costruire qualche iniziativa comune.
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QUI MILANO - FERITE APERTE E VOGLIA DI FUTURO
Confronto e chiarezza
Coesione
e voglia di pensare al futuro. Parole chiare, azioni concrete, nervi
scoperti senza mai cedere sul fronte del coraggio e del rispetto
reciproco. Di fronte alle gravi notizie emerse nell’assemblea
straordinaria convocata dal presidente Walker Meghnagi la Comunità
ebraica di Milano si è ritrovata ferita ma con la voglia di
confrontarsi e ripartire insieme.
Centinaia e centinaia di persone hanno affollato l’aula magna della
scuola ebraica di Milano, Consiglieri del presente e del passato,
membri delle diverse edot (etnie) e sinagoghe che costituiscono il
cuore pulsante della vita ebraica del capoluogo lombardo, tanti giovani.
Grande la curiosità e l’ansia di ascoltare le comunicazioni del
presidente. Pesando ogni parola, Walker Meghnagi a nome del Consiglio
unanime ha comunicato agli iscritti notizie inquietanti, ma anche la
forte determinazione a non lasciarsi scoraggiare in questo momento
delicatissimo.
“In questi mesi – ha detto rivolgendosi agli ebrei milanesi -
all’interno della nostra Comunità, abbiamo dovuto affrontare la
scoperta di una situazione che non avremmo mai ritenuto potesse
verificarsi.
Nel corso degli ultimi mesi è stata infatti sottoposta a un controllo
generale tutta la contabilità della Comunità, controllo che è ancora in
corso, ma che permette di provare fin d’ora che, approfittando della
buona fede di tutti, sono stati sottratti, nel corso degli anni, alcuni
milioni di euro dalle casse della Comunità, con modalità subdole e
ingannevoli che si sono rivelate idonee a vanificare i controlli
previsti e costantemente posti in essere da parte degli uffici”.
“Come Presidente e come Consiglio tutto, fermi e determinati nel voler
tutelare con ogni mezzo gli interessi patrimoniali e morali della
Comunità, ci siamo già mossi al fine di recuperare quanto sottratto”.
“Inoltre, per evitare che situazioni simili possano verificarsi
nuovamente negli anni a venire, il Consiglio ha già elaborato ulteriori
provvedimenti al fine di rendere, qualora ve ne fosse bisogno, ancora
più stringenti ed efficaci i sistemi di controllo interno”.
“Il momento, come potete capire, è particolarmente grave e delicato; ma
siamo sicuri che la nostra Comunità sia pronta a reagire con la
solidarietà e la compattezza che le sono proprie”.
L’invito alla coesione è stato raccolto e rilanciato dal presidente
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che ha
partecipato ai lavori dell’assemblea insieme all’assessore UCEI al
Bilancio Noemi Di Segni e con molti dei Consiglieri appartenenti alla
Comunità di Milano.
“Vi saluto con affetto e con uno spirito di grande solidarietà - le
parole con cui Gattegna ha espresso alla kehillah milanese la vicinanza
dell’Unione e di tutto l’ebraismo italiano - L’UCEI intende collaborare
nella maniera più fattiva. Nella consapevolezza che la gravità dei
fatti è ancora da comprendere fino in fondo, diciamo con fermezza che
Milano ora ha bisogno di coesione, di grande concordia per il bene
comune, Senza nascondere nulla, ma accantonando ogni polemica. È stata
individuata una falla, è vero. Ma solo così ci sono le premesse per
ripararla e andare avanti, per arrivare al risanamento. Per questa
ragione vi invito a mantenere la fiducia nel vostro Consiglio”.
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livelli di guardia
Milano - Questa volta insieme
Girateci
intorno, guardatela come vi pare: il bicchiere è mezzo pieno.
Considerate l’inciampo, il danno, il tormento, la ferita aperta, quel
senso di umiliazione e di sfiducia che getta un’ombra sull’avvenire. E
guardate l’energia di stare assieme, di partecipare, di fare chiarezza,
di costruire il domani. Si respirava, nel corso della drammatica
assemblea straordinaria degli ebrei milanesi, il desiderio di capire,
di ottenere garanzie, di costruire argini di protezione. E non ha
trovato spazio la caduta nella malevolenza, nella critica distruttiva e
del senno di poi, la penosa tentazione di chi oggi ti viene a
raccontare che lui già da prima aveva capito tutto, ma guarda caso
invece al momento buono fu incapace di parlare. E’ stata una reazione
di estrema maturità, di grande fermezza. Certo da parte dei leader
ebraici di oggi e di ieri, fianco a fianco nella determinazione di fare
chiarezza. Resi infinitamente più grandi nella loro sincera
emozionalità, nella loro sofferenza. Ma soprattutto ha contato la
reazione della gente.
Un singolo problema, per quanto grave, non li ha sperduti, non li ha
fiaccati. Ha chiamato a raccolta, ha risvegliato la voglia di
partecipare, a ragionare, a mettere da un canto le beghe, i
personalismi, le cadute dei penosi esibizionismi. E così, come spesso
avviene nei destini ebraici, nel momento più difficile, nel buio più
profondo, la sfiducia ha cominciato a sgretolarsi, la voglia di fare si
è rimessa in marcia. E torna, come spesso accade nei momenti difficili,
l’attenzione per l’unione, per i soli spazi comuni in cui tutti, tutti
gli ebrei italiani posso ritrovarsi, parlarsi e lavorare assieme.
Questo il senso del messaggio, che l’assemblea ha accolto con intenso
affetto, portato dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna. C’è un solido ancoraggio nel quadro di chi
crede nell’Italia ebraica, per Milano.
Troppo spesso siamo stati abituati a sentire che Milano è un problema,
una comunità difficile. Ma senza Milano, non si va avanti. Oggi
possiamo vedere che di qui riparte la sfida, che Milano è il difficile
laboratorio dell’ebraismo italiano nella costruzione della rinascita,
nei ponti che si gettano attraverso tutte le componenti della nostra
società, su tutte le sponde del Mediterraneo, al di là dei confini
sempre più fragili del mondo globalizzato.
C’è un futuro, a Milano, fin quando non sbiadisce la voglia di stare assieme. Nessuno può illudersi di rubarcelo.
gv
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QUI ROMA
Il coraggio dei Giusti
“Esiste
una tipologia di Giusto? I Giusti sono più poveri o ricchi? Credenti o
non credenti? Non è possibile individuare un modello unitario. La
risposta è, come ha spiegato Primo Levi, nella variabilità immanente
della natura umana. Ad accomunare i Giusti sono il coraggio, la
presenza di spirito, talvolta veri e propri colpi di genio”. Lo ha
affermato il demografo Sergio Della Pergola, membro della Commissione
dei Giusti dello Yad Vashem, inaugurando con la propria testimonianza
il convegno 'Bartali e non solo' apertosi questa mattina al Centro
Ebraico il Pitigliani di Roma. Numerosi gli ospiti della giornata di
studi, organizzata per il quinto anno consecutivo da Uil Scuola con il
supporto, tra gli altri, anche di Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, Progetto Memoria (Cdec e Comunità ebraica di Roma), Yad
Vashem e Irase. A partire dal consigliere UCEI Liliana Picciotto,
storica della Fondazione Cdec di Milano, soffermatasi nel suo
intervento sulle migliaia di storie di salvezza che hanno riguardato
l'ebraismo italiano e sulla campagna di raccolta di informazioni
lanciata in quest'ottica dal Cdec. Tre i moventi che animerebbero
principalmente le azioni del complesso mondo dei Giusti, ha
sottolineato Picciotto: “Carità cristiana, umanità pura e semplice,
rapporti di amicizia tra soccorritori e salvati”. Tra i momenti più
significativi della giornata la firma di un protocollo d'Intesa tra Uil
Scuola e Yad Vashem e la consegna di una targa in ricordo del grande
ciclista fiorentino ai responsabili della Fondazione Gino Bartali
onlus. Leggi
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QUI ROMA
Famiglia, mercato e religione
Il
sistema matrimoniale, il ruolo delle donne, i meccanismi di
circolazione dei beni, la relazione tra le comunità. Le regole che
ciascuna delle tre grandi religioni monoteiste - ebraismo,
cristianesimo, islam - si sono date nel corso dei tempi rispetto alla
struttura parentale hanno influito su una costruzione di differenti
sistemi economici. Famiglia e mercato si intrecciano dunque con le
normative religiose, condizionando ciascuna comunità in modo peculiare.
E oggi questo tema, a partire da libro di Gerard Delille L'economia di
Dio – Famiglia e mercato tra cristianesimo, ebraismo e islam, è il
protagonista della giornata di studio in corso alla Ecole Francaise di
Roma con gli interventi, tra gli altri, della storica Anna Foa, del
rabbino capo Riccardo Di Segni e dello storico Giacomo Todeschini.
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QUI TORINO
L'odio che avanza in Europa
Tira
un brutto vento in Europa con la crescita esponenziale di movimenti di
estrema destra che fanno del razzismo una vera e propria bandiera.
Ucraina, Francia, Ungheria: tre realtà, molto diverse tra loro, in cui
questo fenomeno sembra attecchire in modo particolare. Per
approfondirne le specificità l'Associazione ex Allievi e Amici della
Scuola di Torino
ha organizzato per la serata di domani un convegno così sottotitolato
"Tra antisemitismo e ascesa delle nuove destre". L'incontro, in
programma alle 21 nel centro sociale comunitario, avrà come ospiti
Guido Franzinetti del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università
Piemonte Orientale, il ricercatore del Cdec Stefano Gatti e il
giornalista di Pagine Ebraiche e del portale dell'ebraismo italiano
www.moked.it Daniel Reichel. A introdurre gli interventi il
vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio
Disegni.
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Setirot
- La parola |
L'idea
che la parola sia in grado di creare il mondo è molto ebraica. Una
parte dell'ebraismo italiano si agita perché – credo – vorrebbe un
pochino chiudere la bocca (così riducendo assai la possibilità,
appunto, di parola) a un'altra parte dell'ebraismo italiano. All'inizio
di Bereshit si legge “Sia luce e luce fu”, come dire che un desiderio,
se articolato a voce alta, diventa realtà. Se a pronunciarlo però è
l'Onnipotente. Non certo noi che – tutti – siamo semplicemente
individui, seppur immensamente presuntuosi.
Stefano Jesurum, giornalista
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Time
out - Il nodo Pollard |
La
questione Pollard è una delle più incredibili nel rapporto Israele-Usa.
Pollard già da tempo era diventato l’emblema della crisi nella
relazione tra lo Stato ebraico e gli americani. In carcere da ventinove
anni, un periodo di detenzione lunghissimo per una spia di un paese
amico, oggi Pollard viene utilizzato come merce di scambio da Obama per
liberare 400 terroristi palestinesi e fermare gli insediamenti. Come se
l’Italia in cambio della liberazione degli agenti segreti americani che
avevano illegalmente rapito Abu Omar in territorio italiano avesse
preteso la liberazione di 400 talebani.
Daniel Funaro
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