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3 aprile 2014 - 3 Nissan 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Le regole di purità e impurità rituale sono legate a manifestazioni fisiche che possono colpire uomini, oggetti, cose o abiti. Come si vede, il concetto di purità ed impurità è connesso a tutto l’ambiente che circonda l’uomo, ed è pertanto relativamente all’uomo che dobbiamo cercare di inquadrare tali manifestazioni.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
Sono ritornati i Farisei, in grande stile. Ipocriti, corrotti, impiccioni, devianti. Soprattutto, ebrei. Pensavamo di essercene liberati nell'ormai lontano 20° secolo, o quanto meno di aver smontato una volta per tutte il mito e soprattutto chiarito il malinteso a proposito di questi particolari esponenti del collettivo ebraico, delle loro posizioni ideali, del loro ruolo nello sviluppo dell'esegesi biblica, del loro rapporto complesso, analitico e mediato con il testo consacrato.
 
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Un ciclo di incontri sull'etica medica
Un ciclo di incontri sull’etica medica patrocinato dal Dipartimento Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei locali del Tempio dei Giovani sull’Isola Tiberina con cadenza settimanale. Appuntamento ogni lunedì alle 20. Tra i rabbinim coinvolti Roberto Colombo, Roberto Della Rocca, Riccardo Di Segni, Cesare Efrati, Gianfranco Di Segni, Benedetto Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto Piperno.
 
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Negoziati appesi a un filo
L’accusa è di terrorismo per i 24 secessionisti veneti arrestati nelle scorse ore nel Nord Italia. Secondo i pm i secessionisti avrebbero perseguito la saldatura di più movimenti separatisti per portare l’attacco all’unità dello Stato o comunque a rendere più difficile la sua reazione contro la proclamata indipendenza del lombardo-veneto. Per raggiungere l’obiettivo e procurarsi le armi leggere avrebbero inoltre intessuto “una serie di rapporti con la criminalità albanese”. Tra gli arrestati uno dei leader veneti del Movimento dei Forconi, Lucio Chiavegato (Mara Radella sul Corriere della Sera). “Terrorista è Bin Laden, minga mi”, prova a difendersi Giancarlo Orini, 74 anni, ritenuto il fondatore del movimento indipendentista Alleanza. “II nostro piano – sostiene in un’intervista alla Stampa – era quello di dare un segnale. Fare un’azione eclatante. Niente altro. Un’azione eclatante nella speranza che il popolo insorgesse, per liberarsi da questo regime. Non eravamo in grado di fare nulla di più, siamo quattro gatti…”
“Pronti a seguire Marine Le Pen”, dice Giorgia Meloni in un’intervista a Libero. La leader e cofondatrice di Fratelli d’Italia dice di condividere in particolare “la valutazione sui contorni dell’Ue e il fatto che la crisi economica sia colpa della disastrosa gestione dell’euro e della giacobina politica di austerità”. Interessante inoltre, nel programma del leader dell’estrema destra francese, sarebbe “il ragionamento sul bipolarismo, che non è tanto tra destra e sinistra quanto tra sovranità dei popoli e interessi della grande finanza”. Su questo punto l’idea è quella di costruire qualche iniziativa comune.
 
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  davar
QUI MILANO - FERITE APERTE E VOGLIA DI FUTURO
Confronto e chiarezza
Coesione e voglia di pensare al futuro. Parole chiare, azioni concrete, nervi scoperti senza mai cedere sul fronte del coraggio e del rispetto reciproco. Di fronte alle gravi notizie emerse nell’assemblea straordinaria convocata dal presidente Walker Meghnagi la Comunità ebraica di Milano si è ritrovata ferita ma con la voglia di confrontarsi e ripartire insieme.
Centinaia e centinaia di persone hanno affollato l’aula magna della scuola ebraica di Milano, Consiglieri del presente e del passato, membri delle diverse edot (etnie) e sinagoghe che costituiscono il cuore pulsante della vita ebraica del capoluogo lombardo, tanti giovani.
Grande la curiosità e l’ansia di ascoltare le comunicazioni del presidente. Pesando ogni parola, Walker Meghnagi a nome del Consiglio unanime ha comunicato agli iscritti notizie inquietanti, ma anche la forte determinazione a non lasciarsi scoraggiare in questo momento delicatissimo.
“In questi mesi – ha detto rivolgendosi agli ebrei milanesi - all’interno della nostra Comunità, abbiamo dovuto affrontare la scoperta di una situazione che non avremmo mai ritenuto potesse verificarsi.
Nel corso degli ultimi mesi è stata infatti sottoposta a un controllo generale tutta la contabilità della Comunità, controllo che è ancora in corso, ma che permette di provare fin d’ora che, approfittando della buona fede di tutti, sono stati sottratti, nel corso degli anni, alcuni milioni di euro dalle casse della Comunità, con modalità subdole e ingannevoli che si sono rivelate idonee a vanificare i controlli previsti e costantemente posti in essere da parte degli uffici”.
“Come Presidente e come Consiglio tutto, fermi e determinati nel voler tutelare con ogni mezzo gli interessi patrimoniali e morali della Comunità, ci siamo già mossi al fine di recuperare quanto sottratto”.
“Inoltre, per evitare che situazioni simili possano verificarsi nuovamente negli anni a venire, il Consiglio ha già elaborato ulteriori provvedimenti al fine di rendere, qualora ve ne fosse bisogno, ancora più stringenti ed efficaci i sistemi di controllo interno”.
“Il momento, come potete capire, è particolarmente grave e delicato; ma siamo sicuri che la nostra Comunità sia pronta a reagire con la solidarietà e la compattezza che le sono proprie”.
L’invito alla coesione è stato raccolto e rilanciato dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che ha partecipato ai lavori dell’assemblea insieme all’assessore UCEI al Bilancio Noemi Di Segni e con molti dei Consiglieri appartenenti alla Comunità di Milano.
“Vi saluto con affetto e con uno spirito di grande solidarietà - le parole con cui Gattegna ha espresso alla kehillah milanese la vicinanza dell’Unione e di tutto l’ebraismo italiano - L’UCEI intende collaborare nella maniera più fattiva. Nella consapevolezza che la gravità dei fatti è ancora da comprendere fino in fondo, diciamo con fermezza che Milano ora ha bisogno di coesione, di grande concordia per il bene comune, Senza nascondere nulla, ma accantonando ogni polemica. È stata individuata una falla, è vero. Ma solo così ci sono le premesse per ripararla e andare avanti, per arrivare al risanamento. Per questa ragione vi invito a mantenere la fiducia nel vostro Consiglio”.

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livelli di guardia
Milano -
Questa volta insieme
Girateci intorno, guardatela come vi pare: il bicchiere è mezzo pieno. Considerate l’inciampo, il danno, il tormento, la ferita aperta, quel senso di umiliazione e di sfiducia che getta un’ombra sull’avvenire. E guardate l’energia di stare assieme, di partecipare, di fare chiarezza, di costruire il domani. Si respirava, nel corso della drammatica assemblea straordinaria degli ebrei milanesi, il desiderio di capire, di ottenere garanzie, di costruire argini di protezione. E non ha trovato spazio la caduta nella malevolenza, nella critica distruttiva e del senno di poi, la penosa tentazione di chi oggi ti viene a raccontare che lui già da prima aveva capito tutto, ma guarda caso invece al momento buono fu incapace di parlare. E’ stata una reazione di estrema maturità, di grande fermezza. Certo da parte dei leader ebraici di oggi e di ieri, fianco a fianco nella determinazione di fare chiarezza. Resi infinitamente più grandi nella loro sincera emozionalità, nella loro sofferenza. Ma soprattutto ha contato la reazione della gente.
Un singolo problema, per quanto grave, non li ha sperduti, non li ha fiaccati. Ha chiamato a raccolta, ha risvegliato la voglia di partecipare, a ragionare, a mettere da un canto le beghe, i personalismi, le cadute dei penosi esibizionismi. E così, come spesso avviene nei destini ebraici, nel momento più difficile, nel buio più profondo, la sfiducia ha cominciato a sgretolarsi, la voglia di fare si è rimessa in marcia. E torna, come spesso accade nei momenti difficili, l’attenzione per l’unione, per i soli spazi comuni in cui tutti, tutti gli ebrei italiani posso ritrovarsi, parlarsi e lavorare assieme. Questo il senso del messaggio, che l’assemblea ha accolto con intenso affetto, portato dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. C’è un solido ancoraggio nel quadro di chi crede nell’Italia ebraica, per Milano.
Troppo spesso siamo stati abituati a sentire che Milano è un problema, una comunità difficile. Ma senza Milano, non si va avanti. Oggi possiamo vedere che di qui riparte la sfida, che Milano è il difficile laboratorio dell’ebraismo italiano nella costruzione della rinascita, nei ponti che si gettano attraverso tutte le componenti della nostra società, su tutte le sponde del Mediterraneo, al di là dei confini sempre più fragili del mondo globalizzato.
C’è un futuro, a Milano, fin quando non sbiadisce la voglia di stare assieme. Nessuno può illudersi di rubarcelo.


gv
QUI ROMA
Il coraggio dei Giusti
“Esiste una tipologia di Giusto? I Giusti sono più poveri o ricchi? Credenti o non credenti? Non è possibile individuare un modello unitario. La risposta è, come ha spiegato Primo Levi, nella variabilità immanente della natura umana. Ad accomunare i Giusti sono il coraggio, la presenza di spirito, talvolta veri e propri colpi di genio”. Lo ha affermato il demografo Sergio Della Pergola, membro della Commissione dei Giusti dello Yad Vashem, inaugurando con la propria testimonianza il convegno 'Bartali e non solo' apertosi questa mattina al Centro Ebraico il Pitigliani di Roma. Numerosi gli ospiti della giornata di studi, organizzata per il quinto anno consecutivo da Uil Scuola con il supporto, tra gli altri, anche di Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Progetto Memoria (Cdec e Comunità ebraica di Roma), Yad Vashem e Irase. A partire dal consigliere UCEI Liliana Picciotto, storica della Fondazione Cdec di Milano, soffermatasi nel suo intervento sulle migliaia di storie di salvezza che hanno riguardato l'ebraismo italiano e sulla campagna di raccolta di informazioni lanciata in quest'ottica dal Cdec. Tre i moventi che animerebbero principalmente le azioni del complesso mondo dei Giusti, ha sottolineato Picciotto: “Carità cristiana, umanità pura e semplice, rapporti di amicizia tra soccorritori e salvati”. Tra i momenti più significativi della giornata la firma di un protocollo d'Intesa tra Uil Scuola e Yad Vashem e la consegna di una targa in ricordo del grande ciclista fiorentino ai responsabili della Fondazione Gino Bartali onlus. Leggi

QUI ROMA
Famiglia, mercato e religione
Il sistema matrimoniale, il ruolo delle donne, i meccanismi di circolazione dei beni, la relazione tra le comunità. Le regole che ciascuna delle tre grandi religioni monoteiste - ebraismo, cristianesimo, islam - si sono date nel corso dei tempi rispetto alla struttura parentale hanno influito su una costruzione di differenti sistemi economici. Famiglia e mercato si intrecciano dunque con le normative religiose, condizionando ciascuna comunità in modo peculiare. E oggi questo tema, a partire da libro di Gerard Delille L'economia di Dio – Famiglia e mercato tra cristianesimo, ebraismo e islam, è il protagonista della giornata di studio in corso alla Ecole Francaise di Roma con gli interventi, tra gli altri, della storica Anna Foa, del rabbino capo Riccardo Di Segni e dello storico Giacomo Todeschini.
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QUI TORINO
L'odio che avanza in Europa
Tira un brutto vento in Europa con la crescita esponenziale di movimenti di estrema destra che fanno del razzismo una vera e propria bandiera. Ucraina, Francia, Ungheria: tre realtà, molto diverse tra loro, in cui questo fenomeno sembra attecchire in modo particolare. Per approfondirne le specificità l'Associazione ex Allievi e Amici della Scuola di Torino
ha organizzato per la serata di domani un convegno così sottotitolato "Tra antisemitismo e ascesa delle nuove destre". L'incontro, in programma alle 21 nel centro sociale comunitario, avrà come ospiti Guido Franzinetti del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università Piemonte Orientale, il ricercatore del Cdec Stefano Gatti e il giornalista di Pagine Ebraiche e del portale dell'ebraismo italiano www.moked.it Daniel Reichel. A introdurre gli interventi il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni.
QUI ROMA
La testimonianza di Gioele
Grandi emozioni, al Centro Ebraico Il Pitigliani, per la presentazione dell'ultimo libro dell'attore Gioele Dix. In "Quanto tutto questo sarà finito", edito da Mondadori, l'artista milanese - all'anagrafe Davide Ottolenghi - racconta il dramma del padre in fuga dal nazifascismo: le prime discriminazioni, la fuga in Svizzera, il respingimento, il secondo tentativo andato a buon fine.
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  pilpul
Setirot - La parola
L'idea che la parola sia in grado di creare il mondo è molto ebraica. Una parte dell'ebraismo italiano si agita perché – credo – vorrebbe un pochino chiudere la bocca (così riducendo assai la possibilità, appunto, di parola) a un'altra parte dell'ebraismo italiano. All'inizio di Bereshit si legge “Sia luce e luce fu”, come dire che un desiderio, se articolato a voce alta, diventa realtà. Se a pronunciarlo però è l'Onnipotente. Non certo noi che – tutti – siamo semplicemente individui, seppur immensamente presuntuosi.


Stefano Jesurum, giornalista
Time out - Il nodo Pollard
La questione Pollard è una delle più incredibili nel rapporto Israele-Usa. Pollard già da tempo era diventato l’emblema della crisi nella relazione tra lo Stato ebraico e gli americani. In carcere da ventinove anni, un periodo di detenzione lunghissimo per una spia di un paese amico, oggi Pollard viene utilizzato come merce di scambio da Obama per liberare 400 terroristi palestinesi e fermare gli insediamenti. Come se l’Italia in cambio della liberazione degli agenti segreti americani che avevano illegalmente rapito Abu Omar in territorio italiano avesse preteso la liberazione di 400 talebani.

Daniel Funaro
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