Qui Roma – Famiglia, mercato e religione

Gerard Delille, Paolo Evangelisti, rav R. Di Segni, Henri Bresc Il sistema matrimoniale, il ruolo delle donne, i meccanismi di circolazione dei beni, la relazione tra le comunità. Le regole che ciascuna delle tre grandi religioni monoteiste, ebraismo, cristianesimo, islam, si sono date nel corso dei tempi rispetto alla struttura parentale hanno influito su una costruzione di differenti sistemi economici. Famiglia e mercato si intrecciano dunque con le normative religiose, condizionando ciascuna comunità in modo peculiare. E oggi questo tema, a partire da libro di Gerard Delille L’economia di Dio – Famiglia e mercato tra cristianesimo, ebraismo e islam, è il protagonista della giornata di studio in corso alla Ecole Francaise di Roma con gli interventi, tra gli altri, della storica Anna Foa, del rabbino capo della Comunità ebraica di Roma rav Riccardo Di Segni e dello storico Giacomo Todeschini.
L’opera di Dellile, che Anna Foa definisce uno studio comparativo ampio e rigoroso si propone di analizzare le diverse prescrizioni, profondamente divergenti, riguardanti l’incesto, la filiazione e gli scambi matrimoniali, imposte dalle tre religioni monoteistiche, per verificare in che modo queste abbiano influito e condizionato la circolazione dei beni. Nel presentare questo imponente lavoro, la storica Foa sottolinea come “ nel corso del tempo le strategie famigliari di questi tre mondi divergono sempre più, divergono volontariamente, come precisa Delille, ‘ciascuno attraverso una sua costruzione del sacro, ha parlato con l’altro e ha risposto all’altro’, collegandosi ad altrettanto diverse scelte sociali e politiche – sottolinea Anna Foa – mai predeterminate o in sé necessarie, fino a spiegare la loro attuale diversità”. E su questo punto l’autore, presente all’incontro, ricorda di fatto la necessità del lavoro comparativo in questo ambito, “ non si può capire l’emergere di una religione senza confrontarla con l’altra”, senza analizzarne la spinta verso la diversificazione.
Sulla questione della discendenza, analizzata dalla prospettiva ebraica, si è soffermato rav Riccardo Di Segni. “La trasmissione dell’identità ebraica – afferma il rav – fa parte di un dibattito politico fortemente attuale”. Il rav ha poi illustrato i punti principali delle regole ebraiche sulla validità dell’unione tra uomo e donna. Punto fondamentale, su cui come si è detto inizialmente si fonda il libro di Dellile, è la relazione di queste prescrizioni con il tema economico. “Le leggi di appartenenza – spiega Di Segni – hanno un riflesso sul bene economico fondamentale di allora: la terra, o meglio il possesso della terra che si trasmette per via maschile”.
Così come la normativa sulla discendenza ha inciso sulla circolazione dei beni, altrettanta influenza hanno avuto le scelte politiche della Chiesa. Questo uno dei punti toccati nel suo intervento dallo storico Giacomo Todeschini (Ecclesiologia, mercato e gerarchie economico-familiare nel discorso cristiano XIII-XV sec.). A un’inalienabilità iniziale dei beni sacri, sottolinea Todeschini, la Chiesa si troverà di fronte a un problema nuovo: la gestione economica ottimale del patrimonio sacro accumulato che porterà all’introduzione di rapporti di scambio tra istituzioni ecclesiali. E questa ristrutturazione, questa apertura economica precede e influenza le dinamiche famigliari, favorendo apertura e scambi nel mercato definibile come “laico”.

(3 aprile 2014)