Qui Milano – Ferite aperte e voglia di futuro Confronto e chiarezza in Assemblea

assemblea cem thumbCoesione e voglia di pensare al futuro. Parole chiare, azioni concrete, nervi scoperti senza mai cedere sul fronte del coraggio e del rispetto reciproco. Di fronte alle gravi notizie emerse nell’assemblea straordinaria convocata dal presidente Walker Meghnagi, la Comunità ebraica di Milano si è ritrovata ferita ma con la voglia di confrontarsi e ripartire insieme.
Centinaia e centinaia di persone hanno affollato l’aula magna della scuola ebraica di Milano, Consiglieri del presente e del passato, membri delle diverse edot (etnie) e sinagoghe che costituiscono il cuore pulsante della vita ebraica del capoluogo lombardo, tanti giovani.
Grande la curiosità e l’ansia di ascoltare le comunicazioni del presidente. Pesando ogni parola, Walker Meghnagi a nome del Consiglio unanime ha comunicato agli iscritti notizie inquietanti, ma anche la forte determinazione a non lasciarsi scoraggiare in questo momento delicatissimo.

“In questi mesi – ha detto rivolgendosi agli ebrei milanesi – all’interno della nostra Comunità, abbiamo dovuto affrontare la scoperta di una situazione che non avremmo mai ritenuto potesse verificarsi.
“Nel corso degli ultimi mesi è stata infatti sottoposta a un controllo generale tutta la contabilità della Comunità, controllo che è ancora in corso, ma che permette di provare fin d’ora che, approfittando della buona fede di tutti, sono stati sottratti, nel corso degli anni, alcuni milioni di euro dalle casse della Comunità, con modalità subdole e ingannevoli che si sono rivelate idonee a vanificare i controlli previsti e costantemente posti in essere da parte degli uffici”.
“Come Presidente e come Consiglio tutto, fermi e determinati nel voler tutelare con ogni mezzo gli interessi patrimoniali e morali della Comunità, ci siamo già mossi al fine di recuperare quanto sottratto”.
“Inoltre, per evitare che situazioni simili possano verificarsi nuovamente negli anni a venire, il Consiglio ha già elaborato ulteriori provvedimenti al fine di rendere, qualora ve ne fosse bisogno, ancora più stringenti ed efficaci i sistemi di controllo interno”.
“Il momento, come potete capire, è particolarmente grave e delicato; ma siamo sicuri che la nostra Comunità sia pronta a reagire con la solidarietà e la compattezza che le sono proprie”.

L’invito alla coesione è stato raccolto e rilanciato dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che ha partecipato ai lavori dell’assemblea insieme all’assessore UCEI al Bilancio Noemi Di Segni, e con molti dei Consiglieri appartenenti alla Comunità di Milano.
“Vi saluto con affetto e con uno spirito di grande solidarietà – le parole con cui Gattegna ha espresso alla kehillah milanese la vicinanza dell’Unione e di tutto l’ebraismo italiano – L’UCEI intende collaborare nella maniera più fattiva. Nella consapevolezza che la gravità dei fatti è ancora da comprendere fino in fondo, diciamo con fermezza che Milano ora ha bisogno di coesione, di grande concordia per il bene comune, Senza nascondere nulla, ma accantonando ogni polemica. È stata individuata una falla, è vero. Ma solo così ci sono le premesse per ripararla e andare avanti, per arrivare al risanamento. Per questa ragione vi invito a mantenere la fiducia nel vostro Consiglio”.

A dare conto dei fatti, che sono attualmente oggetto di indagine da parte delle autorità giudiziarie e rimangono coperti da segreto istruttorio, i legali della Comunità, che hanno affiancato i suoi rappresentanti nel lavoro di analisi della situazione finanziaria, e poi nei rapporti con le autorità.
“Negli scorsi mesi ci sono stati sottoposti i dubbi della Comunità e del presidente riguardo a problemi seri e sconosciuti emersi sotto il profilo contabile nell’arco di una estensione temporale di molti anni. La scelta è stata quella di rivolgersi alle autorità in sede giuridica e penale per trovare le risposte complesse a domande semplici: se era vero che dei fondi erano stati sottratti e in quale misura. È emerso un quadro composto da modalità subdole e tecnicamente intelligenti. Il lavoro di indagine è ancora in corso, non soltanto per arrivare alla verità ma anche per acquisire le sanzioni penali eventualmente previste e andare al recupero di quanto sottratto, agendo anche in sede civile. E ci tengo a sottolineare una cosa, mai e in nessun modo finora è emersa alcun elemento che possa far anche solo ipotizzare che coloro che hanno ricoperto cariche sociali avessero la possibilità di coltivare anche il minimo barlume di sospetto” hanno tenuto a sottolineare gli avvocati, precisando che “la persona che è stata fino a questo momento individuata come responsabile ricopriva un importante ruolo nella gestione amministrativa e finanziaria della Comunità”.

Un concetto ribadito anche dal presidente Meghnagi che ha ricordato come “in base a ciò che è stato scoperto fino a questo momento, nessuno iscritto alla Comunità è coinvolto in complicità o connivenza”, mentre è stato proprio l’allontanamento della persona in questione la scorsa estate e dopo oltre trent’anni di servizio, a consentire di far venire alla luce le incongruenza nei conti.

A esprimere il dolore di fronte a quanto rivelato, sono stati coloro che negli anni hanno ricoperto l’incarico di presidente: Cobi Benatoff, Roberto Jarach, Leone Soued che erano presenti in assemblea, Emanuele Fiano che ha inviato un messaggio.
“Ringrazio molto il Consiglio per il lavoro che sta portando avanti e sono convinto che questa situazione sia per il futuro da volgere in positivo. Come ex presidente mi sento sereno per aver fatto sempre il mio dovere dando il massimo per la Comunità, ma come persona provo una certa vergogna, perché nonostante tutto questo lavoro qualcuno è riuscito a farcela. È qualcosa che mi segna e che sarà difficile da superare” ha dichiarato Benatoff, esprimendo un sentimento condiviso, ribadito anche dall’accorato intervento di Roberto Jarach, che ha ricordato al sua lunga permanenza nel Consiglio comunitario, ultratrentennale. “Per me è molto difficile. Mi sono fatto delle domande su quanto è successo, su come sia stato possibile che i controlli rigorosi che ho sempre portato avanti non siano serviti a impedire tutto questo. Dai dati che emergono sembra fosse impossibile accorgersi di ciò che stava accadendo con la persona ancora al lavoro negli uffici comunitari. Per questo ritengo che nessuno possa essere colpevolizzato, così come nessuno possa essere esentato da colpe tra tutti noi che in tanti anni abbiamo prestato la nostra azione di volontari per difendere la Comunità”.

Come è stato possibile che nessuno si sia reso conto di nulla? Questa la domanda pressante ripetuta da molti degli iscritti intervenuti all’assemblea. E poi ancora, quale la situazione attuale e come impedire che in futuro possano ripetersi fatti del genere?
Pur in un clima di rispetto e attenzione, alta è stata la costernazione espressa dai partecipanti. Tra gli altri, la figlia di un impiegato nell’amministrazione della Comunità che ha ricordato con dolore come negli anni ’90 il padre avesse tentato invano di denunciare comportamenti non corretti del presunto colpevole, senza trovare però disponibilità a essere ascoltato, prima di scomparire, colpito da infarto, in quello stesso periodo.

A tentare di dare delle risposte, insieme al presidente Meghnagi e agli avvocati, sono stati anche il segretario generale Alfonso Sassun e l’assessore alle finanze Raffaele Besso, che hanno ricostruito quanto emerso grazie all’accesso ai dati successivo all’allontanamento del presunto colpevole, e ribadito come la Comunità, con il supporto dell’UCEI stia provvedendo a rivedere l’intero sistema contabile e di controlli, esprimendo anche l’auspicio che nel prossimo futuro la scoperta dell’accaduto possa tradursi in una migliore sostenibilità economica della vita comunitaria, sia dal punto di vista della copertura dell’indebitamento che rimane alto, sia nella prospettiva della riduzione del deficit strutturale. “Nell’ambito del Consiglio lanceremo inoltre nei prossimi giorni una task force sul controllo di gestione” ha sottolineato Besso.

Forte il messaggio lanciato da Meghnagi chiudendo la serata. “In tutti questi anni abbiamo sbagliato, ci sono state delle lacune, è tutto vero. Ma oggi cosa siamo chiamati a fare? Stiamo lavorando al massimo e con tutta la forza, e dobbiamo guardare al futuro. Dobbiamo rimanere uniti, e nel dramma vedere la positività. E chiedo a tutti di essere parte del rilancio, di un nuovo spirito di partecipazione, di ricordare che fra due anni ci saranno le elezioni. Allora, prima e dopo, avremo bisogno di tutti”.

Rossella Tercatin twitter @rtercatinmoked