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13 luglio 2014 - 15 Tamuz 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
Alla divisione della terra di Israele, fatta per sorteggio, parteciparono dodici tribù, sebbene due e mezza tra queste si fossero insediate al di là del Giordano. Mai come in questi giorni, con le ovvie e debite differenze, si riesce a capire che anche chi è fuori da Israele vi è sempre un po' dentro.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Ieri su “La Stampa” Paola Caridi ha pubblicato un articolo dal titolo “Hamas. Il movimento diventato regime”, in cui scrive: “Hamas si è trasformato da movimento a regime. (…) Molti abitanti - nella Striscia - hanno trasformato lo slogan tradizionale di Hamas. Prima, dicono, erano ‘al servizio del popolo’. Ora sono più ‘al servizio dei loro’: dei militanti, dei settori legati al movimento e all'amministrazione, dei clientes”. Bene. Buona la premessa. Ora vorrei leggere: i dati sull’impiego dei fondi che arrivano come aiuti internazionali; una casistica sul tasso della corruzione, storie di casi, con nomi, cifre, circostanze sul sistema di sottogoverno. Insomma vorrei una controinchiesta e una narrazione contropelo. Le emozioni e le delusioni lasciano il tempo che trovano.
 
 
 
"La politica estera torni
al centro d'Europa"
“Il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea si è aperto in un quadro di allarmante aggravamento della situazione internazionale”. Ha parlato di crisi in Medio Oriente, inserendola però nel contesto globale fatto della drammatica guerra civile siriana, dell’instabilità libica e ora irachena, degli errori compiuti dopo l’11 settembre e delle gravi tensioni fra Russia e Ucraina, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una lunga intervista rilasciata al direttore della Stampa Mario Calabresi pubblicata ieri e ripresa oggi da molti giornali. Un’intervista in cui Napolitano si appella all’Italia ma anche all’Europa perché la politica estera e di sicurezza comune torni al centro dell’agenda. Tra i punti maggiormente approfonditi durante il colloquio, la situazione fra Israele e Gaza.
“Solo poche settimane fa, con l’incontro nei giardini vaticani, si era riaccesa una speranza di pace” sottolinea Calabresi. “Sì, si era accesa prima nella visita di Papa Francesco in Israele e Cisgiordania e poi nel singolare e così significativo incontro spirituale tra Shimon Peres e Abu Mazen in Vaticano. Io stesso, il giorno seguente, avevo incontrato separatamente i due, in nome di un antico rapporto politico e personale, e ne avevo raccolto rinnovati e un po’ più fiduciosi auspici di pace. Purtroppo vedo che entrambi oggi sono in grave difficoltà” la risposta di Napolitano, che poi, su richiesta dell’intervistatore analizza la posizione dei due leader. “Quest’uomo, che ha sempre tenacemente e pubblicamente creduto sia nella necessità sia nella possibilità della pace e nella prospettiva di due Stati pacificamente coesistenti, oggi lancia un estremo appello affinché cessi immediatamente il lancio di missili sul territorio di Israele, paventando altrimenti la fatale conseguenza di una occupazione della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano. Dopo il già durissimo sacrificio di vite palestinesi in conseguenza dei massicci bombardamenti su Gaza, l’invasione della Striscia costituirebbe una escalation dalle conseguenze imprevedibili” dice di Peres. “Abu Mazen, che ha creduto sinceramente nella possibilità di coinvolgere Hamas in una ricerca di dialogo e di negoziato con Israele, non può che considerare una provocazione anche contro l’Autorità nazionale palestinese il rapimento e l’uccisione dei tre giovani israeliani prima e l’offensiva dei missili su Israele poi. Ora vede gravemente limitate le sue possibilità di iniziativa per il ristabilimento di un minimo di pacifica normalità”.
Intanto il governo italiano ha chiesto di discutere la situazione al vertice europeo del prossimo mercoledì (Stampa.
In primo piano sui giornali sono gli sviluppi della situazione sul territorio. “I razzi di Hamas sulle città israeliane Onu, Europa e Usa inseguono la tregua” il titolo dell’aggiornamento pubblicato dal Corriere della Sera, che fa il punto sui missili che continuano a essere sparati da Gaza contro lo Stato ebraico, mentre la comunità internazionale cerca una possibile proposta di soluzione.
“L’agenzia di stampa Al Quds Press afferma che a Beit Lahya, a Nord di Gaza, è stato colpito un orfanotrofio causando la morte di tre bimbi disabili ma fonti ufficiali israeliane, da Roma, smentiscono: ‘È falso’.” A scriverlo è Maurizio Molinari sulla Stampa, tracciando il bilancio delle conseguenze dell’operazione israeliana nella Striscia per fermare i lanci di razzi che continuano a essere sparati a decine contro le città israeliane. “I bombardamenti da aria e mare di Israele hanno causato ieri il bilancio più pesante: almeno 45 vittime civili, portando il totale delle vittime dall’inizio delle operazioni a 150 morti e oltre 960 feriti. A Tufah le vittime sono state 15. Nel rione di Sheik Radwan un missile sparato da un drone ha raggiunto un capannello di persone causando 6 morti e 20 feriti. «È stata una strage» hanno affermato testimoni locali. L’obiettivo dell’attacco erano due dei nipoti di Ismail Hanyeh, il leader di Hamas a Gaza, rimasti entrambi uccisi assieme ai passanti”.
Ancora la Stampa racconta la trappola dei tunnel, che Hamas scava per avere a disposizione bunker e tunnel in cui nascondere i propri esponenti e le armi, ma anche per raggiungere il territorio israeliano. Sulla prima pagina del quotidiano torinese un editoriale dello scrittore israeliano Abraham Yehoshua.
Spazio sui quotidiani anche all’attenzione che il gruppo terrorista che governa Gaza dedica alla propaganda, utilizzando la televisione ma soprattutto i social media (tra gli altri Fabio Scuto su Repubblica e Fiamma Nirenstein sul Giornale).
Parlamento europeo. Sul Corriere la notizia che della Commissione per le libertà civili farà parte anche l’esponente neonazista tedesco Udo Voigt. A Roma, l’eurodeputato leghista Mario Borghezio ha sfilato al corteo “anti-rom” organizzato da Casapound (Corriere Roma).
Memoria. Nella Capitale, sulle targhe che dedicano la via e il ponte a Settimia Spizzichino, unica donna sopravvissuta ad Auschwitz tra i deportati del 16 ottobre, verrà specificata la responsabilità nazifascista della persecuzione, e non più solo nazista, come riporta la dicitura attualmente (Repubblica).
Cultura. Da Gerusalemme, lo storico Sergio Luzzatto racconta il lavoro dei laboratori di restauro di Yad Vashem (Sole 24 Ore domenica, che pubblica pure una recensione de “La mia terra promessa” di Ari Shavit a firma di Viviana Kasam). Su Repubblica Susanna Nirenstein presenta il libro “Harvard Square” di André Aciman (Guanda).
 
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  davar
leader a confronto
L’Unione riunita in Consiglio
con il cuore rivolto a Israele

Silenzio e raccoglimento, con la testa e con il cuore rivolti a Israele. Così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha chiesto di aprire la seduta del Consiglio UCEI riunito a Roma in queste ore. A portare un saluto e un aggiornamento sulla situazione in Medio Oriente l’ambasciatore Naor Gilon, invitato alla riunione – ha spiegato il presidente UCEI – “per sottolineare l'imprescindibile fratellanza e la comunanza di destini tra gli ebrei italiani e lo Stato di Israele”.
Nel suo intervento l'ambasciatore ha sottolineato alcuni passaggi fondamentali: la debolezza di Hamas, le difficoltà di risoluzione del conflitto legata all'isolamento del gruppo terroristico all'interno dello stesso mondo arabo, il ruolo della cupola anti-missile Iron Dome nella difesa della popolazione israeliana, il disprezzo verso la vita manifestato dalla leadership islamista che utilizza scudi umani per coprire i propri armamenti.
Rispondendo alle domande dei Consiglieri, l'ambasciatore si è poi soffermato sui rapporti tra Italia e Israele e sulla lotta alle nuove forme di antisemitismo in Europa che si manifesterebbero soprattutto all'interno delle comunità islamiche fondamentaliste.
Tra i punti all'ordine del giorno della seduta anche l'approvazione del bilancio consuntivo per il 2013, che è stato accolta favorevolmente all'unanimità dopo la relazione (accolta anch'essa con favore) dell'assessore al Bilancio Noemi Di Segni, e le decisioni da assumere in seguito alle dimissioni formulate negli scorsi mesi da otto esponenti romani della lista Uniti per l’Unione. Con l'accettazione al subentro di tre candidati non eletti (Ugo Di Nola, Ronny Fellus, Emilio Nacamulli) restano ancora cinque posizioni scoperte. L'orientamento, votato a larga maggioranza, è quello di procedere per cooptazione demandando alla Giunta dell’Unione di confrontarsi anche con il Consiglio della Comunità di Roma e di effettuare sondaggi per proporre quindi al prossimo Consiglio una rosa di nomi di esponenti disponibili. L’apertura di un confronto e la ricerca di un chiarimento dovrebbero vedere tra i protagonisti anche il rabbino capo Riccardo Di Segni.
 
Adam Smulevich

israele
Shimon Peres: "Non può esistere
compromesso con il terrore"

Una contabilità che non si arresta. I razzi da Gaza continuano a essere sparati contro le città israeliane, le sirene suonano, per avvertire la popolazione di mettersi al riparo nei rifugi, e prosegue senza sosta l’opera di Iron Dome per neutralizzare la minaccia. Solo nelle ultime ore Sderot, Ashkelon, Ashdod, ma anche le città di poco a sud di Tel Aviv, mentre nella notte alcuni razzi sono stati sparati anche dal Libano contro il nord di Israele. Ad Ashkelon, un ragazzino israeliano di 16 anni è rimasto ferito da razzo ed è in condizioni critiche secondo quanto riferisce la stampa israeliana.
“I terroristi di Hamas puntano a uccidere e ferire il maggior numero possibile di israeliani innocenti. Non vogliamo fare del male ai civili – ha sottolineato il presidente Shimon Peres -Una realtà in cui cinque milioni di persone, incluse donne e bambini, sono costretti a correre nei rifugi, è intollerabile. Non possiamo permettere al terrorismo di costringere i nostri cittadini nei rifugi. Non ci può essere un compromesso con il terrore”.
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israele
L’Idf chiede ai civili di evacuare,
Hamas ordina di rientrare

Ritornate immediatamente nelle vostre case. È l'ordine perentorio impartito dal ministero degli interni di Hamas alla popolazione del nord della Striscia di Gaza. Quattromila persone, famiglie palestinesi, hanno infatti seguito le indicazioni dell'esercito israeliano e lasciato le proprie abitazioni per non essere coinvolte in un imminente attacco dell'aviazione dell'Idf. Un'evacuazione richiesta da Israele per garantire la sicurezza dei civili palestinesi e colpire solamente le postazioni di lancio di Hamas. Un avviso che non è piaciuto al gruppo terroristico che controlla Gaza, che ha ordinato alle migliaia di persone di “tornare immediatamente alle loro case e non abbandonarle”. “Dovete seguire le direttive del ministero degli Interni. Questa è una guerra psicologica, messaggi casuali per instillare panico nelle persone”. Ma evidentemente i cittadini di Beit Lahiya, nel nord della Striscia, ha voluto ascoltare il messaggio dell'esercito israeliano.
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sorgente di vita
Quale Europa contro l'odio
“Quale Europa? ” è il titolo della puntata di Sorgente di vita di domenica 13 luglio, tutta dedicata a un reportage da Bruxelles.  All'indomani delle elezioni per il Parlamento europeo e dopo l’attentato al Museo Ebraico siamo andati nella capitale d'Europa e abbiamo incontrato leader politici, importanti esponenti della comunità ebraica, studiosi ed esperti. Dal ricordo dei testimoni del sanguinoso attacco al museo alla storia degli ebrei del Belgio, dalla Grande Sinagoga ai palazzi delle istituzioni, dai quartieri degli immigrati all’Università, ai giovani delle generazione Erasmus, tanti  incontri e interrogativi sull'Europa che verrà.
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pilpul
Potere e impotenza
La guerra che Hamas ha mosso contro Israele nasce dalla debolezza sempre più marcata che il movimento fondamentalista misura su se stesso, sulle sue prospettive di tenuta, sul suo futuro. Anche per questa ragione, essendo intesa come un'aggressione senza requie né vincoli che non siano quelli della propria sopravvivenza politica, è destinata a durare nel tempo, qualora non dovessero intervenire fattori esterni di cambiamento radicale degli indirizzi intrapresi. Per gli islamisti sarebbe stato preferibile un conflitto di logoramento, basato sul lancio  “occasionale” e calcolato di missili, evitando forse di tirare troppo la corda. Ma le cose sono andate diversamente, e non certo per l'assassinio di tre ragazzi israeliani e di uno palestinese.

Claudio Vercelli
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Nugae - Mangiatori di patate
Altro che animale razionale, l'uomo è un'insalata di patate. Aristotele avrebbe bisogno di un weekend alle terme per riprendersi dal trauma. Nemmeno un'insalata un po' fusion con qualche bacca esotica o ingredienti eco-chic. Una ciotola bianca con un po' di patate malamente tagliate a dadini e condite con quella che apparentemente è maionese tirata fuori da un triste tubetto. Questo è ciò che è stato pubblicato sul sito Kickstarter, piattaforma di crowdfunding per sognatori che cercano adorabili investitori muniti di buoni sentimenti nei confronti l'estro artistico, dal signor Zack Danger Brown. Il quale con ancora 20 giorni di raccolta fondi davanti a se ha già tirato su la bellezza di più di 49 mila dollari. Progetto: esattamente quello, "farò un'insalata di patate", basta.

Francesca Matalon, studentessa di lettere antiche
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Identità: Chaim Perelman
Nel 1958 l’allora Primo ministro dello Stato di Israele, David Ben Gurion si è trovato a gestire il fatto che la nozione stessa di identità ebraica era diventata in Israele oggetto di una legislazione che avrebbe avuto implicazioni pratiche cruciali. A cinquanta “Saggi di Israele” Ben Gurion pose la domanda divenuta il titolo del lavoro del professor Eliezer Ben Rafael, che in un e-book intitolato “Cosa significa essere ebreo?” – scaricabile dai siti www.proedieditore.it e www.hansjonas.it – ha messo in luce per la prima volta in Italia quella discussione sistematica sull’identità ebraica. Ogni domenica, sul nostro notiziario quotidiano e sul portale www.moked.it, troverete le loro risposte. Oggi la risposta di Chaim Perelman (1912-1984), fondatore del Centre de Philosophie du Droit de l’Université Libre de Bruxelles.  
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