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8 agosto 2014 - 12 Av 5774
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Grosseto è una delle città che fanno parte, per via adottiva, del mio dna familiare. E sulle colline sopra Grosseto ho trascorso buona parte della mia infanzia e quando posso porto i miei figli a godere di una passeggiata nella "macchia", verso il castello del Sassoforte, Montemassi e Roccatederighi. Altra tappa delle nostre vacanze è la discesa nella città vecchia, in piazza Dante, in una Grosseto antica e signora. Una Grosseto dove la mia (nostra) kippà non ha mai creato nessun problema, anzi spesso i "cittini" con tzittzit e kippot erano accolti con sorrisi persino dal panettiere di Sassofortino tempestato dalle nostre domande ed esigenze. Ma questo fino a ieri. Perché ieri a Grosseto ho avuto paura.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Si ricorda in questi giorni il secolo dallo scoppio effettivo della Grande Guerra. Da allora non molto sembra cambiato nel campo dell'intervento del ceto intellettuale. Forse una cosa sola: allora la novità del conflitto moderno era evidente, e combinata con la profonda crisi che aveva caratterizzato gli anni a cavallo dell'800 e del '900 e alla nascita e allo strutturarsi del moderno nazionalismo imperialista aveva prodotto un impegno personale sul campo di battaglia. Si contano a centinaia gli intellettuali europei morti nelle trincee, convinti di combattere una guerra giusta. Durante la seconda guerra mondiale lo stesso spirito pervase i “piccoli maestri”, giovani intellettuali magari ispirati da alcuni meno giovani, che tuttavia mettevano a rischio se stessi e le proprie certezze e andavano sui monti nel nome della libertà e dell'antifascismo. Da allora però il ceto intellettuale ha preferito sperimentare strade meno rischiose e più produttive sul piano della popolarità e dell'effetto mediatico.
 
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Hamas, razzi contro la tregua
La notizia non è ancora presente sui giornali di oggi, ma la tregua in Medio Oriente è finita. Hamas allo scadere delle 72 ore concordate ha sparato alcuni colpi di mortaio, per poi proseguire con nuovi lanci di missili, che hanno richiesto l’intervento del sistema di difesa antimissile israeliano e - dopo più di due ore in cui Israele ha evitato di rispondere - è arrivata la risposta dell’esercito.
Sulla Stampa Maurizio Molinari racconta la corsa contro il tempo fatta dai negoziatori: Ismail Haniyeh, il leader di Hamas, è contrario all'estensione del cessate il fuoco perché “le nostre richieste non vengono prese in considerazione”. Israele è a favore di un rinnovo incondizionato della tregua, e rilancia la richiesta di disarmare Hamas. I mediatori egiziani hanno respinto alcune richieste (l'apertura di un porto, un aeroporto e un corridoio per Gaza), e iI Cairo ha fatto anche presente che “la riapertura del confine di Rafah avverrà solo se sul lato opposto vi saranno le forze di Abu Mazen, e non di Hamas”. Sull’altro fronte Yuval Steinitz, ministro per l'Intelligence ha avvertito che a una ripresa degli attacchi di Hamas la risposta israeliana sarà molto dura, e i comandi militari hanno presentato al premier Benjamin Netanyahu le opzioni per una ripresa dei combattimenti terrestri. E il titolo dell’Avvenire è “Hamas non aderisce alla tregua ‘estesa’”.
Il Medio Oriente, come scrive Fiamma Nirenstein sul Giornale, “è tutto un campo di battaglia” e “i civili non esistono se non come vittime, pedine”. Il Califfato continua la sua espansione e ha preso a Mosul la maggiore diga idroelettrica irachena ed ha costretto almeno 40mila civili curdi alla fuga. Gli Stati Uniti stanno valutando un intervento, ma dichiarano contestualmente che “ogni eventuale azione militare sarà limitata nei suoi obiettivi”, perché “alla crisi in Irak serve una soluzione politica”. E secondo Nirenstein “Lo Stato Islamico trova pane per i suoi denti soltanto quando si confronta con l'Egitto nel Sinai, e quando Hamas deve affrontare Israele”.
A Livorno non pare vicino a una risoluzione il caso dello striscione anti-israeliano: appeso il 25 luglio durante Effetto Venezia, la rassegna estiva della città, riporta un atto d’accusa pesantissimo, subito contestato dalla comunità ebraica locale. Nonostante le richieste, le raccomandate al sindaco e addirittura una lettera dell’ambasciatore israeliano in Italia che il sindaco cinque stelle Nogarin definisce “molto gentile” (Corriere), a distanza di due settimane lo striscione ancora è ben visibile all’ingresso del centro storico della città. il primo cittadino, intervistato per il Corriere da Fabrizio Roncone, sostiene che gli sembra si tratti di “una frase generica” e che per lui “lo striscione può restare lì”. Soddisfatto del dibattito che sta suscitando aggiunge: “Lo striscione non ha alcuna accezione antisemita. E poi... non è compito mio rimuoverlo”.
L’Espresso pubblica una lunga intervista a Daniel Cohn-Bendit, intitolata “Dimenticate Bibbia e Corano”, un ragionamento di uno dei protagonisti della politica europea, abbandonata recentemente per “lasciare spazio ai giovani”. Parlando della situazione sia in Israele che in Ucraina sostiene che nei due paesi servirebbero leader capaci di spiegare ai propri cittadini che “è necessario rinunciare ad alcuni sogni”.
Israele deve rinunciare a ospitare la sfida di Coppa Davis con l’Argentina: lo ha annunciato la Federazione Internazionale che con voto unanime ha deciso lo spostamento della sfida in programma 12 al 14 settembre per il conflitto in corso nella Striscia di Gaza. Israele ha cinque giorni per proporre una sede neutrale.
 
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#IsraeleDIfendelaPace
Domande e risposte
Domande chiare e risposte chiare e autorevoli, punto per punto, ai complessi problemi della crisi mediorientale. Aggiornamenti costanti ora per ora. L'impegno di fare chiarezza sui diversi nodi del conflitto in corso tra lo Stato di Israele e i terroristi di Hamas.
Sul portale dell'ebraismo italiano www.moked.it il lancio di una nuova area informativa dedicata dalla redazione a notizie, schede, dichiarazioni  sugli ultimi sviluppi relativi all'operazione delle forze di sicurezza israeliane nella Striscia di Gaza. Tutti i cittadini che ritengono di poter aggiungere un contributo positivo per arricchire il notiziario possono mettersi in contatto scrivendo a desk@ucei.it
 
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  davar
qui torino - la comunità torna unita
Ariel Di Porto è rabbino capo
"Al lavoro contro le tensioni"

“La sensazione più forte ora? Sicuramente il desiderio di iniziare a lavorare”. Con queste parole rav Ariel Di Porto ha salutato la sua nomina a Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Torino, avvenuta ieri sera con votazione unanime.
“Tengo a sottolineare - ha commentato Beppe Segre, presidente della comunità - che  per rav Di Porto ci sono state ben tre consultazioni, e in tutti e tre i casi il voto è stato unanime, fatto assolutamente notevole”. Giulio Disegni, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, presente alla riunione di Consiglio che aveva come primo punto all’ordine del giorno la nomina del nuovo rabbino capo - nella fotografia le sue congratulazioni a rav Di Porto - conferma la sensazione di sollievo: “Con questa nomina mi auguro che abbiano definitivamente fine tutti i problemi e i malumori che hanno caratterizzato gli ultimi anni di una comunità che è certamente difficile, ma che non merita le controversie e le tensioni dell’ultimo periodo”.
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#israeledifendelapace
Hamas gioca al massacro
“Nessuno in Israele vuole la ripresa delle ostilità”. Il ministro dell'Economia israeliano Yair Lapid testimonia i sentimenti di un paese stanco di correre nei rifugi a causa della pioggia di missili che partono da Gaza. Ma Hamas ha detto no all'offerta di estendere il cessate il fuoco per altre 72 ore. Un no a cui è seguito questa mattina, ancor prima del termine della tregua temporanea, l'ennesimo attacco contro le città israeliane. Come riporta una nota del ministero degli Esteri israeliano, “alle 4.30 di questa mattina due razzi sono stati sparati dalla Striscia di Gaza”. Tzahal non ha risposto immediatamente all'offensiva di Hamas, ritardando per quanto possibile le azioni militari.
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#israeledifendelapace
Tregua interrotta
Dalle ore 8 di stamane la tregua è stata interrotta da Hamas. Al termine delle 72 ore previste nella riunione del Cairo, Hamas ha ripreso a lanciare razzi e a sparare colpi di mortaio contro il sud d’Israele. Israele ha atteso più di due ore prima di rispondere, ma non è disposto ad accettare la formula di Hamas: “negoziato mentre noi continuiamo a sparare”. In questo quadro Hamas richiede l’apertura di un porto marittimo a Gaza e proclama che l’Egitto è associato con Israele. Gli abitanti israeliani della regione meridionale richiedono che Israele risponda al fuoco di Hamas con maggior vigore e l’ottimismo suscitato dalla tregua sta scemando.
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qui livorno - lo striscione dell'odio
Il sindaco 5Stelle insiste:
"Quella scritta ha un merito"

“Fermare il genocidio a Gaza. Israele vero terrorista”. Sono passati ormai molti giorni dall'esposizione, su un palazzo di proprietà del Comune, del violento striscione che accoglie con queste parole le molte migliaia di cittadini che partecipano alle serate di Effetto Venezia, manifestazione culturale che si svolge sotto l'egidas dell'amministrazione cittadina. Nonostante le proteste della Comunità ebraica livornese, del suo presidente Vittorio Mosseri, dell'ambasciatore d'Israele a Roma Naor Gilon, lo striscione è ancora là, in bella vista. Anche per negligenza del sindaco Cinquestelle Filippo Nogarin, che non solo ha mostrato scarsa sensibilità nella risoluzione del problema ma ha anche ventilato la possibilità di un gemellaggio con la città di Gaza, governata come noto dal gruppo terroristico di Hamas. Il progetto è stato discusso ieri in Consiglio comunale, il giorno precedente Nogarin aveva incontrato Mosseri. Per la prima volta dalla sua elezione.
La vicenda approda oggi, con molto rilievo, sulle pagine nazionali del Corriere della sera. Intervistato da Fabrizio Roncone, il primo cittadino si lascia andare a considerazioni che suscitano non pochi interrogativi.
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qui locarno
Il successo di Eran Riklis
Applausi a scena aperta, momenti di commozione ed entusiasmo alla prima di Dancing Arabs, il nuovo film del registra israeliano Eran Riklis (autore fra l’altro di “La sposa siriana” e “Il responsabile delle risorse umane”). Il cineasta è apparso con l’intero cast sul palcoscenico a cielo aperto del sessantasettesimo Festival del cinema di Locarno. Il pubblico della piazza Grande, che già per due volte, negli scorsi anni, ha determinato la vittoria di un suo film, gli ha tributato un’accoglienza calorosa.
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qui verona
Confronto aperto con Israele
e nuova ristorazione kasher

Visita in Comunità per l'ambasciatore d'Israele a Roma Naor Gilon. Ad accoglierlo il leader comunitario Bruno Carmi e Lucia Forneron, presidente del gruppo veronese dell'associazione Italia-Israele. Nel corso della visita l'ambasciatore ha potuto confrontarsi con gli iscritti sul conflitto in corso con i terroristi di Hamas e sui possibili scenari futuri.
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qui firenze
Balagan, dal Klezmer ai Balcani
I “romanzi della Memoria” raccolti da Giacoma Limentani nella sua densa Trilogia, le musiche sospese tra klezmer, balcanicogipsy e tradizione meridionale elaborate dalla Baro Drom Orkestar. Questo il menu offerto ieri dal Balagan Cafè fiorentino davanti alla consueta cornice di pubblico ritrovatosi davanti alla sinagoga di via Farini. A intervistare la scrittrice il direttore artistico del Balagan Enrico Fink e la scrittrice e critica letteraria Aglaia Viviani. Come intermezzo tra i due momenti l’inedita apericena dedicata alle tradizioni gastronomiche dell’ebraismo cinese curata dallo chef Jean Michel Albert Calasso. 

qui roma
Scritte antisemite, tre indagati
Hanno un’età compresa tra i 20 e i 53 anni i tre presunti autori delle scritte antisemite apparse sui muri di Roma a fine luglio. Lo si apprende mentre sono in corso perquisizioni disposte dal pubblico ministero per accertare l’esatta dinamica dei fatti. “In queste settimane di forte tensione le istituzioni e le forze di sicurezza sono state sempre presenti. La speranza è che le persone indagate per le scritte che istigano all’odio razziale siano ora processate al più presto dalla giustizia italiana”, afferma in una nota il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Lo stesso Pacifici rivolge un ringraziamento particolare al capo della Polizia Alessandro Pansa e al ministro dell’Interno Angelino Alfano. 

pilpul
Un’usanza presa troppo sul serio
Pare che un tempo a Torino, per sottolineare l'atmosfera luttuosa della ricorrenza, il Rabbino Capo non fosse presente al bet ha-keneset nella mattina di Tishà Be-Av ma comparisse solo nel pomeriggio, quando giunge il momento della consolazione. Pare inoltre che l’assenza riguardasse anche i giorni precedenti al digiuno. Forse qualcuno si è ricordato di questa usanza e l’ha presa molto sul serio (si sa che a volte le siepi estendono non solo i precetti, ma anche gli usi), e così l'assenza di un Rabbino Capo a Torino è durata da ben prima di Tishà Be-Av del 5773 a tre giorni dopo Tishà Be-Av del 5774. Tanto più grande dunque la speranza che questo arrivo tanto atteso, che giunge nei giorni dedicati alla consolazione, segni un nuovo inizio per la nostra Comunità.
Un caloroso benvenuto a Rav Ariel Di Porto!


Anna Segre, insegnante


Il caso Livorno
In un comunicato apparso sul sito QuiLivorno gli autori dello striscione su Gaza rispondono con un comunicato alla lettera del presidente della kehillah di Livorno, Vittorio Mosseri. Nel suddetto accusano la comunità ebraica di allinearsi ad una destra “estrema” che governerebbe Israele, ribadiscono “l'appropriatezza” del termine genocidio riportata dal vocabolario Treccani, e prendono le distanze dalle accuse a loro dire “infondate” di antisemitismo... poi in conclusione sostengono di “non avere [al contrario degli ebrei, o di Israele?] le lobby che finanziano giornali e TV”. Come si dice allora in Bagitto/Ladino: Tarhì tarhà todas una mishfahà, e la musica è sempre la stessa.

Francesco Moises Bassano, studente
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Tubeav
Tra pochi giorni è Tubeav, antica festa degli innamorati e ultima ricorrenza del calendario ebraico. Una dolce chiusura, subito dopo Tishabeav. Una chiave di senso al nostro ciclo vitale. Perché non c'è vita che regga il dolore senza la gioia di un amore, che sia un ricordo, una presenza o una nobile aspirazione.

Ilana Bahbout
 






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