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31 ottobre 2014 -  7 Cheshvan 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Oggi sono trent’anni dalla scomparsa di Eduardo De Filippo. Il mondo della cultura, della politica, il mondo del teatro celebreranno in vario e differente modo questa assenza. A me viene in mente un passaggio dell’opera “Napoli Milionaria” quando il reduce dai campi di lavoro in Germania, Gennaro Jovine, racconta alla sua famiglia le peripezie dell’arresto, della fuga, del ritorno a casa, passando e scappando attraverso un paese, l’Italia degli anni tra il 1943 ed il 1945, lacerato, distrutto, umiliato dalla guerra, dal l’occupazione nazifascista, dalla fame, dalla morte.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
Minima comunitaria.‎ Cronache da una piccola comunità ebraica, che meritano qualche riflessione. Si svolge a Padova l’annuale assemblea degli iscritti: presenti 30 persone su un totale di 186 iscritti. La dimensione demografica è quella di un modesto circolo del tennis di provincia, da considerare con la dovuta cautela perché in realtà una buona cinquantina fra gli iscritti non vive a Padova, e quindi è virtualmente estranea alla vita di comunità. Il trend di iscritti è in modesta crescita rispetto all’anno precedente, controtendenza assoluta rispetto alle altre comunità ebraiche. La comunità – intesa come gruppo di famiglie eredi di una presenza secolare – si è fortemente trasformata negli ultimi decenni: nuovi arrivi, molte partenze, grande ricambio generazionale. I miei nonni, per dire, non la riconoscerebbero più: non è più la loro comunità.
 
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Israele, resta la tensione
La tensione a Gerusalemme resta alta: da oggi riapre il Monte del Tempio con delle restrizioni in termini di età, chiuso dopo l’attentato nel quale è stato ferito gravemente il rabbino ed attivista Yehuda Glick. A ricostruire la situazione, tra gli altri, Maurizio Molinari che sulla Stampa racconta: “Guerriglia palestinese nelle strade di Jabel Mukaber, scontri fra soldati e ultranazionalisti ebrei al Muro Occidentale, palloni aerostatici sopra i quartieri arabi e il tamtam sulla ‘terza Intifada’ davanti alla Via Dolorosa: a Gerusalemme l’atmosfera è rovente attorno alla Spianata delle Moschee”. Glick, spiega Molinari, è il leader di uno dei gruppi ebraici che “vogliono costruire il ‘terzo Tempio’ sulla Spianata dove sorgono la Cupola della Roccia e la moschea di Al Aqsa. Si batte per difendere ‘il diritto degli ebrei di pregare’ sul luogo del Tempio di Salomone e accusa il governo Netanyahu di accettare il controllo di Hamas sulla Spianata”. L’attentatore – continua – si è avvicinato a lui, gli ha chiesto se si chiamasse Glick e poi gli ha sparato. Dopo uno scontro a fuoco con la polizia israeliana è stato ucciso. Conseguente, la decisione di chiudere ieri il Monte del Tempio per evitare ulteriori disordini. Quello che accade in risposta dunque, è una nuova battaglia per i luoghi sacri: “Sulla Via Dolorosa un gruppo di militanti palestinesi grida ‘Allah-u Akbar’ quasi in faccia ai militari israeliani. ‘Preghiamo qui perché non possiamo andare ad Al Aqsa, se vogliono la terza Intifada la avranno – dice Hussen, 50 anni, di Silwan – perché dall’inizio dell’occupazione nel 1967 nessuno aveva osato tanto’. (…) Tensione c’è anche al Muro del Pianto, dove un folto gruppo di ultranazionalisti ebrei tenta di sfondare i cordoni della polizia e raggiungere la Spianata: ‘È il Monte del Tempio, ce lo hanno rubato’ cantano. Il corpo a corpo si conclude con alcuni arresti. Ma resta la sensazione che gli opposti estremi si preparino alla battaglia per Gerusalemme”. Ancora sulla Stampa la scrittrice israeliana Lizzie Doron, che ha vissuto a lungo nel quartiere Silwan di Gerusalemme, ha dichiarato: “A Gerusalemme Est si vive in un limbo. Gli abitanti arabi sono una via di mezzo fra i palestinesi e gli israeliani. Hanno le carte di identità israeliane ma non possono avere il passaporto (…) Il problema, e la rabbia, nasce dalla situazione di incertezza che permea ogni attimo della vita degli abitanti di Silwan “. La parola Intifada ritorna nell’articolo di Davide Frattini sul Corriere della Sera: “Era da quattordici anni che l’ingresso del Monte del Tempio non restava sempre chiuso. Da quando Gerusalemme era stata travolta dalla rabbia della stessa intifada che adesso sembra riemergere. La Spianata delle Moschee è stata dichiarata dagli israeliani per un giorno zona proibita perché non diventasse zona di guerra”. Nahm Barnea su Yedioth Ahronoth scrive a proposito di Glick: “Mi ha sempre detto ‘lavoro per la pace’ e io gli rispondevo che giocava con il fuoco, le sue azioni avrebbero portato Israele alla guerra con il mondo musulmano, credevo ci mettesse in pericolo, ha messo in pericolo se stesso. Adesso è fondamentale calmare la situazione, non aggiungere benzina al fuoco che potrebbe trasformare questo conflitto da nazionalista a religioso”.
 
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  davar
pagine ebraiche a LUCCA COMICS & GAMES
Una folla di bambini

con DafDaf e Rutu Modan
Vincitrice del Gran Guinigi 2013, la graphic novelist israeliana Rutu Modan riceve in queste ore l'abbraccio del pubblico di Lucca Comics & Games, la più importante manifestazione internazionale dedicata al fumetto e all'intrattenimento.
Quattro giornate di appuntamenti e incontri, oltre 400mila visitatori attesi nella città toscana. Tra i grandi eventi dell'edizione 2014 la mostra personale “Essere Rutu Modan” curata da Giovanni Russo, coordinatore di Lucca Comics, insieme a Luca Bitonte e Guido Martini e con il supporto del giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche.
Una collaborazione che è stata ravvivata, questa mattina, in occasione del laboratorio didattico del giornale per bambini DafDaf condotto da Ada Treves e con Rutu che si è lungamente confrontata con alcuni giovanissimi lettori delle scuole lucchesi. Ad essere svelati segreti e retroscena del suo ultimo lavoro, “A cena dalla regina”, pubblicato in Italia dalla casa editrice Giuntina.
Per il quinto anno consecutivo Pagine Ebraiche è inoltre in distribuzione tra i padiglioni e nelle diverse aree espositive. All'interno del giornale anche uno speciale dossier Comics & Jews con molte anticipazioni sulla prossima stagione del fumetto internazionale.
la nota del presidente ucei
"Apprezzamento per Gentiloni, l'Italia guardi al Medio Oriente"


 Il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:

"Voglio rivolgere, a titolo personale e a nome di tutti gli ebrei italiani, le mie più vive felicitazioni all'onorevole Paolo Gentiloni per la nomina a nuovo ministro degli Esteri. Le sfide che attendono la nostra diplomazia sono molteplici e sono imprescindibilmente legate al ruolo che l'Italia saprà assumere nella risoluzione delle terribili e sanguinose controversie che dal Medio Oriente arrivano a lambire le coste italiane scuotendo l'opinione pubblica e la coscienza di ogni cittadino che abbia a cuore i valori della libertà, della tolleranza e della democrazia. Capacità strategica, visione di lungo periodo, fermezza nelle decisioni: tre qualità indispensabili in un contesto che si fa sempre più drammatico e incandescente. Qualità che siamo certi il ministro Gentiloni saprà interpretare nel migliore dei modi".
MELamed - cresce la collana "la mia torah"
Shemot svelato ai più giovani
Anche per i più giovani lettori lo studio e la lettura biblica tornano cosa viva, attraverso approfondimenti e percorsi che traggono origine dall’inesauribile patrimonio ebraico del Midrash, ma anche giochi ed esercizi. È ora finalmente disponibile il secondo volume della collana La mia Torah, dedicata al Libro di Shemot curata dalle insegnanti romane Anna Coen e Mirna Dell’Ariccia e realizzata con il contributo del dipartimento Educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La pubblicazione, che era stata annunciata già in primavera nel dossier speciale di Pagine Ebraiche “Leggere per crescere” e presentato in anteprima dalla redazione e dal Dec alla Bologna Children’s Book Fair nell’incontro intitolato “L’editoria per l’infanzia e la conoscenza della Bibbia secondo la tradizione ebraica – La lettura infinita” aveva suscitato l’attenzione e l’apprezzamento di docenti, pedagogisti ed editori internazionali. Ora il libro, grazie al supporto di distribuzione della casa editrice romana Sovera, è disponibile nelle migliori librerie, ma anche, al prezzo scontato di 13,60 euro, nelle librerie online di Amazon e ibs dove il lettore può procedere immediatamente all’ordinazione con consegna a domicilio.

(Nelle immagini la copertina di Shemot e, nella foto di Pagine Ebraiche più in basso, le due autrici della collana, Anna Coen e Mirna Dell’Ariccia, ritratte nella redazione giornalistica UCEI mentre mostrano il volume dedicato a Bereshit‎.)
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palazzo chigi
Renzi-Lauder, incontro proficuo
Incontro a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder. Presenti anche l’assessore dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Victor Magiar (cui è andata una delega del presidente UCEI Renzo Gattegna) e il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Al termine dell’incontro, dedicato tra gli altri anche al tema dell’antisemitismo, Lauder ha rivolto un augurio al ministro degli Esteri uscente Federica Mogherini, che tra poche ore assumerà la guida della politica estera dell’Unione Europea. “Avrà sicuramente molto successo a Bruxelles. Ho parlato con lei quando era in Israele – ha detto – e sono rimasto molto colpito dalla sua conoscenza. A Bruxelles non sarà facile, ma lavorando molto farà sicuramente bene. Non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa”.
QUI TORINO
Tradurre Primo Levi
“In un’altra lingua”, questo il titolo della sesta edizione della Lezione Primo Levi, appuntamento annuale promosso dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi che ha l’obiettivo di alimentare il dibattito sul noto autore e di portare alla luce nuove sfumature del suo pensiero. Quest’anno la protagonista è la lingua, o meglio i rapporti tra le varie lingue e quindi il complesso ruolo del traduttore. Le riflessioni su questa tematica nascono dal progetto di pubblicare una versione tradotta in inglese dell’intera opera di Levi. A presentare l’iniziativa sono Ann Goldstein, traduttrice e editor al New Yorker e Domenico Scarpa, linguista e consulente letterario del Centro. Il tema della lingua è centrale in tutte le opere di Levi, al punto da sostenere che in ogni suo libro sia possibile ritrovare un linguaggio differente. “Levi – spiega Ernesto Ferrero, presidente del Centro – può essere definito come un grande produrre di sistemi comunicativi interconnessi”. Per questo tradurre i suoi scritti richiede uno sforzo tutt’altro che minimo. Ann Goldstein sostiene che per compiere una buona traduzione sia necessario trovare il giusto bilanciamento tra una traduzione letterale e i meccanismi che soggiacciono a ciascuna lingua, ma soprattutto sottolinea la necessità di tener presente la distanza culturale a cui è soggetto un lettore in questo caso non italiano. Il linguaggio è lo strumento con cui l’uomo forma pensieri, sentimenti, ma è anche portavoce di memorie collettive.

Alice Fubini
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iSRAELE
Venerdì di tensione
A Gerusalemme la tensione corre sul filo dopo i disordini dei giorni scorsi: mercoledì sera Yeuhda Glick, rabbino e attivista di destra è stato ferito mentre usciva dal Begin Center da un terrorista palestinese di 32 anni, Mu’taz Hijazi, che è morto poco dopo in uno scontro con la polizia. In risposta giovedì Israele ha deciso di chiudere, per la prima volta dopo quattordici anni, la Spianata delle Moschee per questioni di sicurezza. Una mossa pericolosa che ha scatenato l’ira dell’autorità palestinese e dei gruppi estremisti: se Abu Mazen ha reagito dicendo che un’azione del genere poteva generare solo una dichiarazione di guerra, Hamas ha invitato alla mobilitazione, Fatah ha invocato un Day of rage, una giornata di rabbia e la Jihad islamica ha chiesto di continuare la resistenza incitando a una nuova guerra di religione. Micky Rosenfeld, il portavoce della polizia israeliana ha spiegato: “La decisione della chiusura temporanea del sito è stata presa solo per evitare disordini ed incidenti. Oggi la Spianata delle Moschee sarà riaperta”. Aperta, ma con delle restrizioni di età: potranno accedere solo gli uomini sopra i 50 anni, per le donne invece nessun limite. Gerusalemme si prepara oggi a contrastare i possibili attacchi: più di 3000 poliziotti sono dispiegati in tutta la città pronti ad intervenire in un venerdì da codice rosso. Nella notte un palestinese è stato arrestato a Sawahra perché teneva in casa due Kalashnikov e delle munizioni. Alle cinque della mattina un autobus è stato danneggiato dal lancio di sassi, due ragazzi di 22 anni sono stati inoltre arrestati mentre si preparavano a lanciare delle pietre. Bloccati altri due palestinesi che cercavano di entrare in Israele da Gaza.
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pilpul
In un'altra lingua
Come sempre estremamente interessante e stimolante la lezione del Centro Internazionale Primo Levi, centrata quest’anno (il sesto) sul tema della traduzione, con il titolo “In un’altra lingua”. Lezione doppia, questa volta, con due interventi di prestigio: prima di tutto Ann Goldstein ha illustrato il proprio metodo di lavoro nella traduzione dell’opera di Levi, i problemi e le soluzioni; a titolo di esempio ha poi mostrato le successive stesure in inglese di alcuni passi all’inizio della Tregua, spiegando i cambiamenti dall’una all’altra e le scelte lessicali e sintattiche adottate. È curioso notare come in alcuni casi la soluzione più adatta a rendere efficacemente il ritmo e la pregnanza del testo originale richiedesse un mutamento della sintassi (mi sono domandata se l’importanza sacrale che gli insegnanti di latino e greco attribuiscono alla sintassi nella correzione delle versioni non sia quanto meno da ripensare). Inevitabile, poi (almeno per noi ebrei torinesi), chiedersi come viene reso in inglese il giudaico-piemontese di Argon (primo racconto del Sistema periodico): chissà cosa ne sarà stato, per esempio, della “abrakhà a côi gôjìm c’a l’an fàit i lòsi” (la benedizione del Nôno Leônìn, bisnonno di Levi, a chi aveva lastricato il vicolo davanti alla sua casa a Casale Monferrato), che mi era tornata in mente giusto poco prima di entrare alla lezione, mentre attraversavo maldestramente i pochi metri di acciottolato necessari per andare a pagare il parcheggio.

Anna Segre, insegnante
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Diversità
Il racconto del Diluvio Universale è presente in numerose culture, con valore archetipo e mitologico, dall’estremo oriente, alle cosmologie amerinde e del pacifico. Come scrive Giambattista Vico nella Scienza Nuova, probabilmente “Idee uniformi nate appo intieri popoli tra essoloro non conosciuti debbon avere un motivo comune di vero”. Ma oltre al rapporto del diluvio con la storia umana, sorprende la modernità dell’episodio: il fine della costruzione dell’arca è verosimilmente la conservazione delle numerose specie animali (e vegetali), un appello alla preservazione delle diversità del nostro ecosistema, attualmente sempre più minacciate dal saccheggio e dalla distruzione degli ambienti. Come si vedrà poi, all’interno della stessa parashà, con la Torre di Babele e la dispersione delle genti, dove viene contrastata così anche l’omologazione linguistica e culturale dell’uomo. Oggi diverse istanze tendono a percepire negativamente la parola “diversità” per l’uomo, soprattutto per ciò che concerne la cultura, il pensiero, o anche il genere, come se parlare linguisticamente di differenze comporti inequivocabilmente un’accezione penalizzante o normativa. Quando invece l’alterità di un individuo o di un gruppo, dovrebbe essere concepita non come una diseguaglianza, ma come una ricchezza e un valore da salvaguardare nei molteplici contesti.

Francesco Moises Bassano, studente

Humans of Israel - Smadar
“Crescendo a Neve Mivtach, un moshav del Sud, ho imparato a convivere con mucche e cavalli, a crescere con polli e galline quasi ventiquattro ore al giorno. I miei genitori, il più delle volte, si curavano maggiormente degli animali che di loro stessi. Oggi in Kibbutz vivo con quattordici cani, venticinque gatti, cinque cincillà e due pappagalli rossi che sanno dirmi “Boker Tov.” “Dove li ha trovati?” “Non ho mai cercato un animale, né mai ne ho comprato uno. Non sono io che ho trovato loro, sono loro che hanno trovato me.”

Jonathan Misrachi



Vigilanza o conformismo
“In ogni epoca bisogna cercare di strappare la tradizione al conformismo che è in procinto di sopraffarla” scriveva Walter Benjamin. Non dovremmo mai smettere di vigilare. E di chiederci che direzione dare alla nostra storia, a quello che riceviamo, conosciamo, viviamo.

Ilana Bahbout


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