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1 gennaio 2015 - 10 Tevet 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Nella parashà di Vayechi, il cui tono e i cui contenuti anticipano i libri profetici, leggiamo un passo che, benché apparentemente simile ad altri, contiene elementi di specificità che meritano particolare attenzione. È il brano in cui Ya‘aqòv benedice i figli di Yosèf, dicendo al loro padre: "Bekhà yevarèkh Israèl le’mòr: “Yesimekhà E-LOKIM ke-Efràim wekhi-Menashè”, "A nome tuo Israele benedirà dicendo: Ti faccia diventare D. come Efràim e come Menashè”. A tutt’oggi è questa la formula con la quale solitamente i padri introducono la benedizione ai loro figli.
Anche ad Avrahàm viene promesso che a nome suo “saranno benedette tutte le famiglie della terra”. Ma qui non solo non è Yosèf il soggetto diretto della benedizione (bensì i suoi figli), ma per la prima volta compare l’espressione precisa che dovrà essere usata, con la specifica dei nomi: "Ti faccia diventare D. come Efràim e come Menashè". Che cosa hanno di tanto esemplare questi due giovanetti, dei quali la Torà non narra nulla di preciso?
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
DCome una vecchia auto, il mondo il 1° gennaio 2015 sembra più usato, più stanco, più sgraffiato e arrugginito di quanto non fosse un anno fa. Anche se le sintesi di quanto è avvenuto negli ultimi dodici mesi possono essere banali, mi pare che quest'anno il genere umano si sia allontanato dalla dignità e dal rispetto per il diritto di oguno di esistere e di eprimersi secondo le proprie convinzioni. È aumentata l'aggressione e la soppressione violenta dell'altro ed è diminuito lo sdegno di fronte a tali fenomeni. In questo crescente degrado poche e indolenti sono le voci di dirigenti influenti e decisi a cambiare il corso delle cose. Il concetto della guerra di civiltà tanto aborrito nei circoli accademici sembra invece rappresentare meglio di altri l'evolversi della situazione geopolitica globale. In Europa i segni di un allentamento dell'ideale di unione politica ed economica prevalgono su quelli di una maggiore coesione e solidarietà. In Italia, assieme alla difficile governabilità, sembrano aumentare i ritardi nello sviluppo delle infrastrutture fondamentali rispetto a quelle degli altri paesi maggiormente sviluppati. In Israele il diffondersi della corruttela, il crescente settarismo nel sistema dei partiti politici, e le carenze della classe dirigente rischiano di portare il paese a un periodo prolungato di caos, mentre nessuna decisione viene presa di fronte alle principali sfide esistenziali esterne e interne. Di fronte a queste tendenze non certo incoraggianti, resta la speranza che tutte le persone di buona volontà si mobilitino affinché il 2015 sia un anno migliore del precedente.
 
  davar
L'APPREZZAMENTO del presidente ucei
"Discorso di Napolitano

puntuale e illuminante"d
Il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:


“Le parole pronunciate ieri dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo tradizionale discorso di fine anno, l'ultimo da capo dello Stato, rappresentano un monito a tutta la società italiana nel segno di valori e principi oggi più che mai irrinunciabili per risollevare le sorti del paese e costruire un futuro di sempre maggiore consapevolezza.
Con il suo intervento, puntuale e illuminante, il capo dello Stato conferma quelle straordinarie qualità umane e politiche che lo hanno portato ad assumere, nel recente passato, decisioni difficili e coraggiose volte esclusivamente al bene collettivo e a prezzo di grandi sacrifici personali.
A nome di tutti gli ebrei italiani desidero quindi rinnovargli quei sentimenti di amicizia, apprezzamento e profonda gratitudine così largamente diffusi verso la sua persona".
le buone notizie del corriere
Beteavon, la solidarietà è kosher
“L’altro paese, quello delle buone notizie”. Si presenta così l’edizione speciale del Corriere della sera datata primo gennaio 2015. Un’edizione interamente dedicata ai fatti, alle storie, ai personaggi che sono in grado di regalare un po’ di ottimismo per il nuovo anno. Tra le esperienze che vengono riportata con maggior risalto l’istituzione di Beteavon, la prima cucina kosher sociale d’Italia fondata a Milano dal movimento Chabad-Lubavitch. “La cucina sociale kosher regala pasti a domicilio”, titola a tutta pagina il Corriere. “Cuciniamo quotidianamente per i nostri studenti. Ci siamo interrogati: perché limitarci a loro? Perché non trasformare una piccola cucina comunitaria in una grande cucina di tutti?” spiega il rabbino Igal Hazan raccontando l’origine del progetto Beteavon, rivolto oggi a un numero sempre più significativo di persone in difficoltà, permanente ma anche transitoria. Una mano viene infatti tesa anche a chi attraversa problematiche meno strutturali come la madre a letto per una gravidanza a rischio, il giovane solo convalescente, la coppia di anziani che con il freddo fatica a uscire per la spesa. “Le fragilità, in un momento di crisi, sono tante. Ma Beteavon non pensa solo all’emergenza”, scrive l’articolista.
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israele
Likud, Netanyahu resta in sella

Come ampiamente previsto dagli addetti ai lavori, il primo ministro Benjamin Netanyahu si conferma alla guida del Likud al termine delle primarie di partito svoltesi nelle scorse ore in Israele. A Netanyahu sono andate circa l’ottanta per cento delle preferenze contro il venti per cento ottenuto dal suo sfidante Danny Danon, ex viceministro della Difesa.
I 96mila votanti accreditati si sono espressi anche per quanto concerne la lista dei candidati al Parlamento nazionale. Al secondo posto in graduatoria l’attuale speaker della Knesset Yuri Edelstein con, a seguire, il ministro dell’Interno Gilad Erdan e quello del Turismo Yisrael Katz.
Più indietro Miri Regev, il ministro dell’Energia Silvan Shalom, quello della Difesa Moshe Ya’alon, Yariv Levin, Ze’ev Elkin e il ministro degli Affari Strategici Yuval Steinitz.
A Netanyahu sono arrivati i complimenti di Danon, che non è riuscito a entrare nella top ten (l’ultima volta era arrivato quinto).
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  pilpul
Setirot - I personaggi scomodi
Il vento del populismo, del razzismo e dell’antisemitismo continua a soffiare sulle nostre paure europee. Noi però – temo – ci fermiamo ai singoli fatti, ai casi e ai personaggi, ai cattivi maestri, ai Salvini e ai Grillo (soltanto per restare a casa nostra). Non diamo insomma l’impressione di voler andare un po’ in profondità, di voler capire. Ce la caviamo con proclami più o meno roboanti “contro” oppure con alti lai di vittimismo. Rifletto su questo dopo avere notato che non cessa il dibattito su Martin Heidegger e gli scritti antisemiti del filosofo. Donatella Di Cesare seguita a sostenere la tesi di fondo del suo «Heidegger e gli ebrei. I Quaderni neri» (Bollati Boringhieri), ovvero, detto in estrema sintesi, che Heidegger era sì filo-nazista, razzista e antisemita senza per ciò smettere di ricoprire un ruolo fondamentale nella storia della filosofia e del pensiero europeo.

Stefano Jesurum, giornalista
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Time out - Memoria
Il digiuno del 10 di Tevet è stato scelto dal Rabbinato come l'occasione per ricordare le vittime della Shoah di cui non di cui non si conosce la data della morte e per cui non si può recitare il Kaddish. Una data ebraica, differente della Giornata della Memoria, dove non ci sono politici né giornalisti, non ci sono cerimonie a cui presenziare di fronte alle autorità. Siamo solo noi, in digiuno dall'alba al tramonto, a ricordare gli ebrei morti nei campi di sterminio. Un momento più silenzio e di riflessione rispetto alla retorica della Giornata delle Memoria che, però, sembra non appassionare.

Daniel Funaro
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