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22 gennaio 2015 - 2 Shevat 5775
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Insieme alla prescrizione di ricordare ogni anno l’uscita dall’Egitto e di insegnarne il valore alle generazioni future, la Torà ci impone che ciò sia “come segno sulla tua mano e per memoria fra i tuoi occhi, affinché l’insegnamento del Signore sia nella tua bocca”. È l’istituzione del precetto dei Tefillìn, che leghiamo appunto al braccio e alla fronte.
Come sappiamo, nella concezione ebraica qualunque concetto astratto è privo di valore se non ha una corrispondenza pratica: l’idea non vale nulla se non è applicata in un’azione concreta, e l’azione senza un’idea dietro è sterile.
 
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
La Giornata Internazionale della Memoria si celebra il 27 gennaio in molti paesi europei, ma ieri a Whitehall, il Ministero degli Esteri di Londra, si è tenuta una speciale cerimonia in onore di tre nuovi Giusti delle Nazioni e più ampiamente per ricordare e ammonire. È davvero paradossale ricordare le vittime dell'odio, della violenza e della distruzione dei decenni passati quando proprio in questi giorni vi è chi si impegna quotidianamente nel creare nuovo odio, nuova violenza e nuove vittime. Stanchi della Memoria esistente, si stanno gettando le basi di nuovi futuri Giorni della Memoria per le generazioni avvenire.
 
L'attentato a Tel Aviv
Tra Jihad e nazionalismo palestinese. Ieri nell'ora di punta a Tel Aviv un il ventitreenne palestinese Hamza Matrouk è salito sull'autobus 40, ha aspettato che facesse due fermate perché si riempisse di persone e poi si è scagliato contro il conducente e i passeggeri.  Entrato illegalmente dalla Cisgiordania, si era portato con sé il coltello con cui ha ferito dodici persone, di cui tre versano in gravi condizioni. “L'ho fatto di mia scelta e volontà - ha detto l'aggressore, come riporta Maurizio Molinari su La Stampa - per vendicare le vittime della guerra di Gaza, per difendere la Spianata delle moschee di Gerusalemme” e anche dopo aver visto su Internet un video in favore della Jihad. Secondo Molinari è sempre più evidente “il contagio jihadista fra i nazionalisti palestinesi”, con Israele impegnata negli scorsi mesi a contrastare l'influenza dell'Isis vicino ai suoi confini: una dimostrazione, l'arresto del “comandante di Isis in Palestina” Adnan Ala-din. D'accordo con questa analisi, Fiamma Nirenstein che sottolinea come Israele sia un avamposto contro il terrorismo islamico. “È sempre stato il piccolo Hans col dito nella diga – scrive Nirenstein - ma ora che le onde sono altissime non ce la fa più a combattere da solo per tutti.
 
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  davar
QUI ROMA – FONDAZIONE MUSEO DELLA SHOAH
Casina dei Vallati, lunedì la firma
“Ringrazio il sindaco e l'amministrazione per quello che ci è stato comunicato. Attendiamo quindi gli sviluppi con fiducia anche se la siuazione resta ancora parziale rispetto alla speranza che si era manifestata negli scorsi mesi: ovvero quella di poterci trasferire in tempi rapidi nella nuova sede e aprire al pubblico biblioteca e archivio della Fondazione per il Giorno della Memoria”.
Chiamato ad esprimersi sulla consegna dei documenti di assegnazione della Casina dei Vallati alla Fondazione Museo della Shoah, consegna che dovrebbe avvenire nella giornata di lunedì, il presidente Leone Paserman guarda al futuro con moderato ottimismo ma riflette anche su alcune complessità logistiche che si andranno ad affrontare: in primis la liberazione degli spazi e la piena fruibilità degli stessi.
“Mi è stato detto – ci spiega – che i primi trasferimenti del personale della Sovrintendenza capitolina che oggi occupa i locali avverranno a febbraio mentre gli altri saranno scaglionati nei mesi successivi. Ho avuto delle rassicurazioni in questo senso anche se, al momento, è difficile prevedere quando effettivamente ci insedieremo. Il mio auspicio è che possa essere un processo celere”.
Segnali importanti arrivano in queste ore da Roma Capitale anche per quanto concerne la realizzazione del Museo nell'area di Villa Torlonia. “Ho avuto notizia – dice Paserman – che si lavora intensamente per far sì che l'aggiudicazione definitiva possa essere decretata entro il 27 gennaio. Resterà poi da sperare che non ci siano ricorsi a rallentare ulteriormente il percorso e che, una volta conclusa tutta la trafila burocratica, si possa partire al più presto con la posa della prima pietra”.
Ci sono buone possibilità, conclude Paserman, “che il cantiere possa essere aperto per la seconda metà dell'anno”.

a.s twitter @asmulevichmoked

qui roma
La Medicina e la Shoah
Una tavola rotonda per analizzare uno dei rapporti più dolorosi e complessi nello studio della persecuzione nazista quello che si è tenuta al Policnico di Roma (Università La Sapienza) dal titolo "1945-2015: Medicina e Shoah, settant'anni dopo Auschwitz. Dalle leggi di Norimberga alla bioetica medica contemporanea". Ad intervenire Livia Ottolenghi (Università La Sapienza), il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, il professor Antonio Pizzuto de La Sapienza, Georg Lilienthal della Gedenkstatte Hamadar,  Marcello Pezzetti direttore scientifico della Fondazione Museo della Shoah di Roma e infine il professore della Sapienza Gilberto Corbellini.
"Sono molto fiero di presenziare a questo incontro - ha iniziato il Magnifico Rettore della Sapienza Eugenio Gaudio - e devo dirvi che mi è già stato chiesto di replicare l'iniziativa. La nostra università da anni si impegna su questo tema con corsi specifici. Ed è fondamentale che ciò parta proprio dall'università che accoglie i ragazzi durante la loro fase formativa e che ha il dovere di mantenere la Memoria. Vogliamo che La Sapienza sia un punto di rifermento culturale aperto a tutto il paese". Interviene poi il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna: "Trovo lodevole il fatto che nella facoltà di medicina si tengano corsi appositi su quanto avvenuto durante la Shoah. Dopo settant'anni ci confrontiamo con le atrocità commesse dai nazisti, particolarmente impressionanti, che hanno coinvolto medici senza scrupoli con esperimenti e progetti di eutanasia. Dobbiamo studiare a fondo le ideologie che hanno portato a tanto e tenere sempre gli occhi aperti alla luce dei terribili fatti di cronaca che ci coinvolgono ogni giorno. Lavorare sulla cultura è la sfida cruciale dei nostri tempi".
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j-ciak
Cannes sotto il segno dei Coen
Gli Oscar si avvicinano e il mondo dei festival scalda i motori. Il Sundance prende il via oggi, con la consueta parata di delizie indipendenti; il Miami Jewish Festival è in pieno svolgimento e la Berlinale dietro l’angolo. Ma oggi parliamo di Cannes che, con abbondante anticipo sull’inaugurazione (il 13 maggio), è appena riuscito a fare parlare molto di sé. La notizia è la nomina dei presidenti di giuria che, per la prima volta, quest’anno sono due nella persona dei due favolosi fratelli Coen.
Gli Oscar si avvicinano e il mondo dei festival scalda i motori. Il Sundance prende il via oggi, con la consueta parata di delizie indipendenti; il Miami Jewish Festival è in pieno svolgimento e la Berlinale dietro l’angolo. Ma oggi parliamo di Cannes che, con abbondante anticipo sull’inaugurazione (il 13 maggio), è appena riuscito a fare parlare molto di sé. La notizia è la nomina dei presidenti di giuria che, per la prima volta, quest’anno sono due nella persona dei due favolosi fratelli Coen.

Daniela Gross
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on line due opere di claude lanzmann 
La Memoria in streaming 
Quando si tenta di raccontare l’oblio dell’umanità che fu la persecuzione nazista, le immagini sono tra i pochi mezzi di potere immediato. Il 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, il sito Mymovies.it con la sua piattaforma Mymovieslive permetterà agli utenti di vedere in streaming le due ultime opere realizzate dal regista Claude Lanzmann “L’ultimo degli ingiusti” e “Sobibor – 14 Ottobre 1943 ore 16”: il primo dedicato, attraverso una lunga intervista, alla vicenda del rabbino Benjamin Murmelstein, Decano di Theresienstadt e presentato fuori concorso al Festival di Cannes nel 2013, il secondo (del 2001) che è la ricostruzione della drammatica e unica rivolta avvenuta dentro a un campo di concentramento. Due nuove riflessioni di Lanzmann sulla vicenda ebraica durante la Seconda Guerra Mondiale che ci giungono dopo l’immane lavoro fatto nel 1985 con il documentario “Shoah” che lo ha reso noto al mondo intero.
Per vedere i due film sarà necessario iscriversi al sito attivando un profilo unlimited della durata di una settimana, uno, tre o dodici mesi. Mentre sarà possibile partecipare gratuitamente all’evento Live de “L’ultimo degli ingiusti” che avverrà alle 21 e 30 del 27 gennaio solamente prenotando il proprio posto virtual all’indirizzo www.mymovies.it/film/2013/thelastoftheunjust/live/ ed avendo l’opportunità di commentare l’opera con gli altri utenti. Lanzmann è stato inoltre protagonista lo scorso martedì alla Casa del Cinema di Roma nella quale è stato presentato il volume tratto dal film “L’ultimo degli ingiusti” (ed. Skira).
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israele
Conquistare la sicurezza
Ieri l'attentatore armato di coltello che a Tel Aviv ha ferito dodici persone era riuscito a oltrepassare illegalmente il confine tra Cisgiordania e Israele. Oggi un altro palestinese, di ventidue anni, ha cercato di imitarlo ma è stato arrestato questa mattina dalla polizia israeliana. L'uomo ha cercato di colpire con un coltello gli agenti che l'hanno fermato e ora è detenuto presso la stazione di polizia di Kfar Saba. Dopo l'attentato di ieri, le autorità israeliane sono in stato di massima allerta. A preoccupare sono le possibili emulazioni del sanguinario gesto di Tel Aviv, che, come tristemente noto, negli ultimi mesi ha visto diversi precedenti. Ma non è solo il contrasto ai così detti lupi solitari – attentatori che agiscono autonomamente, senza una direzione di Hamas o gruppi terroristici affini – a preoccupare Israele. Sotto stretta osservazione, infatti, il confine nord del paese: dall'altra parte di questa linea c'è il movimento terroristico di Hezbollah che minaccia vendetta dopo l'uccisione da parte israeliana di uno dei suoi comandanti.
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qui torino
Il vagone d'inciampo
Piazza Castello nei mesi scorsi ha ospitato di tutto, dai palchi per i concerti a stand e chioschi per le iniziative commerciali, dal calendario dell’avvento di Emanuele Luzzati all’immenso albero di natale fatto di lucine colorate che fino a pochi giorni fa si faceva notare parecchio. Ma non ci sono state particolari polemiche sull’utilizzo di uno spazio che da sempre accoglie manifestazioni di tutti i generi. È invece oggi sui giornali una lettera di cui già si parlava ieri pomeriggio prima dell’inaugurazione della mostra “I mondi di Primo Levi – Una strenua chiarezza”. Il sovrintendente ai beni artistici Luca Rinaldi ha scritto al Comune di Torino, lamentando che il carro merci prestato dal Museo ferroviario per accogliere fuori da Palazzo Madama i visitatori della mostra “interferisce con l’asse prospettico della città storica”. Poi, in uno slancio di generosità, ha spiegato che ha concesso al vagone di restare nella sua collocazione per 15 giorni “perché l’iniziativa è lodevole”, ma ha ribadito che “bisogna porre argine a strutture invasive in un luogo come quello”. E il vagone merci dell’inizio del Novecento, uguale a quelli usati per trasportare i deportati verso i campi è “ingombrante” e “risulta del tutto estraneo alla piazza”.
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  pilpul
Setirot - I teorici del complotto
Nei momenti di forte tensione emotiva, di confusione e di paure collettive come queste che un po' tutti stiamo vivendo, ecco riapparire i teorici del complotto. Badate bene, non i complottardi, che loro almeno “farebbero” qualcosa e se ne assumerebbero quindi la responsabilità. No, intendo tipo i decerebrati che dietro all'abbattimento delle Torri Gemelle vedono Cia e Mossad, che oggi vomitano idiozie sugli attacchi jihadisti di Parigi, quelli delle costruzioni mitologiche per cui c'è sempre dietro il Maligno, sia esso l'imperialismo, o il comunismo, o Israele o la destra o la sinistra o gli sbarchi dei migranti o chi di volta in volta “placa” i loro fantasmi. Sì, è una stagione così, dove le costruzioni mitologico-complottarde sono nuovamente all'ordine del giorno e riempiono la bocca nonché la testa di troppi soggetti. Non hanno colore politico: vanno dalla galassia della cosiddetta estrema sinistra radicale ai grillini più ignoranti fino agli anti-israeliani patologici, per finire con molteplici frange del mondo neonazista. Molto spesso – guarda caso – tra i vari Satana compaiono gli ebrei. I complottisti spopolano e fanno proseliti nei siti frequentati da ragazzini/e ingenui/e e un po' coglioni/e che si bevono qualsiasi farneticazione. Ma se sono appena più raffinati, a volte guadagnano anche spazio più paludato in giornali e media non di infimo livello, per non dire nel mare magnum della Rete. La storia, a questa gente, non ha davvero insegnato nulla.

Stefano Jesurum, giornalista
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Time out - La risposta dell'Islam
Spiegare il terrorismo jihadista dicendo che il problema è l'Islam è profondamente sbagliato. È vero però che l'Islam ha un problema e sembra che non se ne voglia accorgere. Negare che la matrice religiosa non c'entri nulla, non ci aiuterà a combattere il terrorismo. Se alcuni degli attentatori erano francesi forse il problema non è d'integrazione degli stranieri né "dell'imperialismo occidentale", ma esclusivamente interno all'Islam e la soluzione al radicalismo deve provenire dall'Islam stesso e da coloro che rifiutano l'immagine della loro religione che oggi Isis, Al Qaeda e Hamas forniscono. Scendere in piazza per dire che siamo Charlie Hebdo è simbolicamente importante, ma praticamente inutile se non parte dagli stessi musulmani la battaglia per combattere i fondamentalismi.

Daniel Funaro
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