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27 gennaio 2015 - 7 Shevat 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Il rabbino italiano Ovadià Sforno (16° secolo ), commentando il verso 2 del capitolo 12 di Shemòt, osserva che gli ebrei si affrancano dall’Egitto soltanto nel momento in cui si appropriano della scansione del proprio tempo.
 
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Dario
Calimani,
anglista
27 gennaio. Anche quest’anno si ricorda. E anche quest’anno, per qualche attimo, ci si sofferma a riflettere. Non mi è mai piaciuto il pensiero unico, e non mi è mai piaciuta le retorica della diplomazia.
 
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La sfida della Memoria
Tante le voci, le storie e le parole dedicate al Giorno della Memoria a settant’anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz.
 
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  davar
delegazione italiana con grasso e gattegna
Memoria, cardine di libertà
"A 70 anni dall'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, a 70 anni dalla fine dell'orrore, i leader del mondo scrivono oggi una pagina di storia ricordando all'umanità intera come il valore della Memoria, una Memoria attiva e consapevole, sia il cardine delle nostre società libere, plurali e democratiche.  Ricordando la barbarie di ieri, facciamo tutti fronte comune affinché siano rese vane le minacce di chi attenta oggi ai nostri valori e alle nostre conquiste fondamentali".
Lo afferma il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna che integra, con il Presidente della Repubblica facente funzione senatore Pietro Grasso e le massime autorità, la delegazione ufficiale italiana che partecipa alle solenni celebrazioni del pomeriggio per commemorare l'abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Nel corso della serata di ieri, intervenendo all'Auditorium del Parco della musica della Capitale  in apertura del concerto ‎che ha fatto rivivere le musiche di molti compositori scomparsi nella Shoah, il presidente Gattegna ha dato lettura di un messaggio di solidarietà e di amicizia per gli ebrei italiani che gli era stato consegnato dal Presidente Giorgio Napolitano.

la cerimonia alla camera dei deputati
Memoria, un destino comune
“La Memoria è un tema che si intreccia strettamente con la storia millenaria, la cultura e l’esperienza ebraica. Un’esperienza che gli avvenimenti di ogni giorno confermano viva e attuale. I gravissimi, recenti fatti di Tolosa, Bruxelles e Parigi, hanno dimostrato una volta ancora quali siano i capisaldi di una democrazia. I terroristi hanno colpito con precisa determinazione obiettivi che rappresentano il cuore della società civile: la redazione di un giornale, quindi la libertà di opinione; le Forze dell’ordine, quindi lo stato di diritto; e gli ebrei, una minoranza simbolo di pluralismo e diversità”. Lo ha affermato il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna in occasione della solenne commemorazione per il Giorno della Memoria avvenuta questa mattina nell'aula di Montecitorio davanti alle più alte cariche dello Stato e alla presenza di molte centinaia di giovani da tutta Italia che hanno preso parte al concorso “I giovani ricordano la Shoah”.
Tra i protagonisti anche l'artista tedesca Ute Lemper, la violinista Francesca Dego e la pianista Vana Gierig, interpreti ieri del grande concerto per la Memoria “Tutto ciò che mi resta” all'auditorium Parco della Musica e introdotte all'aula dalla giornalista Rai Maria Concetta Mattei.
Montecitorio: una collocazione fortemente simbolica perché proprio in quell'aula furono emanate con voto unanime le infami Leggi Razziste. “Questa fu la solitudine nella quale i cittadini ebrei furono abbandonati; questa – ha spiegato Gattegna – fu l'indifferenza che segnò il loro destino, questo fu il tradimento perpetrato dallo Stato”. Per rimarcare il concetto di “tradimento” il presidente dell'Unione ha ricordato il fondamentale contributo di figure fondamentali distintesi nella società italiana tra cui tre primi ministri di origine ebraica nelle figure di Alessandro Fortis, Sidney Sonnino e Luigi Luzzatti.
Nel solco della celebre affermazione di Primo Levi - “Chi nega Auschwitz è pronto a rifarlo” - Gattegna ha poi sottolineato come a queste parole l'UCEI faccia ricondurre il proprio impegno nel sostenere l’ultima versione del progetto di legge contro il negazionismo: “Una legge – si spiega – che non vuol essere in alcun modo limitativa della libertà di ricerca, ma solo impedire che venga sottovalutato l'effetto perverso e diseducativo di falsità storiche usate come mezzo di propaganda politica, come strumento per offendere le vittime della Shoah e, al tempo stesso, per diffamare i discendenti che ne difendono il ricordo”.
"Non dobbiamo permettere a nessuna paura e a nessuna minaccia di chiuderci in un angolo, non dobbiamo ascoltare la voce della violenza, che semina terrore per instillare odio, ma dare una risposta ferma, decisa e unitaria, perché la storia non ripeta gli stessi errori".
Così il presidente della Repubblica supplente Pietro Grasso nell'affermare che il ripudio del fascismo e della vergogna delle leggi razziali, la forza del diritto, della libertà e della dignità umana, il rigetto di qualsiasi idea di antisemitismo e negazionismo “sono il fondamento più profondo dell'Italia repubblicana e dell'Europa unita”. Il nostro futuro si chiama Europa perché, ha proseguito Grasso, “dopo l'orrore nasce il sogno di una comunità unita, senza più guerre, senza più odi reciproci".
Particolare apprezzamento è stato inoltre rivolto all'iniziativa delle stolpersteine, le pietre d'inciampo che ricordano le vittime della Shoah e della barbarie nazifascista e che si pongono come intralcio visuale “per riflettere su tali atrocità”.
Per il presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, rivoltasi ai giovani, la giornata del 27 gennaio deve rappresentare un monito da vivere sempre, “in tutte le situazioni in cui sarete chiamati a confrontarvi con realtà sociali complesse e spesso ingiuste, in un mondo che a tratti sembra aver dimenticato perfino la tragedia della Shoah”.
A segnare questa dimenticanza sono anche i terribili fatti di cronache delle ultime settimane: una minaccia contro la quale servono unità, fratellanza, impegno dell'intera collettività. “L'11 gennaio scorso, mentre Parigi e la Francia erano teatro di grandi manifestazioni all'indomani delle stragi compiute alla redazione di Charlie Hebdo e nel supermercato kasher, a Roma, nel Tempio maggiore, la Comunità ebraica festeggiava i 57 anni di matrimonio di Sami e Selma Modiano. La cerimonia romana – ha spiegato Boldrini – è stata in un certo senso una risposta simbolica sia all'odio antisemita nazista di ieri che alla violenza terroristica di oggi”.
Un pensiero è stato poi dedicato al funzionario della Camera Carlo Finzi, che fu allontanato dal fascismo nel 1936 e che venne ucciso, sette anni dopo, all'arrivo ad Auschwitz-Birkenau.
"La memoria della Shoah non è un evento occasionale ma uno dei fondamenti della nostra civiltà occidentale, libera, democratica e pluralista". Sono parole del ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini, firmataria la scorsa settimana – assieme al presidente Gattegna e all'interno della sinagoga di Cracovia – di un ulteriore protocollo d'intesa per la trasmissione di una Memoria viva e consapevole alle nuove generazioni. “Dobbiamo dire no a ogni forma di odio, razzismo, antisemitismo e discriminazione mettendo a disposizione tutti gli strumenti del nostro sistema educativo. Non dobbiamo farci rubare il sogno della democrazia.


(Nell'immagine in alto il presidente dell'UCEI Renzo Gattegna, in basso l'attrice e cantante Ute Lemper).

la lettera di  napolitano al presidente ucei
Rispetto delle radici di Israele
Il Presidente Giorgio Napolitano ha fatto pervenire al presidente dell’Unione Renzo Gattegna il seguente messaggio in occasione del Giorno della Memoria.

Caro Presidente Gattegna,
il particolare momento di faticosa transizione dal mandato di Presidente al nuovo status di Senatore di diritto e a vita, mi rende difficile il partecipare anche da semplice spettatore alle iniziative per il Giorno della Memoria. Lei sa quanto io le abbia coltivate e sostenute in tutti questi anni nella convinzione che l’omaggio alle vittime dell’olocausto e il rispetto delle radici e delle ragioni costitutive dello Stato d’Israele rappresentino un’essenziale testimonianza della sensibilità civile, culturale e politica dell’Italia e del suo Stato democratico.
E debbo dire che tra i messaggi giuntimi per la conclusione del mio mandato presidenziale mi ha particolarmente toccato, per il suo calore e la sua generosità, la lettera giuntami da Shimon Peres che ha voluto scrivermi: “Per il popolo di Israele lei incarna l’amicizia e la lealtà”.
Lei può star certo, caro amico Gattegna, che terrò sempre ferme e continuerò a tener vive, nei limiti delle mie possibilità, in seno a ogni pubblica iniziativa, le posizioni ideali che la comunità ebraica e leader dello Stato d’Israele come Shimon Peres hanno potuto conoscere e apprezzare.
Con viva amicizia

Giorgio Napolitano
Qui roma - il concerto "tutto ciò che mi resta"
Quelle note salvate dall'oblio
Sono molte migliaia le persone accorse alla Sala Santa Cecilia del Parco della Musica per assistere al concerto “Tutto ciò che mi resta” in occasione del Giorno della Memoria.
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Qui milano
La musica della Memoria
Saranno le musiche di Sergio Liberovici, compositore ebreo torinese, a commemorare questa sera a Milano la tragedia della Shoah. Le sue note, infatti, accompagneranno nel corso dell'appuntamento La musica della Memoria al Conservatorio Giuseppe Verdi, le testimonianza dei sopravvissuti Goti Bauer, Nedo Fiano e Liliana Segre. Un'occasione di riflessione e ricordo aperta a tutta la cittadinanza, organizzata dall’Associazione Figli della Shoah, assieme alla Comunità ebraica di Milano, alla Fondazione Cdec e alla Fondazione Memoriale della Shoah.
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Qui Milano
Avanim, le pietre di Varsavia
Un groviglio grigio, pesante e fermo. Il memoriale di Nathan Rapoport che dal 1948 troneggia nel luogo in cui un tempo sorgevano le rovine del Ghetto di Varsavia, per celebrare i partigiani che proprio lì si batterono in tanti scontri, è possente e imponente. Ma qualche volta, su un palcoscenico, a un tratto prende vita. È lo spettacolo Avanim (Pietre) della compagnia israeliana Orto-da Theatre Group, in scena per una settimana al Piccolo Teatro di Milano in occasione del Giorno della Memoria.


Francesca Matalon
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la lettera del ministro gentiloni
"Pace tra israeliani e palestinesi, l'unica via è il negoziato diretto"
Prendere le distanze dalla proposta di riconoscimento dello Stato palestinese e attivarsi perché la Corte di Giustizia Europea inserisca nuovamente Hamas nella lista delle organizzazioni terroristiche. Queste le due richieste formulate dal presidente della Federazione delle Associazioni Italia-Israele Carlo Benigni in una lettera inviata al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni lo scorso 7 gennaio. Una lettera a cui il ministro ha voluto dare risposta, sottolineando le posizioni del governo italiano in merito alla delicata questione dei negoziati. Per Gentiloni, d'accordo con quanto afferma il presidente di Italia-Israele, vi è “l'urgenza che le parti riprendano il negoziato diretto”, individuato come unico possibile percorso per pervenire a una soluzione complessiva e durevole del contenzioso israelo-palestinese”.
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Qui torino
Il dovere di ricordare

Qui Roma
Nuovo striscione negazionista
Qui venezia
I lumi della Memoria


qui firenze
Una lucida testimonianza

Qui vercelli
Una serata di canti e luce
QUI trieste - teatro
I bambini della Risiera


Qui torino
Lo shtetl dei Mishkalé

pilpul
La lotta contro l'oblio
“La lotta dell’uomo contro il potere è la lotta della memoria contro l’oblio” (M. Kundera, “Libro del riso e dell’oblio”. La citazione è stata resa ieri dall’attore Marco Baliani, presentatore dello straordinario concerto “Tutto ciò che mi resta”, allestito dall’Unione della Comunità ebraiche italiane all’Auditorium di Roma).

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
 

Storie - Le matite dei deportati
“Tu uomo, sei stato capace di far questo”, scriveva nel 1981 Primo Levi nella prefazione ad un libro sui disegni dai lager autoprodotto da un oscuro ragioniere veneto, Arturo Benvenuti.

Mario Avagliano
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Humans of Israel - Elisheva
“Arrivai in Israele come turista, più di cinquanta anni fa. Ero interessata ad entrare in contatto con questa terra, che a primo impatto sembrava rigettarmi per le mie origini di tedesca non ebrea. Sono stata l’assistente di Oswald Rufeisen, un sacerdote cattolico di lingua tedesca e di origini ebraiche. Assieme ci siamo stabiliti a Haifa per creare una comunità cattolica che si integrasse nel Paese, nella sua lingua e cultura. Nel 1976 comprammo una casa a Nahariyah, vicina al mare e circondata da un giardino. Decidemmo di costruirci una casa di riposo destinata ai ‘Giusti fra le Nazioni’ di tutto il mondo, di qualsiasi religione e nazionalità, a tutte le persone che, come Oswald, salvarono almeno una vita durante la Shoah”.

Jonathan Misrachi