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24 febbraio 2015 - 5 Adar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Nel Santuario ci sono cinque oggetti particolari: l’Arca contenente la Torah, il Tavolo sul quale vengono posti i dodici pani, l’Altare per l’offerta dell’incenso, il Candelabro d’oro e l’Altare di bronzo per i sacrifici, che si trova nel cortile di fronte all’entrata. Soltanto i primi tre di questi oggetti fatti di legno hanno un’orlatura d’oro. La parola che indica questa orlatura, “zer“, può essere tradotta anche con “corona“. I Maestri vedono in queste orlature-corone tre dimensioni della regalità.
 
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Dario
Calimani,
anglista
Ci sono due modi di esprimere il proprio pensiero: quello partigiano della verità acquisita e quello apolide e sospeso della verità ricercata. Il primo, in difesa delle proprie indefettibili convinzioni, detta agli altri norme e verità assolute, si bea della propria superficie e si appaga della propria immagine luminosa, l’altro espone opinioni instabili e, ove necessario, la crisi di sé, impotente di fronte al reale, magari impegnato a scavare cunicoli che non portano a nessuna luce.
 
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Stati Uniti, Anp e Olp
condanna per terrorismo
L'Autorità Nazionale Palestinese e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina sono state condannate da un tribunale di Manhattan a 218 milioni di dollari di risarcimento per il ruolo avuto in alcune azioni terroristiche avvenute in Israele tra il 2002 e il 2004 in occasione delle quali avevano perso la vita o erano rimasti feriti dei cittadini americani. Si tratta di un verdetto storico: per la prima volta infatti a un tribunale americano era stato chiesto di pronunciarsi sulle responsabilità della dirigenza palestinese in materia di terrorismo. La cifra del risarcimento, inoltre, è stata triplicata in virtù di una legge speciale antiterrorismo. Gli attentati presi in esami nel corso della causa civile comprendono attacchi kamikaze, sparatorie, e un attacco dinamitardo alla Università ebraica di Gerusalemme, per un totale di 33 morti e altre 430 feriti, riporta La Stampa.
“I giurati si sono convinti della colpevolezza dell'Olp e dell'Autorità palestinese  - scrive Repubblica - quando gli avvocati delle famiglie delle vittime hanno presentato dei documenti riservati in cui c'era la prova che l'Anp ha continuato a pagare (mentre erano in carcere) i salari di suoi militanti coinvolti negli attentati terroristici e condannati. Oltre a dare aiuti finanziari alle famiglie dei kamikaze islamici morti durante gli attacchi”. 
 
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  davar
il consiglio comunitario verso il rinnovo
Milano, la parola ai candidati
Sono sei le liste in corsa per le prossime elezioni del Consiglio della Comunità ebraica di Milano, indette per il prossimo 22 marzo. E 25 sono i candidati in gara per i 17 posti in Consiglio. Su Italia Ebraica di Marzo compare una presentazione dei volti e dei punti cardine dei programmi di ciascuna lista (che si presenteranno agli iscritti il possimo 10 marzo). In relazione al voto, gli elettori potranno esprimere fino a un massimo di nove preferenze, anche su nomi appartenenti a liste diverse.

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qui new york - UNA STORICA SENTENZA 
La leadership palestinese
condannata per terrorismo

È una pagina storica quella scritta ieri in un tribunale di Manhattan: per la prima volta infatti a una corte americana è stato chiesto di prounciarsi sulle responsabilità della dirigenza palestinese in materiale di terrorismo. Al termine di un contenzioso apertosi oltre dieci anni fa l’Autorità Nazionale Palestinese e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina sono state condannate a 218 milioni di dollari di risarcimento per il ruolo avuto in alcune azioni avvenute in Israele tra il 2002 e il 2004 in occasione delle quali avevano perso la vita o erano rimasti feriti dei cittadini americani. La cifra del risarcimento, inoltre, potrebbe essere automaticamente triplicata in virtù di una speciale leggeantiterrorismo. Gli attentati presi in esame nel corso della causa civile comprendono attacchi kamikaze, sparatorie, e un attacco dinamitardo alla Università ebraica di Gerusalemme per un totale di 33 morti e 430 feriti. Tra le prove portate all’attenzione dei giurati dagli avvocati dell’accusa documenti che testimoniano il pagamento di salari ai militanti coinvolti negli attentati e successivamente arrestati dalle forze di sicurezza israeliane e il sussidio erogato ai familiari dei kamikaze morti durante gli attacchi.
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LA NUOVA CONSULTA DEGLI ISLAMICI ITALIANi
Fra dialogo e ambiguità
“La nostra testimonianza di solidarietà e di condivisione spirituale rischia di essere inefficace se non matura anche un riconoscimento istituzionale che metta in luce i vari ma autentici germogli di un Islam italiano distante dal pericoloso sdoganamento di personaggi e correnti che vorrebbero approfittare della crisi per ottenere una legittimazione facendo uso persino del dialogo 'solo con i cattolici' per mitigare la loro tecnica di dissimulazione”. Lo ha affermato l'imam Yahya Pallavicini, vicepresidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana, intervenendo al tavolo di confronto con le rappresentanze islamiche nazionali convocato nella giornata di ieri dal ministro dell'Interno Angelino Alfano. “Riferimenti apologetici basati sul formalismo radicale o posizioni ambigue e offensive nei confronti della comunità ebraica italiana e internazionale – ha sottolineato l'imam – sono segnali evidenti di una interpretazione errata degli insegnamenti autentici dell’Islam e irrispettosa della società e delle istituzioni italiane”.
Tra i partecipanti all'incontro anche figure di riferimento delle moschee di Roma, Napoli e Palermo, rappresentanti di sigle legate all'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia e leader delle comunità albanese, pakistana e senegalese. Un quadro articolato, specchio di un Islam italiano che al suo interno è ancora oggi diviso tra chi ricerca il dialogo, la fratellanza e la pacifica convivenza e chi invece sembra lasciarsi dietro una scia di forti ambiguità.
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il presidente HOLLANDe agli ebrei francesi 
"In Francia siete a casa vostra, per gli antisemiti non c'è posto”
"Gli ebrei di Francia sono a casa loro in Francia, sono gli antisemiti che non hanno posto nella Repubblica.” Parole chiare, pronunciate dal presidente francese, Francois Hollande, durante il discorso che ha tenuto alla cena annuale del Crif, il Conseil représentatif des institutions juives (il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia). Parole che in un altro contesto sarebbero sembrate banali ma che sono suonate opportune e necessarie, quasi a dare la misura della gravità del momento, in una serata dall’atmosfera tesa e preoccupata.
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la certificazione per gli usi terapeutici
Marchio casher per la cannabis 
Presto la Marijuana potrebbe avere il marchio casher, anzi forse è meglio dire kosher, visto che per il momento il dibattito è tutto americano. Come riporta infatti il giornale ebraico Forward, la Orthodox Union’s kosher certification agency di New York sta iniziando a discutere in merito alla possibilità di permettere l’uso di questa droga leggera per fini curativi. Il rabbino Moshe Elefant, direttore operativo per la certificazione che indica quali siano i prodotti e i cibi permessi per chi è di religione ebraica, parla di una ‘discussione preliminare’ con compagnie che sono interessate ad essere approvate dalla rabbanut. Un dibattito, quello che si sta aprendo negli Stati Uniti, che non è né nuovo né sorprendente. Se si digita su un qualsiasi motore di ricerca la domanda ‘Is marijuana kosher, la marijuana è permessa?’, si entrerà in un mondo parallelo di migliaia di voci e quesiti specifici, e chi dà per scontato che essa lo sia, passa alla domanda successiva: “La marijuana è casher lePesach?”, si può fumare dunque durante la pasqua ebraica quando la casa deve essere messa sottosopra per togliere tutto ciò che ha qualche legame con il lievito? Ma anche “E i biscotti alla marijuana per caso sono permessi?”.

(Immagine di Anya Ulinich tratta dal Forward).
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israele - un dossier di pagine ebraiche 
La cannabis, sollievo al dolore
Canna Tech Israel è il titolo dell’evento internazionale tenutosi il 5 febbraio scorso a Tel Aviv.
Abbastanza facile capire quale fosse l’argomento: la cannabis, i suoi effetti terapeutici e lo sviluppo della ricerca e della commercializzazione a livello globale. Ospite d’onore, il professore statunitense Alan Shackelford, considerato un luminare nel settore della ricerca sulla marijuana usata per fini medici e da pochi mesi capo dell’equipe di scienziati della One World Cannabis, azienda israeliana operante nel settore. “Israele è un bastione della ricerca sui cannabinoidi”, spiegava Shackelford al Washington Post.
E in effetti sono cinquant’anni che in Israele si studiano le proprietà terapeutiche della cannabis: possono beneficiarne pazienti affetti da gravi patologie disabilitanti per controllare il dolore (sclerosi multipla, danni ai nervi, lesioni spinali, dolore neurogenico) e pazienti terminali affetti da cancro o Aids, per la stimolazione dell’appetito.
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israele
Netanyahu inciampa nel Mossad
Il 3 marzo si avvicina e Benjamin Netanyahu, primo ministro d'Israele dovrà preparare bene il suo discorso al Congresso americano sul nucleare iraniano. A maggior ragione ora che Guardian e Al-Jazeera hanno pubblicato una nota segreta del Mossad - i servizi di sicurezza israeliana - risalente al 2012 che sembrerebbe smentire alcune sue dichiarazioni rilasciate all'Onu quello stesso anno (28 settembre 2012): allora il premier dichiarò che l'Iran stava per completare la costruzione di un ordigno nucleare mentre nel documento segreto del Mossad, indirizzato ai servizi segreti sudafricani e datato 22 ottobre 2012, si legge “in questo momento l'Iran non sta svolgendo attività necessarie alla produzione di armi”. Il che non vuol dire, come sembra emergere da alcuni media, che il Mossad escluda che l'Iran voglia arrivare alla costruzione  di armi nucleare, infatti la frase prosegue sottolineando che Teheran “sta lavorando per chiudere il proprio gap in aree che appaiono legittime, quali l'arricchimento, che ridurrà il tempo richiesto per produrre armi dal momento in cui l'istruzione (in questo senso) verrà effettivamente data”. D'altra parte, il documento, pubblicato all'interno del dossier Spycables (documenti riservati contenenti informazioni sui principali servizi segreti di tutto il mondo), contraddice le affermazioni di Netanyahu sull'imminenza della possibilità che l'Iran si doti di un'arma nucleare.
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qui trieste
Mi Ha Ish, identità in scena
“Mi Ha Ish” (Chi è l'uomo) è un delicato spettacolo ideato da Polona Vetrih e  Saša Tabaković, andato in scena domenica 22 febbraio al Teatro Stabile Sloveno di Trieste.
Brani cantati in yiddish o in ebraico si sono alternati in modo rapsodico a monologhi e dialoghi della stessa Polona, di Danilo Kiš, di Isaac Bashevis Singer e di altri che l’attrice slovena ha voluto unire per rappresentare sulla scena un percorso di ricerca personale, in omaggio alle proprie origini.
I numerosi interventi di Janez Dovč (fisarmonica), Boštjan Gombač (fiati, percussioni), Vasilij Centrih (violino) e Goran Krmac (tuba) hanno legato il tutto accompagnando i due attori e contribuendo a coinvolgere il pubblico con la propria vivacità.
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pilpul
Le ragioni dell'Aliyah
Per osservare bene qualcosa, occorre prendersi la giusta distanza. Così sabato mattina mi sono svegliato di buon ora e mi sono incamminato fino a Ben Yehuda, direzione Tempio italiano di Tel Aviv. Un grande seminterrato sotto un’altra sinagoga, tutto sommato uno spazio gradevole. Un’occasione per incontrare molti vecchi amici, gente con cui si è cresciuti insieme, bene o male che sia.
L’idea era elementare. Farsi un’idea più vera di ciò che pensano gli ebrei italiani emigrati in Israele. Lo fanno per paura? Per povertà? Che altro?


Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - I carnefici di Mussolini
Nei due anni tragici di Salò e dell’occupazione tedesca del centro nord dell’Italia, numerosi italiani si prestarono ad essere “volenterosi” carnefici dei loro connazionali ebrei. La retata a Venezia del 5 dicembre 1943, ad esempio, fu condotta da poliziotti, carabinieri e volontari del ricostituito partito fascista. E almeno la metà degli arresti degli ebrei poi deportati ad Auschwitz e in altri Lager fu opera di italiani, senza ordini o diretta partecipazione dei tedeschi.

Mario Avagliano
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Bibi e Barak
Netanyahu viene spesso criticato o accusato per la cattiva gestione dei rapporti con il presidente USA
Non sono un suo elettore, e anche io credo che la stella del premier che fino a pochi anni fa Newsweek chiamava King Biby sia ormai in discesa sopratutto per ragioni di politica interna...‎

Michele Steindler
 

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