
Paolo
Sciunnach, insegnante
|
Se
il Kotzker Rebbe fosse vivo oggi, guarderebbe con orrore alla
sostituzione della spiritualità ebraica con l’estetica, della
spontaneità chassidica con il decoro.
Condannerebbe con veemenza il concetto per cui l’ebraismo viene
presentato solo come un insieme norme, di abitudini, costumi e
cerimonie: la riduzione dell’ebraismo ad una mera adesione esteriore a
leggi; a strette osservanze mischiate con la disonestà, alla esecuzione
dei rituali come forma di opportunismo ipocrita.
|
|
Leggi
|
Anna
Foa,
storica
|
Consultare
la quotidiana Rassegna stampa dell’Unione mi consente la lettura di
articoli tratti da giornali che non comprerei e non leggerei altrimenti.
Ho notato così un flusso costante, anche se non martellante, di
articoli di esaltazione del fascismo. Forse ci sono sempre stati ed è
solo ora che io me ne accorgo. Ma alla lunga, pongono qualche
interrogativo, pur nella pochezza delle loro argomentazioni.
Così, sul “Tempo” di ieri, un giornalista che recensiva il libro sugli
‘uomini del Duce’, di uno scrittore dedito al gossip neofascista,
sottolineava che di “uomini veri” si trattava, cioè di uomini con
“tutti gli attributi”. Parlava di gente come Starace, Bombacci,
Pavolini.
È interessante questa riproposizione maschilista da operetta della
‘virilità’ fascista, proprio nel momento storico in cui assistiamo, da
parte dell’IS e di tutti i fondamentalisti islamici, ad un attacco ai
valori dell’Occidente, che conosce la democrazia, la libertà d’opinione
e anche, non ultima, l’uguaglianza fra uomini e donne. Valori che
sarebbe bene difendere anche da questi epigoni di un maschilismo di
bassa categoria.
|
|
 |
Obama rompe il silenzio
|
Dopo
il discorso di Benjamin Netanyahu al Congresso, le elezioni in Israele
e gli imbarazzanti silenzi, parla il presidente degli Stati Uniti
Barack Obama, in un’intervista concessa in esclusiva all’Huffington
Post e pubblicata oggi da Repubblica. Obama si esprime in maniera ferma
riguardo il conflitto mediorientale e afferma che “lo status quo deve
cambiare” e la costruzione di insediamenti da parte di Israele “non può
estendersi ulteriormente”. Obama prosegue: “Ho avuto modo di parlare
con Netanyahu, congratulandomi con lui per la vittoria. Gli ho spiegato
che continuiamo a credere che una soluzione a due Stati sia l’unica
scelta per la difesa d’Israele, se vuole restare un paese democratico”.
Riguardo al pericolo Iran e ad un probabile accordo, aggiunge:
“Ovviamente c’è molto scetticismo in Israele sull’Iran,
comprensibilmente. L’Iran ha fatto dichiarazioni vili, antisemite e
sulla distruzione di Israele”. Obama spiega che, proprio per questo
motivo, ha da sempre affermato che l’Iran non dovrebbe possedere armi
nucleari: “Ciò che potrebbe influire sul nostro possibile accordo è, in
primis, capire se l’Iran è pronto a mostrare, a provare al mondo che
non sta sviluppando armi nucleari e che ci sia data la possibilità di
verificarlo costantemente”.
|
|
Leggi
|
|
|
qui milano
Il voto ferma le mire egemoniche ma la governabilità resta difficile
ìTentazioni
egemoniche frustrate, ma anche governabilità tutta in salita, per il
nuovo Consiglio della Comunità ebraica di Milano con il risultato che
pare delinearsi in queste ore sulla base della consultazione elettorale
anticipata provocata dalle dimissioni di un gruppo di Consiglieri.
L’elettorato ha espresso un risultato di effettivo equilibrio fra i due
schieramenti che già nel Consiglio precedente si contendevano la
supremazia, assegnando a ciascuno otto Consiglieri e ponendo quindi in
una posizione arbitrale la candidata indipendente Antonella Musatti,
unica eletta fra i candidati al di fuori degli schieramenti.
Ogni ipotesi, anche sull’assegnazione della Presidenza resta aperta e
la costruzione di un equilibrio stabile si annuncia complicata non solo
dai dati numerici, ma anche dalle tensioni moltiplicatesi nel corso di
una campagna elettorale molto accesa e esacerbate da interventi e
influenze provenienti da ambienti estranei a quelli della realtà
ebraica milanese.
Comincia
così a delinearsi il futuro del Consiglio della Comunità ebraica di
Milano, chiamato a gestire una delicatissima situazione di crisi
economica, organizzativa e politica.
Si sono conclusi poche ore fa gli scrutini per l’elezione della nuova
dirigenza comunitaria, svoltisi nella giornata di ieri. I risultati
ancora non considerati ufficiali, vedono la nomina di otto Consiglieri
per parte per le due liste WellCommunity e Ken/Lechaim a cui si
aggiunge – a completare il quadro di 17 membri del Consiglio –
Antonella Musatti, candidatasi da sola.
Il primo degli eletti risulta Raffaele Besso, Assessore al Bilancio del
Consiglio precedente nonché capolista di WellCommunity, seguito da Milo
Hasbani, capolista di Lechaim, e da Musatti. Poi l’ordine provvisorio
prevede Davide Hazan, Sara Modena, Claudia Terracina, Daniele Misrachi,
Rami Galante, Vanessa Alazraki, Davide Romano, Ilan Boni, Daniele
Schwarz, Joyce Bigio, Margherita Sacerdoti, Davide Nassimiha, Andrea
Levi e Gadi Schoenheit.
Primo
dei non eletti, a distanza di una decina di voti, Michele Boccia della
lista Community in Action. Oltre a lui, rimangono fuori, stando così le
cose, un candidato per ciascuna delle due liste WellCommunity (Daniele
Leoni) e Ken/Lechaim (Massimiliano Tedeschi), che avevano presentato 9
nomi da eleggere (il massimo consentito), assieme ai candidati delle
liste Pro Israele per la Comunità, Community in Action e Shalom.
Bisognerà in ogni caso attendere la serata di oggi per avere la proclamazione ufficiale degli eletti.
Per quanto riguarda l’affluenza, si attesta sulle percentuali delle
scorse elezioni (2012), attorno al 35 per cento, ed inferiore al 41,5
raggiunto nel 2010. Molti elettori, in questa tornata, hanno fatto uso
della possibilità di votare nomi appartenenti a liste diverse (fino ad
un massimo di nove).
Daniel Reichel
(Nelle immagini, Raffaele Besso, Antonella Musatti e Milo Hasbani).
|
LAUREA ad honorem AL TESTIMONE DELLA SHOAH Mazal tov Piero!
L'Università
del Molise si inchina Piero Terracina, 86 anni, cui è stata conferita
quest'oggi la laurea honoris causa in Scienze della Formazione Primaria
per lo straordinario lavoro di testimonianza della Shoah compiuto in
questi anni. Promotore dell’iniziativa il professor Vincenzo Di
Nuoscio, docente di filosofia e direttore del dipartimento di Scienze
Umane, Sociali e della Formazione dell'ateneo, che a Pagine Ebraiche
aveva raccontato: “Questo riconoscimento, cui vorremmo dare rilievo
nazionale, testimonia il sentimento di gratitudine che tutta Italia
deve avere nei confronti di persone come Piero Terracina”.
Ad accogliere il riconoscimento una moltitudine di studenti e docenti,
il Testimone della Shoah Sami Modiano, le rappresentanze della Comunità
ebraica romana e dell'ambasciata d'Israele in Italia, la dirigenza del
Museo della Shoah di Roma, Progetto Memoria, la Comunità di
Sant'Egidio, le delegazioni dell'Aned e di altre realtà impegnate nella
difesa dei valori democratici e dell'antifascismo.
“Da almeno trent’anni – sottolinea Di Nuoscio – Terracina si è dedicato
con tutte le forze a trasformare i ricordi della sua esperienza
personale in una memoria collettiva e condivisa, che ha trasmesso a un
numero impressionante di giovani, incontrati nelle scuole, nelle
università e ovunque è stato possibile”.
Leggi
|
il presidente ugei alle nazioni unite "L'Onu discrimina Israele"
Talia
Bidussa, presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, ha parlato
questa mattina nel corso dell’Assemblea del Consiglio dei Diritti Umani
delle Nazioni Unite che si sta svolgendo in questi giorni a Ginevra.
Bidussa ha parlato durante l’Articolo 7, il punto dell’agenda durante
il quale si discute della “Situazione dei diritti umani in Palestina e
negli altri territori arabi occupati”.
"Non vi è nessun altro Paese che sieda nel Consiglio per i diritti
umani contro il quale si rivolgano tante segnalazioni e si prendano
risoluzioni quanto avviene per Israele: la quantità di energia, denaro,
attenzione spesi per discutere la situazione israeliana si mostra a
questo punto chiaramente discriminatoria, specialmente considerato il
massiccio numero di violazioni dei diritti umani che questo Consiglio
ignora", ha sottolineato Bidussa.
Nella giornata di domani parlerà di fronte al Consiglio a nome degli
studenti ebrei d'Europa anche il direttore Eujs Jonathan Keyson, nel
corso dell’Articolo 9 dedicato a “Razzismo, discriminazione razziale,
xenofobia, e altre relative forme d’intolleranza, seguito e
implementazione della Dichiarazione di Durban e del Programma
d’Azione”.
Leggi
|
qui torino - appuntamento sul lago sirio
Uno Shabbat per stare insieme
Aumenta
di anno in anno la partecipazione allo shabbaton che porta la comunità
di Torino a ritrovarsi per tre giorni di studio e divertimento sulle
sponde del lago Sirio, vicino ad Ivrea.
Il tema dell’ultima edizione, appena conclusasi, era “Di generazione in
generazione. Il rapporto tra le generazioni nell’ebraismo:
responsabilità, continuità, discontinuità e trasformazioni”. Un
argomento evidentemente molto sentito, declinato in incontri,
conversazioni, lezioni e momenti di gioco che hanno coinvolto adulti e
ragazzi in tre giornate intense, emozionanti e divertenti.
La partecipazione del rabbino capo Ariel Di Porto, che insieme alla sua
famiglia si è unito a Rav Eliahu e Renana Birnbaum, ha aggiunto un
motivo di gioia, a mostrare come, un passo dopo l’altro, la comunità
abbia preso una direzione chiara e stia procedendo con fermezza verso
una ritrovata serenità.
Nello scatto, di Renzo Levi, uno dei tanti momenti di confronto e intrattenimento dello shabbaton
Leggi
|
<!--
Oltremare
- Mar Rosso |
Ai
buoni ebrei, si sa, piace la storia, e se non quella con la S
maiuscola, almeno quella che ci tocca personalmente, trasmessa di
generazione in generazione, con buon peso di approssimazione ma basi
forti.
Non si spiegherebbe altrimenti la tignosa costanza con la quale ogni
santo anno che Dio manda in terra, tutto il popolo d’Israele, i
religiosi e i laici, sefarditi e ashkenaziti, si siede a raccontare e
farsi raccontare quel pezzetto di Storia che ci ha resi popolo a tutti
gli effetti.
Per molti, la parte più scenografica dell’uscita dall’Egitto, il
passaggio del Mar Rosso, ha un posto d’onore nel racconto e nella
tradizione, e non solo durante il Seder.
Già a fine gennaio, quando si legge la Parashà di Beshallach, inizia
l’”Operazione Pesach”: viene naturale cominciare a fare programmi per
il Seder, mentre si prepara in cucina il Frisensal, o Ruota del
Faraone, e quando poi al sabato mattina si legge dell’uscita
dall’Egitto, si parla di azzime e di Mar Rosso che si apre, per
miracolo o pragmatismo divino.
Daniela Fubini, Tel Aviv
Leggi
|
|
|