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22 aprile 2015 - 3 Iyar 5775
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
David
Sciunnach,
rabbino
… che non entri nel santuario in qualsiasi momento …” (Vaikrà 16, 2). Il grande cabalista italiano Rabbì Moshè David Valle, conosciuto con il suo acronimo come Ramdù, dice nel suo commento a proposito di questo verso: È questo un grande principio, non ci si può avvicinare alla Santità se non quando ci si è preparati e resi puri. Questo perché vi è un segreto che bisogna conoscere e cioè che vi sono momenti propizi, ‘Et ratzòn, e momenti negativi, ‘Et rà. Per questo la Torah è chiara e ci dice: “… che non entri nel santuario in qualsiasi momento…” proprio a sottolineare il fatto che non ci si può presentare quando lo si desideri.
 
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David
Assael,
ricercatore
La morte di Rav Toaff z.l. priva l'ebraismo italiano ed europeo di una figura eccezionale, per la vita avuta e per l'impegno politico profuso in favore degli ebrei tutti. La sua perdita pone tutti noi, ancora una volta, di fronte all'interrogativo di come conservare la memoria di eventi non direttamente vissuti. Forse, un modo è dimostrare solidarietà per coloro che fuggono da guerre ed epidemie e sbarcano, dopo sofferenze che gli ebrei dovrebbero ben conoscere, sulle nostre coste. Un modo, anche, per far cessare una propaganda politica cinica e assordante, che non si ferma neanche di fronte alla morte e che usa argomenti non molto distanti da chi si è rifiutato di accogliere la nave St. Louis.
 
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Ue, guerra agli scafisti
Dichiarare guerra agli scafisti. È l'impegno di cui vuole farsi carico l'Unione europea per fermare le continue stragi di profughi nel Mediterraneo e interrompere la tratta organizzata dagli schiavisti del 21 secolo. “Un'operazione di polizia internazionale condotta con mezzi militari, con un obiettivo principale nel mirino: i barconi degli scafisti in Libia, ma anche tutta la struttura di comando e controllo del traffico di esseri umani che attraversa quel paese. Con un obiettivo parallelo e non secondario: quello di essere pronti a colpire anche i miliziani dell'Is, o comunque i jihadisti che in Libia hanno giurato fedeltà al califfato di Al Baghdadi”, riporta Repubblica. “Interventi nei Paesi d’origine, distruzione dei barconi, raddoppio di Triton, ricollocazione d’emergenza condivisa tra tutti i Paesi, collaborazione con le Nazioni Unite, sforzo comune alle frontiere meridionali della Libia”, è la dichiarazione di intenti del Primo ministro italiano Matteo Renzi (La Stampa). L'Unione europea, in attesa del Consiglio Ue di domani si dice pronta a intervenire con azioni simili a quelle contro la pirateria (lo afferma il Commissario europeo all’Immigrazione Avramopoulos, intervistato da La Stampa) mentre Gian Antonio Stella (Corriere della Sera) racconta cosa significa essere in balia degli scafisti, riportando la tragedia dei quattro minorenni sopravvissuti all'ultima strage avvenuta a largo delle coste di Lampedusa. Come fermarli? L'interrogativo sul Corriere in merito alle azioni da compiere per bloccare gli scafisti. Sulla questione La Stampa interroga anche il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin.

Germania, processo al contabile di Auschwitz. “Allora avevo ventun'anni, vedevo in Hitler il salvatore della Patria, nelle SS mi sentivo parte della casta scelta della vittoria. Poi non ebbi mai pace. Ora capisco la mia piena colpevolezza morale. A voi sopravvissuti e parenti delle vittime qui in aula chiedo solo perdono; se devo essere punito, giudichi Lei, Vostro Onore”. Parole di Oskar Gröning, 93enne ex contabile di Auschwitz - il cassiere della Shoah, come scrive Repubblica - a processo in Germania e ritenuto complice “in almeno 300 mila omicidi, tanti furono gli ebrei ungheresi consegnati al Reich e mandati in corsa alle 'docce' e poi ai forni”. Ed è lo stesso Gröning ad ammetterlo (La Stampa). “Quello contro Oskar Gröning è il primo processo, almeno da decenni, contro un criminale nazista che non abbia mai impugnato un'arma per eseguire la Shoah bensì vi abbia partecipato in altro modo. Per questo è importantissimo”, afferma Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal, intervistato da Repubblica, in merito al procedimento contro l'ex Ss tedesco.
 
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  davar
25 aprile - GLI EBREI ITALIANI E LA RESISTENZA
Sette medaglie per la Libertà
Su 603 medaglie d’oro al valore concesse dall’Italia repubblicana a uomini che si erano distinti per la loro militanza di resistenti, sette furono concesse a cittadini ebrei. Una percentuale veramente notevole. Ecco i loro nomi: Eugenio Calò (nato a Pisa, moglie e figli catturati, combattente in Val di Chiana, catturato e morto sotto torture); Eugenio Colorni (nato a Milano, uno degli ideatori del Movimento Federalista Europeo, morto in un attentato fascista a Roma); Eugenio Curiel (nato a Trieste, direttore dell’Unità clandestina, uno dei fondatori del Fronte della Gioventù, morì in un attentato fascista a Milano), Sergio Forti (nato a Trieste, combattente nei pressi di Norcia, colto dai tedeschi, salvò due compagni e si sacrificò al fuoco nemico), Mario Jacchia (nato a Bologna, avvocato antifascista, comandante delle forze partigiane in Emilia, catturato, fu torturato e finito dai tedeschi), Rita Rosani (nata a Trieste, insegnante alla scuola ebraica, si unì ai partigiani nella zona di Verona, morì combattendo), Ildebrando Vivanti (nato a Brescia, si unì ai partigiani della Valle di Gesso, ferito in combattimento, fu condannato a morte).
Dopo l’8 settembre del 1943, gli ebrei non avevano per sopravvivere che pochissime strade da percorrere: il passaggio nella clandestinità, lo sconfinamento in Svizzera, oltrepassare le linee del fuoco a Sud, oppure, per uomini e donne validi privi di responsabilità famigliari, aggregarsi ai partigiani. In queste condizioni, l’alta partecipazione di giovani ebrei al movimento di Resistenza è più che comprensibile. Da una prima indagine del CDEC, il Centro di documentazione ebraica contemporanea, appare come l’apporto degli ebrei fu rilevante sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, raggiungendo parecchie centinaia di persone accertate (almeno 520 su 32-33.000 ebrei di allora, cosa non da poco!), con numerosi nomi di sicura preminenza.

Liliana Picciotto, storica e Consigliere
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane


(nell'immagine la lapide posta dagli ebrei italiani
in memoria della medaglia d'oro Rita Rosani)
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25 aprile - l'impegno ebraico
Bologna festeggia con la Brigata 
Il contributo degli ebrei italiani alla Resistenza attraverso alcuni esempi illustri, le iniziative della Brigata Ebraica nel capoluogo emiliano e nella regione limitrofa. Questo l’arco tracciato dal vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach nell’intervento tenuto in occasione delle celebrazioni per il 70esimo anniversario della Liberazione di Bologna nel corso di una cerimonia in cui, per la prima volta, è stato riconosciuto ufficialmente dalle istituzioni l’impegno svolto dalla Brigata in città.
Giunti dall’allora Palestina mandataria, il futuro Stato di Israele, i circa 5mila volontari ebrei inquadrati nelle fila del corpo combattentistico si resero protagonisti di molte azioni decisive come il primo sfondamento della Linea Gotica a fianco della divisione Folgore e l’ingresso in varie località del Centro-Nord. Il 21 aprile del ’45, Bologna fu liberata anche con il loro contributo. “Una pagina di coraggio che ancora oggi pochi conoscono e che mai come quest’anno andrebbe ricordata”, il pensiero del presidente della Comunità ebraica bolognese Daniele De Paz.
Tra le figure più significative della Resistenza italiana Jarach ha invece citato Primo Levi e Franco Cesana, il più giovane partigiano caduto sotto il fuoco nemico, e ha rivolto un omaggio al rabbino emerito di Roma Elio Toaff, da poco scomparso, per il suo impegno nella lotta antifascista e la sua testimonianza diretta da Sant’Anna di Stazzema, nelle valli in cui si consumò una delle più orrende carneficine compiute dalle forze tedesche.
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rav elio toaff (1915-2015) - Sorgente di Vita
Il ritratto vivo di un Maestro
Un ritratto di rav Elio Toaff a Sorgente di vita – Raidue attraverso le interviste e le immagini di archivio e delle Teche Rai.
Maestro, rabbino, guida della comunità, con uno sguardo attento alla realtà e alla modernità, Toaff racconta la sua vita privata e pubblica: in occasione dei suoi 90 anni ricordava i momenti lieti, la famiglia e i figli, la cerimonia di insediamento come Rabbino Capo di Roma nel ’51, documentata anche da immagini dell’epoca. E poi la sua testimonianza di tanti momenti difficili, da partigiano durante l’occupazione tedesca e nei giorni dell’attentato alla sinagoga di Roma nel 1982. E ancora il racconto e le immagini della storica visita di papa Giovanni Paolo II al Tempio Maggiore.
La sua figura e la sua eredità nelle testimonianze raccolte tra le numerose persone e personalità accorse a rendergli l’ultimo saluto.

La puntata speciale di Sorgente di vita è disponibile sul sito dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane:
www.ucei.net
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qui roma - yom hazikaron
"Un giorno di lutto e di unità"
La bandiera a mezz’asta. Nessun applauso e un rispettoso silenzio che cala nel Palazzo della Cultura di Roma. Sono centinaia le persone che ieri non hanno voluto mancare alla commemorazione di Yom Hazikaron, il giorno nel quale tutta Israele si ferma e ricorda le vittime del terrorismo, della guerra e i soldati caduti per la difesa del paese. Il giorno del ricordo, Izkor, che precede quello dell’Indipendenza, Yom Hazmaut. Stasera saranno infatti migliaia gli israeliani che, muniti di bandiera, scenderanno nelle piazze per festeggiare il sessantasettesimo compleanno dello Stato ebraico. Ad aver organizzato a Roma la commemorazione dei soldati, l’Ambasciata d’Israele in Italia.
Davanti al numeroso pubblico e alle autorità, tra cui il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e in rappresentanza della Comunità ebraica romana il
rabbino capo Riccardo Di Segni e il presidente Riccardo Pacifici. A prendere la parola è stato l’ambasciatore d’Israele in Italia Naor Gilon: “In questa giornata di lutto tutta Israele è più unita che mai ed è con l’unità, achdut, e la determinazione che dobbiamo difendere il nostro Stato dal pericolo del terrorismo".
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il testimone della shoah festeggiato a milano
Nedo, novant'anni da uomo libero
Compie 90 anni il Testimone della Shoah Nedo Fiano.
Nato a Firenze, nel febbraio del ’44 la polizia fascista lo arresta in via Cavour e lo fa imprigionare nel carcere cittadino. Viene poi trasferito a Fossoli insieme ai suoi familiari e da lì, dopo un viaggio terribile durate sette giorni, è portato ad Auschwitz Birkenau. Riacquisterà la libertà a Buchenwald, dove i nazisti in ritirata lo avevano trasferito.
Testimone instancabile, Fiano ha raccontato la sua esperienza nell’autobiografia A 5405. Il coraggio di vivere e ha inoltre collaborato con Roberto Benigni alla realizzazione del film La vita è bella.
“Non smetterò mai di ringraziare la sorte di essere suo figlio, di avere respirato la sua passione per la vita, dopo che lui aveva respirato il fumo della morte. Grazie per sempre della tua lezione, tantissimi auguri papà” il messaggio del figlio Emanuele, parlamentare del Partito Democratico.

qui roma
Sefarad, incontro di culture
Si è detto soddisfatto, soprattutto della reazione positiva del pubblico, Stefano Caviglia, giornalista e coordinatore del Festival Kosher ‘Sefarad a Roma’, in corso nella capitale fino a giovedì 30 aprile. L’Azienda Romana Mercati, Azienda speciale della Camera di Commercio di Roma, rinnova l’appuntamento con il festival di cultura ebraica, incentrato in questa edizione sul mondo sefardita. Molti gli appuntamenti spalmati su dieci giorni, tra cui convegni, concerti, corsi di cucina, incontri, proiezioni di film e visite guidate, spaziando dai temi legati alla cucina a quelli più generali relativi alla storia e alla cultura. Questo pomeriggio in programma la proiezione del film di Pasquale Scimeca “Giosuè l’ebreo”, presso l’Auditorium dell’Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi, “un’occasione per vedere un film d’autore attualmente fuori dalla circolazione, che presenta una riflessione molto intensa e forte”, sottolinea Caviglia.
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iL SAGGIO DI KERTZER su chiesa e fascismo
Patto col diavolo, è Pulitzer
Premio Pulitzer per il saggio di David I. Kertzer “Il patto col diavolo. Mussolini e papa Pio XI” pubblicato in Italia da Rizzoli e dedicato ai rapporti intrattenuti tra il dittatore fascista e Achille Ratti, entrambi al potere dal 1922. Un libro-inchiesta che scava in profondità e analizza le diverse fasi nella loro relazione, dalla piena sintonia iniziale fino al diniego manifestato dal papa nei confronti delle leggi antiebraiche promulgate da Mussolini nel '38, pochi mesi prima della sua scomparsa (febbraio '39). Come sarebbero andate le cose se quest'ultimo fosse rimasto a capo della cristianità più a lungo? Questa e altre domande animano la ricerca di Kertzer.
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pilpul
Ticketless - Vite svitate
"Svita” di Luciano Cesare Bassani (Edizioni Nuages) è una delle prime autobiografie di ebrei italiani nati negli anni Cinquanta. Gente, a partire dal sottoscritto, la cui vita definire ‘svitata’ è dire poco.
Avere vent’anni nei Settanta è esperienza da non augurare ai figli. Ci vuole coraggio a cimentarsi con la memoria di sé, fare i conti con la svitatezza propria e altrui senza provare vergogna o mentire a se stessi. Bassani ha avuto questo coraggio, ha scritto un libro onesto; forse perché è un medico, ha scritto un libro si direbbe di autocoscienza psicoanalitica, che si apprezza innanzitutto per il senso dell’umorismo.


Alberto Cavaglion
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Rav Elio Toaff, un amico
Non ci si sorprenda se ho appreso la scomparsa di Rav Elio Toaff come la perdita di un amico.
In questo caso si avverte il termine di una relazione che, malgrado la differenza di età e di attività professionale, permette di sentire una vicinanza, una analogia di comportamenti, una somiglianza di reazioni alle domande e alle azioni del prossimo che possono esprimersi con un solo giudizio: al suo posto non avrei potuto fare di meglio.
Ricordo di lui il sorriso, la tranquilla risata di uno che sa raccomandarti di fare qualcosa, senza mai imporre, senza minacciarti punizioni o condanne morali, ma semplicemente sapendo starti vicino.
Sapeva amare il prossimo, una qualità questa che appare banale ma che deriva da una saggia comprensione e dal suggerimento amichevole di riconoscere in ciascuno delle buone qualità – e nel riuscire a farle emergere per rendere la vita più gradevole, più utile e piena di significato.

יהא זכרונו ברוך

Amos Luzzatto

 
Periscopio - Il Rav e il Dialogo
In questi giorni di lutto e commozione, in cui tutta l’Italia e tutto il mondo ebraico si fermano in raccoglimento, per rendere omaggio alla straordinaria figura di Elio Toaff, vorrei, tra i tanti, grandissimi meriti del Maestro scomparso, sottolinearne uno di particolare importanza, che certamente contribuirà a incidere il suo nome, in caratteri indelebili, nel libro d’oro della storia: quello di avere posto con forza e determinazione, al centro del controverso problema del dialogo ebraico-cristiano, la questione del pieno riconoscimento, da parte della Santa Sede, dello Stato d’Israele, e di averlo fatto spendendo, per questo obiettivo, tutta la sua preziosa, altissima autorità morale. E voglio farlo anche sulla base di un ricordo personale.

Francesco Lucrezi, storico
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In ricordo del Maestro
Uno stato d’animo già compromesso in questi ultimi tempi, è stato scosso ulteriormente dalla notizia improvvisa e inaspettata della morte di un maestro che ha contraddistinto la mia formazione sotto molteplici aspetti. Certo, aveva novantanove anni e le condizioni di salute erano da qualche tempo altalenanti, ma l’idea della sua morte non mi sfiorava minimamente. Per me era come se fosse stato avvolto da un’aura di protezione che lo doveva portare a festeggiare il suo centenario di vita. Ma questo era, forse, più un desiderio mio, nostro, degli altri al di fuori di lui…
Non ho potuto assistere alla sepoltura, la logistica del funerale e il complicato collegamento ferroviario tra Padova e Livorno non me l’hanno permesso, ma almeno non mi hanno impedito di dargli il mio saluto ed essere vicino a lui in quell’ora di celebrazione nell’atrio antistante al Tempio di Livorno
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Adolfo Locci, rabbino capo di Padova
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