L’Europa e le tragedie del mare,
“Contro scafisti, azioni militari”

rassegnaDichiarare guerra agli scafisti. È l’impegno di cui vuole farsi carico l’Unione europea per fermare le continue stragi di profughi nel Mediterraneo e interrompere la tratta organizzata dagli schiavisti del 21 secolo. “Un’operazione di polizia internazionale condotta con mezzi militari, con un obiettivo principale nel mirino: i barconi degli scafisti in Libia, ma anche tutta la struttura di comando e controllo del traffico di esseri umani che attraversa quel paese. Con un obiettivo parallelo e non secondario: quello di essere pronti a colpire anche i miliziani dell’Is, o comunque i jihadisti che in Libia hanno giurato fedeltà al califfato di Al Baghdadi”, riporta Repubblica. “Interventi nei Paesi d’origine, distruzione dei barconi, raddoppio di Triton, ricollocazione d’emergenza condivisa tra tutti i Paesi, collaborazione con le Nazioni Unite, sforzo comune alle frontiere meridionali della Libia”, è la dichiarazione di intenti del Primo ministro italiano Matteo Renzi (La Stampa). L’Unione europea, in attesa del Consiglio Ue di domani si dice pronta a intervenire con azioni simili a quelle contro la pirateria (lo afferma il Commissario europeo all’Immigrazione Avramopoulos, intervistato da La Stampa) mentre Gian Antonio Stella (Corriere della Sera) racconta cosa significa essere in balia degli scafisti, riportando la tragedia dei quattro minorenni sopravvissuti all’ultima strage avvenuta a largo delle coste di Lampedusa. Come fermarli? L’interrogativo sul Corriere in merito alle azioni da compiere per bloccare gli scafisti. Sulla questione La Stampa interroga anche il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin.

Germania, processo al contabile di Auschwitz. “Allora avevo ventun’anni, vedevo in Hitler il salvatore della Patria, nelle SS mi sentivo parte della casta scelta della vittoria. Poi non ebbi mai pace. Ora capisco la mia piena colpevolezza morale. A voi sopravvissuti e parenti delle vittime qui in aula chiedo solo perdono; se devo essere punito, giudichi Lei, Vostro Onore”. Parole di Oskar Gröning, 93enne ex contabile di Auschwitz – il cassiere della Shoah, come scrive Repubblica – a processo in Germania e ritenuto complice “in almeno 300 mila omicidi, tanti furono gli ebrei ungheresi consegnati al Reich e mandati in corsa alle ‘docce’ e poi ai forni”. Ed è lo stesso Gröning ad ammetterlo (La Stampa). “Quello contro Oskar Gröning è il primo processo, almeno da decenni, contro un criminale nazista che non abbia mai impugnato un’arma per eseguire la Shoah bensì vi abbia partecipato in altro modo. Per questo è importantissimo”, afferma Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal, intervistato da Repubblica, in merito al procedimento contro l’ex Ss tedesco.

Rav Toaff, cosa vuol dire essere un Maestro. Valerio Cappelli ricostruisce sul Corriere della Sera l’incontro avuto con il rabbino emerito di Roma rav Elio Toaff, scomparso domenica a 99 anni. “Gli chiedemmo chi è un rabbino”, scrive Cappelli ricostruendo quell’intervista in cui si parlò del passato partigiano del rav, del rapporto con il padre, della Strage di Sant’Anna di Stazzema, dell’esecuzione scampata. “Non è un sacerdote ma un maestro – rispose il rav – che insegna la dottrina dei profeti e dei maestri del Talmud, una dottrina basata sulla giustizia, sia essa giustizia sociale o giustizia verso il prossimo. È comprensione e soprattutto quello che è l’insegnamento fondamentale: volere la pace nel mondo. Se viene meno la speranza, va tutto a rotoli. Bisogna avere fiducia nell’uomo e nell’umanità”. E anche l’International New York Times dedica oggi un ricordo alla grandezza di rav Toaff. Non meritano considerazione i “vigliacchi”, come li ha definiti il sindaco di Roma Ignazio Marino, che ieri ne hanno insultato la memoria, con scritte anche contro Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica della Capitale (Repubblica).

Wegner che scrisse a Hitler per difendere gli ebrei. “La Lettera a Hitler. Storia di Armin T. Wegner” (Mondadori) è il libro in uscita di Gabriele Nissim, giornalista e presidente di Gariwo, che racconta la storia dell’uomo che denunciò prima il genocidio armeno e, nella sua Germania, cercò poi di fermare quello contro gli ebrei. “Wegner decise di scrivere a Hitler la sua personale lettera di protesta, dove cercò invano di spiegargli che la persecuzione degli ebrei si sarebbe trasformata in una vergogna terribile per il futuro della Germania”, racconta sul Fatto Quotidiano Nissim. Su Avvenire la lettera inviata da Wegner.

“25 aprile, una festa a rischio oblio”. Lo afferma Emilio Gentile, considerato uno dei massimi studiosi del fascismo e intervistato sul Messaggero da Mario Avagliano. “La bandiera che sventolava il 25 aprile del 1945 era quella italiana, ed è l’unica che dovrebbe sventolare nella ricorrenza della Liberazione”, afferma Gentile interrogato sulle polemiche legate alla manifestazione del 25 aprile.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(22 aprile 2015)