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Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Seduto
tra il pubblico che ha ascoltato il teologico rimprovero del gran
rabbino di Francia, rav Haim Korsia, che notava l’assenza di un momento
patriottico nelle nostre teffilot di ebrei italiani, mi tornavano in
mente parole strane, di un filosofo ebreo tedesco, Franz Rosenzweig che
scriveva ai suoi genitori, criticando le tesi nazionaliste del
professor Hermann Cohen, proprio dal fronte della Grande Guerra del
1915-18: "La germanità intellettuale di Cohen è precaria almeno quanto
la vostra germanità sociale: l’una e l’altra sono delle finzioni, che
non possono essere sostenute che al solo prezzo di vere acrobazie".
Bisogna quindi capire se il patriottismo, oggi, sia una acrobazia erede
dei tragici tentavi nazionalisti del secolo scorso o sia una nuova
forma di rifugio identitario ebraico. O forse dovremmo arrenderci alle
parole di un’altra ebrea tedesca, Hannah Arendt: "[…] Ci sono sempre
stati ebrei convinti che non valesse le pena scambiare la loro umanità
e la loro innata capacità di comprendere la realtà con la grettezza
dello spirito di casta.[…]". Questo era scritto nel 1943 ed io
aggiungerei: "O con la sfrontatezza di un estremo patriottismo".
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
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A
proposito di migranti, colpisce spiacevolmente il livello del dibattito
sui media, che fa da corollario a linguaggi politici pre-elettorali che
come al solito puntano sulla paura della gente, che viene istigata ad
hoc per ottenere più consensi. Ma la questione non è in alcun modo come
ci viene offerta (fatta salva la drammaticità dei naufragi, di fronte
alla quale non si può non scandalizzarsi). Intanto le dimensioni. Noi
(Italia ed Europa) ci lamentiamo per alcune decine di migliaia di
disperati, ma non vogliamo vedere i milioni di profughi accampati alla
meno peggio in Turchia, Giordania, Libano e perfino Iraq (!) solo per
citare i casi più evidenti. Ma a parte le dimensioni, e la nostra
risibile paura di perdere quel livello di inaccettabili privilegi
economici di cui godiamo, l’argomento che andrebbe veramente trattato è
quello della dimensione reale della dinamica dell’inclusione. L’Italia
è stata nel passato ed è ancora nel presente una società capace di
includere in maniera efficace e definitiva, facendosi forza
innanzitutto del suo patrimonio culturale, della bellezza del suo
territorio e dell’inestimabile valore del suo patrimonio artistico.
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Il popolo ebraico Ë santo e non ha bisogno
di leader) o da interessi personali (secondo RashÏ KÚrach si sarebbe
ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat,
sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico Ë santo e
non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo RashÏ
KÚrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della
famiglia di Kehat,
sua famiglia d'origine, un'altra persona).
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Israele, la ministra Shaked conquista l'attenzione
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“Giovane
e di ultradestra. La neoministra d’Israele volto dei coloni”. Questo il
ritratto che il Corriere della sera fa di Ayelet Shaked, che arriva
alla Giustizia forte del sostegno di Bait Yehudì, il partito di Naftali
Bennett. Scrive il Corriere: “La sinistra israeliana è preoccupata che
da ministra della Giustizia rafforzi la sua battaglia contro le
associazioni israeliane per i diritti umani e faccia passare la legge
che ne limita i finanziamenti dall’estero. Per Shaked sono dei nemici
in casa sponsorizzati dai liberal di tutto il mondo”.
Ricorda la Stampa: “Volto di spicco di una destra che guarda al
dopo-Netanyahu, sul suo nome è avvenuta l’ultima trattativa che ha
portato alla nascita del Netanyahu IV”.
Mentre il Sole 24 Ore titola in modo roboante: “Israele, i muscoli della destra al potere”.
Ieri a Roma la festa per i 67 anni dalla nascita dello Stato ebraico.
Sul Messaggero una breve cronaca dell’evento e la segnalazione degli
ospiti più importanti accorsi all’evento, accolti dall’ambasciatore
Naor Gilon e da sua moglie Orly.
Sull’Espresso un’intervista alla leader del Fronte nazionale francese
Marine Le Pen, che interviene anche sulla faida in corso con il padre
Jean Marie e sulle sue recenti dichiarazioni di matrice razzista e
antisemita. “Lui – afferma la figlia – pensa che può dire quello che
gli pare, anche cose in contraddizione con quello che ha fatto durante
tutta la sua vita politica, senza che ci siano conseguenze. Ha la
visione del Front National di vent’anni fa. Cioè un Front di
opposizione, che aveva scelto di moltiplicare le polemiche per poter
esistere
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QUI LONDRA Miliband, la sconfitta elettorale
non fa piangere gli ebrei inglesi “Questa
è stata chiaramente una notte di grande delusione e difficoltà per il
partito laburista. A ogni membro e sostenitore, voglio dire grazie”. È
questo l’amaro tweet pubblicato da Ed Miliband (nell'immagine), che ha
lungamente cullato la possibilità di diventare il primo inquilino ebreo
di Downing Street, al termine della nottata che ha sancito la sconfitta
del partito laburista.
Un risultato che forse non turberà particolarmente la comunità ebraica
inglese stando al sondaggio realizzato dal Jewish Chronicle alla
vigilia del voto, in cui si prevedeva che ad esprimere una preferenza
per Miliband sarebbe stato solo il 22% degli ebrei d’Oltremanica, a
fronte di un sostegno del 69% per Cameron. A incidere, tra le
molteplici ragioni, le posizioni di contrarietà assunte a più riprese
da Milliband rispetto alle scelte politiche del governo israeliano, il
sostegno alla nascita di uno Stato palestinese e l’accusa di aver
taciuto di fronte agli ultimi attacchi antisemiti che hanno colpito
l’Europa.
A fronte della debacle di Miliband, che quest'oggi ha annunciato le
proprie dimissioni da guida del partito, non sono però mancate
significative affermazioni nell’ebraismo anglosassone. Leggi
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QUI ROMA - le parole DELL'AMBASCIATORE Israele, sessantasette candeline
"Nostri paesi più uniti che mai" “L’Italia
è uno dei più grandi amici di Israele in Europa e nel mondo. Un legame
che è testimoniato anche dalla vicinanza dei nostri due padiglioni
all’Expo”.
Lo ha affermato l’ambasciatore israeliano in Italia Naor Gilon
intervenendo in occasione della grande festa per i 67 anni dello Stato
ebraico celebrata ieri a Roma.
Folta la partecipazione all’evento, con ospiti tra gli altri i ministri
Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti e la vicepresidente della Camera
Marina Sereni.
Tra i temi toccati dall’ambasciatore l’impegno israeliano per alleviare
le difficoltà della popolazione nepalese, il contributo offerto dai
volontari della Brigata Ebraica nella liberazione dal nazifascismo, la
difesa dei valori comuni contro la barbarie del terrorismo e del
fondamentalismo, lo sguardo rivolto al futuro di una nazione
“magnifica” e “prospera” quale è oggi Israele.
Una video-testimonianza è invece arrivata dal presidente della
Repubblica Reuven Rivlin, impossibilitato a partecipare all’evento in
quanto protagonista, proprio in queste ore, della formazione del nuovo
governo. “Chi meglio dei nostri amici italiani può capire tutte le
problematiche legate alla nascita di un esecutivo?” ha scherzato Rivlin
nel ricordare l’amicizia, forte e indissolubile, che vi è tra i due
paesi. Leggi
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QUI TORINO - i primi 40 anni della TESTATA
La grande festa di Ha Kehillah
Fervono
i preparativi per celebrare il 10 maggio il quarantesimo compleanno del
bimestrale ebraico torinese Ha Keillah (appuntamento in Comunità dalle
16). Sarà soprattutto un momento di festa, con buffet e musica,
un’occasione per incontrasi, rivedersi o conoscersi tra redattori
vecchi e nuovi, amici, lettori e collaboratori del giornale, tutti
coloro che con il loro aiuto hanno permesso e permettono ad Ha Keillah
di uscire senza interruzioni dal 1 maggio 1975 ad oggi. Sarà anche
un’occasione per ricordare i fondatori Guido Fubini, Giorgina Arian
Levi (la prima direttrice) e tanti collaboratori preziosi, da Giuseppe
Tedesco, per decenni attento analista della realtà israeliana, a Silvio
Ortona, autore di acute riflessioni sull’ebraismo nell’età
contemporanea. È previsto un saluto dei direttori passati (David Sorani
che ha guidato il giornale per 23 anni, Vicky Franzinetti che ha svolto
il ruolo di direttrice responsabile dal 2010 al 2012) e di quella
attuale, Anna Segre, nonché di Guido Vitale, DIRETTORE di Pagine
Ebraiche e coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La storia del giornale
sarà rievocata soprattutto attraverso Shofar chamorim (battute, sketch
e scenette scherzose); non mancheranno inoltre le vignette di David
Terracini e i brevi testi satirici firmati “Tewje il lattaio” scritti
per decenni da Guido Fubini.
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LA RASSEGNA SETTIMANALE DI MELAMED
La ricreazione è finita
Melamed
è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo
italiano che da tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e
insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata
a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità
sul fronte dell’educazione e della scuola. Dalla alcune settimane la
redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per
fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed
esteri.
Per visualizzare la selezione di questa settimana della rassegna stampa di Melamed cliccare qui.
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qui milano
Gli ebrei (nascosti) di Mashad
Musulmani
alla luce del sole, ebrei nel privato delle proprie case. È la vicenda
della Comunità ebraica persiana di Mashad, raccontata da Daniel Fishman
nel suo Il Grande nascondimento - La straordinaria storia degli ebrei
di Mashad (Giuntina), presentato ieri sera al centro Noam di Milano. Al
fianco dell'autore, Giancarlo Bosetti, direttore di Reset, il
giornalista Antonio Ferrari, il presidente del Noam e Consigliere della
Comunità ebraica milanese Davide Nassimiha e rav Yacov Simantov.
Moderatrice dell'evento, nel corso del quale è stato aperta una
suggestiva esposizione per raccontare le tradizioni della Comunità
persiana, Laura Loulai. Tra il pubblico, il presidente della Keillah
milanese Raffaele Besso e diversi Consiglieri.
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qui soragna - le iniziative del museo levi Il mistero dell'antico violoncello
Proseguono
le iniziative del Museo ebraico Fausto Levi di Soragna, atteso a un
fitto calendario di impegni fino al prossimo autunno. "Frammenti
ebraici e strumenti musicali: un'insolita relazione": questo il titolo
dell'incontro, in programma domenica alle 16.30, che avrà come punto di
partenza la recente scoperta, nell’ambito di una ricerca d’archivio
riguardo la liuteria ad arco del XVI-XVII secolo, di una viola da
gamba, l’antenato dell’attuale violoncello, che recava al suo interno
strisce di pergamena provenienti da codici ebraici. Particolarità che
ha generato una serie di domande e considerazioni riguardo il
significato di queste presenze, l’eventuale datazione dell'inserimento,
la provenienza del liutaio che ha realizzato la viola. A parlarne
saranno due ricercatrici, Donatella Melini e Roberta Tonnarelli. Leggi
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Sindaco, manager o dittatore? |
Vale
la pena tornare a parlare di scuola, perché questa settimana è stato
decisamente un argomento caldo. Mi riferisco in particolare alla
questione che pare essere la più calda di tutte, la proposta di
rafforzamento delle funzioni del preside. Preside-sindaco,
preside-manager o preside-dittatore? Nessuna di queste tre immagini mi
convince: un sindaco, un manager, e in una certa misura persino un
dittatore, hanno un interesse diretto nella prosperità della propria
città/azienda/Paese. Un preside a che cosa aspira? È logico supporre
che prima di tutto desideri non avere troppi grattacapi con allievi e
genitori scontenti che protestano per i brutti voti. Dunque, chi
preferirà tra un insegnante rigoroso e uno lassista?
Anna Segre, insegnante
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Il nostro castello |
“La
strada infatti, cioè la strada principale del paese, non conduceva alla
collina del Castello, ma soltanto nelle vicinanze; poi, come
deliberatamente, descriveva una curva e sebbene non si allontanasse dal
Castello non gli si avvicinava neppure”.
Quando ci ritroviamo alle prese con l’apparato burocratico che
influisce su parte del nostro quotidiano, è difficile non pensare al
Castello di Franz Kafka (1922). Un castello, il quale oltre che D.,
rispecchia la nostra società, nella quale l’individuo vi si ritrova
isolato e schiacciato di fronte a qualcosa di più grande, impossibile
da comprendere o da raggiungere.
Francesco Moises Bassano, studente
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Kedoshim |
"Distinguersi
non per separarsi, ma per portare una differenza in mezzo agli altri."
Questo secondo rav Korsia è il senso più profondo del monito "Siate
santi": una responsabilità spirituale e civile insieme, che richiede
una continua vigilanza e partecipazione.
Ilana Bahbout
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