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8 Maggio 2015 - 19 Iyar 5775
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Seduto tra il pubblico che ha ascoltato il teologico rimprovero del gran rabbino di Francia, rav Haim Korsia, che notava l’assenza di un momento patriottico nelle nostre teffilot di ebrei italiani, mi tornavano in mente parole strane, di un filosofo ebreo tedesco, Franz Rosenzweig che scriveva ai suoi genitori, criticando le tesi nazionaliste del professor Hermann Cohen, proprio dal fronte della Grande Guerra del 1915-18: "La germanità intellettuale di Cohen è precaria almeno quanto la vostra germanità sociale: l’una e l’altra sono delle finzioni, che non possono essere sostenute che al solo prezzo di vere acrobazie". Bisogna quindi capire se il patriottismo, oggi, sia una acrobazia erede dei tragici tentavi nazionalisti del secolo scorso o sia una nuova forma di rifugio identitario ebraico. O forse dovremmo arrenderci alle parole di un’altra ebrea tedesca, Hannah Arendt: "[…] Ci sono sempre stati ebrei convinti che non valesse le pena scambiare la loro umanità e la loro innata capacità di comprendere la realtà con la grettezza dello spirito di casta.[…]". Questo era scritto nel 1943 ed io aggiungerei: "O con la sfrontatezza di un estremo patriottismo".
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
storico
A proposito di migranti, colpisce spiacevolmente il livello del dibattito sui media, che fa da corollario a linguaggi politici pre-elettorali che come al solito puntano sulla paura della gente, che viene istigata ad hoc per ottenere più consensi. Ma la questione non è in alcun modo come ci viene offerta (fatta salva la drammaticità dei naufragi, di fronte alla quale non si può non scandalizzarsi). Intanto le dimensioni. Noi (Italia ed Europa) ci lamentiamo per alcune decine di migliaia di disperati, ma non vogliamo vedere i milioni di profughi accampati alla meno peggio in Turchia, Giordania, Libano e perfino Iraq (!) solo per citare i casi più evidenti. Ma a parte le dimensioni, e la nostra risibile paura di perdere quel livello di inaccettabili privilegi economici di cui godiamo, l’argomento che andrebbe veramente trattato è quello della dimensione reale della dinamica dell’inclusione. L’Italia è stata nel passato ed è ancora nel presente una società capace di includere in maniera efficace e definitiva, facendosi forza innanzitutto del suo patrimonio culturale, della bellezza del suo territorio e dell’inestimabile valore del suo patrimonio artistico.
 
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Il popolo ebraico Ë santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo RashÏ KÚrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona). Il popolo ebraico Ë santo e non ha bisogno di leader) o da interessi personali (secondo RashÏ KÚrach si sarebbe ribellato dopo che era stato nominato a capo della famiglia di Kehat, sua famiglia d'origine, un'altra persona).
 
Israele, la ministra Shaked conquista l'attenzione
“Giovane e di ultradestra. La neoministra d’Israele volto dei coloni”. Questo il ritratto che il Corriere della sera fa di Ayelet Shaked, che arriva alla Giustizia forte del sostegno di Bait Yehudì, il partito di Naftali Bennett. Scrive il Corriere: “La sinistra israeliana è preoccupata che da ministra della Giustizia rafforzi la sua battaglia contro le associazioni israeliane per i diritti umani e faccia passare la legge che ne limita i finanziamenti dall’estero. Per Shaked sono dei nemici in casa sponsorizzati dai liberal di tutto il mondo”.
Ricorda la Stampa: “Volto di spicco di una destra che guarda al dopo-Netanyahu, sul suo nome è avvenuta l’ultima trattativa che ha portato alla nascita del Netanyahu IV”.
Mentre il Sole 24 Ore titola in modo roboante: “Israele, i muscoli della destra al potere”.
Ieri a Roma la festa per i 67 anni dalla nascita dello Stato ebraico. Sul Messaggero una breve cronaca dell’evento e la segnalazione degli ospiti più importanti accorsi all’evento, accolti dall’ambasciatore Naor Gilon e da sua moglie Orly.
Sull’Espresso un’intervista alla leader del Fronte nazionale francese Marine Le Pen, che interviene anche sulla faida in corso con il padre Jean Marie e sulle sue recenti dichiarazioni di matrice razzista e antisemita. “Lui – afferma la figlia – pensa che può dire quello che gli pare, anche cose in contraddizione con quello che ha fatto durante tutta la sua vita politica, senza che ci siano conseguenze. Ha la visione del Front National di vent’anni fa. Cioè un Front di opposizione, che aveva scelto di moltiplicare le polemiche per poter esistere
 
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  davar
QUI LONDRA
Miliband, la sconfitta elettorale

non fa piangere gli ebrei inglesi
“Questa è stata chiaramente una notte di grande delusione e difficoltà per il partito laburista. A ogni membro e sostenitore, voglio dire grazie”. È questo l’amaro tweet pubblicato da Ed Miliband (nell'immagine), che ha lungamente cullato la possibilità di diventare il primo inquilino ebreo di Downing Street, al termine della nottata che ha sancito la sconfitta del partito laburista.
Un risultato che forse non turberà particolarmente la comunità ebraica inglese stando al sondaggio realizzato dal Jewish Chronicle alla vigilia del voto, in cui si prevedeva che ad esprimere una preferenza per Miliband sarebbe stato solo il 22% degli ebrei d’Oltremanica, a fronte di un sostegno del 69% per Cameron. A incidere, tra le molteplici ragioni, le posizioni di contrarietà assunte a più riprese da Milliband rispetto alle scelte politiche del governo israeliano, il sostegno alla nascita di uno Stato palestinese e l’accusa di aver taciuto di fronte agli ultimi attacchi antisemiti che hanno colpito l’Europa.
A fronte della debacle di Miliband, che quest'oggi ha annunciato le proprie dimissioni da guida del partito, non sono però mancate significative affermazioni nell’ebraismo anglosassone.
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QUI ROMA - le parole DELL'AMBASCIATORE
Israele, sessantasette candeline

"Nostri paesi più uniti che mai"
“L’Italia è uno dei più grandi amici di Israele in Europa e nel mondo. Un legame che è testimoniato anche dalla vicinanza dei nostri due padiglioni all’Expo”.
Lo ha affermato l’ambasciatore israeliano in Italia Naor Gilon intervenendo in occasione della grande festa per i 67 anni dello Stato ebraico celebrata ieri a Roma.
Folta la partecipazione all’evento, con ospiti tra gli altri i ministri Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti e la vicepresidente della Camera Marina Sereni.
Tra i temi toccati dall’ambasciatore l’impegno israeliano per alleviare le difficoltà della popolazione nepalese, il contributo offerto dai volontari della Brigata Ebraica nella liberazione dal nazifascismo, la difesa dei valori comuni contro la barbarie del terrorismo e del fondamentalismo, lo sguardo rivolto al futuro di una nazione “magnifica” e “prospera” quale è oggi Israele.
Una video-testimonianza è invece arrivata dal presidente della Repubblica Reuven Rivlin, impossibilitato a partecipare all’evento in quanto protagonista, proprio in queste ore, della formazione del nuovo governo. “Chi meglio dei nostri amici italiani può capire tutte le problematiche legate alla nascita di un esecutivo?” ha scherzato Rivlin nel ricordare l’amicizia, forte e indissolubile, che vi è tra i due paesi.
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qui roma - un convegno alla camera
Le religioni nell'Europa di oggi
Un convegno per analizzare e divulgare gli strumenti educativi delle religioni storicamente presenti in Europa (cristianesimo, ebraismo e islam), quello che si terrà lunedì 11 maggio presso la Camera dei Deputati a partire dalle 10 e che vedrà confrontarsi autorità politiche e religiose e accademici. Ad introdurre “Europa e cultura europea. Le religioni come sistemi educativi”, patrocinato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dalla Comunità ebraica di Roma, dall’Università Sapienza e dal Centro ebraico Pitigliani, la professoressa Antonella Castelnuovo.
“Questo nostro incontro – spiega – è la prima fase di un più ampio progetto di formazione e di ricerca sulle religioni come sistemi educativi da svolgere nei prossimi tre anni, dedicando dei momenti di formazione sull’ebraismo, cristianesimo e islam. Tutto ciò nell’intento di promuoverne la convivenza interculturale e interreligiosa all’interno del nostro paese con i necessari riferimenti alla situazione europea”.
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QUI TORINO - i primi 40 anni della TESTATA
La grande festa di Ha Kehillah

Fervono i preparativi per celebrare il 10 maggio il quarantesimo compleanno del bimestrale ebraico torinese Ha Keillah (appuntamento in Comunità dalle 16). Sarà soprattutto un momento di festa, con buffet e musica, un’occasione per incontrasi, rivedersi o conoscersi tra redattori vecchi e nuovi, amici, lettori e collaboratori del giornale, tutti coloro che con il loro aiuto hanno permesso e permettono ad Ha Keillah di uscire senza interruzioni dal 1 maggio 1975 ad oggi. Sarà anche un’occasione per ricordare i fondatori Guido Fubini, Giorgina Arian Levi (la prima direttrice) e tanti collaboratori preziosi, da Giuseppe Tedesco, per decenni attento analista della realtà israeliana, a Silvio Ortona, autore di acute riflessioni sull’ebraismo nell’età contemporanea. È previsto un saluto dei direttori passati (David Sorani che ha guidato il giornale per 23 anni, Vicky Franzinetti che ha svolto il ruolo di direttrice responsabile dal 2010 al 2012) e di quella attuale, Anna Segre, nonché di Guido Vitale, DIRETTORE di Pagine Ebraiche e coordinatore dei dipartimenti Informazione e Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La storia del giornale sarà rievocata soprattutto attraverso Shofar chamorim (battute, sketch e scenette scherzose); non mancheranno inoltre le vignette di David Terracini e i brevi testi satirici firmati “Tewje il lattaio” scritti per decenni da Guido Fubini.
LA RASSEGNA SETTIMANALE DI MELAMED
La ricreazione è finita
Melamed è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo italiano che da tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Dalla alcune settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed esteri.
Per visualizzare la selezione di questa settimana della rassegna stampa ‎di Melamed cliccare qui.
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QUI ROMA - MASTER UCEI
Media, la sfida di parlare chiaro
Nuovi incontri con giornalisti e operatori del mondo dell'informazione al master in Cultura Ebraica e Comunicazione dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ospite ieri del direttore del dipartimento Informazione e Relazioni Esterne UCEI Emanuele Ascarelli, la giornalista del Corriere della sera Daria Gorodisky.
Nel suo intervento un approfondimento sulle diverse tematiche che ne hanno segnato l'impegno professionale e sulle sfide di un giornalista ebreo a confronto con i fatti della contemporaneità. "Ho sempre paragonato l'antisemitismo alla tbc: molti ne sono portatori sani e conducono una vita salutare, ma se a un certo punto la tubercolosi si attiva, ci si ammala di un morbo che si rivela letale. L'antisemitismo purtoppo è lì, radicato nella società e basta pochissimo per accenderlo. Proprio per questo bisogna essere attenti, specie se si lavora nella stampa. I giornali – ha sottolineato Gorodisky – hanno il dovere di far progredire la società".
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qui milano
Gli ebrei (nascosti) di Mashad
Musulmani alla luce del sole, ebrei nel privato delle proprie case. È la vicenda della Comunità ebraica persiana di Mashad, raccontata da Daniel Fishman nel suo Il Grande nascondimento - La straordinaria storia degli ebrei di Mashad (Giuntina), presentato ieri sera al centro Noam di Milano. Al fianco dell'autore, Giancarlo Bosetti, direttore di Reset, il giornalista Antonio Ferrari, il presidente del Noam e Consigliere della Comunità ebraica milanese Davide Nassimiha e rav Yacov Simantov. Moderatrice dell'evento, nel corso del quale è stato aperta una suggestiva esposizione per raccontare le tradizioni della Comunità persiana, Laura Loulai. Tra il pubblico, il presidente della Keillah milanese Raffaele Besso e diversi Consiglieri. 
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qui soragna - le iniziative del museo levi
Il mistero dell'antico violoncello
Proseguono le iniziative del Museo ebraico Fausto Levi di Soragna, atteso a un fitto calendario di impegni fino al prossimo autunno. "Frammenti ebraici e strumenti musicali: un'insolita relazione": questo il titolo dell'incontro, in programma domenica alle 16.30, che avrà come punto di partenza la recente scoperta, nell’ambito di una ricerca d’archivio riguardo la liuteria ad arco del XVI-XVII secolo, di una viola da gamba, l’antenato dell’attuale violoncello, che recava al suo interno strisce di pergamena provenienti da codici ebraici. Particolarità che ha generato una serie di domande e considerazioni riguardo il significato di queste presenze, l’eventuale datazione dell'inserimento, la provenienza del liutaio che ha realizzato la viola. A parlarne saranno due ricercatrici, Donatella Melini e Roberta Tonnarelli.
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 pilpul
Sindaco, manager o dittatore?
Vale la pena tornare a parlare di scuola, perché questa settimana è stato decisamente un argomento caldo. Mi riferisco in particolare alla questione che pare essere la più calda di tutte, la proposta di rafforzamento delle funzioni del preside. Preside-sindaco, preside-manager o preside-dittatore? Nessuna di queste tre immagini mi convince: un sindaco, un manager, e in una certa misura persino un dittatore, hanno un interesse diretto nella prosperità della propria città/azienda/Paese. Un preside a che cosa aspira? È logico supporre che prima di tutto desideri non avere troppi grattacapi con allievi e genitori scontenti che protestano per i brutti voti. Dunque, chi preferirà tra un insegnante rigoroso e uno lassista?

Anna Segre, insegnante
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Il nostro castello
“La strada infatti, cioè la strada principale del paese, non conduceva alla collina del Castello, ma soltanto nelle vicinanze; poi, come deliberatamente, descriveva una curva e sebbene non si allontanasse dal Castello non gli si avvicinava neppure”.
Quando ci ritroviamo alle prese con l’apparato burocratico che influisce su parte del nostro quotidiano, è difficile non pensare al Castello di Franz Kafka (1922). Un castello, il quale oltre che D., rispecchia la nostra società, nella quale l’individuo vi si ritrova isolato e schiacciato di fronte a qualcosa di più grande, impossibile da comprendere o da raggiungere.


Francesco Moises Bassano, studente
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Kedoshim
"Distinguersi non per separarsi, ma per portare una differenza in mezzo agli altri." Questo secondo rav Korsia è il senso più profondo del monito "Siate santi": una responsabilità spirituale e civile insieme, che richiede una continua vigilanza e partecipazione.

Ilana Bahbout 





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