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28 Luglio 2015 - 12 Av 5775
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
Sono tante le interpretazioni riferite dai nostri Maestri sulle cause delle sciagure del 9 di Av. Una di queste la troviamo nel Talmùd, Shabat 119 b, secondo la quale Yerushalaim sarebbe stata distrutta perché non ci si ammoniva più l’uno con l’altro. La fonte di questa spiegazione si trova nel Libro delle Lamentazioni che abbiamo letto, seduti per terra, sabato sera e domenica mattina: “ …si è dileguato ogni splendore dalla figlia di Sion, i suoi prìncipi sono diventati come aialim, cervi, che non trovano pastura e se ne vanno senza vigore davanti a chi li insegue…” (Echah, 1;6).a la Torah c’è quella del saper accettare gli ammonimenti (Mishnah Avòt, 6;5).
 
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Dario
Calimani,
anglista
Chi e come condiziona la nostra conoscenza dei fatti di cronaca? Sulla spianata delle moschee, a Gerusalemme, ci sono i consueti incidenti del 9 di Av. Stai ascoltando la radio, Rai 2, e i titoli dicono che l’esercito israeliano ha fatto irruzione sulla spianata. Poi, la notizia in dettaglio informa che gli arabi hanno iniziato con una fitta sassaiola contro gli ebrei. Infine, da un’altra fonte di informazione vieni a sapere che ebrei ultraortodossi sono andati sulla spianata e lì è iniziata contro di loro una sassaiola, e allora è intervenuta la polizia, e via dicendo. Fede o provocazione?
 
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Museo della Shoah, Venezia presidente
Cambio al vertice della Fondazione Museo della Shoah di Roma. Il nuovo presidente è Mario Venezia, dottore commercialista, consigliere del Benè Berith e figlio del sopravvissuto ai campi di sterminio Shlomo. La nomina nel corso del cda svoltosi ieri. Come riporta il Messaggero, i consiglieri all’unanimità hanno espresso gratitudine per il lavoro svolto dal suo predecessore, Leone Paserman, elogiandolo “per la costanza e la determinazione che hanno contraddistinto la sua presidenza”.
Tra gli obiettivi del cda la formalizzazione nei tempi più rapidi di bandi per la ricerca di personale e di ricercatori della Fondazione. Si dovrà inoltre organizzare lo spostamento della sede da via Florida alla Casina dei Vallati, con la prospettiva di inaugurarla il prossimo 16 ottobre.

Molteplici i temi di politica estera toccati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ospite ieri della Conferenza degli Ambasciatori. Occhi puntati sul Medio Oriente e sul recente accordo sul nucleare iraniano. Un’intesa che è stata definita “storica” e di cui si è augurato una ulteriore implementazione per garantire il “diritto di sicurezza di Israele” e di “esistenza della Palestina” (Corriere della sera).
“Nella sfida che il terrorismo islamista ha lanciato contro ‘ebrei’ e ‘crociati’, le ragioni del nostro indissolubile legame con Israele sono scritte – a chiare lettere – nelle parole dei nostri nemici” spiega intanto il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova in un intervento che appare sul Foglio.

“Accuse ridicole, se non fossero penose”. Così Barack Obama ha bollato da Addis Abeba gli attacchi all’accordo nucleare lanciati da alcuni candidati repubblicani. Tra gli altri l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee ha detto che l’intesa, che il Congresso Usa deve ancora approvare, “farebbe marciare gli israeliani verso la porta dei forni” (Corriere).
 
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  davar
 PARLA IL NUOVO PRESIDENTE MARIO VENEZIA
"Museo della Shoah di Roma,

la nostra proposta operativa"
“Il lavoro è tanto. Alcune criticità sono maggiormente contingenti, altre di più ampio respiro. L’importante sarà guardare con attenzione al nostro presente, alle importanti decisioni che ci attendono in queste ore, tenendo al tempo stesso la barra dritta verso il futuro”. Questa la ricetta che Mario Venezia (immagine a fianco), chiamato ieri alla guida della Fondazione Museo della Shoah di Roma, illustra ai lettori di Pagine Ebraiche.
Dottore commercialista, consigliere del Benè Berith, figlio di un sopravvissuto ai campi di sterminio (l’indimenticato Shlomo Venezia), Venezia succede a Leone Paserman, dimissionario dopo molti anni al vertice della fondazione. Un impegno lodato all’unanimità dal cda riunitosi ieri a Roma, che lo ha elogiato per la “costanza” e la “determinazione” che hanno caratterizzato la sua lunga missione.
Due i fronti su cui ci si concentrerà nelle prossime settimane. La formalizzazione dei bandi per la ricerca di personale e ricercatori (“Sono in via di emanazione”, annuncia Venezia); il trasferimento degli uffici da via Florida alla Casina dei Vallati, spazio messo a disposizione da Roma Capitale nel percorso di avvicinamento alla realizzazione del museo di Villa Torlonia.
“Dall’incontro di ieri ho ricavato l’impressione che ci sia la volontà di mettere a disposizione di tutta la cittadinanza, nei tempi più rapidi, l’immensa mole di materiale raccolto in questi anni di lavoro. La Fondazione attraversa delle difficoltà operative – spiega Venezia – ma sono fiducioso sul fatto che sapremo affrontarle nel modo più adeguato”.


a.s twitter @asmulevichmoked
qUI MILANO - LA VISITA DEL RAV YOSEF
"Lo studio, la nostra salvezza"
“Non c’è popolo ebraico senza Torah”. Attorno a questo concetto, in particolare sull’importanza dello studio, si è concentrata la lezione tenuta a Milano da rav Ytzhak Yosef, rabbino capo sefardita di Israele. Ospite ieri sera del centro Noam – punto di riferimento religioso e sociale della kehillah persiana a Milano – rav Yosef ha spiegato, tra fonti midrashiche e aneddoti personali, perché l’ebraismo trova il suo fondamento nello studio della Bibbia. Ad ascoltarlo, un Beth haKnesset gremito che ha visto la presenza tra gli altri del rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib e del consigliere comunitario Davide Nassimiha. “Perché la Terra è tonda?” si è chiesto in apertura (introdotto da rav Jacov Simantov) rav Yosef, figlio di rav Ovadia Yosef (leader spirituale dell’ebraismo sefardita e del partito religioso Shas, scomparso nel 2013). “Perché in questo modo in tutto il mondo, nel corso di tutte le ventiquattro ore che compongono un giorno, c’è sempre qualcuno che studia Torah. Da New York a Gerusalemme”.
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QUI BERLINO
Maccabi, i nomi della Memoria
Ogni atleta, sulla propria maglia, porterà il nome di uno sportivo inghiottito dalla Shoah. Dal pugile romano Leone Efrati, che nel ’38 fu vicino alla cintura mondiale dei pesi piuma, al collega tunisino Victor Perez, campione di categoria nel ’31. Dal ginnasta tedesco Gustav Flatow, medaglia d’oro nei primi Giochi olimpici dell’era moderna, al calciatore statunitense Eddy Hamel, vecchia gloria dell’Ajax Anni Venti. Così sfilerà la delegazione italiana protagonista della 14esima edizione dei Giochi europei del Maccabi, di cui questa sera si celebrerà la solenne cerimonia di apertura alla presenza del presidente federale tedesco Joachim Gauck.
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LA nostalgia del rock conquista israele
Una Woodstock a Gerusalemme
Trecce e perline colorate nei capelli, jeans strappati e magliette a rete come outfit, un piercing al naso. Nel microfono una voce rauca e profonda, una folla si muove al ritmo di quello che chiaramente è rock da veri intenditori, e magari a qualche metro di distanza è parcheggiato un camioncino Volkswagen che sembra stia per esalare l’ultimo respiro e invece contro ogni aspettativa resiste con la sua vernice fluo. Uno potrebbe pensare di trovarsi a Woodstock allo sbocciare degli anni ’70, e invece si trova a Gerusalemme nel cuore degli anni Dieci, se così si può dire. Però l’errore è perdonabile. Quella che si scatena sul palco con treccine e tutto il resto è Libi Hart (nell’immagine), 63 anni, di professione rocker, e in effetti si trova al Jerusalem Woodstock Revival, che si terrà a partire dal prossimo 30 luglio al Kraft Stadium. Libi è una veterana della manifestazione così come della scena rock israeliana, e in questo momento sta conquistando anche la televisione partecipando al talent show X-factor.
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ISRAELE - IN VIAGGIO CON TAGLIT
A passeggio nella Città Vecchia
Roma, Milano, Firenze, Palermo, Malta, Verona, Venezia, Bologna, Torino, Trieste, ma anche Svizzera, Regno Unito e Lettonia. Vengono da tutta Italia (e non solo) i ragazzi in viaggio con l’edizione tricolore di Taglit-Birthright, organizzazione che offre la possibilità di visitare Israele a giovani dai 18 ai 26 anni. Su Pagine Ebraiche le testimonianze dei partecipanti.
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pagine ebraiche agosto 2015
Costruire il futuro
Si apre con una analisi degli ultimi dati sulla raccolta dell’Otto per Mille il numero di agosto del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, in distribuzione in questi giorni. Significativi e tangibili i risultati per l’UCEI, con un rilevante incremento dei consensi: da 81457 a 87510 firme complessive, con una crescita del 7,43%. Le firme sono in aumento costante dal 2008, anno che è coinciso, tra l’altro, con una nuova impostazione strategica nelle politiche di informazione, comunicazione e cultura dell’ente.
“Abbiamo voluto affrontare senza paura la sfida che proviene da un mondo nel quale chi non comunica correttamente e non dialoga con intelligenza, chi non è capace di manifestare con orgoglio e con chiarezza la propria identità e di valorizzare le differenze finisce al margine”, il commento del presidente dell’Unione Renzo Gattegna. A dare una lettura del bilancio e ridisegnare le sfide del futuro è anche l’assessore Noemi Di Segni.
Nelle prime pagine un focus sull’educazione: dalla missione in Israele del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, accompagnata nell’occasione dal presidente Gattegna, alla nascita della nuova commissione per il pluralismo religioso nella scuola pubblica del Miur, che ha tra i suoi componenti Ada Treves, giornalista della redazione Ucei e coordinatrice di DafDaf, il giornale ebraico dei bambini. Si continua a parlare di religioni nelle pagine 4 e 5, in cui vengono presentati altri aspetti del report “The Future of World Religions” del Pew Research Center, di cui già si era parlato nei numeri scorsi del giornale.
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pilpul
Buona scuola
La sentenza della Cassazione sulle scuole private ha comprensibilmente scatenato un putiferio. Come accade quando la politica fa lo struzzo, la Magistratura colma il vuoto, stabilendo in questo caso un principio gravido di conseguenze: le due scuole di Livorno – la cui frequentazione richiede una retta – costituiscono attività commerciale e dunque sono soggette all’intera fiscalità, compresa quella sugli immobili. Una decisione che fa vacillare i conti di decine di migliaia di scuole private in tutta Italia, la maggior parte cattoliche. Sul piano strettamente culturale e costituzionale, non avrei dubbi: la scuola pubblica deve avere la precedenza e, in epoca di vacche magre, è giusto imporre alle parificate tutte le tasse in modo da investire più soldi nelle statali. Si scopre però che, senza l’apporto dei privati, il sistema nazionale rischierebbe di implodere: sul piano quantitativo, perché non ci sono posti sufficienti per il milione di studenti attualmente fuori dalle pubbliche; e su quello economico, perché ogni alunno costa allo Stato assai di più di ciò che l’erario spende per sovvenzionare le scuole private

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Pessimi consigli
Mi segnala un lettore che qualche giorno fa, ad Uno Mattina Estate, su Rai Uno, “un certo Gaetano Cappelli parlando di libri da leggere durante l'estate per i ragazzi ha sconsigliato testi come Se questo è un uomo di Primo Levi, perché 'pesante' per i ragazzi... che a suo dire dovrebbero leggere testi più leggeri e simpatici”. Continua il lettore: “Non sono affatto d'accordo con questa persona, personalmente ai tempi della mia adolescenza dai 13 ai 18 proprio durante l'estate mi è sempre piaciuto leggere i classici come i Demoni di Dostoevskij, Nietzsche, il Conte di Montecristo di Dumas, Se questo è un uomo e I sommersi e i salvati di Primo Levi e la trilogia dell'amico ritrovato di Fred Uhlman, e la trilogia dell'Ussaro sul tetto di Jean Giono e tanti altri romanzi che mi hanno arricchito personalmente tanto. Per questo motivo penso che in Rai non si dovrebbero sparare castronerie pericolose come queste. La coscienza civile di un popolo si forma anche con questo tipo di letture”. Come non sottoscrivere?

Mario Avagliano



 
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