Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Sono
tante le interpretazioni riferite dai nostri Maestri sulle cause delle
sciagure del 9 di Av. Una di queste la troviamo nel Talmùd, Shabat 119
b, secondo la quale Yerushalaim sarebbe stata distrutta perché non ci
si ammoniva più l’uno con l’altro. La fonte di questa spiegazione si
trova nel Libro delle Lamentazioni che abbiamo letto, seduti per terra,
sabato sera e domenica mattina: “ …si è dileguato ogni splendore dalla
figlia di Sion, i suoi prìncipi sono diventati come aialim, cervi, che
non trovano pastura e se ne vanno senza vigore davanti a chi li
insegue…” (Echah, 1;6).a la Torah c’è quella del saper accettare gli
ammonimenti (Mishnah Avòt, 6;5).
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Dario
Calimani,
anglista
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Chi
e come condiziona la nostra conoscenza dei fatti di cronaca? Sulla
spianata delle moschee, a Gerusalemme, ci sono i consueti incidenti del
9 di Av. Stai ascoltando la radio, Rai 2, e i titoli dicono che
l’esercito israeliano ha fatto irruzione sulla spianata. Poi, la
notizia in dettaglio informa che gli arabi hanno iniziato con una fitta
sassaiola contro gli ebrei. Infine, da un’altra fonte di informazione
vieni a sapere che ebrei ultraortodossi sono andati sulla spianata e lì
è iniziata contro di loro una sassaiola, e allora è intervenuta la
polizia, e via dicendo. Fede o provocazione?
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Museo della Shoah, Venezia presidente
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Cambio
al vertice della Fondazione Museo della Shoah di Roma. Il nuovo
presidente è Mario Venezia, dottore commercialista, consigliere del
Benè Berith e figlio del sopravvissuto ai campi di sterminio Shlomo. La
nomina nel corso del cda svoltosi ieri. Come riporta il Messaggero, i
consiglieri all’unanimità hanno espresso gratitudine per il lavoro
svolto dal suo predecessore, Leone Paserman, elogiandolo “per la
costanza e la determinazione che hanno contraddistinto la sua
presidenza”.
Tra gli obiettivi del cda la formalizzazione nei tempi più rapidi di
bandi per la ricerca di personale e di ricercatori della Fondazione. Si
dovrà inoltre organizzare lo spostamento della sede da via Florida alla
Casina dei Vallati, con la prospettiva di inaugurarla il prossimo 16
ottobre.
Molteplici i temi di politica estera toccati dal presidente della
Repubblica Sergio Mattarella, ospite ieri della Conferenza degli
Ambasciatori. Occhi puntati sul Medio Oriente e sul recente accordo sul
nucleare iraniano. Un’intesa che è stata definita “storica” e di cui si
è augurato una ulteriore implementazione per garantire il “diritto di
sicurezza di Israele” e di “esistenza della Palestina” (Corriere della
sera).
“Nella sfida che il terrorismo islamista ha lanciato contro ‘ebrei’ e
‘crociati’, le ragioni del nostro indissolubile legame con Israele sono
scritte – a chiare lettere – nelle parole dei nostri nemici” spiega
intanto il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova in un
intervento che appare sul Foglio.
“Accuse ridicole, se non fossero penose”. Così Barack Obama ha bollato
da Addis Abeba gli attacchi all’accordo nucleare lanciati da alcuni
candidati repubblicani. Tra gli altri l’ex governatore dell’Arkansas
Mike Huckabee ha detto che l’intesa, che il Congresso Usa deve ancora
approvare, “farebbe marciare gli israeliani verso la porta dei forni”
(Corriere).
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PARLA IL NUOVO PRESIDENTE MARIO VENEZIA
"Museo della Shoah di Roma,
la nostra proposta operativa"
“Il
lavoro è tanto. Alcune criticità sono maggiormente contingenti, altre
di più ampio respiro. L’importante sarà guardare con attenzione al
nostro presente, alle importanti decisioni che ci attendono in queste
ore, tenendo al tempo stesso la barra dritta verso il futuro”. Questa
la ricetta che Mario Venezia (immagine a fianco), chiamato ieri alla
guida della Fondazione Museo della Shoah di Roma, illustra ai lettori
di Pagine Ebraiche.
Dottore commercialista, consigliere del Benè Berith, figlio di un
sopravvissuto ai campi di sterminio (l’indimenticato Shlomo Venezia),
Venezia succede a Leone Paserman, dimissionario dopo molti anni al
vertice della fondazione. Un impegno lodato all’unanimità dal cda
riunitosi ieri a Roma, che lo ha elogiato per la “costanza” e la
“determinazione” che hanno caratterizzato la sua lunga missione.
Due i fronti su cui ci si concentrerà nelle prossime settimane. La
formalizzazione dei bandi per la ricerca di personale e ricercatori
(“Sono in via di emanazione”, annuncia Venezia); il trasferimento degli
uffici da via Florida alla Casina dei Vallati, spazio messo a
disposizione da Roma Capitale nel percorso di avvicinamento alla
realizzazione del museo di Villa Torlonia.
“Dall’incontro di ieri ho ricavato l’impressione che ci sia la volontà
di mettere a disposizione di tutta la cittadinanza, nei tempi più
rapidi, l’immensa mole di materiale raccolto in questi anni di lavoro.
La Fondazione attraversa delle difficoltà operative – spiega Venezia –
ma sono fiducioso sul fatto che sapremo affrontarle nel modo più
adeguato”.
a.s twitter @asmulevichmoked
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qUI MILANO - LA VISITA DEL RAV YOSEF
"Lo studio, la nostra salvezza"
“Non
c’è popolo ebraico senza Torah”. Attorno a questo concetto, in
particolare sull’importanza dello studio, si è concentrata la lezione
tenuta a Milano da rav Ytzhak Yosef, rabbino capo sefardita di Israele.
Ospite ieri sera del centro Noam – punto di riferimento religioso e
sociale della kehillah persiana a Milano – rav Yosef ha spiegato, tra
fonti midrashiche e aneddoti personali, perché l’ebraismo trova il suo
fondamento nello studio della Bibbia. Ad ascoltarlo, un Beth haKnesset
gremito che ha visto la presenza tra gli altri del rabbino capo di
Milano rav Alfonso Arbib e del consigliere comunitario Davide
Nassimiha. “Perché la Terra è tonda?” si è chiesto in apertura
(introdotto da rav Jacov Simantov) rav Yosef, figlio di rav Ovadia
Yosef (leader spirituale dell’ebraismo sefardita e del partito
religioso Shas, scomparso nel 2013). “Perché in questo modo in tutto il
mondo, nel corso di tutte le ventiquattro ore che compongono un giorno,
c’è sempre qualcuno che studia Torah. Da New York a Gerusalemme”.
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QUI BERLINO
Maccabi, i nomi della Memoria
Ogni
atleta, sulla propria maglia, porterà il nome di uno sportivo
inghiottito dalla Shoah. Dal pugile romano Leone Efrati, che nel ’38 fu
vicino alla cintura mondiale dei pesi piuma, al collega tunisino Victor
Perez, campione di categoria nel ’31. Dal ginnasta tedesco Gustav
Flatow, medaglia d’oro nei primi Giochi olimpici dell’era moderna, al
calciatore statunitense Eddy Hamel, vecchia gloria dell’Ajax Anni
Venti. Così sfilerà la delegazione italiana protagonista della 14esima
edizione dei Giochi europei del Maccabi, di cui questa sera si
celebrerà la solenne cerimonia di apertura alla presenza del presidente
federale tedesco Joachim Gauck.
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LA nostalgia del rock conquista israele
Una Woodstock a Gerusalemme
Trecce
e perline colorate nei capelli, jeans strappati e magliette a rete come
outfit, un piercing al naso. Nel microfono una voce rauca e profonda,
una folla si muove al ritmo di quello che chiaramente è rock da veri
intenditori, e magari a qualche metro di distanza è parcheggiato un
camioncino Volkswagen che sembra stia per esalare l’ultimo respiro e
invece contro ogni aspettativa resiste con la sua vernice fluo. Uno
potrebbe pensare di trovarsi a Woodstock allo sbocciare degli anni ’70,
e invece si trova a Gerusalemme nel cuore degli anni Dieci, se così si
può dire. Però l’errore è perdonabile. Quella che si scatena sul palco
con treccine e tutto il resto è Libi Hart (nell’immagine), 63 anni, di
professione rocker, e in effetti si trova al Jerusalem Woodstock
Revival, che si terrà a partire dal prossimo 30 luglio al Kraft
Stadium. Libi è una veterana della manifestazione così come della scena
rock israeliana, e in questo momento sta conquistando anche la
televisione partecipando al talent show X-factor.
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ISRAELE - IN VIAGGIO CON TAGLIT A passeggio nella Città Vecchia Roma,
Milano, Firenze, Palermo, Malta, Verona, Venezia, Bologna, Torino,
Trieste, ma anche Svizzera, Regno Unito e Lettonia. Vengono da tutta
Italia (e non solo) i ragazzi in viaggio con l’edizione tricolore di
Taglit-Birthright, organizzazione che offre la possibilità di visitare
Israele a giovani dai 18 ai 26 anni. Su Pagine Ebraiche le
testimonianze dei partecipanti. Leggi
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pagine ebraiche agosto 2015
Costruire il futuro
Si
apre con una analisi degli ultimi dati sulla raccolta dell’Otto per
Mille il numero di agosto del giornale dell’ebraismo italiano Pagine
Ebraiche, in distribuzione in questi giorni. Significativi e tangibili
i risultati per l’UCEI, con un rilevante incremento dei consensi: da
81457 a 87510 firme complessive, con una crescita del 7,43%. Le firme
sono in aumento costante dal 2008, anno che è coinciso, tra l’altro,
con una nuova impostazione strategica nelle politiche di informazione,
comunicazione e cultura dell’ente.
“Abbiamo voluto affrontare senza paura la sfida che proviene da un
mondo nel quale chi non comunica correttamente e non dialoga con
intelligenza, chi non è capace di manifestare con orgoglio e con
chiarezza la propria identità e di valorizzare le differenze finisce al
margine”, il commento del presidente dell’Unione Renzo Gattegna. A dare
una lettura del bilancio e ridisegnare le sfide del futuro è anche
l’assessore Noemi Di Segni.
Nelle prime pagine un focus sull’educazione: dalla missione in Israele
del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania
Giannini, accompagnata nell’occasione dal presidente Gattegna, alla
nascita della nuova commissione per il pluralismo religioso nella
scuola pubblica del Miur, che ha tra i suoi componenti Ada Treves,
giornalista della redazione Ucei e coordinatrice di DafDaf, il giornale
ebraico dei bambini. Si continua a parlare di religioni nelle pagine 4
e 5, in cui vengono presentati altri aspetti del report “The Future of
World Religions” del Pew Research Center, di cui già si era parlato nei
numeri scorsi del giornale. Leggi
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Buona scuola |
La
sentenza della Cassazione sulle scuole private ha comprensibilmente
scatenato un putiferio. Come accade quando la politica fa lo struzzo,
la Magistratura colma il vuoto, stabilendo in questo caso un principio
gravido di conseguenze: le due scuole di Livorno – la cui
frequentazione richiede una retta – costituiscono attività commerciale
e dunque sono soggette all’intera fiscalità, compresa quella sugli
immobili. Una decisione che fa vacillare i conti di decine di migliaia
di scuole private in tutta Italia, la maggior parte cattoliche. Sul
piano strettamente culturale e costituzionale, non avrei dubbi: la
scuola pubblica deve avere la precedenza e, in epoca di vacche magre, è
giusto imporre alle parificate tutte le tasse in modo da investire più
soldi nelle statali. Si scopre però che, senza l’apporto dei privati,
il sistema nazionale rischierebbe di implodere: sul piano quantitativo,
perché non ci sono posti sufficienti per il milione di studenti
attualmente fuori dalle pubbliche; e su quello economico, perché ogni
alunno costa allo Stato assai di più di ciò che l’erario spende per
sovvenzionare le scuole private
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie
- Pessimi consigli |
Mi
segnala un lettore che qualche giorno fa, ad Uno Mattina Estate, su Rai
Uno, “un certo Gaetano Cappelli parlando di libri da leggere durante
l'estate per i ragazzi ha sconsigliato testi come Se questo è un uomo
di Primo Levi, perché 'pesante' per i ragazzi... che a suo dire
dovrebbero leggere testi più leggeri e simpatici”. Continua il lettore:
“Non sono affatto d'accordo con questa persona, personalmente ai tempi
della mia adolescenza dai 13 ai 18 proprio durante l'estate mi è sempre
piaciuto leggere i classici come i Demoni di Dostoevskij, Nietzsche, il
Conte di Montecristo di Dumas, Se questo è un uomo e I sommersi e i
salvati di Primo Levi e la trilogia dell'amico ritrovato di Fred
Uhlman, e la trilogia dell'Ussaro sul tetto di Jean Giono e tanti altri
romanzi che mi hanno arricchito personalmente tanto. Per questo motivo
penso che in Rai non si dovrebbero sparare castronerie pericolose come
queste. La coscienza civile di un popolo si forma anche con questo tipo
di letture”. Come non sottoscrivere?
Mario Avagliano
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